Gabriele Saluci: il mondo al rallentatore

A cura di Nicole Cascione

Attraversare lo Sri Lanka in moto, viaggiare dall’Islanda al Marocco in bicicletta, girare la Thailandia in macchina e l’Etiopia in Ape.

Queste sono solo alcune delle avventure vissute da Gabriele Saluci. Da sempre appassionato di viaggi, Gabriele ha visitato oltre sessanta Paesi, cercando di penetrare sia geograficamente sia culturalmente nell’anima del posto ospitante. E

sperienze raccontate senza filtri ne “Il Mondo al Rallentatore” una rubrica all’interno del programma “Alle falde del Kilimangiaro” in onda su Rai3.

Gabriele Saluci: il mondo al rallentatore

Gabriele, sono passati ormai diversi mesi da quando al fianco di Daniel Mazza, hai girato il mondo per distribuire materiale scolastico alle popolazioni in difficoltà. Quando è nato in te il desiderio di vivere questa incredibile esperienza?

Con Daniel era da tempo che volevamo fare un viaggio insieme. Inizialmente mi aveva proposto il Sud America, ma presto abbiamo capito che riuscire a far coincidere 6 mesi di viaggio con i rispettivi impegni sarebbe stato quasi impossibile.

Abbiamo optato quindi per una meta meno estesa e poiché, sia io che lui siamo molto attivi sui social, abbiamo deciso di dare al viaggio una finalità concreta. Così in meno di venti giorni di lavoro abbiamo creato, condiviso e organizzato uno dei progetti più impegnativi a cui io abbia mai messo mano. Si è trattato di una raccolta fondi destinata all’acquisto di materiale scolastico da distribuire agli orfanotrofi del Vietnam.

Non avevamo contatti e non conoscevamo la lingua, ma in tre settimane abbiamo avuto un sostegno incredibile da chi ci segue, trovato chi ci ha sostenuto e messo tutti i pezzi in ordine. Ah, la tonnellata di materiale che abbiamo potuto comprare l’abbiamo portata in giro a bordo di due motorini.

Quali sono le più grandi soddisfazioni ottenute?

Il viaggio-progetto in Vietnam ci ha regalato soddisfazioni continue. Oltre agli sguardi dei ragazzini, che ricevevano ciò che portavamo come se fosse un piccolo tesoro, è stato bello vedere l’entusiasmo di tutti coloro che ci hanno sostenuto.

È una bella soddisfazione sapere che grazie al sostegno di chi ci segue su internet siamo riusciti a fare una cosa così grande, fino al punto di coinvolgere l’Ambasciata italiana.

Hai sempre avuto la passione per i viaggi?

Ho avuto la fortuna di avere due grandi viaggiatori come genitori e da ragazzino, in camper, abbiamo viaggiato in tutta l’Europa.

Da quando ho preso la mia strada, ho fatto di tutto per vivere esperienze indimenticabili, così da vivere i Paesi in modi alternativi e scoprirli sotto un nuovo punto di vista. Al momento ho viaggiato in circa sessanta Paesi, ma credo che più che contare il numero di bandierine collezionate, sia importante la modalità in cui si visitano i luoghi.

Ho sempre cercato di penetrare sia geograficamente sia culturalmente nell’anima del posto che mi ospita, e per farlo ho trovato una mia chiave di lettura personale nelle avventure. Gli inevitabili imprevisti che ne conseguono mi permettono di conoscere la gente, di attirare la loro curiosità e quindi la fiducia.

Negli anni ho potuto fare cose fuori di testa come lo Sri Lanka in moto, viaggiare dall’Islanda al Marocco in bicicletta, guidare per tutta la Thailandia in macchina, l’Etiopia in Ape e molti altri.

Ci racconteresti un aneddoto legato ad uno dei tuoi viaggi?

Quando mi trovavo in Sri Lanka ho pagato un tizio per prestarmi una moto da fuoristrada; rispetto ai noleggi ufficiali il prezzo era eccezionalmente basso. D

opo i primi trecento chilometri la moto contava già 2 forature, una carburazione sballata, la leva del cambio che penzolava e altri guai che ho voluto eliminare dalla memoria. Grazie a un passaggio in treno, sono riuscito ad arrivare in cima alle montagne e da lì sarebbe stata solo discesa tra le piantagioni di tè. Da qualche parte però la moto ha preso fuoco, così ho lasciato tutto e continuato a piedi.

In quali progetti sei attualmente impegnato?

Per diversi mesi sono stato totalmente rapito da un impegno enorme e che mi ha riempito di orgoglio: sono stato il direttore creativo de “Il Mondo al Rallentatore”, un format creato insieme a dei cari amici e colleghi che è andato in onda tutte le domeniche all’interno del Kilimangiaro su RAI3. Episodi da 10 minuti in cui veniva raccontato un modo diverso di viaggiare.

Narrativamente e a livello produttivo è stato un esperimento nuovo anche per la TV, ma per fortuna abbiamo avuto grande fiducia da parte degli autori del programma. Mi occupo della creazione degli episodi, dalla scrittura al montaggio, e mi sento fortunato ad aver avuto la possibilità di fare in Tv quello che ho sempre fatto altrove.

Sono nati video divertenti e di sicuro fuori da qualsiasi schema, guidati dalla passione per i viaggi e dal desiderio di scoprire il mondo in modo strano, in pratica ho raccontato semplicemente ciò che pensavo e che mi succedeva, senza filtri particolari. Per tutta la stagione del programma abbiamo creato episodi su l’Etiopia in Ape, il Vietnam in motorino e la Mongolia in treno.

Viaggiare comporta sempre delli difficoltà. Quali nel tuo caso?

Le difficoltà logistiche, i contrattempi e i mal di testa sono così tanto diventati una routine che per fortuna non rientrano più tra le cose di cui mi posso preoccupare.

Se una moto prende fuoco (Sri Lanka), se un motorino perde una ruota (Vietnam), se per passare un confine impiego una settimana (Cina-Mongolia), se nel deserto lavico islandese resto senza fornellino per cucinare e ho solo liofilizzati (Islanda) posso fare spallucce e andare avanti, una soluzione fantasiosa e funzionante si trova sempre; non mi sono mai trovato in pericolo di vita.

La difficoltà sta diventando personale e mentale. Dato che raccontare i viaggi tramite video è il mio lavoro, la maggiore difficoltà sta nel trovare una chiave di lettura del viaggio che non sia influenzata dalla videocamera. Sto mettendo tanto impegno nel riuscire a vivere i viaggi e raccontarli senza che le due cose interferiscano troppo.

Qual è il viaggio che vorresti fare?

Sogno da sempre un bel giro del mondo in motorino, magari una piccola vespa stracarica. Vorrei prendere del tempo solo per me.

Per adesso sto aspettando di raggiungere la Terra del Fuoco; vorrei partire dall’Alaska e attraversare tutto il continente oppure semplicemente raggiungerla in longboard attraversando l’Argentina. Vedremo…

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Dopo la nuova avventura televisiva, insieme agli autori e ai colleghi, stiamo ragionando sui nuovi progetti per il 2017.

Fin ad ora i video trattavano le avventure nate prima dello sbarco in TV; erano prodotti nati da viaggi “normali” e progetti di diverso, ma adesso che possiamo concentrarci solo sul racconto video, stiamo pensando a cose veramente fuori di testa.