Giorgio e Martina: viaggiamo per professione con il nostro canale “In Viaggio col Tubo”

A cura di Maricla Pannocchia

Se frequentate i social in cerca di contenuti di viaggio di alto livello, probabilmente conoscete già Giorgio e Martina, coppia nella vita e nel lavoro, e il loro “In Viaggio col Tubo.” La coppia di travel content creator, che risiede felicemente in Italia e viaggia a più non posso, conta più di 95.000 followers su Instagram, più di 54.000 su Facebook e ben 108.000 iscritti sul canale YouTube.

In un periodo in cui sempre più persone sognano di fare della propria passione per i viaggi un lavoro, Giorgio e Martina si raccontano candidamente e ci fanno capire come, dietro un brand di successo qual è il loro, ci siano stati e ci siano ancora sacrifici, giorni di duro lavoro e dubbi.

Dopo aver lavorato per un po’ come architetti, Giorgio e Martina sono partiti alla volta dell’Australia, dove sono rimasti per 14 mesi grazie al Working Holiday Visa, lavorando e viaggiando. “A quei tempi, YouTube non era usato come oggi per monetizzare e creare contenuti di qualità”, spiega la coppia, “ma, pian piano, abbiamo iniziato a capire i punti di forza dei nostri video e a lavorarci nell’ottica di farli diventare una professione.”

A chi sogna di diventare video maker, travel blogger o travel Influencer, Giorgio e Martina suggeriscono di approcciarsi ai video, al blog o ai canali social da un punto di vista professionale, “altrimenti, rischi di essere sempre visto come quello che vuole scroccare una vacanza.” Dai matrimoni in giro per il mondo ai filmati degni di National Geographic, Giorgio e Martina ci ricordano che con impegno, passione e umiltà è davvero possibile mantenersi viaggiando per il mondo.

Ciao ragazzi, raccontateci qualcosa di voi. Chi siete, dove vivete…

Ciao a tutti, siamo Giorgio e Martina, travel content creator e viviamo in Italia, più precisamente in Brianza.

Quale percorso di studi avete fatto?

Abbiamo fatto l’Istituto d’Arte a Monza e poi abbiamo studiato Architettura Ambientale al Politecnico di Milano. Sì, siamo stati in classe insieme dalla terza superiore e ci siamo laureati insieme! Il lavoro come architetti, tuttavia, non è durato molto. Dopo solo 8 mesi dalla laurea, infatti, siamo partiti per l’Australia e non siamo più tornarti a quella vita.

Siete una coppia dal 2007 e lavorate insieme dal 2013. Com’è nato il vostro progetto di “In Viaggio col Tubo”?

Abbiamo iniziato a viaggiare insieme sin da subito. La nostra prima fuga romantica è stata a Firenze, proprio nel 2007. Questa passione per la scoperta di nuovi posti ci ha sempre accumunato e, durante l’ultimo anno di università, grazie anche alla costante crescita di YouTube come mezzo d’informazione e non più solo di intrattenimento, abbiamo pensato “ma perché non condividiamo le nostre avventure, in modo da dare spunti utili a chi vuole andare negli stessi posti che visitiamo noi?”

E così, ad aprile 2013, due mesi dopo esserci laureati, abbiamo aperto “In Viaggio col Tubo”, inizialmente parlando da casa dei posti visitati, mostrando piccoli video o semplicemente foto come in una sorta di video-podcast, poi direttamente in viaggio.

È stato complicato passare dal sogno alla realtà?

Il nostro sogno era – ed è tuttora – quello di girare il mondo. Poterlo fare con questa costanza non era nei nostri progetti, semplicemente perché non lo credevamo possibile. All’epoca, infatti, nessuno aveva trasformato YouTube in un lavoro stabile e a tempo pieno (non in Italia e non nell’ambito dei viaggi). Abbiamo semplicemente continuato a condividere i nostri video, finché non abbiamo iniziato a ricevere proposte di collaborazione e, grazie anche a un breve impiego in un’agenzia pubblicitaria che ci ha fatto vedere il traffico monetario in movimento per progetti più “semplici” e con meno portata, abbiamo capito il valore che avevano i nostri video e ci siamo quindi impegnati al 100% per rendere tutto l’impegno che mettevamo nella realizzazione dei video qualcosa di redditizio. All’inizio è stato molto complicato perché in pochissimi consideravano YouTube un mezzo valido ma, una volta mostrati i risultati, anche chi era diffidente ha iniziato a voler investire su di noi.

Quali sono i consigli in merito che avreste voluto ricevere al tempo e che ora avete piacere di condividere con i nostri lettori?

Per quanto tu ami fare qualcosa, devi considerarlo un lavoro se vuoi trasformarlo in un impiego a tempo pieno. Fortunatamente ci siamo accorti di questo abbastanza in fretta ma capirlo da subito sarebbe stato meglio.

Siete viaggiatori da sempre. Cos’è il viaggio, per voi?

Per noi il viaggio è scoperta e meraviglia. La sensazione di uscire dalla nostra bolla, dal nostro vissuto per incontrare culture e posti nuovi, senza necessariamente andare dall’altra parte del mondo.

Soprattutto, per noi, il viaggio è la libertà di fare ciò che amiamo. Di recente, abbiamo realizzato un breve video sull’argomento.

Quali Paesi avete visitato finora? Ce ne sono alcuni che vi hanno colpito particolarmente e perché?

Abbiamo la nostra personale top 5:

  • Australia, perché è stato un viaggio lungo 14 mesi, durante i quali abbiamo girato tutto il Paese e siamo rimasti senza fiato davanti alla bellezza e alla varietà dei suoi paesaggi.
  • Polinesia Francese, per l’amore che le persone del posto hanno avuto nel condividere la loro cultura e il loro quotidiano con noi, senza secondi fini come accade, purtroppo, in molti altri posti.
  • Sudafrica, perché la prima esperienza safari non si scorda mai; è così emozionante che, dal 2018, cerchiamo di tornarci ogni anno.
  • Namibia, per i suoi paesaggi fuori dal mondo, ci si sente davvero piccoli davanti allo spettacolo di quella natura.
  • Giappone, per la sua cultura affascinante, a volte controversa, ma che smuove qualcosa nel profondo.

In che modo viaggiate?

Non siamo viaggiatori che vanno al risparmio e non lo siamo mai stati. Questo per due semplici motivi: la maggior parte delle volte “se paghi noccioline otterrai scimmie”. Non sempre ma, spesso, se un’attività o un posto costano di più è perché il servizio e l’esperienza sono migliori. Il secondo motivo è più legato alla sostenibilità: se un’attività costa di più, generalmente le persone che guadagnano da questa attività possono avere uno stile di vita migliore e, quindi, possono preoccuparsi di preservare il territorio in cui vivono, invece di cercare di sfruttare ogni risorsa possibile perché, altrimenti, non riuscirebbero a sopravvivere.

Ovviamente, niente in contrario a chi viaggia facendo volonturismo, è semplicemente un’altra tipologia di viaggio.

Avete mai vissuto all’estero?

La cosa più vicina a una vita all’estero che abbiamo fatto è stato in Australia con il Working Holiday Visa. Per i primi tre mesi avevamo una stanza in affitto a Melbourne, periodo che ci è servito per adeguarci alla lingua (a volte l’inglese australiano può essere davvero tosto), per fare qualche lavoretto, ma, soprattutto, per cercare il van che ci avrebbe poi portato all’esplorazione del Paese. Ogni tanto, durante il viaggio, ci fermavamo qua e là, lavorando in ristoranti o farm per rimpinguare un po’ le casse, ma, soprattutto, per aspettare la stagione migliore per visitare una zona – l’Australia è talmente grande che a sud c’è un clima simile al nostro, quindi inverni freddi da giugno a settembre ed estati calde da dicembre a marzo, mentre a nord il clima è tropicale, quindi una stagione secca ideale per girare e una stagione umida durante la quale piogge e cicloni possono rendere un viaggio davvero pericoloso.

Detto questo, in realtà non abbiamo mai pensato di trasferirci permanentemente in un altro Paese. Ci piace l’Italia! Qui abbiamo la nostra famiglia, i nostri amici e la nostra casa. Riusciamo a stare in viaggio per periodi anche molto lunghi, di diversi mesi, ma nessun posto è come casa.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla vostra scelta?

Vi descriviamo lo scenario: dopo anni di studi ci siamo laureati in architettura ambientale, Martina aveva addirittura già un lavoro in uno studio. Poco dopo abbiamo dato la notizia: “noi tra 8 mesi partiamo per un anno in Australia!”. All’epoca non avevamo ancora aperto il canale YouTube – aperto due mesi dopo la laurea – quindi non c’era neanche la vaga idea di fare altro a livello professionale, volevamo solamente viaggiare. Voi come l’avreste presa? Appunto 🙂

Fortunatamente i nostri genitori, dopo lo shock iniziale, ci hanno supportati, vedendoci felici delle nostre scelte. Piano piano, il canale YouTube è diventato un lavoro, per cui ora sono tranquilli.

Al giorno d’oggi, sempre più persone vogliono diventare travel bloggers, travel Influencers e via dicendo. Secondo voi, da cosa dipende questo boom?

Viaggiare ed essere pagati per farlo, chi non lo vorrebbe? Ma, soprattutto, quanti non si rendono conto che è un lavoro, ma vedono la cosa come un’eterna vacanza, finché non ci provano? 😊

Quali sono gli aspetti su cui lavorare e le caratteristiche da possedere o sviluppare per riuscire a svolgere questo mestiere?

Personalmente crediamo che, chi vuole lavorare in questo ambito, deve capire quale ruolo svolge nel contesto in cui s’inserisce. Chi è al servizio di chi e cosa ottiene chi guarda i tuoi contenuti.

Il nostro percorso si è fondato su due pilastri che tuttora rimangono solidi:

  • mostrare tramite foto ma, soprattutto, attraverso i video, le nostre personali esperienze di viaggio. Troppe volte abbiamo letto descrizioni soggettive di posti o esperienze che non corrispondevano alla realtà.
  • dare informazioni pratiche in modo che altri viaggiatori possano replicare le esperienze che viviamo. Crediamo fortemente che un contenuto, oltre a essere d’ispirazione, debba essere utile, soprattutto in campo travel. Se mi mostri qualcosa devi anche dirmi dove, come e quando poter replicare, altrimenti è un altro mestiere.

Tante persone ancora pensano che, per guadagnare come travel Influencer, basti caricare una o due foto sui social ma, ovviamente, non è così. Raccontateci qualcosa del vostro “dietro le quinte”…

In pochi si rendono conto di quante cose accadono realmente dietro le quinte ma questo è vero per quasi tutti i lavori. Forse perché “l’erba del vicino è sempre più verde”? Come funziona il nostro lavoro è una domanda che ci viene fatta spessissimo, tanto che abbiamo deciso di realizzare un video in risposta, raccontando alcuni retroscena.

Una cosa molto particolare, e affascinante, che fate sono i matrimoni in giro per il mondo. Vi va di parlarcene?

Tutto è iniziato con una proposta di matrimonio da parte dell’Ente del Turismo della Polinesia Francese: “sareste disposti a sposarvi a Moorea?”

La cosa ci ha incuriosito e abbiamo accettato. Poter vivere in prima persona un aspetto culturale tanto importante, ma allo stesso tempo apparentemente inavvicinabile da parte dei turisti, è una possibilità incredibile. Possibilità che fino a quel momento non sapevamo esistesse ma che abbiamo poi continuato a ricercare, scoprendo che tante persone di tante culture diverse lo propongono.

Vista la nostra visione romantica del viaggio, era naturale aggiungere ai nostri viaggi questo aspetto ogni volta possibile. I nostri matrimoni non sono grandi celebrazioni, piuttosto cerimonie intime dove, spesso, siamo gli unici presenti, oltre agli officianti. Ci siamo sposati con cerimonie le cui origini affondano in tradizioni millenarie e con riti resi celebri dalla cultura pop.

Quali sono, secondo voi, i 3 Paesi migliori in cui sposarsi e perché?

Facciamo un mix tra le nostre cerimonie preferite e quelli che sono le migliori destinazioni per un viaggio di nozze:

  • Polinesia Francese con rito tahitiano. Pieno di stupende simbologie e la Polinesia Francese è fantastica per un viaggio di nozze viste le acque cristalline dei suoi mari, le magnifiche spiagge, le rigogliose foreste e, soprattutto, la cultura accogliente.
  • Sudafrica, dove ci siamo sposati con il colorato e divertente rito Shangaan. Un safari in Sudafrica in una riserva privata con romantiche stanze da cui si possono ammirare sfilate di animali e incredibili tramonti rossi è sicuramente un viaggio romantico ma con quel pizzico di avventura che non guasta.
  • Giappone, perché è una meta sempre più gettonata per i viaggi di nozze e il nostro matrimonio molto solenne e intimo è stato la ciliegina sulla torta di un viaggio indimenticabile.

Ora, come ci avete raccontato, siete video makers professionisti. Come vi siete formati?

Nel pieno boom dell’era digital, YouTube non è stata solo la piattaforma che ci ha permesso di condividere i nostri viaggi, ma, soprattutto, ha fatto sì che potessimo formarci. Avevamo una base di fotografia ma, grazie a vari canali YouTube italiani e internazionali, abbiamo potuto apprendere moltissimo di questa professione. L’apprendimento teorico, tuttavia, non è nulla senza la pratica e l’anno in Australia è servito anche a questo: ogni giorno avevamo la videocamera in mano, ogni giorno era dedicato a una nuova avventura. Ovviamente, da lì non ci siamo mai fermati perché la pratica è fondamentale per migliorare e scoprire cose nuove.

Che consigli dareste a chi vorrebbe intraprendere una carriera come video maker, non per forza nel settore dei viaggi?

Fate video a ogni occasione, raccontate qualsiasi storia pensiate valga la pena di essere raccontata. La pratica non solo serve a migliorare ma anche a capire cosa si vuole fare, cosa piace e dove si vuole indirizzare il proprio percorso.

Quali sono state le principali gioie e soddisfazioni ottenute finora?

La cosa più soddisfacente è quando un cliente ci mette nelle migliori condizioni possibili per svolgere il nostro lavoro, fidandosi della nostra esperienza e del nostro “modus operandi”. Dal lato pubblico, invece, la cosa più bella è quando altri viaggiatori ci scrivono ringraziandoci per essere stati d’aiuto nei loro viaggi.

Potete raccontarci alcuni incontri che non dimenticherete mai?

Uno dei nostri incontri preferiti è stato con Olivier, il ragazzo che ci ha portato nell’entroterra di Tahiti, che, una volta capito cosa stavamo facendo, ci ha invitato ad assistere alle prove del suo gruppo di danze tradizionali per la preparazione dell’Heiva Festival (che si sarebbe tenuto un mese dopo e al quale non avremmo potuto assistere). Per lui, condividere questo festival e l’importanza delle danze polinesiane è stato abbastanza importante da invitarci a riprendere le prove, che sono segrete per evitare che i gruppi avversari (si tratta comunque di una competizione di danza) spiino le coreografie, i passi e i costumi.

Vi siete mai sentiti in pericolo?

In India, appena arrivati, ancora prima dell’alba, non c’è stato verso di farci portare nell’hotel che avevamo prenotato. Qualsiasi tuc tuc o taxi voleva portarci da un’altra parte e s’inventava scuse per provare a venderci qualche hotel sul quale aveva commissioni. Alla fine, ci siamo fatti riportare in aeroporto, abbiamo prenotato un hotel di più alto livello e abbiamo fatto mandare direttamente da loro un autista. Dopo è andato tutto liscio ma dobbiamo ammettere che le prime ore in India non sono state piacevoli.

Ci sono mai stati momenti in cui avete pensato di mollare?

Il periodo del COVID ci ha fatto sicuramente ragionare sul futuro che potevano avere i viaggi e ci ha fatto pensare a dei piani B che speriamo di non dover mai mettere in atto.

Viaggiare e lavorare come coppia può non essere facile. Quali sono gli ingredienti della vostra ricetta?

Non sappiamo mai rispondere a questa domanda perché troviamo difficilissimo pensare a questo lavoro non essendo in coppia. Sicuramente, prima di buttarsi in un’avventura simile, bisogna essere una coppia solida, che condivide la stessa passione e gli stessi obiettivi lavorativi e di vita.

Che consigli dareste a chi vuole diventare travel blogger professionista?

Il valore delle cose è soggettivo e questo comprende anche la propria professionalità e il proprio tempo. Se vuoi che sia un lavoro trattalo come tale, altrimenti, agli occhi di tutti, rimarrai sempre e solo qualcuno che vuole scroccare una vacanza.

E quali a chi vorrebbe cominciare a viaggiare o vorrebbe farlo di più?

Il viaggio è qualcosa di estremamente personale e bisogna capire in quale modo una persona vuole viaggiare. Quello che possiamo consigliare è di prendersi il tempo per assaporare le esperienze e considerare il proprio budget per vivere la miglior esperienza possibile. Vediamo tante persone trattare i viaggi come voci su una check-list da spuntare piuttosto che come esperienze da vivere e questo, a nostro parere, è molto limitante.

Molte persone pensano che viaggiare sia qualcosa riservato solo a “chi ha soldi.” Qual è la vostra opinione in merito?

Da un certo punto di vista siamo d’accordo: troviamo sia un po’ contraddittorio andare dall’altra parte del mondo per poi fare economia su cibo, alloggio, trasporto ed esperienze. Se si ha a disposizione un budget ridotto, dal nostro personale punto di vista, è meglio scegliere una destinazione più vicina, economica e facilmente raggiungibile, in modo che il risparmio non sia a discapito dell’esperienza vissuta.

C’è poi un discorso da fare sulla sostenibilità del viaggiare low cost, non come mere emissioni di carbonio, ma soprattutto da un punto di vista sociale: le persone che lavorano nel turismo devono poter guadagnare per i loro servizi e i monumenti che visitiamo devono avere abbastanza fondi per il mantenimento. A nostro parere, ricercando esclusivamente esperienze low cost, cosa molto in voga sui social, si va a danneggiare sia il piacere personale di un viaggio sia il concetto di sostenibilità dello stesso. Ci sono eccezioni, esperienze gratuite stupende e trappole per turisti costose che non valgono assolutamente la pena, ma noi cerchiamo di valutare tutti questi aspetti in modo che il nostro viaggio sia quello che riteniamo il migliore possibile.

Cos’avete imparato, finora, da tutte queste esperienze?

Abbiamo imparato che viaggiare ed entrare in contatto con altre culture serve a conoscere il mondo che ci circonda ma anche e soprattutto a conoscere noi stessi.

Progetti futuri?

Tanti viaggi, alcuni in terre da noi ancora inesplorate!

Per seguire e contattare Giorgio e Martina:

Instagram: https://www.instagram.com/inviaggiocoltubo/

Sito web: https://www.inviaggiocoltubo.com/

YouTube: https://www.youtube.com/inviaggiocoltubo