Lavoro di autoconoscenza e l’altro

Occorre fare una premessa. Conoscere se stessi è una responsabilitá dell’individuo. Normalmente infatti si parla di auto osservazione, osservazione di se.. e non dell’altro. Piú che una premessa si tratta infatti di un comandamento.

Se vuoi iniziare a conoscere te stesso, devi dimenticarti dell’altro. Siamo gli unici responsabili di tutto cio´che viviamo e sperimentiamo, siano esse tremende sciagure o incredibili meraviglie. Siamo i soli “disegnatori“, quasi sempre incoscienti, delle nostre giornate.

I nostri pensieri, sentimenti ed emozioni vibrano ad una certa frequenza. Persino la scienza ha dimostrato che qualsiasi cosa esistente vibra e lo fa appunto secondo una propria frequenza.

Non sono solo i suoni udibili da noi umani ad avere frequenze. Infatti a pensieri, sentimenti ed emozioni poveri e degradanti come invidia, rancore, odio, tristezza, rabbia, competitivitá, egoismo, aviditá, avarizia, eccesso, superbia, risentimento, orgoglio, ecc… corrisponde una frequenza molto bassa. ç

A pensieri, sentimenti ed emozioni elevati e nobili come l’amore, la fratellanza, l’unione, la fiducia, la lealtá, l’umiltá, la sinceritá, l’integritá, l’equilibrio, la comunione/condivisione, l’accettazione, la comprensione, la compassione, ecc… corrisponodono frequenze molto alte.

Chi si é trovato a studiare la fisica del suono, sa che quando due corpi o fonti emettono la stessa frequenza, entrano in comunicazione.

Prendiamo ad esempio il vetro di una finestra della casa che in determinate circostanze vibra al passaggio di un aereo. Come si spiega questo fenomeno? Il vetro della finestra possiede una sola frequenza.

Quando passa l’aereo il cui motore emette esattamente la stessa frequenza, queste 2 vibrazioni stabiliscono una comunicazione e il vetro vibra. Gli esseri viventi hanno la caratteristica di possedere in se potenzialmente tutte le frequenze dell´universo, essendo di fatto una creazione del creatore ed essendo stati creati ad immagine e somiglianza.

Questa considerazione ci suggerisce il motivo per cui siamo cosí “sensibili“coscentemente o no, a tutto ció che ci attraversa nel quotidiano.

Gli esseri viventi posseggono tutte le frequenze della creazione e per questo motivo, in una forma completamente automatica, siamo continuamente sintonizzati con tutto ció che accade nel nostro intorno.

cambiare vita

In breve, risuoniamo con tutte le frequenze che ci circondano, belle e brutte, nobili e povere, sottili e dense. A chi non é capitato di entrare in una stanza e percepire un aria pesante, o cambiare repentinamente di umore senza apparente spiegazione, sentirsi allegro e leggero ascoltando il pianoforte di Chopin o inquieto e ansioso ascoltando la sinfonia n.9 di Beethoven.

Per fortuna non siamo come il vetro dell´esempio, che emettendo una risonanza o vibrazione ad una sola frequenza puó sintonizzarsi solo con quella stessa frequenza; noi umani possiamo risuonare potenzialmente con tutte le frequenze della creazione, possiamo sintonizzarci con qualunque frequenza e per tanto stabilire una infinitá di comunicazioni… con il bene o con il male, cosa che rende ben completa l’esperienza di vita sulla Terra, specie per quelli che stando ben attenti riescono ad esercitare una piccola parte cosciente di libero arbitrio, decidendo a quali frequenze sintonizzarsi e a quali no, d’accordo con la propria visione.

Questa premessa per facilitare la comprensione del seguente suggerimento: “fa attenzione a ció che pensi, impara a vigilare i tuoi pensieri, a sceglierli con coscienza e a non farti pensare dai tuoi pensieri”.

Il solo fatto di essere coscienti di tutto ció e delle conseguenze é un importante passo in avanti nel cammino di autoconoscenza di ogni buon ricercatore.

Vi siete mai chiesti da dove viene questo flusso interminabile, incessante e costante di pensieri che ogni istante attraversa la nostra mente?

É come una TV accesa che costantemente passa immagini, a volte belle e a volte brutte. Il tema é che esattamente come la TV e qualsiasi cosa con cui entriamo in contatto, anche i pensieri emettono una certa frequenza.

Tutte le volte che diamo ascolto o attenzione ad un pensiero, ci stiamo sintonizzando con la sua frequenza, ovvero ci stiamo aprendo a stabilire una comunicazione. Se si tratta di un pensiero con una bassa frequenza saremo impattati, contagiati da questa bassa vibrazione, viceversa se si tratta di un pensiero con frequenza elevata.

Per difendersi da questo flusso interminabile di pensieri possiamo esercitare la nostra attenzione, la capacitá di auto osservazione e imparare a discernere se é bene o male lasciarsi pensare per un dato pensiero.

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Spesso si tratta di intuizioni geniali, altre volte di semi che dobbiamo riscaldare con il fuoco della nostra coscienza affinché diano dei frutti, la maggior parte delle volte si tratta di distrazioni o trappole che hanno il solo scopo di farci perdere preziosa energia vitale (“dove va l’attenzione scorre l’energia”).

Tuttavia, per chi come me sentisse la necessitá di approfondire ulteriormente il lavoro, gli studi di C.G. Jung sull´incosciente, di Anne Schutzenberguer sull´analisi transgenerazionale, Bruce Lipton sull´epigenetica della condotta, sono di grande aiuto.

La fonte di questo incessante flusso di pensieri sembra essere il nostro incosciente, che a giudizio degli studiosi rappresenta circa il 95% di tutti i nostri pensieri, sentimenti, emozioni e per conseguenza decisioni e comportamenti. Ovvero, solo il 5% di tutti i nostri pensieri, sentimenti, parole e comportamenti verrebbe dalla nostra parte cosciente.

Qui la cosa si fa interessante, perché ti rendi conto che il lavoro di autoconoscenza che stavi conducendo giá con grande sforzo, poche volte ti aveva portato “con coscenza“ a penetrare il mondo dell’incosciente.

A chi credeva che il grosso del lavoro fosse rompere il guscio della personalitá cosciente (inevitabilmente acquisita nell´infanzia con la famiglia, affinata nell´adolescenza con le istituzioni, credenze, amicizie e perfezionata nell’etá adulta con il lavoro, la vita di coppia, ecc.) e cosí entrare in contatto con l’essenza celeste e divina del nostro Io superiore, non mi resta che fare i complimenti per lo sforzo e la visione, ma soprattutto incoraggiare per l´ancor piú interessante lavoro sull´incosciente.

Siamo contemporaneamente influenzati da un incosciente individuale, familiare e collettivo.

In teoria, se potessimo essere un pó piú coscienti, ovvero ridurre la percentuale dei processi incoscenti a vantaggio di quelli coscienti, potremmo essere presi meno di sorpresa dalla quantitá di pensieri incoscienti appunto, che in ogni istante ci dirigono, finendo quasi con disintegrare il nostro libero arbitrio.

Quando scegliamo, quando decidiamo qualcosa, crediamo davvero che lo stiamo facendo in libertá? Non é forse che stiamo scegliendo liberamente in base al nostro sistema di credenze, condizionamenti e ogni tipo possibile di programma che ci hanno caricato sin dall´origine dell´umanitá e che agisce in noi come una ipnosi.

É la ragione per cui ci comportiamo in un modo anziché in un altro, pensiamo in un modo anziché in un altro…ma allora, chissá come sarebbe essere davvero liberi da tutti i programmi caricati nel nostro incoscente.

Chissá come sarebbe vivere ogni istante riuscendo a manifestare la volontá espressa dalla nostra vera essenza. Credo fermamente che ogni nostro pensiero, parola, sentimento o comportamento sarebbe talmente carico di perfezione, in quanto manifestazione sublime della nostra vera essenza, che potrebbe solo beneficiare a noi stessi e a tutti quelli con cui entriamo in contatto.

Ogni dolore, fisico e spirituale, ogni emozione negativa, pensiero negativo, parola negativa é frutto di un errore che abbiamo commesso, di una carenza di esperienza, di intelligenza, di saggezza, di purezza, in breve di perfezione. Tuttavia non siamo soli, se sappiamo beneficiarci della presenza dell´altro.

Tecnicamente parlando l’altro non esiste. Siamo tutti uno, secondo le antiche scuole spirituali e secondo la moderna fisica quantica. Ma allora, perché Tizio mi fa cosí arrabbiare; questa cosa di Caio proprio non la sopporto; ecc…

Gli altri ci fanno da specchio, mostrandoci indizi del nostro incosciente. “Se parli male dell´altro, stai parlando male di te“. L’altro solo ci sta mostrando quella parte di noi stessi che detestiamo e che non riusciamo a vedere. È il famoso gioco delle ombre, tanto amato dagli psicologhi Junghiani, che puó aiutarci a portare un poco piú di coscienza al nostro incosciente.

Piú o meno funziona cosí. Pensa a una persona, e a qualcosa di brutto che ti ha fatto questa persona o che proprio non digerisci, un lato del carattere che piú ti da fastidio.

Questo é proprio quello che devi imparare da questa persona. L´altro in realtá ti viene a mostrare una tua carenza, una tua ombra. Dice un saggio maestro: “Mio Fratello é la mia luce, in questo mondo di illusione”.

Vediamolo con un esempio. “Non sopporto uscire con Tizio, é troppo rigido” > in cosa non sto riuscendo ad essere flessibile, leggero? Tutto qui, cosí semplice come sembra.

Se proprio non riusciamo a fare a meno di parlare male degli altri, almeno facciamolo con attenzione; prestando attenzione a cosa stiamo rimproverando all´altro, potremmo scoprire carenze interessanti in noi stessi, cose che da piccoli abbiamo nascosto in un angolo buio del nostro interiore e che oggi pesano nel nostro incoscente rendendoci le cose non semplici come vorremmo.

Pierluigi Giarrusso

pierluigi.giarrusso@gmail.com