Gelaterie siciliane artigianali a Barcellona
A cura di Paola Grieco
Da alcuni anni seguiamo le vicende imprenditoriali di Fabio Pitrola, siciliano, di Licata, residente da 10 anni a Barcellona. E oggi, torniamo a trovarlo, all’inizio di una sua nuova avventura lavorativa.
Programmatore informatico di formazione, Fabio si è lanciato in varie imprese da quando vive nel capoluogo catalano: è il cofondatore del blog di successo http://spaghettibcn.com/, notizie su Barcellona in italiano, e di Tab2let, noleggio di router e tablet a uomini di affari e turisti.
“Alcune di queste iniziative sono andate molto bene”, “altre, invece, sono andate meno bene e ho dovuto lasciare”, ci racconta Fabio sulla soglia della sua gelateria artigianale,
“Cosi Duci – Gelateria artesana siciliana”, inaugurata 6 mesi fa al Poble Nou. Zona di punta di Barcellona, il Poble Nou è un quartiere rivalutato all’epoca delle Olimpiadi del ’92. Vicino alle spiagge e al mare della Vila Olímpica, è diventato uno dei quartieri vip di Barcellona, frequentato dai turisti ma resta pur sempre un barrio ancora autentico, con molto carattere e abitato dalla popolazione locale di Barcellona.
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Fabio ha aperto la sua gelateria assieme all’amica Laura Alaimo, originaria di Campobello di Licata. Residente a Barcellona da 10 anni, Laura, da tempo, coltiva un sogno: “svegliarsi la mattina e poter fare una colazione alla siciliana, con brioche e granita, una granita vera, come la fanno in Sicilia, cremosa, con ingredienti freschi e di prima qualità …” In questo Fabio e Laura sono unanimemente d’accordo!
I due soci sono supportati nel loro lavoro dal gelatiere Samuele, un ragazzo fiorentino: “un bravo collaboratore e un grande aiuto, al momento di mettere mano alle macchine, scegliere gli ingredienti, mescolare i gusti e creare le ricette del gelato”.
Fabio e Laura sono amici da molti anni e hanno finalmente deciso di fare il grande salto assieme – in un sodalizio puramente lavorativo – dopo aver vissuto svariati anni a Barcellona, tastato il terreno, studiato usi e costumi della popolazione e imparato, ovviamente, le 2 lingue ufficiali: il castigliano e il catalano.
Fabio, che significa Cosi Duci?
L’espressione intera in siciliano sarebbe ”haiu spinnu di cosi duci” che si può tradurre in italiano come: quell’improvviso languorino o quella voglia matta di cose dolci!
È difficile aprire un’attività a Barcellona? Come funziona la burocrazia qui rispetto all’Italia? E quale tipo di capitale iniziale è necessario per un’attività come la tua: una gelateria artigianale con laboratorio?
Se vogliamo fare un esempio con l’Italia, direi meglio qui ma la burocrazia c’è e non è paragonabile, ad esempio, a quella dei paesi nordici, dove le cose vanno molto più lisce. Le complicazioni ci sono, però, tutto sommato possiamo dire che, una volta avendo chiaro il progetto in testa (noi ci abbiamo lavorato un anno intero), scelto e sistemato il locale, in 2 mesi circa si riesce ad aprire. Per una struttura come la nostra, una gelateria laboratorio dove si produce il gelato, l’investimento è consistente, soprattutto per i macchinari: si va da un minimo di 50mila a un massimo di 100mila euro.
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E come fate per gli ingredienti del gelato, Laura, li trovate a Barcellona?
Molti sono importati direttamente dalla Sicilia, come i pistacchi, le mandorle d’Avola, le “scorce” dei cannoli (in siciliano le “bucce”), ovvero gli involucri che poi vengono riempiti con farciture fresche preparate al momento con la ricotta di pecora siciliana e gli atri ingredienti tipici di questi dolcetti golosi e famosi in tutto il mondo. Le spese dunque aumentano, però noi cerchiamo sempre di mantenere dei prezzi giusti, non troppo cari. Infatti, volevamo più cha altro portare il nostro buon gelato siciliano nel barrio, nel quartiere, ed essere un riferimento, non soltanto per i turisti e gli italiani che vivono a Barcellona, ma anche per la gente del quartiere. Cerchiamo, dunque, sempre di mantenere un certo equilibrio tra la qualità, la quantità di gelato che offriamo e il prezzo.
Laura, parlaci dei gusti più sfiziosi, di quelli classici e di quelli più nuovi e degli altri prodotti tipici che si possono comprare nella vostra gelateria da asporto.
Le creme siciliane, tipiche della nostra gelateria, regnano sovrane. Abbiamo, dunque, il pistacchio, la nocciola, il caffè, il gusto al cannolo siciliano, il cioccolato nero. Però, abbiamo voluto anche innovare e adattarci alle richieste di un pubblico più giovane, attento alle nuove tendenze gastronomiche. Perciò, abbiamo introdotto una linea di sorbetti vegani con gusti squisiti e ricercati, come il kiwi-banana, un mix tra il kiwi e la banana, il cocco vegano (preparato solo con il latte di cocco), la frutta di stagione. Per le granite, oltre alle classiche alle mandorle e al limone, abbiamo sperimentato con successo la granita al cetriolo e quella all’ananas e menta.
Abbiamo poi dei prodotti di pasticceria come i cannoli siciliani, le brioche, impastate, prodotte in loco e farcite sempre con abbondanti quantità di gelato, il tiramisù e altri dolcetti alle mandorle.
Fabio che tipo di clientela viene in gelateria.
Come spiega Laura, il nostro obiettivo era – ed è – quello di essere una gelateria artigianale di quartiere e il quartiere ha risposto molto bene. Grazie anche a una politica di prezzi non “turistici”, abbiamo molti clienti tra i locali. La domenica mattina, le signore del barrio vengono a comprare il gelato, i cannoli, i dolcetti alle mandorle per il pranzo domenicale. Quest’estate, la gelateria è stata, senza ombra di dubbio, il punto d’incontro della comunità siciliana (presente massicciamente a Barcellona), che si dava appuntamento qui per fare colazione con granita e brioche. E poi molti turisti che arrivano dal mare e, naturalmente, gli altri italiani residenti in città.
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Che bilancio potete fare a 6 mesi dall’apertura?
È troppo presto per fare un bilancio. In questi mesi – da aprile a settembre – abbiamo lavorato tantissimo, aprendo tutti i giorni e lavorando fino a 60 ore alla settimana. Per adesso siamo molto contenti sia del nostro lavoro, che del nostro bravissimo gelatiere Samuele. La nostra idea è crescere, partecipare alle fiere italiane del gelato, per potere prendere spunti, idee e formarci, e, infine, tra qualche anno, aprire altri punti vendita in altri quartieri di Barcellona.
Quest’intervista ha luogo in uno dei momenti “storici” per Barcellona e la Catalogna. Siamo a poche settimane dall’ 1-O, giorno del turbolento “referendum indipendentista” e a pochi giorni dalla “dichiarazione sospesa d’indipendenza” del Presidente della Generalitat Puigdemont. In attesa che gli avvenimenti prendano una direzione, Fabio, Laura come state vivendo questa situazione, che ne pensate dell’indipendentismo catalano?
Fabio. Beh, un po’ di apprensione c’è, soprattutto per lo stato di repressione in cui abbiamo vissuto la settimana attorno all’1 ottobre. Io credo che l’indipendentismo in Catalogna, e soprattutto a Barcellona, avesse una percentuale molto bassa di sostenitori ma adesso, grazie anche alla destra spagnola, il numero deve essere aumentato in modo esponenziale. L’unica soluzione, a mio avviso, sarebbe un referendum patteggiato con lo Stato centrale. All’interno del territorio spagnolo c’è un problema culturale evidente, dei sentimenti di appartenenza condivisi da tutto un popolo che, anche se non ha mai avuto uno Stato vero e proprio, si sente parte di una Nazione distinta dalla Spagna.
Non condivido, dunque, l’analisi della maggior parte dei media italiani che ne fanno soltanto una questione di denaro. Una soluzione light al conflitto, che durerà a lungo, potrebbe essere un cambiamento della costituzione spagnola in chiave federalista, con maggiore autonomia non soltanto per la Catalogna ma anche per tutte le Comunità autonome spagnole. Detto ciò, la situazione attuale è insostenibile a lungo termine, non si può continuare con questo muro contro muro. E, alla fine, anche se noi viviamo qui da molti anni, penso che siano i catalani a dover decidere, si tratta pur sempre della loro storia e del loro popolo.
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Laura: Vivo questa situazione in modo molto più tranquillo dei miei amici e parenti che leggono le notizie “anche troppo allarmistiche” pubblicate dai media italiani. Onestamente, non mi sento in pericolo in una città come Barcellona. Per quanto riguarda l’indipendentismo, rispetto le idee altrui e non mi va di puntare il dito contro nessuno. Dopo 10 anni di vissuto, mi sento parte integrante del tessuto cittadino, però credo che questa questione riguardi soltanto i catalani che hanno una lunga storia alle spalle … e che non possono dimenticare.
Se passate da Barcellona e avete un…certo languorino allo stomaco con voglia di dolcezza, provate un gelato siciliano “de verdad”, qui l’indirizzo giusto:
Cosi Duci – Gelateria artesana siciliana
Carrer de Pujades, 218 (Metro L4 Poble Nou) – Barcellona
Tel: +34 930 16 94 01