Michela, “La danza è la mia vita e qui a Los Angeles mi sento a casa”

A cura di Maricla Pannocchia

Michela, italo- brasiliana, ha cominciato a viaggiare da piccola per andare a trovare i parenti sparsi per il mondo. E, proprio quando era una bambina di appena 6 anni, ha scoperto il suo amore per la danza. “A 10 anni e mezzo, ho avuto l’incredibile opportunità di un primo ingaggio professionale come ballerina, per rappresentare un noto brand di scarpe in Germania. Ho danzato alla Fiera Mondiale della Scarpa, con 3 spettacoli al giorno: un’esperienza indimenticabile che mi ha fatto capire come la danza fosse la mia strada”, racconta la donna che, adesso, vive a Los Angeles.

“Questa città è bellissima ma non è per tutti” continua Michela, “E’ cara e, soprattutto, non è solo come la mostrano nei films. Anche qui ci sono zone dove la povertà è evidente. Per me, però, Los Angeles è casa. Del resto, qui ci sono tante possibilità di lavorare nel mondo della danza e in quello dello spettacolo in generale e ho incontrato persone meravigliose.”

Anche se trasferirsi negli Stati Uniti non è semplicissimo – Michela ha un visto “per artisti”, ovvero l’O-1, ottenuto grazie alla sua carriera – la donna suggerisce di non arrendersi e d’inseguire sempre i propri sogni. “Se volete trasferirvi qui, venite prima in vacanza così da vedere se fa davvero al caso vostro”, suggerisce Michela che, per il futuro, ha in programma di portare degli spettacoli in giro per il mondo.

Michela Alessandra Melone

Ciao Michela, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Mi chiamo Michela Melone e sono una danzatrice professionista e coreografa italo- brasiliana. Sono nata a Ravenna ma sono cresciuta a L’Aquila, in Abruzzo, dove ho vissuto la maggior parte della mia vita. Mio padre è abruzzese mentre mia madre è brasiliana. Attualmente vivo a Los Angeles, in California, dove porto avanti la mia carriera artistica.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Non ho mai pianificato con certezza se rimanere in Italia o se lasciarla. Essendo una cittadina del mondo, mi è sempre piaciuto viaggiare ed esplorare. Sono cresciuta facendo frequenti visite ai miei parenti in Brasile, quindi non ho mai dato per scontato che sarei rimasta in Italia. La decisione di trasferirmi è arrivata al momento di scegliere l’università: ho optato per studiare danza all’estero così, sebbene l’idea di lasciare l’Italia non sia mai stata completamente chiara nella mia mente, alla fine il desiderio di seguire la mia passione artistica mi ha portata a stabilirmi negli Stati Uniti.

Come mai hai scelto proprio Los Angeles?

Le ragioni che mi hanno portata a Los Angeles sono state sia professionali sia personali. Questa città rappresenta un polo artistico e culturale, con infinite opportunità lavorative nell’ambito della danza e dello spettacolo. Qui le possibilità per coltivare il mio sogno artistico sono pressoché illimitate ma Los Angeles mi ha attratta anche per il suo stile di vita: il clima mediterraneo della California, rilassato e soleggiato, si adatta perfettamente al mio carattere.

Sei una ballerina e coreografa. Come ti sei formata in questi settori?

La mia passione per la danza è iniziata quando avevo solo 6 anni. A 10 anni e mezzo, ho avuto l’incredibile opportunità di un primo ingaggio professionale come ballerina, per rappresentare un noto brand di scarpe in Germania. Ho danzato alla Fiera Mondiale della Scarpa, con 3 spettacoli al giorno: un’esperienza indimenticabile che mi ha fatto capire come la danza fosse la mia strada.

Da lì in poi ho continuato a calcare il palcoscenico in molte altre produzioni. Dopo il liceo, mi sono laureata in Coreografia e Performance, specializzandomi sempre di più. Poi mi sono trasferita a Los Angeles, la mecca mondiale della danza e dello spettacolo, dove attualmente lavoro con diverse compagnie.

Avevi già fatto esperienze all’estero, sia come studio sia come lavoro, prima di trasferirti in California?

Avendo parenti che vivono all’estero, ho avuto l’opportunità di viaggiare spesso fin da piccola con la scusa di andarli a trovare. Già in passato avevo visitato varie destinazioni internazionali, coltivando la mia curiosità per il mondo. Successivamente, ho scelto di vivere per un periodo negli Stati Uniti per studiare danza all’università, prima di trasferirmi in California, dove risiedo attualmente.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Dipende, alcuni bene, altri male. Capisco che a volte le cose che non si conoscono bene spaventano un po’, quindi penso che alcune delle reazioni negative siano connesse a quello. Alcune persone sono state molto contente per me e mi hanno incoraggiata nel processo.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Prima di trasferirmi a Los Angeles, frequentavo l’università in Idaho. La mia preparazione era sicuramente diversa. Mi sono sentita con persone che avevo già conosciuto a Los Angeles nel mio campo e mi ero fatta indicare tutto quello che mi poteva servire per la mia carriera. Ho prenotato foto, lezioni, preparato il curriculum, aggiornato il mio portfolio e tutto ciò che mi sarebbe servito, così che, in relativamente poco tempo, potessi iniziare a fare audizioni e lavorare.

Los Angeles si è rivelata come te l’aspettavi?

In parte sì, in parte no. Ci sono zone della città che nessuno s’immagina possano far parte della famosa Los Angeles ma, in generale, è una città meravigliosa, che ho nel cuore. Qui mi sento a casa, ci sono persone da ogni parte del mondo, cibo di ogni Paese, arte ovunque e le spiagge sono bellissime.

Molte persone immaginano la città degli angeli come quella che vedono nei films. Com’è, invece, viverci ogni giorno?

Nei films tendono a dare una versione romantica di Los Angeles, facendo vedere solo le parti molto ricche e lussuose. La vera Los Angeles non è così, o meglio, quei bellissimi paesaggi esistono, ma coesistono con molte realtà contrastanti come le varie tendopoli formate dai senzatetto e posti non tanto glamourous.

Quali sono i pro e i contro del vivere lì?

Pro: bellissima città, puoi trovare di tutto, ci sono artisti da tutto il mondo, varietà di spettacoli e intrattenimento, diverse opportunità come artista, buon cibo, bel clima, possibilità di crescere, connessioni e apertura mentale.

Contro: sono lontana dalla famiglia e dai vecchi amici, povertà in alcune aree, criminalità, assicurazione sanitaria.

C’è qualcosa che ti ha stupita particolarmente, sia in positivo sia in negativo, e che, magari, non ti aspettavi prima del trasferimento?

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Nonostante ogni situazione sia molto diversa, io sono rimasta sorpresa dall’incoraggiamento e da quanta gente abbia fatto il tifo per me. È stato veramente bello vedere come persone che ti conoscono da poco siano disposte a darti una possibilità e anche a sostenerti nel percorso. Inoltre, sono contenta delle comunità di cui faccio parte.

Vivere e lavorare negli Stati Uniti non è semplice. Com’è stato il tuo percorso burocratico?

Verissimo. Io al momento ho un visto detto “da artista”, che si chiama O-1. Ottenerlo è un processo molto lungo e complicato ma, fortunatamente, grazie al percorso che ho fatto durante la mia carriera, ci sono riuscita.

Puoi raccontarci delle esperienze lavorative e/o di formazione che hai avuto da quando sei lì?

Certamente! Ho avuto modo di ballare per vari video musicali, alcuni artisti sono The Weekend e Pink Sweat$. Ho fatto la campagna pubblicitaria per i telefoni ZTE, Xbox, The Hatch e altri. Sono danzatrice per la compagnia Viver Brasil Dance Company con la quale lavoro spesso in vari shows a Los Angeles e in altri Stati e alcuni spettacoli che abbiamo fatto sono stati al Ford Theatre e Grand Performances. Insegno anche residenze artistiche. Inoltre, lavoro con un’altra compagnia chiamata Diavolo Architecture in Motion, con la quale faccio vari spettacoli a Los Angeles.

Che consigli daresti ad altri ballerini o coreografi o aspiranti tali?

Consiglierei di fare sempre del proprio meglio, conoscendo il proprio valore. Costruirsi un portfolio è importante, quindi, assicurarsi di avere materiale per mostrare le proprie abilità. Assicurarsi che voi riceviate il credito che vi è dovuto. Lavorate sodo e provateci, datevi daffare per raggiungere i vostri obiettivi. Sarà difficile ma ne varrà la pena.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Benissimo. Mi sento assolutamente a casa qui. Ho trovato grandi amici e persone veramente gentili. In generale, la gente è sempre stata molto positiva con me e disponibile ad aiutarmi.

Come descriveresti le loro vite?

Direi che dipende molto da che tipo di lavoro fanno. Se sono nell’ambito di arte e dell’intrattenimento, molto probabilmente hanno una vita molto caotica, con molte cose da fare a diverse ore del giorno. Invece, se sono persone con un lavoro più “tradizionale”, di giorno stanno al lavoro e il fine settimana di solito escono a mangiare fuori con gli amici o la famiglia.

Com’è la tua vita quotidiana?

Piena, caotica, divertente e piena di sorprese. Ogni giorno è diverso per me. Non ho una routine che posso seguire, perché un giorno potrei avere un’audizione la mattina e, invece, un altro giorno torno a casa di mattina perché magari stavamo girando una pubblicità o un video musicale per oltre 12 ore. Può essere stressante ma faccio quello che mi piace e, quindi, sono contenta.

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

La sanità purtroppo è molto cara, anche con l’assicurazione sanitaria, perché funziona in modo diverso rispetto all’Italia. L’assicurazione sanitaria varia molto a seconda di che tipo paghi e di cosa include. Spesso ti ritrovi sorprese come bollette dall’ospedale che pensavi di aver finito di pagare ma invece vengono semplicemente da due uffici diversi, quindi arrivano in tempi diversi. La burocrazia è abbastanza complicata anche qui, alla fine si deve aspettare in fila per ore. I mezzi pubblici a Los Angeles non sono affidabili. Sicuramente si possono prendere ma la maggior parte dei datori di lavoro purtroppo dà per scontato che tutti abbiano una macchina. I mezzi non sono molti e non è così comune usarli.

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Penso che come artista l’ostacolo principale fossi io stessa. Il dubbio di non essere in grado di fare qualcosa, di non essere all’altezza, di non essere come gli altri. Penso che, con il tempo, io abbia semplicemente imparato ad apprezzare la mia diversità e a buttarmi. Facevo audizioni anche se avevo paura, a volte ero convinta di essere stata un disastro anche se, alla fine, mi avevano presa. Spesso quello che pensiamo di noi stessi non combacia con la realtà, quindi, tanto vale fare quello che vogliamo, imparare dalle esperienze e iniziare a darci un po’ più di credito.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Aver trovato persone meravigliose che sono felici dei miei successi, aver lavorato con artisti pieni di talento che ho sempre stimato e aver ricevuto la fiducia di direttori artistici e persone nel mio campo. Imparare ogni giorno qualcosa di nuovo. Diventare una danzatrice, coreografa e artista migliore grazie alle opportunità e alle risorse che ho trovato.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

La città è stupenda ma non è per tutti. C’è chi la odia e chi la ama, quindi, consiglio di visitarla prima di trasferirsi qui. Conoscere persone nel campo in cui lavori e chiedere com’è la situazione professionale, per farti un’idea. Fare alcune connessioni prima di trasferirti e assicurarti che è qualcosa che vuoi veramente perché, ovviamente, le cose saranno diverse dalla vita che avevi prima.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Los Angeles è cara ma ci sono varie cose da fare spendendo poco o addirittura gratuitamente. Cercate di rimanere almeno una settimana o due, ci sono tantissime cose da fare qui. Andare al mare, mangiare dei tacos dai taco stands, visitare le LACMA lights, il Griffith Observatory, il Chinese Theatre con la Walk of Fame (anche se, probabilmente, sarà diverso da quello che vi aspettate) e visitare la Getty Villa.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Fai quello che ti appassiona. Non avrai mai la certezza che le cose andranno come vuoi tu ma non provarci non cambierà la situazione. Lavorare sodo su qualcosa che ti appassiona ti porterà più lontano di non lavorarci per niente. Ama quello che fai, fai quello che ami e dai del tuo meglio.

Progetti futuri?

Ottima domanda! Oltre a continuare a lavorare con le compagnie di danza con le quali già lavoro, e continuare con audizioni ecc.. In più, sto cercando di organizzare collaborazioni e spettacoli anche in Italia, Brasile e Stati Uniti nonché in altri Paesi. È un processo che sicuramente prenderà molto tempo ma spero che presto potrò condividere più dettagli al riguardo.

Per seguire e contattare Michela:

E-mail: michela.bookings@gmail.com

Sito web: https://michelamelone.com

Instagram: michelamelone.dance

FB: Michela Alessandra Melone