Le piccole stranezze di Bariloche (Patagonia)

Le persone non sono tutte uguali, e le profonde differenze tra le diverse culture derivano dal nostro modo di relazionarci alle cose. L’Argentina, in questo senso, rappresenta un interessante “melting pot” di culture Europee e Latine.Ci trasferimmo a vivere a Bariloche nel 2005, ma prima di prendere questa decisione visitammo il paese diverse volte, e nonostante lo conoscessimo bene al momento del nostro trasferimento, sapevamo che ad attenderci c’erano ancora cose che per noi sarebbero state del tutto nuove, come il salutarsi con un bacio sulla guancia invece di stringersi la mano, o il raccogliersi attorno ad una tazza di mate a chiacchierare e non davanti ad un caffè caldo.

Ma queste sono differenze ovvie e ormai conosciute. Le vere, profonde differenze culturali che si manifestano nella quotidianità ci furono chiare solo nel momento in cui ci stabilimmo a Bariloche definitivamente, e solo grazie a questa “full immersion” nel vicinato argentino siamo oggi in grado di vedere come sia diverso vivere negli Stati Uniti.

Vivere a Bariloche Patagonia

Vivere a Bariloche mi ha insegnato un diverso modo di affrontare la mia quotidianità e la mia vita:

1- “La famiglia è al primo posto”: nella cultura Argentina il tempo da dedicare alla famiglia è al primo posto. Qui è normale vedere una persona anziana a passeggio con i nipotini, un bambino tenuto per mano dal fratello più grande, o una giovane ragazza che esce a braccetto con i genitori.

2 – Il calcio è al secondo posto: qui il calcio è considerato uno sport nazionale, ciò che fa raccogliere l’intera nazione davanti ad eventi importanti. Ricordo un giorno nel 2006 in cui affrontammo il viaggio tra Buenos Aires e Bariloche: è un viaggio che solitamente dura circa un giorno, ma quella volta arrivammo a casa con un anticipo di diverse ore. C’erano i Mondiali di calcio: nessuno si spostava da casa, le strade erano completamente deserte e persino i controlli di polizia che solitamente si incontrano su queste strade erano stati tolti.

3 – Il Mate è una buona ragione per fare una pausa: il Mate, detto “il tè di gruppo”, è per gli Argentini un rito. Ci si prende una pausa dal lavoro e si sorseggia questo tè scambiando quattro chiacchiere con gli amici o i colleghi di lavoro. Ogni Argentino, qualunque sia la sua professione (dal muratore all’avvocato) porta sempre con se un thermos di Mate da condividere.

4 – Gli Argentini sono passionali: la passione si nasconde dietro ogni azione di questo popolo. Sia che si tratti di politica, della loro squadra di calcio del cuore o persino delle previsioni meteo, le opinioni che gli Argentini esprimono in ogni momento della giornata sono piene, cariche di vibrante, energica passione, e solitamente ricche di spergiuri. La passione degli Argentini permea tutta la loro cultura, ed essi la riversano in ogni singolo minuto della loro vita, il che rende ogni particolare evento qualcosa di eccezionale. Qualche anno fa riuscimmo a vedere i Pearl Jam in concerto a Buenos Aires, e l’entusiasmo della folla commosse a tal punto Eddie (Vedder n.d.t.), che alla fine del concerto si rivolse alla folla dicendo “Questo è il più bel gruppo di persone che io abbia mai visto”. E sono sicura che lo intendesse veramente.

5 – La siesta è una cosa seria: l’ora della siesta è l’ora della siesta: è sacra, e tutto si ferma. È il momento dedicato alla famiglia, al relax, in cui ognuno si prende il tempo (quattro ore !) per dedicarsi a ciò che lo fa stare bene. Non è facile abituarvisi, ma una volta fatto la prospettiva della qualità della vita cambia: le cose importanti, come dedicarsi a se stessi o ai propri cari diventano parte della giornata, e non sono più relegate a quei cinque/dieci minuti rubati prima di andare a dormire la sera.

6- La chirurgia plastica è accettata ed utilizzata : l’Argentina è uno dei paesi con maggior richiesta di interventi di chirurgia plastica, e a Buenos Aires si trovano tutti i migliori chirurghi del paese. In Argentina è normale vedere una persona di 60-70 anni (uomo o donna) dimostrarne anche 30 in meno, la chirurgia plastica è talmente accettata che la maggiore compagnia assicuratrice del paese offre una copertura totale delle spese sostenute per l’intervento, a soli 100$ in più rispetto la normale polizza.

7- I saluti: non sono tutti uguali, quando si vede una persona che passa in bicicletta non la si saluta con “hola”, ma con “chau”.

8- E’ indispensabile cambiare l’orologio interno: qui il pomeriggio dura – letteralmente – fino alle 7, o anche alle 8 di sera.

9 – Il Servizio clienti qui è un po’ diverso: la banca ti fa pagare una commissione anche quando fai un versamento sul tuo conto corrente.

10- Pagamenti: anche in questo caso vince l’originalità, e grazie ad una semplice carta di credito si può acquistare e pagare di tutto: dagli acquisti più importanti, ad un semplice pacchetto di caramelle.

11- Non fate affidamento sull’ora legale: il rispetto del numero di ore di sole qui varia da provincia a provincia, e si basa su decisioni prese anche all’ultimo momento. A Bariloche per esempio si è deciso negli ultimi tre anni di non spostare le lancette dell’orologio in avanti, e nel 2009, solo due giorni prima dell’entrata in vigore dell’ora legale Buenos Aires ha seguito il nostro esempio.

12 – carina, è in vendita ? Se vedete un’auto circolare con una tazza sul tetto, non è stata una svista del proprietario, ma il suo modo di far sapere che quell’auto è in vendita, a differenza dei cartelli di platica attaccati ai finestrini, cui si è abituati negli Stati Uniti.

13 – Non si accettano assegni: bllette e conti non si pagano con assegni, ma si saldano di persona al negozio di alimentari. Ed è l’unico modo di farlo.

14 – Non tutte le parole sono da intendersi come negative: qui tutti giurano e spergiurano. I giovani, le donne, i bambini, anche la cara, dolce vecchietta che va a messa tutte le settimane. È un modo di esprimere se stessi che gli Argentini usano per dare passione ai discorsi e per caricare ogni momento di energia.

15 -Apoliticamente corretto: non c’è niente di meglio dell’essere politicamente corretti: qui se sei un po’ in carne sei chiamato “gordo” (grassone), se sei bruttino “feo” (brutto), sei mingherlino “flaco” (smilzo) e se hai la pelle scura “negro”. Qui le persone danno alle cose il loro nome, senza aggiungervi nulla di personale.

Queste differenze culturali hanno reso la nostra vita in un nuovo paese, un’esperienza divertente, interessante e a volte frustrante, ma anche questo è uno dei motivi per cui l’avventura nell’ignoto mi piace così tanto. Sono davvero convinta che la vita qui mi abbia aiutato ad ampliare i miei orizzonti.

Grazie all’Argentina ho capito quanto sia sciocco il cartello “in vendita” sul finestrino di un’auto…una tazza colorata sul tetto la vedi certamente da più lontano.

Racconto di Shanie Matthews (americana) che vive in Patagonia con il marito dal 2005 pubblicato da KHIRUNA, Stories of people living abroad.

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