Valentina: in Mauritania ho scoperto il fascino del deserto

A cura di Maricla Pannocchia

Spesso la vita ci regala delle sorprese meravigliose nei momenti più inaspettati, e lo sa bene Valentina, di Torino, che quando le si è prospettata la possibilità di partire per la Mauritania ha subito storto il naso.

Del resto, lei era abituata sì a viaggiare, ma non era mai stata in un Paese così diverso dall’Italia o, in generale, dall’Europa, e la sua passione era per Londra, tanto da aver modificato l’agenzia di viaggi del padre in un tour operator specializzato sul Regno Unito (una rivista l’ha addirittura annoverata, nel 2017, fra le 5 maggiori esperte di quella zona!).

Eppure, dopo qualche difficoltà ad adattarsi alla mancanza di comfort, in Mauritania Valentina ha scoperto la vita dei veri nomadi, l’accoglienza da parte di una popolazione povera dal punto di vista economico (“la maggior parte della gente locale vive con 2 Euro il giorno”) ma ricca da quello umano.

“Mi hanno fatta sentire accolta, nonostante fossi molto diversa da tutto ciò che conoscevano” racconta Valentina, che adesso è sposata con quel ragazzo mauritano che ha conosciuto durante il primo viaggio, e i due hanno una figlia di 3 anni. Tuttavia, Valentina non vive ancora in pianta stabile in Mauritania, nonostante ci vada spessissimo per ovvi motivi, sia per via della difficoltà nel reperire una buona connessione Internet (aspetto che le renderebbe difficile lavorare online) sia perché teme di non riuscire a sopportare le temperature, specialmente in estate.

“La Mauritania è sicuramente un Paese da visitare”, racconta Valentina, “Basta pensare che vi si trovano ben 5 patrimoni dell’umanità nominati dall’UNESCO.” Insomma, se siete alla ricerca di una meta di viaggio alternativa e di un’esperienza di vita piuttosto che di una vacanza in un resort, Valentina vi darà qualche consiglio e qualche dritta da insider su questo meraviglioso Paese!

VALENTINA BOSCO MAURITANIA

Ciao Valentina, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Valentina, sono nata a Torino e fin da piccola sono stata abituata a viaggiare con i miei genitori, principalmente in Italia o in Francia, in auto, traghetto e alloggiando in campeggio. Ogni occasione era buona per esplorare qualcosa. Quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande io rispondevo “girare il mondo tutto l’anno”. E quindi ho scelto un liceo linguistico proprio perché volevo poter comunicare ovunque andassi. A 18 anni ho preso il mio primo aereo, direzione Londra.

Mi sono così innamorata di quella città da decidere di crearmi un lavoro che mi permettesse di tornarci il più spesso possibile. Nel 2012 ho iniziato a lavorare nell’agenzia viaggi di mio padre. Nel 2013 ho acquisito io stessa l’agenzia, diventandone titolare e modificandola in tour operator con l’obiettivo di specializzarmi sul Regno Unito. Nel 2016 ho iniziato a collaborare attivamente con gli enti del turismo d’Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord. Nel 2017 una rivista di settore mi ha nominata tra le 5 maggiori esperte di Regno Unito.

La pandemia è arrivata a scombinare tutto, costringendomi a formarmi su nuove destinazioni e dal 2022 collaboro con Naar Tour Operator in qualità di Product Manager Europa.

Viaggi spessissimo in Mauritania, anche se non ti sei ancora trasferita lì per via della carenza della rete Internet, che ti renderebbe impossibile lavorare. Senti che la Mauritania è la tua casa?

La Mauritania è un Paese di forti contrasti, in città si trovano bistrot francesi, cinema multisala e bubble tea, ma non appena esci da Nouakchott è solo sabbia, deserto, vita nomade e cammelli. E onestamente non so se mi sentirei mai così a casa come mi sono sentita per tanti anni a Londra ma abbiamo appena finito di ristrutturare il nostro rifugio e un tentativo, onestamente, lo farei. Soprattutto perché è il Paese che mi ha accolta, nonostante fossi così “diversa” dalla loro tradizione.

Sei sposata con un nomade. Come vi siete conosciuti?

In viaggio, naturalmente… Lui è stato la mia guida durante il mio primo viaggio in Mauritania. Anche lui, come me, lavora da tanti anni nel turismo, prima per altri operatori, francesi principalmente, poi ha aperto la sua agenzia locale.

Di cosa ti occupi?

Responsabile di prodotto, ovvero mi occupo di contrattare il miglior prodotto turistico in loco per poi rivenderlo alle agenzie. Si tratta quindi di hotel, guide, escursioni, attrazioni e trasporti.

Quando hai fatto il tuo primo viaggio in Mauritania e cos’hai provato?

Il mio primo viaggio in Mauritania è stato nel 2018. Non ci volevo andare perché era così lontano dal mio mondo e dalle mie abitudini di viaggio ma mi sono lasciata convincere essendo in un periodo particolare della mia vita. Quel viaggio è stato per me molto impattante. La prima notte nel deserto l’ho passata in macchina e il giorno dopo volevo tornare in Italia ma è stato appunto durante quel viaggio che ho conosciuto quello che oggi è mio marito. Pochi mesi dopo ci siamo sposati con una cerimonia tradizionale in un’oasi del Sahara. Oggi abbiamo una figlia che ha appena compiuto 3 anni.

VIVERE IN MAURITANIA

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Benissimo. Ed è stato grazie a quell’accoglienza che poi sono rimasta per poi tornare regolarmente. I primi tempi mi chiamavano Zahra, che poi ho scoperto significare “la luminosa”, per via della mia pelle chiara. I bambini si divertivano ad ascoltare i miei racconti. Le donne mi chiedevano il significato dei miei tatuaggi, che lì sono vietati, ad eccezione di quelli all’henna. Mi hanno regalato vestiti, gioielli artigianali, ceste per il cous cous e non so che altro… Insomma, mi hanno fatta sentire accolta e benvenuta.

Le persone che ti sono vicine in Italia capiscono questo tuo amore per la Mauritania?

Ovviamente no… molti non capiscono cosa ci sia di bello nel deserto. Pensano non ci sia nulla da fare, da vedere o da esplorare. E poi dormire per terra, la mancanza di bagno, doccia o in generale di comfort. Insomma… un tipo di turismo che molti ancora non comprendono o apprezzano.

Adesso organizzi viaggi per italiani (e non solo). A chi si rivolgono e puoi farci qualche esempio di esperienze uniche da vivere in Mauritania?

A dire il vero è mio marito che organizza i viaggi in Mauritania con la sua agenzia locale, io mi occupo solo di diffonderli, visto che lui non va molto d’accordo con i social…

In Mauritania c’è un deserto meraviglioso ma non è solo per questo che bisognerebbe andarci. Essa custodisce 5 patrimoni dell’Umanità nominati dall’Unesco. Quattro sono le città carovaniere di Chinguetti, Ouadane, Tichitt e Oualata. Il quinto è il Parco Nazionale del Banc d’Arguin, vero Paradiso per l’osservazione di uccelli migratori e per la sua biodiversità.

Ma ci sono anche 700km di costa tra le più pescose al mondo e il treno del deserto, detto anche Sahara Express, il più lungo, pesante e lento al mondo. Il monolite più grande al mondo dopo Uluru, in Australia. E le antiche biblioteche perdute del deserto.

Il tutto condito con l’incontro con gli ultimi veri nomadi del Sahara.

Come descriveresti la gente del posto?

I mauritani sono ospitali. Fa parte della loro cultura e religione, l’Islam. Apprezzano molto chi conosce la loro cultura, e soprattutto chi la rispetta.

È facile adattarsi alla cultura locale?

Sì e no. Si dorme per terra, si mangia tutti dallo stesso piatto, con le mani, e soprattutto l’alcool è vietato. Il che per assurdo è la cosa più difficile da far digerire ai viaggiatori.

VIVERE IN MAURITANIA VALENTINA BOSCO

Sai come funziona, anche dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare in Mauritania?

Per vivere in Mauritania bisogna ottenere un permesso di soggiorno.Per lavorare invece ogni ambasciata ha i suoi requisiti, quindi è difficile indicare come fare. Cosa indispensabile però è avere una residenza e un partner locale che possa fare una lettera di lavoro per ottenere il visto.

Pensi che ci siano dei punti in comune fra gli italiani e il popolo della Mauritania?

Sinceramente? No!

Quali sono, invece, le differenze più evidenti fra i due Paesi?

Sicuramente la religione, il che porta anche a tutta una serie di differenze culturali.

Una cosa che mi piace molto è che, anche se le persone vestono all’occidentale, sopra viene sempre indossato l’abito tradizionale, Boubou per gli uomini e Melhfa per le donne.

Le donne hanno sempre il capo coperto, ma è più per una questione culturale e di sopravvivenza nel deserto che non legata a dettami religiosi.

E poi i canoni estetici… mentre da noi si insegue l’eterna forma fisica, in Mauritania la donna più è in carne e più è considerata bella, e ricca. La magrezza infatti era tratto caratteristico delle schiave, che non avevano da mangiare.

Infine, una cosa che mi ha stupita molto, è la libertà di divorzio. Anzi, più una donna è divorziata e più è ricercata perché ha più esperienza e sa quali errori non ripetere.

VIVERE IN MAURITANIA

Chi visita la Mauritania solitamente esplora il deserto. Come descriveresti il deserto a chi non c’è mai stato?

È infinito, silenzioso, ma pieno di vita. E ti mette davanti ai tuoi limiti, fisici e mentali.

Quali sono i piatti tipici del Paese e qual è il tuo preferito?

Sicuramente il cous cous. E il mechoui, un capretto o agnello che viene riempito con riso, verdure e spezie e cotto sotto le braci. Poi naturalmente dromedario e montone, prevalentemente grigliato.

Il mio piatto preferito è il tajine di dromedario, cucinato da mio marito, cuoco eccellente.

Sulla costa naturalmente si trova il pesce.

Com’è, secondo te, il rapporto costo/qualità della vita?

La maggior parte dei locali vive con 2 euro al giorno… quindi va da sé che il costo della vita è molto basso… Ma se vuoi vivere all’occidentale e fare la spesa al supermercato, i prezzi sono simili a quelli italiani. Idem se si vuole mangiare in un ristorante europeo e non locale. Questi posti infatti generalmente sono frequentati dai turisti o dai lavoratori europei delle varie ambasciate.

Ti piacerebbe trasferirti definitivamente in Mauritania?

Mi piacerebbe provare, non so se resisterei alle temperature, specialmente in estate.

Salutaci con un motto o un proverbio locale…

“Quando il bambino ha perso la propria madre, succhia il latte della nonna”

Ovvero bisogna sempre trovare e accettare la soluzione che arriva in caso di difficoltà.

Per seguire e contattare Valentina:

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