Oggi più che mai in un mondo in cui le competenze fanno la differenza, essere qualificati è un modo in più per trovare lavoro. In tanti si iscrivono all’università per sperare di emergere. Non sempre è facile trovare assistenza, così tre giovani hanno pensato a un servizio di ripetizioni e informazioni per gli universitari.

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I tre sono Gabriele Giugliano, Nicolò Bardi e Martina Mattone fondatori di “Tutored”. Si sono conosciuti durante “ Innovaction Lab” 2014, un’iniziativa per sostenere i giovani nella realizzazione di un’impresa. All’epoca sono poco più che ventenni e tutti e tre studenti. “Dovevamo presentare un progetto e non avevamo ancora idea di cosa avremmo potuto proporre”, ricorda Martina, cofondatrice.” Allora -continua- abbiamo pensato alle nostre esigenze di studenti, al bisogno di avere una guida nella vita universitaria”. Per un giovane l’università ha mille aspetti: c’è l’incombenza di un eventuale cambio di casa; le pratiche di immatricolazione; gli esami. Ma soprattutto lo studio.

Non sempre con le lezioni in aula e con l’apprendimento individuale si riesce a far bene. C’è ha bisogno di un supporto nelle materie più difficili e quindi chiede ripetizioni a compagni o persone già laureate. Gabriele, Nicolò e Martina che in passato hanno dato ripetizioni, hanno pensato ai loro trascorsi per la loro intuizione d’impresa. Nasce così il loro modello di messa in comune fra chi impartisce ripetizioni e chi ne ha bisogno. “Abbiamo fatto la prima presentazione -spiega Martina – ma i presenti ci hanno riso in faccia perché pensavano che la nostra idea fosse non potesse monetizzare”. Certo, che come prima impressione non è la migliore. Se ciò per cui hai impiegato energie e tempo viene accolto con una risata di scherno, è facile mollare. I ragazzi però non si arrendono e decidono di pubblicizzare su Facebook la loro idea. “Sareste disposti a spendere 5 euro al mese per avere una vetrina per guadagnare di più?”, recitava il loro slogan pubblicitario. Cento aspiranti tutor hanno accettato. Una dimostrazione che l’intuizione sta funzionando economicamente, pur avendo solo una pagina di Facebook. La seconda presentazione ha un epilogo diverso, tanto che dei gruppi investitori decidono di puntare su “Tutored”.

Arrivano i primi 60mila euro di investimenti dalla compagnia  “LVenture Group”. “Tutored” ormai ha preso il volo verso traguardi sempre più notevoli. Nel giro di un anno la start-up assume collaboratori, lancia il magazine e aumentano i tutor iscritti. Salgono anche i sostegni economici. Dalle statistiche però si nota che -anche a causa della crisi-, le iscrizioni all’università diminuiscono. “ Questo non ci ha mai scoraggiati, ma è un dato che teniamo chiaramente in considerazione”, osserva Martina “Per esempio-continua- stiamo lavorando per informare i ragazzi delle opportunità di borse di studio e altre agevolazioni non sempre reperibili”.

Da qualche mese è in circolazione anche l’app e in Italia “Tutored” è ormai un successo. Arriva quindi l’idea di esportarlo anche in altri paesi. Negli ultimi anni in tanti studiano, si specializzano e fanno ricerca all’estero. “Abbiamo fatto indagini- afferma Martina -, parlato con i ragazzi fuori dalle facoltà e dalle risposte abbiamo capito che avremmo potuto essere di aiuto anche all’estero”. I paesi in cui il servizio è attivo sono Germania e Gran Bretagna, che per certi versi sono opposti (o addirittura rivali) all’Italia. Nell’ultima edizione degli Europei i tedeschi hanno avuto la meglio ai calci di rigori sugli azzurri. Nella politica internazionale la Germania si è spesso distinta per la sua linea inflessibile in economia e la Gran Bretagna di recente è uscita dalla Ue. Il modello “Tutored” però anche a Londra e Berlino sembra funzionare. “ La vastità di corsi disponibili per gli studenti inglesi è impressionante, si sono già sviluppate tante nuove facoltà e nuove discipline”, dichiara Martina Mattone. Le differenze nel sistema universitario si fanno sentire anche nelle informazioni richieste. Gli universitari britannici sono più interessati a informazioni su appoggi lontani da casa, mentre i tedeschi sulla qualità dei corsi.

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Intanto gli obiettivi dei tre non si fermano qui. Dopo Germania e Regno Unito, “Tutored” intende allargarsi anche in Spagna, Canada, Usa e India. Paesi mete di investitori internazionali, italiani in cerca di fortuna, ma soprattutto di studenti. C’è chi Barcellona o Madrid passa un periodo di mesi per l’Erasmus. A New York ogni anno c’è il “Model United Nations”, una serie di simulazioni dello svolgimento dei lavori dei delegati delle Nazioni Unite, che ogni anno registra come partecipanti studenti di indirizzi internazionali. Le università indiane e canadesi sono sempre più in crescita nelle classifiche mondiali.

Così in soli due anni quell’idea che ha fatto ridere a parecchi, oggi si appresta a diventare un punto di riferimento anche all’estero. “Sono contenta di non aver creduto  a chi diceva che in Italia non è possibile fare nulla”, spiega Martina. “Rifarei questa esperienza altre mille volte”.

Il sito: www.tutored.me/it/uniwall/

Matteo Melani