La vita di Katia a Chicago

A cura di Nicole Cascione

Aveva solo 21 anni Katia, quando decise di lasciare l’Italia per vivere il sogno americano. Le luci di natale, i grattacieli tanto maestosi da togliere il fiato, la grandezza della città e le opportunità che racchiudeva in essa, queste le sue prime impressioni all’arrivo negli States.

Dopo un periodo iniziale di difficoltà logistiche ed emotive, la sua vita è cambiata: “Vivere qui mi ha permesso di apprendere e di ammirare prospettive differenti, mentalità diverse che mi hanno aiutato ad aprire la mente e a maturare come persona ed essere umano. L’ America non mi ha cambiata, mi ha fatto crescere.

La vita di Katia a Chicago: pro e contro della città del vento

Katia, la tua avventura a Chicago è iniziata 10 anni fa, quando avevi solo 21 anni. Cosa ti ha spinto a lasciare Gaeta, la città in cui sei nata?

Iniziamo col dire che amo Gaeta, è la mia città natale e un giorno vorrei sposarmi proprio nel mio luogo di nascita. Anche se mi sento una napoletana acquisita, avendo il mio uomo napoletano con cui sono fidanzata da quasi 15 anni.

Dopo aver conseguito un diploma in grafica pubblicitaria, mi sono ritrovata a fare lavori saltuari per poter pagare l’affitto per me e mia madre.

Ho lavorato come barista, addetta alle vendite in un negozio di elettronica ed infine impiegata al McDonald. Ma nonostante i miei sforzi, sembrava sempre non essere abbastanza, a stento io e mia sorella riuscivamo a comprare materie prime, figuriamoci mettere soldi da parte per il futuro. Molto spesso ripetevo a me stessa che non avrei potuto fare questo per il resto della mia vita, volevo di più.

Un giorno il mio fidanzato, con il quale tuttora convivo, mi propose di andare in America, avendo lui un fratello e altri parenti, cittadini americani, nella “città del vento”.

Lui partì per primo e rimanemmo separati per sei mesi. Iniziò a lavorare e mise da parte i soldi per il biglietto aereo per me e, quando arrivò il momento, partii anch’io alla ricerca di un futuro migliore.

Quali sono state le prime difficoltà all’arrivo?

Le difficoltà all’inizio furono tante. Il cambio radicale di vita, sono passata dal vivere a casa mia al vivere in quella di parenti acquisiti mai conosciuti prima tra l’altro, ora nel mio cuore. Non ero più indipendente, non avendo né patente né macchina. Non parlavo la lingua né tantomeno la capivo. All’inizio quando sentivo parlare era tutto, solo rumore. Ricordo ancora i mal di testa! Senza contare poi la paura del “chissà se ce la faremo”. Una delle cose più difficili da affrontare era la mancanza della famiglia.

Il tuo primo ricordo invece?

Arrivai una sera di dicembre con i genitori di lui e uno dei miei primi ricordi è stata la felicità nel riabbracciarlo non essendo mai stati separati in precedenza. Poi le luci di natale e quei grattacieli maestosi così grandi da togliere il fiato. Colsi subito la grandezza di questa città e le opportunità che racchiudeva in essa.

Come si vive a Chicago? Quali sono i pro e i contro del viverci?

Come si vive a Chicago dipende da te. Se hai voglia di lavorare, le opportunità lavorative sono tante, tutti assumono, e puoi arrivare a guadagnare bene e quindi fare un tenore di vita più che dignitoso, con tanto di esperienze uniche.

Uno dei lati positivi del vivere qui è relativo alla meritocrazia. Se lavori duro puoi farti una posizione e diventare qualcuno. La cosa che amo di più è il dato di fatto che tutto funzioni, le tasse pagate le puoi vedere e ritrovare nella pulizia delle strade, nella competenza ed efficienza delle forze dell’ordine. Infine la gente è cortese, l’inglese, almeno quello parlato negli States, è una lingua piena di cortesie: “please” e “thank you” sono alla base del linguaggio.

Se si parla di contro non si può non menzionare il clima freddo, con tanto di periodo invernale abbastanza lungo. Il cibo è sicuramente una componente negativa per noi cresciuti con la miglior cultura culinaria del mondo e infine ci aggiungerei il sistema ospedaliero e scolastico, prevalentemente privato e molto costoso, anche se ci sono scuole ed ospedali pubblici comunque disponibili in aree precise.

La vita di Katia a Chicago: pro e contro della città del vento

Di cosa ti occupi?

Abbiamo sempre lavorato nella ristorazione. Appena arrivati sparecchiavamo i tavoli nei ristoranti, un lavoro che non richiedeva l’uso della parola. Poi col tempo il mio fidanzato è diventato cameriere e successivamente manager nel ristorante dove attualmente lavoriamo ed io bartender/mixologist, possiedo una sezione tutta mia, chiamata “Katia’s Kocktail” dove appunto, creo cocktails.

La mia vita a Chicago è la tua pagina Facebook con oltre 6mila followers. Quali sono i temi affrontati nei tuoi post?

Cerco nel mio piccolo di raccontare la mia vita a Chicago e come realmente si vive in una città così rinomata. Cercando di mostrare non solo la bellezza indiscussa della city, ma soprattutto una vita quotidiana fatta di piccole cose, totalmente lontane dalla nostra cultura e così differenti dalla routine italiana.

Sicuramente in molti ti contatteranno attraverso i social. Quali sono le domande più comuni?

Molti mi chiedono consigli per le vacanze, hotel dove pernottare e aree da evitare o addirittura consigli sul come fare per trasferirsi permanentemente a Chicago. Ma la maggior parte delle persone mi scrive dicendomi che avrebbero voluto intraprendere il cammino da me effettuato.

Prima hai parlato di meritocrazia. Ci racconti qualcosa del mondo lavorativo? In cosa differisce da quello italiano?

Il mondo lavorativo è pieno di opportunità. Se sei laureato o specializzato le paghe sono da capogiro, se invece ti dedichi a lavori un po’ più umili hai comunque l’opportunità di crescere nel tuo campo lavorativo e crearti un business tutto tuo. Come dicono qui “The sky is the limit”.

Quando lavoravo come barista in Italia, venivano avvocati a cercare lavoro nel bar, qui una cosa del genere è impensabile. Quando mi è capitato di raccontarlo, ho visto persone nate negli States fare fatica a capire una cosa del genere. Forse questa è la differenza tra i due Paesi: la mentalità. Nessuno ti sfrutta, ci sono delle regole e vengono rispettate.

Molti credono che il sogno americano ti venga regalato una volta arrivati negli States. Non è così! Qui si lavora molto, tutto gira intorno al lavoro e se non sei disposto a fare dei sacrifici non vale la pena provarci.

La vita di Katia a Chicago: pro e contro della città del vento

Come e in cosa ti ha cambiato vivere negli Stati Uniti?

Da quando mi sono stabilita e sistemata in campo lavorativo, è cambiato tutto. Ho visto i miei sacrifici trasformarsi in soddisfazioni. Ho girato gli States, New York, Florida, Las Vegas, ho appreso e ammirato prospettive differenti, mentalità diverse che mi hanno aiutato ad aprire la mente e a maturare come persona ed essere umano. L’ America non mi ha cambiata, mi ha fatto crescere.

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