Ciao Stefano, come mai sei arrivato a New York?

O come mai non ci sono arrivato prima? Mi puoi chiamare Steven, come mi sono ribattezzato qua. A parte gli scherzi. Ci sono venuto tre anni fa. Come tutti ho messo piede a Manhattan dopo un lungo peregrinaggio in giro per il mondo, un percorso piuttosto travagliato tra Spagna, Francia, e Londra, iniziato dopo la laurea, alla ricerca del mio santo Graal. Non avevo ben chiaro cosa fare, e cosa mi piacesse davvero. Tornato a Milano mi sono reso conto che l’Italia non mi apparteneva più, perché ero cambiato, e mi resi conti che in questi casi c’è solo una città in cui puoi andare, ed è New York.

Non ti sembra un’affermazione esagerata? Il mondo è così vasto.

Un’affermazione esagerata come lo è questa città, esagerata in tutto, non a caso la chiamano Città delle ambizioni. Quindi ogni mia parola suonerà esagerata alle tue orecchie. Di certo non è una città per timidi. Questo è il posto in cui arrivare quando vuoi ricominciare d’accapo e alla grande, non c’è dubbio. Basta pensare a quella statua di donna con la torcia in mano e al suo forte significato. La libertà. Chi non ama ringiovanire e avere un’altra chance?

Fare impresa a New York City

Ma non è difficile farsi una vita a New York iniziando come turista?

So dove vuoi andare a finire, alla questione che spaventa tutti quelli che vorrebbero trasferirsi a New York. Il visto di lavoro. E’ un limite fino ad un certo punto, intanto perché basta andare da un avvocato dell’immigrazione e una soluzione si trova sempre, per esempio un visto studentesco J 1 come fanno tutti e all’inizio ho fatto anche io. Ti fai un corso d’inglese ed è fatta. Certo bisogna sborsare almeno 2000 dollari per l’avvocato, magari anche meno. Con questo visto non potresti lavorare, ma per i lavoretti iniziali che fanno tutti, in pizzeria per esempio, non è un problema.

Ma ci sono anche soluzioni più estreme.

Ci sono tre soluzioni estreme, che però sconsiglio, soprattutto perché illegali. La prima è il matrimonio “finto”, magari con una domenicana del Bronx che ha bisogno di un po’ di soldi. Si deve portare avanti questa sceneggiata tre anni, con tanto di foto “romantiche”, conto in banca assieme, residenza in comune. Dopo si può divorziare e intanto ti sei preso la greencard. Anche se tutti ti diranno che non funziona, di solito funziona. Poi c’è chi rimane qui come clandestino. Una condizione strana, per cui puoi fare qualsiasi cosa negli Stati Uniti, anche aprirti un’impresa legalmente e pagare le tasse, solo che non puoi uscire dal paese altrimenti non ti fanno rientrare per dieci anni. Credimi ci sono tanti che lo fanno, poi si sposano per amore un’americana o un americano e si beccano la green card. E’ famoso il caso del giornalista del New York Times che era un clandestino, e alla fine raccontò sul giornale come si vive in questa situazione. E poi c’è tutto il sistema dei documenti falsi gestiti dalle gang messicane, ma che di solito riguardano i latinoamericani e non gli italiani. Persone che con meno di 100 dollari ti danno la social security (il nostro codice fiscale) e la green card falsa, che però serve a poco, solo al padrone del ristorante per fingere di avere tutti i dipendenti con i documenti a posto, se fanno il controllo.

E poi la lotteria, no?

Esatto, la lotteria per avere la Green Card che forse verrà abolita, ed è un peccato perché vincerla deve essere un’emozione unica. Quando ci penso questa storia mi fa impazzire. Gli americani hanno inventato una lotteria per permettere a 55mila persone, estratte a sorte da tutto il mondo, di venire a vivere negli Stati Uniti. In Bangladesh sono dei veri appassionati, praticamente si iscrivono tutti. E c’è da capirli, qui in una settimana guadagnano quello che lì guadagnerebbero in sei mesi di lavoro.

Come mai hai deciso di occuparti di turismo nella Grande Mela?

Arrivano quasi 55 milioni di turisti l’anno, e io e il mio socio tedesco abbiamo deciso di aprire www.thenewyorknightlife.com perché ci siamo resi conto che i turisti dopo essere saliti sull’Empire State Building, essersi fatto la gita sul battello, aver visto il MoMa si rendono conto che non è questa la vera New York, e che quella vera è molto più interessante. Ma come scoprirla?

Per questo ci siete voi, la fate scoprire di notte.

Esattamente, a prezzi economici. Non a caso New York si chiama la città che non dorme mai. E ci sarà un motivo. Di notte escono fuori i newyorkesi che sono rimasti chiusi in ufficio di giorno. Un capovolgimento di 360 gradi, un altro mondo che non ha nulla da fare con quello del mattino. La New York autentica che ognuno si deve portare a casa.

Però gli appassionati dicono che Dubai, Ibiza, la stessa Las Vegas sono molto più entusiasmanti.

Ma non scherziamo. Magari ci sono discoteche più grandi e spettacolari, ma noi parliamo di vita notturna in generale. C’è un particolare che rende New York molto diversa. Ibiza e le altre mete da te citate hanno una vita notturna pensata per i turisti e stranieri, quindi non verace. Qui invece escono i newyorkesi, la nightlife fa parte dell’identità della città, ed è per questo che rappresenta l’esperienza più autentica da fare nella Grande Mela. E’ frutto di anni di sperimentazioni, di cambiamenti, di balzi in avanti e arretramenti.

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Fare impresa a New York City

E cosa c’è di diverso dalle altre metropoli europee?

Non si ascolta molto la musica elettronica, ma io partirei dalla varietà innanzitutto. Pui andare in un bar segreto del West Village, a un club di salsa nel Queens, puoi salire su un rooftop lounge con piscina in cima a un grattacielo, e andare poi in un pub semplice del Lower East Side. La vita notturna di New York è folle. C’è da fare tanto ogni sera, anche la domenica o il lunedì, e a tutte le ore. E poi c’è un’altra caratteristica da sottolineare, qui allo stesso tavolo puoi trovare il cantante hip hop che arriva dalle case popolari di Brooklyn insieme all’investment banker che vive a Soho in un attico con terrazza panoramica. E sai cosa hanno in comune?

No

Che appartengono alla dimensione del sogno, quella del sogno americano! Che è il motore vero della New York di notte. Tutti, che siano stressati o meno, che siano miliardari o poveri, riversano nelle strade le proprie paure, ambizioni, la voglia di farcela, l’ascesa al cielo rappresentata dai suoi grattacieli è l’obiettivo di tutti, mica il posto fisso a 1000 euro. Guardano la città e pensano “Questa un giorno sarà mia”. Cioé non lo pensano ma è una sensazione che dà gioia e ti ispira. Noi volevamo far scoprire questo mondo ai turisti, affinché tornino indietro con un assaggio vero della città. Ricordo quando di lunedì abbiamo portato dei brasiliani al Cellar Bar, e sono rimasti in stato di shock: era d’inverno, faceva freddo, e sembrava sabato a Copacabana. Non si poteva entrare tanta era la folla, e noi sapevamo come farli entrare. Non ci potessero credere, dicevano tra loro: “Ma ti rendi conto è lunedì!”

Ma non potrebbero farlo da soli invece di venire con voi?

Sarebbe molto più faticoso e più costoso. Intanto perché sapere qual è il locale giusto in cui andare non è facile, poi verrebbero probabilmente rimbalzati all’entrata, e pagherebbero molto di più. Noi ci rivolgiamo anche ai turisti americani, oltre agli europei, ai latinoamericani e ai canadesi. Sono gli americani i più interessati a scoprire New York di notte, la vera ossessione per chiunque abiti in provincia dove non c’è nulla da fare.

Non ti sembra un mondo un po’ superficiale?

In Italia è uscito il film “La Grande Bellezza”, che racconta di uno scrittore che ama le feste. Chissà se a New York lo vedremo mai questo film. Bisogna sfatare il luogo comune per cui le feste e la cultura non possono convivere insieme. Negli Stati Uniti questo luogo comune non c’è. La più importante discoteca newyorkese di tutti i tempi si chiamava Studio 54 e per 3 o 4 anni agli inizi degli anni ‘80 è stato il posto più amato e odiato della città, e lo sai chi ci veniva? Liza Minelli, Andy Warlhol e lo scrittore di colazione da Tiffany Truman Capote. Hai capito? Uno scrittore, e Baudelaire in Francia mica frequentava le biblioteche, faceva una vita dissoluta. Trovavano ispirazione nell’umanità varia di New York. La vita notturna newyorkese è poi il momento migliore in cui incontrare i vip, e capire l’America. Certo bisogna avere almeno 21 anni per viverla, come sai qui sono rigidissimi sull’età.

E la musica invece?

New York ha reso internazionale ogni moda, dal Jazz alla Salsa, passando per la Bosa Nova. Ma ora ti dico che a dominare su tutti c’è l’Hip Hop, basta d’altronde controllare il conto in banca di Jay-Z o di Rihanna per rendersene conto da soli. E’ una musica energetica, ritmica, potente, nata dalla tradizione afroamericana delle strada, e spinge a balli sensualissimi. E allora vedi anche le ragazze bianche e magroline dell’Upper East Side che cercano di imitare certi movimenti erotici afroamericani. Questa è la bellezza del melting pot. Questa la New York che va oltre Times Square. Una New York anche libertina se vogliamo, ma assolutamente autentica.

Locale imperdibile?

Io credo che d’estate visitare i rooftop lounge sia l’attività imprescindibile. Non a caso siamo gli unici ad offrire questo tour, che noi non chiamiamo tour ma experience.

Tornerai in Italia?

Non credo, mai dire mai, dicono che un po’ il richiamo delle radici si faccia sentire. Io ho nuove radici qua.

Per contattare Stefano info@thenewyorknightlife.comA cura di Pietro Armenti

www.scoprinewyork.it