Non avevo mai viaggiato con uno zaino in spalla senza la fretta di prendere un volo, senza la fretta di una scadenza, senza la fretta di dover tornare a casa. Ad Ottobre parto per Buenos Aires e dal primo giorno in ostello capisco che il viaggio sarà più lungo del programmato. Incontro da subito un sacco di gente che viaggia, pochissimi italiani. Sembra che gli italiani amino il viaggio “mordi e fuggi”. Incontro tantissime persone, di qualsiasi provenienza, di qualsiasi religione, di qualsiasi tipo. E quando sei in viaggio le differenze non fanno paura, sono solo lo spunto per la condivisione di esperienze diverse. E così che capisco che viaggiare è una scuola. In realtà è almeno due scuole: una scuola normale che ti insegna un sacco di cose su storia, geografia e quant’altro ed una scuola di vita che ti insegna cose che non si studiano fra i normali banchi.
Viaggiare e Sognare! Questo è il sottotitolo del blog che accompagna il mio viaggio. Un blog che è un diario online per chi è rimasto a casa ed ha voglia di seguirmi. Un blog perché condividere il mio sogno è una maniera di stare vicino a chi ho lasciato a casa. Famiglia, amici, le persone di tutta la tua vita non possono che mancare in un viaggio di diversi mesi. Dall’altra però incontri sempre persone nuove, amici e persone che rendono il tuo viaggio una cosa speciale, una cosa unica, diversa dal viaggio di qualsiasi altro. I posti che i viaggiatori visitano sono spesso gli stessi. Le persone sono diverse . E sono le persone, secondo la mia esperienza, che fanno il viaggio.
E’ così che mi capita di trovarmi a Cordoba, in Argentina, una città molto bella secondo guide e turisti. Io non ho incontrato le persone giuste e ho preferito lasciarla prima del previsto. Da lì mi sposto a Santa Fe, una città che tutti mi dicevano “che ci vai a fare”!. E a Santa Fe vivo una delle migliori esperienze del mio viaggio. Persone di origini siciliane hanno creato una associazione, e al solo vedermi mi hanno adottato come fossi un figlio, invitato a una cerimonia e premiato come fossi una star. Quelle persone sono ora ottimi amici che hanno scritto una pagina importante nel mio viaggio e nella mia vita.
“E’ il mio sogno e lo voglio esaudire!” Queste le mie parole quando spiegavo ad amici e conoscenti la mia scelta. Qualche approvazione, qualche faccia storta, soprattutto sapendo che avevo un buon lavoro in una azienda seria. “Sei pazzo a lasciare un lavoro così!”. Io non credo sia questione di pazzia. La mia vita era quasi solo lavoro. Due anni e mezzo di lavoro dopo la laurea. Gli ultimi mesi sveglia alle 6.30 e ritorno a casa alle 19… Il rischio di “vivere per lavorare” era forte, e così la mia scelta, ancora più forte.
Le voci di corridoio, le più taglienti, dicevano che ero solo fortunato a poterlo fare. Che non tutti hanno questa fortuna. Io dico che sono fortunato ad avere una famiglia e ad aver ricevuto una educazione che mi hanno permesso di fare questa scelta. I soldi del viaggio sono solo miei. Non ho chiesto niente a nessuno. Chiedere un aiuto per questo viaggio non faceva parte del mio sogno e poi non è una questione di soldi. Il denaro non è quello che fa fare la scelta o meno; ci vuole invece la forza di lasciare il mondo creato, la vita di tutti i giorni, forse pesante ma comunque sicura e comoda.
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Viaggiare mi costa meno di quanto mi costava vivere a Milano. Ci sono gli ostelli, ci sono le tende, ci sono gli amici che incontri per strada, ci sono reti come couchsurfing che ti permettono di risparmiare e fare esperienze importanti. E poi ci sei tu! Te stesso! La risorsa più importante che hai sempre a disposizione.
Viaggiare ti fa scoprire cose del mondo e ti fa conoscere la tua persona. E’ così che scopri se ti piace stare solo o meno. Capisci davvero cosa vuoi e cresci. E poi la fortuna è spesso dal lato del backpacker. La gente, per lo meno qui in Sud America, ti aiuta quasi sempre. In questi mesi ho imparato a fidarmi della gente, ho capito che c’è gente che senza conoscerti ti da tutto quello che può. Cosa vuole in cambio? A volte un sorriso è sufficiente…
Il bello di viaggiare è poter decidere ogni giorno che cosa vuoi fare. Vuoi rimanere a dormire o leggere un bel libro? Non c’è nessuno che ti vieta di farlo. Vuoi prendere il tuo zaino e salire a 6000 metri sulla cima della montagna? Non c’è problema. Vuoi camminare per la città perderti e parlare con la gente? Vuoi scattare duemila foto in una mattinata? Qualsiasi cosa vuoi fare sei libero di farlo. Per una volta nella vita non devi rispettare orari. Per una volta nella vita sei capo di te stesso!
E poi il viaggio ti sorprende. In Uruguay ho incontrato una ragazza che lavora su una barca a vela. Il contatto necessario per arrivare in Antartide. Lavorare 12 ore al giorno in cambio di un passaggio per il continente bianco era qualcosa oltre ogni mia aspettativa. E’ diventato realtà! E il passaggio di Capo Horn, per un ragazzo di mare che lo ha sempre sognato, è qualcosa di incredibile. Il viaggio, il sogno, la sorpresa, la fortuna. Perché anche la fortuna fa parte del viaggio e della vita.
Oggi, fermo a Cusco per fare volontariato con bambini, mi sento fortunato. La mia fortuna non è però quella delle voci di corridoio dell’anno passato. Oggi mi sento ricco. Non di soldi, ma di esperienza. Ho avuto il coraggio di inseguire il sogno, di non chiuderlo in un cassetto con l’idea che i sogni si avverino solo nei film a lieto fine. Oggi mi sento di consigliare a chiunque di seguire il proprio sogno. Se ci metti tutta la voglia e l’energia, quel sogno non potrà fare a meno di avverarsi. La vita è breve, ma soprattutto è bella e val la pena di provare a viverla come fosse un sogno!
Angelo Gurrieri