Samuele: mi sono realizzato da solo qui in Florida

A cura di Maricla Pannocchia

Sin da quando era piccolo Samuele, originario della provincia di Foggia, sapeva che un giorno avrebbe vissuto vicino al mare, in un Paese dov’è sempre estate. Molti anni dopo, quel bambino ha visto il suo sogno realizzarsi. Samuele, infatti, si è trasferito in Florida, precisamente tra Orlando e Daytona.

“All’inizio, sono venuto qui, al principio del 2017, per fare un viaggio e migliorare l’inglese” racconta l’uomo, “Quando ho deciso di tornarci, nel 2018, i miei genitori e i miei amici hanno provato a farmi cambiare idea. Uno di loro, però, mi ha incoraggiato, facendomi notare che avevo solo 26 anni e niente da perdere. Se non avessi provato, avrei dovuto convivere con i rimpianti per il resto della vita.”

Trasferirsi negli Stati Uniti, come ben sappiamo, non è propriamente una passeggiata dal punto di vista burocratico. “Io mi sono appoggiato a un avvocato esperto in immigrazione e consiglio a chiunque di fare lo stesso, per evitare d’incappare in errori” continua Samuele, “Tuttavia, è stato comunque un processo lungo e tedioso, costellato d’incertezze.”

Nonostante il costo della vita, negli ultimi anni, sia aumentato notevolmente e la Florida, ormai, sia cara un po’ ovunque, l’uomo ha ottenuto molte soddisfazioni personali, migliorando anche la propria situazione economica. Secondo Samuele, gli Stati Uniti sono il Paese delle grandi possibilità, dov’è relativamente facile aprire un’azienda e attingere a dei finanziamenti, “Se hai un progetto e non riesci a realizzarlo qui, non riuscirai a farlo altrove!”

Samuele Carella Stati Uniti

Ciao Samuele, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, innanzitutto, grazie per l’opportunità che mi date di raccontarmi.

In breve, mi chiamo Samuele Carella e ho 32 anni. Sono cresciuto in un piccolo paese noto come Deliceto, in provincia di Foggia, per poi trasferirmi con la mia famiglia a Varese quando avevo 14 anni. Qui ho conseguito gli studi scientifici, fino a completare il percorso di laurea magistrale in Ingegneria. Sono una persona curiosa, che cerca d’imparare sempre qualcosa di nuovo, infatti, leggo tantissimi libri. Mi piace praticare sport per tenermi in forma. Ho una profonda attrazione e un forte rispetto per la natura e sono un amante dei gatti (vivo con 5 gatti indoor più uno randagio che entra, mangia e se ne va).

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Verso la fine del mio percorso universitario, ho cominciato a guardare seriamente il mondo del lavoro italiano e la situazione non mi sembrava delle migliori. Sentivo, poi, un forte desiderio di esplorare il mondo e conoscere nuove culture. Ho terminato gli studi nel 2016 e, poiché non ho trovato lavoro in Italia, a inizio 2017 sono venuto qui negli Stati Uniti, per fare un viaggio di un paio di mesi e parlare la lingua inglese. Tornato in Italia, ho cominciato subito a lavorare e, nel 2018, sono ritornato qui. Da allora, sono rimasto.

Dove vivi precisamente? Cosa ti ha spinto a trasferirti proprio lì?

Vivo in quella che viene definita “Central Florida“. Mi trovo esattamente tra Orlando e Daytona. Molti conosceranno Orlando per i parchi Disney e Daytona per la famosa competizione di auto Nascar, “Daytona 500”. Una serie di circostanze mi ha spinto a venire proprio qui. Fin da piccolo, ho sempre detto che, un giorno, avrei vissuto in un Paese dove c’è l’estate tutto l’anno e vicino al mare. Impressionante come le nostre parole possano diventare realtà.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Bella domanda. Ovviamente, i miei genitori non erano affatto favorevoli. Verbalmente hanno fatto di tutto per farmi cambiare idea. Un genitore non è felice quando un figlio va via di casa e lo è ancora meno quando va a vivere dall’altra parte del mondo.

Ciò che mi ha sorpreso è che anche molti dei miei amici hanno cercato di farmi cambiare idea. Tanti pensavano che io fossi un pazzo a lasciare un lavoro a tempo pieno per partire all’avventura. Avevo 26 anni e mi son detto, “se non ora, quando?”

Ricordo, però, il supporto di un carissimo amico che mi disse: “Al momento, non hai nulla da perdere. Se senti questa forte spinta di vivere quest’avventura, fallo! Se le cose dovessero andare male, un posto in cui tornare ce l’hai ma vivere con il rimpianto di come sarebbe potuto essere e con la consapevolezza di non averci provato sarebbe un grande peso da portarti sulle spalle”. Fu un consiglio preziosissimo per me.

Come ti sei organizzato prima della partenza?

Sono davvero partito all’avventura, esattamente due giorni dopo essermi licenziato, quindi, non ho avuto molto tempo per i preparativi. Ho messo tutto l’occorrente in una valigia e sono andato via.

Di cosa ti occupi?

Al momento lavoro come ingegnere di progetto e presto diventerò Project Manager. Ci occupiamo di telecomunicazioni (fibra ottica e linee telefoniche). In parallelo, sto sviluppando una carriera nel settore finanziario, nel mondo dei prestiti privati. Ho creato, nel tempo, molte relazioni con banche, unioni di credito, istituti privati e investitori. È un mondo molto affascinante.

Vivere e lavorare negli Stati Uniti non è semplice. Com’è stato il tuo percorso burocratico?

Lavorare negli USA da immigrato irregolare è contro la legge. Quasi nessuno ti assume, visto che il datore di lavoro rischia anche la galera. È un fenomeno che esiste ma non è così semplice come lo si descrive. L’iter burocratico per l’immigrazione è un incubo perché richiede tanto tempo, molti documenti e, nel mentre, vi è sempre tanta incertezza, perché si può essere respinti.

Che consigli daresti ad altri italiani che vorrebbero trasferirsi lì?

Gli Stati Uniti stanno rapidamente cambiando. La classe media sta iniziando ad accusare i colpi di politiche sconsiderate che hanno portato all’inflazione e ad altri problemi socio-economici. Gli USA offrono possibilità ma non ti viene regalato niente.

Il consiglio più prezioso e sincero che posso dare è quello di venire qui in visita ma di guardare il Paese non con gli occhi di un turista, bensì con quelli di un residente e chiedersi: qual è lo stile di vita? Quali sono i costi? Come cambiano il mondo del lavoro e le tutele rispetto a quelle che ci sono in Italia? In base alle risposte e alla propria situazione, che varia da persona a persona, è possibile prendere una decisione. Suggerisco anche di parlare con un avvocato che si occupa d’immigrazione. Questa è la cosa migliore per capire come trasferirsi qui e se è possibile in base al progetto che si ha.

C’è qualcosa che hai scoperto solo una volta sul posto e che avresti voluto sapere prima?

Sì, ovvero che qui in USA, se sei fortunato e lavori presso un’azienda seria, hai solo 10 giorni lavorativi di ferie l’anno e 5 giorni di malattia pagata. Questo deve far pensare molto.

Samuele Carella Stati Uniti

Hai notato dei cambiamenti, sia positivi sia negativi, da quando sei arrivato a oggi?

Dal punto di vista personale sono cresciuto tantissimo. Una volta arrivato qui, ho dovuto dare il 110% per affermarmi e mettermi al passo con la mentalità americana.

In generale, negli ultimi 4 anni, ho notato una parabola discendente dal punto di vista sociale ed economico. Il costo della vita si è alzato tantissimo e ci sono meno certezze.

Quali sono, nella tua opinione, i pro e i contro del vivere lì?

Dal mio punto di vista, i vantaggi principali sono due. Il primo è rappresentato dalle possibilità che puoi trovare qui. Se non ce la fai a realizzare ciò che vuoi qui, allora non ce la farai da nessun’altra parte. Qui davvero puoi concretizzare qualsiasi idea di business, la burocrazia è favorevole e l’accesso al credito è relativamente semplice.

Il secondo è la libertà che qui si ha. Sembra una frase fatta ma qui mi sono sempre sentito libero e non sotto il micro-management del governo, soprattutto in Florida.

I due contro, per me, sono il cibo e lo stile di vita. Sul cibo non c’è molto da aggiungere, la tradizione culinaria italiana non ha confronto con quella americana. Inoltre, le materie prime sono diverse e quindi il cibo italiano mi manca molto

Per quel che concerne lo stile di vita, ci si dedica troppo al lavoro e si tende a essere molto isolati perché non vi è tempo per altro.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Fino a qualche anno fa avrei risposto di sì. Ormai i costi sono proibitivi, soprattutto se vuoi comprare casa. Credo però che il rapporto stipendio/costo della vita sia decisamente più favorevole qui che in Italia.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

La benzina attualmente la trovo a $3.4 per gallone ($1.2 al litro) ma quando c’era Trump al governo pagavo $2 a gallone (70 centesimi a litro).

Nella zona dove vivo io, gli affitti variano tra i $1600 al mese per un appartamento (2 stanze e 2 bagni) e i $3000 per una casa singola (3 stanze e 2 bagni).

Per le bollette, in media pago tra i 90 ed i 120 dollari il mese per l’acqua e tra i 100 e i 200 il mese per l’elettricità.

Per la spesa, in genere, spendo tra i 600 e i 1200 dollari il mese.

Bisogna aggiungere, poi, 500 dollari il mese per l’assicurazione sanitaria.

In media, per una cena per due persone in un ristorante non di lusso, il conto è tra i 60 e i 100 dollari, mance incluse.

Come valuteresti servizi come la sanità e i mezzi pubblici?

La sanità è un tasto dolente, la reputerei efficiente ma costosa. Inoltre, a dirla tutta, mi fiderei di più di un medico italiano che di uno statunitense.

Il trasporto pubblico in Florida è inutilizzabile. Non esiste una fitta rete di connessioni che ti permette di essere indipendente come in molte città europee. Qui in Florida devi avere l’automobile o è impossibile viverci.

Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

Nel mio primo viaggio avevo un contatto che mi ha ospitato per una settimana poi ho conosciuto una bravissima signora italiana che mi ha dato ospitalità per 3 settimane. Dopo di che, ho trovato alloggio in una famiglia, pagando solo la stanza per il resto della mia permanenza.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Le zone lontane dalle grandi città, anche se la Florida, negli ultimi anni, è diventata molto costosa ovunque a causa del flusso migratorio nazionale che abbiamo vissuto. Moltissimi americani residenti in altri Stati sono venuti a vivere in qui.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Bellissima domanda. Sono venuto qui pieno di pregiudizi. Nel mio immaginario, vedevo gli americani come persone arroganti e piene di sé, invece, mi sono dovuto ricredere subito. Gli americani sono molto aperti, socievoli e accoglienti. Non mi hanno mai fatto pesare il mio parlare inglese con grave accento italiano. Sono sempre stati disponibili ad aiutarmi e pazienti nello spiegarmi le cose che non sapevo. Questa è una delle ragioni che mi hanno fatto innamorare degli USA.

Inoltre, moltissimi americani hanno un debole per noi italiani, questo va detto. Ci considerano grandi lavoratori e sono consapevoli che mezza New York è stata costruita dagli italiani che, più di mezzo secolo fa, erano immigrati lì. In più, adorano il nostro cibo!

Come descriveresti le loro vite?

Molti americani sono persone semplici. Lavorano 5 o 6 giorni a settimana, 40/60 ore in media, e si godono il weekend. Di solito, la domenica mattina vanno a messa, c’è il brunch e poi una passeggiata. Molti vanno in spiaggia o visitano i parchi e le sorgenti naturali (qui ne abbiamo veramente tante). Diverse persone, inoltre, passano il weekend a guardare gli sport nazionali.

Com’è una tua giornata tipo?

Durante la settimana lavoro praticamente da quando apro gli occhi fino a sera, con l’eccezione di un’oretta nel pomeriggio in cui vado ad allenarmi. Ho grandi ambizioni per quel che concerne la mia carriera, soprattutto nell’ambito finanziario e, quindi, lavoro veramente tanto.

Nel week-end cerco di staccare. Essendo amante della natura, mi piace andare a fare passeggiate nei boschi o nei parchi nazionali. Mi piace la fauna selvaggia e spero sempre di fare qualche incontro ravvicinato (al momento, gli unici animali che non ho ancora incontrato sono l’orso bruno della Florida, la pantera e il serpente a sonagli). Spesso vado a camminare in spiaggia perché mi rilassa.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

La prima difficoltà che ho incontrato è stata la lingua. Ci sono molti slang e accenti diversi e mi ci è voluto qualche mese per adattarmi, imparare a capire e soprattutto saper poi rispondere con un vocabolario articolato. Sostanzialmente, mi sono immerso nella cultura locale guardando film e leggendo solo in inglese, oltre che limitando i miei contatti in italiano.

La seconda barriera è stata il processo d’immigrazione, lungo e tedioso. Mi sono fatto aiutare da un avvocato per non incorrere in irregolarità ma ci è voluta molto pazienza.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Sicuramente dal punto di vista economico, ho visto enormi progressi in breve tempo e ciò mi sprona a fare sempre meglio.

La soddisfazione di potermi ora considerare “internazionale”, visto che ho la doppia cittadinanza (italiana e americana), e di conoscere bene l’inglese, ora mi permette di poter comunicare con chiunque nel mondo.

Aver raggiunto il mio obiettivo, quello di riuscire a vivere ed essere indipendente in un Paese estero e del calibro degli Stati Uniti, mi rende orgoglioso, soprattutto perché ci sono riuscito solo con le mie forze. È una sensazione che non ha prezzo.

Che consigli daresti a chi vorrebbe andare in vacanza lì?

La Florida è bellissima ma è molto grande. C’è molto da vedere qui. Personalmente, non passerei più di un giorno a Miami, in quanto troppo costosa e, a parte la movida notturna, non offre molto.

Visitate il parco Universal e i parchi Disney, in particolare Animali Kingdom ed Epcot. Fate un salto a Saint Augustine (la città più antica degli USA) ma, soprattutto, fermatevi nei parchi nazionali e nelle springs (sorgenti naturali). C’è una natura incontaminata che, a mio avviso, è fantastica.

Le spiagge più belle sono nella parte ovest di Tampa (Sarasota, Siesta Key e AnaMaria Island).

Non venite in estate perché è umidissimo e fa troppo caldo. Da novembre a maggio è il periodo migliore. Noleggiate un’auto per spostarvi!

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Cercherei di stressarmi meno e di godermi di più tutto il processo con i suoi pro, contro e le relative incertezze.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato che nella vita, se sei disposto a fare sacrifici e credi davvero in qualcosa, puoi realizzare il tuo progetto. Per me, venire a vivere in Florida è stata la chiave per sbloccare molte delle mie potenzialità, che prima erano come sopite.

Disegna la tua vita come vuoi e rendila ciò che desideri. Il tempo sfugge via tra le mani come l’acqua, goditi la tua vita al massimo, con criterio e, soprattutto, non farti fermare dalle incertezze e dalla paura. Rendi questa vita e la collezione di esperienze un libro che valga la pena leggere.

Progetti futuri?

Molti ma li tengo segreti fino alla realizzazione. Magari ne riparleremo in una prossima intervista tra qualche anno? 

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