Matteo: se volete cambiare vita, fate il primo passo!

A cura di Maricla Pannocchia

Quando Matteo ha fatto le valigie, non è stata una gran sorpresa per amici e famigliari perché, sin da piccolo, egli non ha mai fatto mistero del volersi trasferire all’estero. Il Paese scelto, tuttavia, ha lasciato i suoi cari un po’ perplessi, ma solo per poco. Dopo la laurea in lingue, infatti, Matteo è partito per la Cina per migliorare il suo livello di cinese.

Dopo 5 anni trascorsi lì (“sono stato accolto molto bene e, al contrario di quello che si pensa, il Paese è davvero sicuro”) Matteo ha fatto le valigie un’altra volta, destinazione Australia.

Il ragazzo vive ancora lì ed è in procinto di richiedere la cittadinanza. Secondo Matteo, le persone che sognano di cambiare vita devono cominciare facendo il primo passo (“chi pianifica per anni, alla fine non parte mai”) e avere una mentalità aperta.

Abbracciare le nuove culture, fare amicizia con le persone del posto, vedere luoghi bellissimi sono tutti regali di una vita all’estero che, però, va ricordato, non è tutta rose e fiori. “Le difficoltà ci sono ma chi vuole davvero riuscire, alla fine ce la fa”, dice Matteo e, dato il suo esempio, è sicuramente vero.

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Matteo Munari

Ciao Matteo, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao! Sono Matteo Munari, ho 34 anni e vengo da Thiene, in provincia di Vicenza.

Hai lasciato l’Italia per andare a studiare la lingua in Cina. Da cosa è nata questa tua decisione?

A luglio 2013 mi sono laureato in lingue a Venezia. Tuttavia non ero soddisfatto del mio livello di cinese e, dopo qualche riflessione, decisi di usare i soldi che avevo messo da parte per pagarmi un corso di lingua cinese a Pechino. Inizialmente avrebbe dovuto essere un corso di 1 anno ma dopo 2 settimane lì ho deciso di fare il master.

Hai vissuto in Cina per 5 anni. Cosa puoi raccontarci su quell’esperienza?

Sono stati 5 anni meravigliosi. Le cose non sono state sempre semplici, sia chiaro, ma la mia esperienza in Cina mi ha insegnato tanto e mi ha cambiato molto come persona. Tanto per cominciare, essa è stata la mia prima esperienza da non turista all’estero, perciò ho deciso di conoscere e apprendere il più possibile della cultura cinese. Ho visto in cosa l’Italia era meglio ma ho visto anche tutte quelle cose in cui la Cina era avanti a noi. Grazie a quest’esperienza ho decisamente cambiato i miei standard.

Lì ho conosciuto persone provenienti da svariate parti del mondo, ho fatto amicizia con ragazzi cinesi e non, e questo mi ha aiutato moltissimo ad aprire la mente.

Ho inoltre avuto la possibilità di viaggiare molto nel Paese, ho visto un sacco di luoghi meravigliosi, come la Grande Muraglia, le enormi città metropolitane di Pechino, Shanghai, Tianjin, Guangzhou, Hanzhou e Shenzhen, la prateria della Mongolia interna, le montagne Gialle, sono andato in barca nel fiume attorno a Guilin… ci sono tanti altri posti bellissimi che ho avuto modo di vedere ma preferisco non dilungarmi troppo.

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Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti di fronte a questa tua decisione?

Nessuno si è stupito particolarmente della mia voglia di andare all’estero, perché fin da piccolo ho sempre detto che un giorno avrei vissuto fuori dall’Italia. Semmai, le persone che mi sono vicine si sono stupite riguardo al Paese da me scelto, ovvero la Cina, ma poi hanno capito perché ho optato proprio per quello.

Nel 2018 ti sei trasferito in Australia, dove ancora vivi. Ci sono state delle difficoltà nel passaggio dallo stile di vita cinese a quello australiano?

Sono una persona che non si fa troppi problemi, ma una grande difficoltà per me, arrivato in Australia, è stata abituarmi a svegliarmi presto visto che sono abituato a dormire fino a tardi. Gli australiani iniziano a lavorare molto presto al mattino quindi mi è toccato diventare una persona mattiniera. In Cina iniziavo il lavoro alle 9.30, ora inizio alle 7. Il costo della vita in Australia è più alto, quindi mentre in Cina ero abituato a spendere poco per la spesa e le bollette, qui ho dovuto cambiare i miei canoni e fare attenzione ai prezzi e, di conseguenza, ho dovuto imparare in quali posti è meglio fare compere. Altre difficoltà non ne ho avute, io mi adeguo facilmente in base a dove sono, capacità che ho sviluppato durante la mia esperienza in Cina.

Matteo Munari

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Che consigli daresti alle persone, giovani e meno giovani, che sognano di vivere e lavorare in Australia?

A tutti consiglio di guardare la lista dei lavori richiesti dall’Australia, capire se si hanno le skills richieste e poi parlare assolutamente con un agente d’immigrazione, il quale può indirizzare verso la strada migliore. Per chi vuole studiare qui e ottenere le skills qui per poi richiedere un visto permanente, ci sono scuole adatte, ma per gli studenti internazionali sono abbastanza costose. Quindi a chi non può permettersele consiglio di venire qui con il Working Holiday Visa, lavorare 3 anni e, nel mentre, risparmiare per la scuola. Quest’arco di tempo è sufficiente per mettere da parte i soldi per pagarsi la scuola, senza dover fare troppi sacrifici.

Di cosa ti occupi?

Io lavoro come disegnatore 3D per un’azienda che fa principalmente balaustre e recinzioni per piscine. Praticamente vado in cantiere, uso uno scanner 3D con cui scannerizzo l’area interessata, importo poi tutto nel programma di disegno e da lì faccio il design. Ottenuta l’approvazione dal cliente, faccio poi i disegni per la fabbricazione e l’installazione.

Di recente il capo mi ha offerto di diventare suo socio e abbiamo aperto un business per rilievi e disegni per tutte quelle aziende che dovessero avere bisogno del servizio che offriamo.

Com’è la tua vita quotidiana?

Io ho una vita molto tranquilla. Dal lunedì al venerdì non faccio molto, visto che il lavoro mi tiene occupato e la mattina inizio presto. Durante il weekend sono più attivo dunque cucino, leggo, guardo la tv e, in estate, vado spesso in spiaggia (Perth ha un sacco di spiagge bellissime). Ogni tanto mi concedo una cena con amici in qualche ristorante della città.

Come sei stato accolto dalle persone del posto, sia in Cina sia in Australia?

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Le accoglienze nei due Paesi sono state molto diverse fra loro. In Cina ho avuto un’accoglienza meravigliosa. I cinesi sono curiosi verso lo straniero, quindi mi è capitato che mi chiedessero di scattarmi fotografie. Quando poi capivano che parlavo la loro lingua si fermavano a conversare. I cinesi, come ho accennato, sono molto curiosi verso gli occidentali e con loro mi sono sempre trovato bene. Anche i miei colleghi cinesi sono sempre stati molto gentili con me e con alcuni ho anche instaurato amicizie al di fuori del lavoro. Una collega mi ha portato a casa sua un paio di volte e sua madre mi ha preparato una tipica cena cinese casalinga.

In Australia è diverso. Perth è un melting point di culture quindi non ho ricevuto quell’attenzione speciale che ho avuto in Cina, ma la gente qui è molto aperta ed è facile fare amicizia.

Matteo Munari

Il prossimo anno vuoi richiedere la cittadinanza australiana, quali passi sono necessari per farlo?

Per richiedere la cittadinanza bisogna essere residenti permanenti per almeno un anno e aver vissuto per un periodo di almeno 4 anni consecutivi in Australia. Quando si fa richiesta si deve fare un esame e, se lo si passa, si aspetta di essere chiamati per la cerimonia di cittadinanza.

Quali luoghi consiglieresti di vedere a chi sta pianificando il primo viaggio in Australia?

Io ho solo visto il Western Australia, l’ho visto quasi tutto e me ne sono innamorato.

Consiglio vivamente tutta la costa, in particolare partendo da Albany, andando su a Nord, passando per Perth e finendo a Broome. Consiglio anche di fare camping al Karinjini National Park, in quanto di notte lì si ha la visuale migliore per ammirare la Via Lattea. Il cielo di notte lì è uno spettacolo e sono rimasto incantato almeno un’ora quando l’ho visto, poiché era davvero molto bello. Per quanto riguarda la costa Est non sono un esperto, ma consiglio la classica tratta da Brisbane fino a Melbourne.

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E quali sono, secondo te, quei posti poco conosciuti dai turisti che meritano una visita?

Secondo me, Perth e tutto il Western Australia sono molto poco considerati, anche se sto notando che sempre più persone hanno iniziato a venirci. La costa Est offre molto di più dal punto di vista turistico e permette di visitare un maggior numero di città, ma il Western Australia ha davvero moltissimo da offrire.

Che suggerimenti daresti a chi sogna di cambiare vita?

Prima di tutto capire dove si vuole andare e per che motivo. Inoltre, bisogna partire dal presupposto che non è sempre facile e solo chi vuole davvero riuscirci ce la fa. Chi vuole tutto semplice alla fine torna a casa. A volte è necessario mandare giù rospi ma chi persevera alla fine ce la fa sempre. Consiglio anche di tenere la mente aperta, vivere nel rispetto delle regole degli altri Paesi e conoscere il più possibile la cultura locale.

Gli incontri più interessanti che hai fatto durante la tua permanenza in Cina e anche durante quella in Australia…

Penso che tutte le persone che sono entrate a far parte della mia vita durante la mia permanenza in Cina e in Australia siano incontri interessanti e ho ringraziato il cielo molte volte per aver avuto la fortuna di conoscere queste persone che poi sono diventate amiche.

Hai avuto modo di entrare in contatto con la fauna australiana?

Sì, svariate volte, tuttavia, non è terrificante come molti credono. Ho visto canguri, bobtails, serpenti, ragni, lucertole ecc. I serpenti non attaccano mai a meno che non vengono istigati. Ovviamente, quando si cammina in zone boschive o remote, bisogna prestare un minimo di attenzione ma non è pericoloso come molti pensano. Leggo un sacco di commenti sui social media che esprimono la paura verso la fauna australiana, ma non è proprio cosi terribile come dicono. Io, come molti altri, sono ancora vivo 😉

Matteo Munari

Quali erano le tue principali paure prima della partenza e come le hai affrontate?

Quando sono partito per la Cina non avevo alcuna paura. L’ho vissuta come un’esperienza meravigliosa e tale è stata. Per quanto riguarda l’Australia, l’unica paura che avevo era quella di non farcela a riuscire a diventare residente permanente, in quanto avevo investito tutto per trasferirmi e riuscire a stabilirmi qui fisso. Ci sono voluti 3 anni e mezzo, ma alla fine ce l’ho fatta. Non è stato semplice, sia chiaro, ci sono stati molti alti e bassi, ansie, arrabbiature ma, alla fine, la perseveranza mi ha premiato.

Ti sono mai successe delle disavventure?

In Cina no, perché il Paese, al contrario di quello che si pensa, è molto sicuro. Io giravo la notte da solo (il sabato sera, ad esempio) quando tornavo a casa dopo aver fatto serata con amici e mi facevo la strada a piedi. Non mi è mai successo niente di pericoloso. In Australia sono stato quasi aggredito davanti casa da un ragazzo che era particolarmente ubriaco. Fortunatamente la sua ragazza lo ha fermato prima che mi toccasse. È stata un’esperienza da non ripetere. Al di là di questo episodio, non mi è successo altro in questi 4 anni che sono qui.

Quali sono, secondo te, le caratteristiche da avere o su cui lavorare per vivere in pianta stabile all’estero?

Imparare bene almeno l’inglese, avere una mente aperta, smettere di paragonare tutto all’Italia, comprendere la cultura locale e, a volte, anche semplicemente buttarsi senza pensarci troppo. Gente che passa anni a riflettere se partire o meno, non partirà mai.

Progetti per il futuro?

Comprarmi casa, possibilmente vicino al mare.

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