Giulia Ronchi, torinese: un’elettrizzante avventura maltese

Di Paola Grieco per Voglio Vivere Così

Giulia Ronchi, torinese, trent’anni, una laureata in lingue straniere, dal 2022 vive e lavora a Malta come receptionist.

L’apertura di un hotel franchising di una catena alberghiera internazionale ha dato il la a Giulia di fare le valigie e partire per l’arcipelago situato nel bel mezzo del Mar mediterraneo.

Ciao Giulia, raccontaci com’è stato il trasferimento dall’Italia a Malta

Il trasferimento, all’inizio, è stato elettrizzante! Io ho sempre desiderato vivere per un periodo all’estero, però, d’altra parte, il primo mese mi son sentita spiazzata e, come spiegare, senza punti di riferimento.

Qual’e la statala maggiore difficoltà incontrata?

Il disagio più grande può sembrare una cosa da niente, ma è stato il fatto che per i primi 4 mesi ho vissuto in una casa senza aria condizionata e d’estate, con le temperature che ci sono qui a Malta, è improponibile!

Giulia Ronchi

L’alloggio può essere effettivamente uno scoglio importante quando ci si trasferisce. In generale, è difficile trovare casa a Malta? Come sono gli affitti in rapporto allItalia?

Gli affitti sono carissimi, allo stesso livello di città come Milano, ma con qualità e servizi inferiori. Io vivo a St. Paul’s Bay, e ora per un bilocale non si trova nulla a meno di 800/900 euro mensili. Se parliamo di zone più rinomate come Sliema o Valletta, i prezzi si alzano ancora.

Per vivere e lavorare a Malta sono necessari permessi di residenza o basta la carta didentità e passaporto italiani?

Trasferirsi a Malta per noi italiani è abbastanza semplice, facendo parte dell’Unione Europea. Dopo qualche mese bisogna fare l’ID maltese. Ovviamente, conoscere l’Inglese è un vantaggio se si cerca lavoro.

Come funziona la sanità? È pubblica? Per avere diritto alla sanità, hai bisogno di un contratto di lavoro?

La sanità a Malta è privata e, a differenza dell’Italia, non c’è un dottore di riferimento, ma in caso di necessità si può andare in farmacia negli orari di visita del medico o in ospedale. Tutto questo non gratuitamente e il prezzo dipende dal tipo di controllo.

Com’è stato il primo impatto con i maltesi? Ti senti integrata/accettata?

I maltesi sono per lo più accoglienti e amichevoli, non sono razzisti. Molti sono affascinati dall’Italia. Io mi son sentita accettata sin da subito e non ho mai avuto problemi, sicuramente anche per il fatto che parlo l’inglese.

Sei contenta di questo cambiamento e della tua scelta?

Il cambiamento l’ho vissuto in modo bello e molto intenso. Essendo un’apertura verso un mondo nuovo, ho lavorato moltissimo i primi mesi in cui sono arrivata.

Inizialmente, avevo intenzione di rimanerci al massimo cinque o sei mesi, ora sono quasi due anni. Le cose che mi hanno sorpreso maggiormente dell’arcipelago sono: la multiculturalità, l’assenza di razzismo e la cordialità dei locali.

Ad oggi, sono orgogliosa della scelta che ho fatto. Malta dà tante opportunità lavorative, specialmente se conosci l’inglese. E poi, vivere all’estero ti fa avere una visione più ampia delle cose.

Giulia Ronchi

È possibile prepararsi per un salto di vita del genere o le coordinate si aggiustano strada facendo?

Io credo che non si è mai pronti per lasciare tutto e partire per un altro paese finché non si vive realmente questa esperienza, però sicuramente ci si può preparare imparando la lingua del posto, tanto per cominciare.

In fondo, basta essere sicuri della decisione che si prende e non farsi condizionare da partner, amici, parenti…

Altre dritte che potresti dare ai connazionali che decidono di trasferirsi a Malta?

Sicuramente studiare inglese è importante. Senza la conoscenza della lingue, le possibilità di lavoro diminuiscono e si trovano solo posizioni sottopagate. E poi suggerisco di prepararsi agli aspetti positivi e negativi.

Malta ha un potenziale enorme a livello turistico, ma è indietro sotto tanti aspetti: ad esempio per cercare lavoro qui si usa ancora il classico porta a porta. Inoltre, è sporca (non ci sono i classici bidoni della spazzatura).

Come ti vedi da qui a dieci anni?

Non so sinceramente, non ci penso spesso. Spero di realizzarmi completamente da tanti punti di vista.

Pensi che rientrerai in Italia, prima o poi?

Sì, credo che prima o poi tornerò in Italia. Poi non so, ho imparato che a volte hai dei programmi e nella vita le cose vanno in modo diverso da come immaginavi.