Tendenze nel settore dei viaggi

A cura di Gianluca Ricci

Venghino, venghino, siore e siori. Non siamo qui per vendere ma per regalare. E così anche il settore dei viaggi e delle vacanze conosce l’onta ignominiosa del tutto a niente, dello sconto mirabolante, del prendere per non lasciare. Due i segnali particolarmente preoccupanti lanciati in questi giorni, che si vanno ovviamente ad accumulare a quel malcostume (senza mezzo gaudio, ovviamente, ma anzi) ormai più che diffuso, verrebbe quasi da dire generalizzato, di dare via le stanze ad un prezzo pari al costo se non leggermente inferiore, che almeno le spese di luce e gas sono ammortate.

Da una parte l’affermazione consolidata del fenomeno all you can fly, dall’altra la riffa delle ferie a sorpresa, dove sorpresa si scrive con la minuscola e non si tratta assolutamente di una meta di recente fascinazione. Per quanto riguarda il primo fenomeno, è ufficiale l’offerta da parte di una compagnia aerea di un biglietto a costo fisso mensile con cui volare entro certi parametri chilometrici tutte le volte che si vuole. Assai adatto a uomini d’affari e manager di vario tipo e natura, rischia di prendere piede – ahinoi – anche fra i globetrotter delle vacanze, soddisfatti ora nella pulsione irrefrenabile di salire su una scaletta qualsiasi purché si salga. E tanti saluti alle scelte consapevoli, al desiderio di scoperta, al fascino del confronto.

Con un abbonamento in tasca, la scelta della meta non sarà più frutto di curiosità comparate o fascinazioni più o meno giovanili a cui dare finalmente una risposta concreta. Niente affatto: si volerà dove porta l’offerta speciale, un triste tre per due dei cieli in cui la filosofia del viaggio come crescita e conoscenza sarà mortificata dalla convenienza elevata a criterio unico e insuperabile. Ancora più deflagranti gli effetti dei viaggi a sorpresa: si acquista un pacchetto ics senza sapere né dove si va né quando né soprattutto perché, il che risulta l’aspetto più drammatico e deprimente.

▶ Tutto quello che devi sapere per trovare lavoro nel turismo

Il viaggio come sorpresa nell’uovo di Pasqua, le ferie estratte a sorte e non studiate, meditate, preparate, agognate. Un incidente nel percorso quotidiano della vita a cui far fronte col sorriso di un selfie se tutto va bene o con una scrollata di spalle – riprova, sarai più fortunato – se invece le cose andassero male. Ma male non possono andare, per i teorici del viaggio nel cilindro: l’obiettivo non è più fare la valigia e partire, ma aprire la busta – preferisce la uno, la due o la tre? – e vedere tutti insieme l’effetto che fa.

Molti hanno già salutato questa trovata come la rivoluzione turistica del secolo. E se ti piace il mare e invece scopri di avere acquistato una tre giorni sul selvaggio Appennino? Finirà con un sacco di risate, la prossima volta non potrà che andare meglio, l’argomento forte dei prossimi cinguettii informatici e dei post agli amici di pc. Per il mare c’è sempre tempo, a meno che non si decida di perseverare nella scelta delle buste – la due o la tre? – e di trasformare anche una delle cose più sacre che ci sono rimaste – scegliere come impiegare il proprio scarso tempo libero – in un bingo scalcagnato da parrocchia di periferia.

Ma forse è proprio questa la formula magica e vincente: delegare alla sorte anche uno dei passaggi più importanti e qualificanti dell’esistenza, affidare alla roulette del caso persino la qualità, oltre che la quantità. Roulotte e roulette a braccetto perché viaggiare possa trasformarsi in una riffa di cui poter comunque mandare qualche istantanea alla ricerca di un like in più, indipendentemente da tutto e, soprattutto, in barba alla sorte. Viva dunque l’abbonamento e l’estrazione: un inno alla routine e alla casualità con cui si prova a disinnescare tutto il fascino del viaggio. Evidentemente c’è chi non ne poteva davvero più.