La nuova vita di Matteo in Nicaragua
A cura di Nicole Cascione
Il giovane nato in Nicaragua, ma cresciuto a Torino, ha deciso da adulto di trasferirsi di nuovo in America centrale per vivere in maglietta ed infradito al caldo dei tropici
Matteo è nato trentacinque anni fa a Managua, in Nicaragua, da genitori italiani. Tornato in Italia da piccolo, ha vissuto a Torino. Ad un certo punto ha avvertito il desiderio di conoscere meglio il paese in cui era nato. Così, sei anni fa ha deciso, con la sua compagna Selena, di ritornare nel Paese di nascita per sperimentare un altro stile di vita, più semplice e a contatto con la natura.
Grazie al supporto della sua famiglia, ha trovato una bella casa coloniale a Las Penitas, un paesino di pescatori vicino alla cittadina di Leon, sull’Oceano Pacifico.
Matteo, giunto a las Penitas, com’è proseguita poi la tua vita?
Abbiamo deciso di trasformare la casa in un ostello. Dal momento in cui abbiamo aperto il “Caracolito Hostal” è iniziata la nostra bella avventura. Abbiamo imparato a conoscere e rispettare la storia e la cultura del Paese, con le sue contraddizioni, ma con tanti aspetti positivi, primo tra tutti l’autenticità, la lentezza, la mancanza di competitività.
Sono arrivati i viaggiatori e anche clienti locali e abbiamo iniziato a lavorare anche con personale locale, in un clima di reciproco rispetto. Gli ultimi anni sono stati difficili, nel 2018 c’è stata una forte crisi sociale e politica che ha sconvolto il Paese, poi la pandemia ha fermato l’afflusso degli stranieri, ma ora la situazione è più tranquilla e gradatamente tornano i viaggiatori che apprezzano le grandi onde dell’oceano, la natura incontaminata del paese, con i suoi laghi e vulcani, bagnato da due oceani, ma anche le città coloniali di Leon e Granada.
Come è strutturato il tuo ostello?
E’ una casa di struttura coloniale, piuttosto antica, forse una delle più antiche del piccolo paese di Las Penitas. E’ piuttosto grande ed è attorniata da un bel giardino dove c’erano già alcuni grandi alberi di mango ed altre piante che fanno parecchia ombra, cosa importante e piacevole per queste zone calde. Non siamo direttamente sul mare, ma a cinquanta metri si raggiunge una spiaggia lunghissima, con sabbia fine, alcune rocce e, soprattutto, onde di tutto rispetto amate dai surfisti. Nell’ostello abbiamo due dormitori con letti a castello e cinque stanze con bagno. Nel giardino ci sono anche due Van che abbiamo attrezzato come stanze, che i clienti trovano molto romantiche e abbiamo lo spazio per tende e camper. Ma quello che amano di più i clienti è la cucina comunitaria, perfettamente attrezzata, di modo che i giovani viaggiatori che non vogliono spendere troppo possono cucinare autonomamente. Noi prepariamo le colazioni e quella più apprezzata è il piatto nazionale nicaraguense, il Gallo pinto, con riso, fagioli e uova, che Luisa, la signora nicaraguense che fa anche le pulizie, cucina divinamente.
Burocraticamente è stato difficile avviare la tua attività?
Io sono stato facilitato, essendo nato qui ed essendo considerato nicaraguense a tutti gli effetti. All’inizio ho trovato il supporto di un avvocato locale che mi ha accompagnato nelle varie incombenze burocratiche, che comunque non sono molte. Credo però che per gli stranieri non sia altrettanto facile, perché il governo ha messo in atto alcune regole che vigilano affinchè il Paese non venga “svenduto” a chi arriva da fuori. Credo però che ultimamente alcune di queste regole siano cambiate, ma non saprei fornire ulteriori indicazioni.
Come si vive a Las Penitas?
Io ci vivo bene. Ho il mare a due passi, non c’è inquinamento, i nicaraguensi sono belle persone, accoglienti e tranquille. Il costo della vita è più basso che in Italia, al ristorante si mangia con circa 12 dollari. A venti chilometri c’è la cittadina di Leon, dove si trova di tutto e dove, almeno due volte la settimana, vado a fare la spesa con il mio pick up. Certo non c’è molta vita culturale, ma noi all’ostello organizziamo una volta a settimana un cineforum, gratuito e aperto a tutti; con l’aiuto dei volontari gestiamo laboratori per i bimbi del villaggio, di insegnamento della lingua inglese, insegniamo a fare il pane, giocoleria e molto altro. Con l’aiuto dei surfisti locali, organizziamo corsi di surf per i bimbi della zona.
Qual è il maggior pregio e il maggior difetto della vita in Nicaragua?
In Nicaragua fa sempre caldo, nei mesi di aprile e maggio fin troppo, ma sul mare è sempre abbastanza ventilato. La natura è predominante, rigogliosa: laghi, vulcani e montagne dove fare trekking; c’è sempre qualche zona nuova da scoprire. Purtroppo il presidente del Nicaragua, che nel 1979 aveva fatto con i sandinisti un’importante rivoluzione contro il dittatore, che ha attirato giovani da tutto il mondo, compresi i miei genitori, ora, nuovamente al potere, sta accentrando nelle mani della sua famiglia vantaggi economici e, quando nel 2018 i giovani e gli universitari hanno chiesto più giustizia e maggior libertà, sono stati repressi in modo pesante. Ora la situazione si è normalizzata, ma molti giovani ed intellettuali sono ancora fuori dal paese e le recenti elezioni non hanno portato ad un cambiamento in senso democratico.
Bisogna ammettere però che la sanità, la viabilità, la sicurezza e l’accesso ai beni primari sono molto migliorati negli ultimi anni e, nonostante la pandemia e grazie all’economia informale, la gente riesce a vivere dignitosamente, nonostante che il Nicaragua sia uno dei paesi più poveri del Centro e Sud America.
Quali sono le cose da evitare assolutamente a Las Penitas e più in generale in Nicaragua?
I nicaraguensi, avendo avuto nel corso della loro storia invasioni militari, ma anche afflussi di persone che per vari motivi sono giunti nel paese, sono molto accoglienti ed aperti alle diversità, per cui ognuno viene rispettato per quello che è, a patto che a sua volta rispetti i locali e si ponga in modo corretto. A Managua, in certe zone, bisogna stare attenti la notte per evitare rapine, ma non più di tante altre metropoli di tutto il mondo.
Come si vive la quotidianità? In modo più frenetico o più tranquillo rispetto al Bel Paese?
Sicuramente si vive più tranquillamente rispetto all’Italia. Uno dei motti che si sente spesso pronunciare è: “Al suave”… che significa “con calma”, motto che ho fatto mio molto volentieri.
Non devi avere fretta quando vai al bar o al ristorante, quando devi svolgere qualche incombenza burocratica, ma comunque ti rendi conto che le cose fluiscono e alla fine, quasi per magia, tutto funziona.
Qual è il bilancio di questi anni vissuti a Las Penitas?
Per ora posso dire che il bilancio di questa esperienza è senz’altro positivo e non so se riuscirei ad adeguarmi nuovamente alla vita frenetica di una città europea, all’inquinamento, al traffico, al clima invernale, ma soprattutto alla conflittualità necessaria per poter trovare il proprio spazio nella società. Qui si vive “al suave”, in maglietta e infradito ed ogni tanto un tuffo nell’Oceano aiuta ad alleviare il caldo dei tropici.
Per chi volesse approfondire e conoscere meglio la storia della nostra esperienza, ma anche la realtà del Nicaragua, consiglio il romanzo intitolato appunto: Caracolito hostal, edito da Neos di Agnese Urbano e Celestina Cielo, acquistabile su Amazon. E’ una storia al femminile che racconta, con più voci e più punti di vista, avvenimenti reali ma romanzati del Nicaragua di trent’anni fa e di oggi, con le sue contraddizioni e gli aspetti positivi.
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