Progetto Unitrotter: in viaggio alla scoperta delle università 

Di Enza Petruzziello

Studiare a Venezia, Milano, Stoccolma oppure a Pechino? Ingegneria, Lettere o Economia? La scelta dell’Università è importante, allora meglio lasciarsi ispirare da chi lo ha già fatto. In che modo? Grazie a “Unitrotter”, blog che racconta le storie degli studenti universitari in giro per il mondo con lo scopo di ispirare e consigliare. Dietro questo progetto ci sono Giulia Rinchetti e Nicola, due globetrotter che hanno deciso di raccontare l’università attraverso un viaggio intorno al mondo.

Giulia è una growth hacker, si occupa di marketing focalizzandosi su strategie di crescita, ma fin da bambina coltiva la sua grande passione per la scrittura. Ha vissuto in Italia, Svizzera e Germania e appena ha un attimo libero sale su un qualsiasi mezzo di trasporto per andare a trovare i suoi amici sparsi per i 5 continenti.

Con lei c’è Nicola che da qualche anno vive in Svizzera occupandosi di consulenza. Ama viaggiare, scoprire tradizioni ed usanze, suoni e sapori. La musica è la sua passione, dal jazz alla musica contemporanea. Insieme hanno dato vita a questa grande comunità di universitari che raccontano delle loro esperienze, dando preziosi consigli e suggerimenti: sia sul percorso universitario che sulle città e i paesi in cui vivono.

Su Unitrotter è, infatti, possibile leggere le interviste o guardare i vlog delle varie città per scoprirne la vita universitaria e capire cosa ci si può aspettare da una determinata facoltà. Che siate studenti delle superiori in cerca di suggerimenti per il percorso futuro o universitari in procinto di scegliere la destinazione del vostro scambio, Unitrotter è il blog pensato per voi. Storie di universitari per universitari.

giulia rinchetti

Giulia come e quando nasce l’idea di aprire Unitrotter?

«L’idea è nata nell’inverno 2018, mentre stavo programmando un paio di viaggi per andare a trovare miei amici dell’università che abitavano all’estero. Nello stesso periodo, stavo cercando un programma di studio (un master executive) a cui iscrivermi, ma avevo difficoltà a reperire informazioni che non fossero quelle fornite dalla stessa università. Avrei voluto mettermi in contatto con gli ex studenti per chiedere loro un parere sincero sul programma… ma non era affatto facile! Allora mi è venuta l’idea del blog».

Dietro Unitrotter ci sei tu ma anche Nicola. Di che cosa parlate nel blog, come si struttura e come funziona?

«Ci abbiamo da subito lavorato entrambi, sia sulla parte più “tecnica” (costruzione del sito) che su quella di contenuto, “editoriale” (le interviste). Nel blog pubblichiamo interviste a studenti che frequentano l’università. Chiediamo loro di darci un parere sul corso che frequentano o hanno frequentato, i pro e i contro, o più in generale ci facciamo raccontare il loro percorso accademico. Inoltre, registriamo video in cui gli studenti ci portano alla scoperta della città in cui studiano, sempre dal loro punto di vista: dunque ci mostrano le biblioteche, i bar in cui si ritrovano, gli studentati, ecc. Nel blog organizziamo i contenuti non per data di pubblicazione, ma per geografia, così che sia facile trovare i contenuti che più interessano. Per ogni città c’è una scheda che racchiude le informazioni fondamentali sul posto e dalla quale si ha accesso a tutte le interviste disponibili per quell’area. Ad esempio, sulla pagina di Venezia si può vedere il video che vi abbiamo girato, leggere le informazioni fondamentali e infine si può accedere alle due interviste: una ad uno studente di design dello IUAV e l’altra ad una studentessa di lingue orientali della Ca’ Foscari».

Tu e Nicola vi definite due globetrotter che hanno deciso di raccontare l’università attraverso un viaggio intorno al mondo. Dove siete stati finora?

«Abbiamo iniziato a delineare il blog mentre eravamo in India, a visitare appunto un amico incontrato all’università. Da quando il blog è online siamo stati in Svezia e Svizzera, abbiamo parlato della Cina e del Senegal e ovviamente abbiamo girato anche città italiane: Venezia, Milano, Brescia. Tra poco parleremo anche delle città dove abbiamo studiato noi: Trento, Dresda e Ginevra».

Scegliere l’università non è mai semplice, soprattutto se si decide di farlo in un’altra città e addirittura in un altro Paese. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi – penso alle paure e alle difficoltà ma anche agli stimoli – di studiare fuori casa e fuori dai confini italiani?

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«Secondo noi studiare all’estero è sempre e solo positivo: ci si mette in gioco con un’altra lingua e un altro tipo di mentalità e questo vuol dire crescere, sempre. La crescita non è solo accademica, ma soprattutto personale. Vivere lontano dalla propria famiglia, in un contesto differente da quello a cui si è abituati, permette di sviluppare soft skills che altrimenti sarebbe difficile far emergere e aiuta a scoprire lati nascosti di se stessi. Non per questo sosteniamo che l’Italia è da ignorare, anzi. Anche in base a quello che sentiamo dai nostri intervistati, le università italiane assicurano una formazione eccellente, molto approfondita e di livello. Tuttavia, i nostri corsi sono spesso molto teorici. Per questo noi consigliamo di unire una base italiana a dei programmi specialistici esteri, che di solito sono più orientati alla pratica».

UNITROTTER - GIULIA RINCHETTI E NICOLA

Che tipo di informazioni è possibile trovare su Unitrotter?

«Informazioni relative alla vita universitaria di una città, come, ad esempio, quali sono le facoltà di prestigio, le biblioteche migliori in cui studiare, il costo degli appartamenti, i luoghi di ritrovo, dove andare a bere e mangiare. Inoltre pubblichiamo i pareri degli studenti sui programmi di studio, i racconti dei loro percorsi accademici e anche chicche e curiosità: ad esempio abbiamo spiegato come preparare l’IELTS (l’esame di lingua inglese più richiesto dalle università) o cos’è la Formula SAE (competizione automobilistica studentesca)».

Quali sono i consigli che vi chiedono maggiormente i vostri utenti?

«Generalmente gli studenti sono interessati anche alla vita universitaria della città, non solo al programma di studio. Infatti, nel momento di trasferirsi, è l’esperienza nella sua globalità che assume importanza. Poi anche gli articoli sull’IELTS hanno suscitato parecchio interesse, probabilmente perché è un esame complesso e a cui la maggior parte è costretta a sottoporsi!».

Anche tu e Nicola avete avuto esperienze di vita in giro per il mondo. Tu hai vissuto in Svizzera e Germania, mente Nicola da qualche anno vive in Svizzera. Che tipo di esperienze sono state e in quale posto vi sentite più a casa?

«La Germania è stata una grande sfida. L’impostazione universitaria – almeno per la facoltà di economia, che entrambi abbiamo frequentato – è molto diversa da quella italiana, come ovviamente lo è la cultura. È stata un’esperienze faticosa per entrambi (gli esami tedeschi sono lunghi e saper gestire il tempo è fondamentale!) ma molto arricchente. Per quanto riguarda me, solo in Germania ho capito come bisogna impostare un progetto di ricerca e una presentazione. Nicola poi ha studiato a Losanna e ha trovato lavoro a Ginevra, dove io attualmente sto frequentando un master executive. Ginevra è casa nostra ora. È una città piccola, a misura d’uomo, ma al contempo incredibilmente internazionale, una cosa che ovviamente ci piace molto!».

Un consiglio che volete dare ai ragazzi che ci stanno leggendo e stanno pensando di studiare all’estero?

«Non abbiate paura di buttarvi! Nonostante le difficoltà iniziali, gli sforzi verranno ripagati e sarete solo felici dell’esperienza fatta. Impegnatevi a studiare le lingue e informatevi su Unitrotter!».

I tuoi progetti per il futuro?

«Sicuramente far crescere Unitrotter, che al momento è ancora un blog piccolo sia in termini di contenuti caricati che di traffico, ma con grande potenzialità. Poi chissà, mi piacerebbe organizzare viaggi!».

In che modo possono contattarvi gli studenti e le altre persone che ci stanno leggendo?

«Possono scriverci direttamente attraverso il blog, oppure contattarci attraverso i social: abbiamo una pagina Facebook (Unitrotter) e Instagram (Unitrotter_it). Anzi, invitiamo tutti colori interessati a condividere la loro storia a scriverci, così da poterla pubblicare».