Federico Spinelli finto influencer su Instagram

Di Enza Petruzziello

Può un social network diventare così importante da farci perdere il senso della realtà?

Da confondere il virtuale con il reale? Se lo è chiesto Federico Spinelli, web marketing specialist, che qualche tempo fa ha lanciato sul suo canale YouTube la serie “Fake Me Now”, un esperimento del Fake Influencer su Instagram, ovvero di un account creato ad arte con followers altrettanto finti.

Tutto parte circa un anno fa, quando nel novembre 2018 Instagram, popolarissimo social di condivisione di immagini, comunicava ai propri utenti l’inizio della sua battaglia al fake e agli automatismi.

Federico Spinelli

«Dopo un mese però notai, con gran dispiacere, che nulla di concreto era stato fatto e moltissimi profili erano in grado di utilizzare bot e comprare follower senza alcun tipo di intralcio da parte di Instagram», scrive Federico.

Così l’idea: creare un “influencer” con numeri totalmente fasulli. Obiettivo: dimostrare alle aziende e ai colleghi che “truccare” le cosiddette Vanity Metrics (follower, like, commenti e views) è molto semplice. Con l’aiuto di Massimo Turco, consulente di Video Marketing Strategico, inizia a dar forma all’esperimento “Fake me now”.

«L’influencer creato nel nostro laboratorio si chiama Mysterious Guy (@mysteriousguy23 su Instagram) e sono io con una maschera comprata a 3 euro su Gearbest».

Federico come e quando nasce l’idea di Fake Me Now e in cosa consiste esattamente?

«Diciamo che l’idea è nata dopo una serie di test che avevo già fatto in precedenza. Ho notato che molti “influencer” si proclamano come tali ma in realtà i numeri (followers/likes/commenti) non erano proprio così veritieri.

Altro fattore molto importante che mi ha spinto a ragionare su un esperimento del genere è stata la crescita di Instagram negli ultimi 2 anni, data dalla sua estrema facilità di utilizzo e la possibilità di stabilire una connessione con altri utenti a livello mondiale, offre quindi a tutti la possibilità di aumentare sensibilmente la propria visibilità attraverso la popolarità delle proprie foto o video e quindi potenzialmente tutti possono diventare un influencer.

E infine i media, ormai le notizie riguardanti gli influencer e Instagram sono moltissime perché fa “tendenza” e quindi questi finti influencer hanno moltissima esposizione.

Così ho pensato: perché non creare un finto influencer e vedere se le aziende sono preparate sull’argomento Influencer Marketing?

L’unico mio scoglio era il documentare il tutto, ma qui è entrato in gioco Massimo Turco, un esperto di Video Marketing Strategico e consulente di narrazione, che mi ha aiutato con la registrazione e il montaggio dei vari video».

Ottantamila followers, 300 euro spesi, 50mila likes, 3mila euro in prodotti offerti dalle aziende non accettati. E tutto questo in soli 3 mesi, il tempo di durata del tuo esperimento. Ti aspettavi un riscontro del genere quando hai creato Mysterious Guy?

«Partiamo da un presupposto: tutto questo è stato fatto per dimostrare alle aziende che vogliono investire in influencer marketing quanto fosse facile essere presi in giro da finti influencer o agenzie poco preparate, quindi qualsiasi collaborazione che Mysterious Guy è riuscito ad ottenere non è stata accettata.

Per quanto riguarda i numeri assolutamente non me lo aspettavo, ero convinto che Instagram ci chiudesse il profilo molto prima. Il mio obiettivo principale erano 20.000/30.000 followers ed ero convinto di arrivarci con non meno di € 500,00, invece ne sono bastati molti meno per ottenerne più del doppio.

Per quanto riguarda invece i soldi “incassati” è stata una sorpresa, speravo di rientrare dell’investimento ma mai mi sarei aspettato di decuplicarlo».

Come è possibile che un account falso con followers falsi sia riuscito ad avere così tanto credito presso le aziende al punto da inviargli prodotti?

«Perché purtroppo alcune aziende si fermano all’analisi davanti alle Vanity Metrics, ossia i numeri che qualsiasi persona può vedere di un account, quindi numero di followers, numero di likes o commenti e visualizzazioni dei video. Questi numeri però sono facilmente camuffabili (nel nostro esperimento faccio vedere passo dopo passo come fanno a truccare i numeri) e quindi vengono totalmente prese in giro da questi individui».

Siamo dunque numeri e non persone?

«Dipende. Non solo le aziende cascano nel tranello dei finti followers e finti likes, ma spesso mi è capitato di sentire colleghi, amici, conoscenti valutare altre persone, un’azienda o un professionista dal numero di followers su Instagram, sembra quasi che sia diventato un voto, un ranking, una classifica da scalare per diventare più importanti. Con questo esperimento ho volutamente portato alla luce le scorciatoie che le persone usano per sembrare più “cool” agli occhi di tutti perché non lo trovo giusto e spero che Instagram stesso si mobiliti per combattere tutto questo fake. In altri casi, invece, esistono influencer con un pubblico vero che hanno portato enormi benefici alle aziende con il quale hanno collaborato.

Siamo arrivati al punto di fingere qualsiasi cosa pur di ottenere più followers o più like. Nei miei video mi è capitato di analizzare dei soggetti che sono arrivati all’estremo pur di avere i riflettori addosso, come ad esempio Jessy Taylor la ragazza che si è messa a piangere su YouTube perché le avevano cancellato il profilo Instagram, oppure l’esperimento del Travel Influencer Jorden Tually che ha finto di sposarsi per vedere se effettivamente si potevano prendere più like sui post».

Sul tuo canale Youtube si possono trovare tutte le puntate di quella che possiamo definire una vera e propria serie in cui spieghi agli utenti i meccanismi che si nascondono dietro agli influencer. Che cosa ne pensi di questa nuova figura che – piaccia o meno – ormai è diventata così pervasiva. Sembra che tutti vogliano diventare influencer, iniziando una carriera su Instagram. L’esempio naturalmente più famoso è quello di Chiara Ferragni.

«Gli influencer sono sempre esistiti. Un influencer è una figura che attraverso la sua preparazione e autorevolezza in un ambito riesce a spostare la nostra percezione di un determinato prodotto o servizio. Dico che sono sempre esistiti perché gli influencer sono stati, e sono ancora oggi, i politici, che riescono a convincerci di votare loro e non votare gli altri per svariati motivi, oppure i vecchi testimonial delle pubblicità che attraverso la loro fama acquisita offline venivano posizionati vicino a un prodotto per venderlo di più. Essere influencer vuol dire spostare la percezione delle persone, ed è proprio questo che gli influencer “wannabe” (come li chiamo io) non capiscono, pensano che con 100.000 followers risolvano tutto, ma prima o poi il giochino si rompe secondo me».

È da poco uscito il tuo libro scritto con Alessandro Sportelli, “Instagram Strategy”. Un vero successo su Amazon tanto da essere sold out in poche ore. Di che cosa parla il libro e a chi si rivolge?

«Non è un libro per “esperti”. Si propone di introdurre chiunque ne avverta l’esigenza all’argomento del Marketing su Instagram, senza tanti fronzoli, senza indorare la pillola, senza affermazioni illusorie.

Analizziamo le opportunità che Instagram offre sempre tenendo i piedi per terra e ricordando che Instagram non può che rappresentare una piccola porzione di una strategia di web marketing. Se non si hanno ben chiari questi concetti consiglio di inziare con il Succo del Web Marketing sempre di Alessandro Sportelli e Manuel Faè. Instagram Strategy é un libro scritto in modo semplice che può esser letto da chiunque. Non è un libro che trasforma in esperti, anche perchè non si diventa esperti leggendo libri:).

Allo stesso tempo aiuta ad evitare errori grossolani specialmente nell’ambito della valutazione dei cosiddetti “influencer”. In più abbiamo inserito 11 casi studio di piccole medie imprese per il 90% italiane quindi tutto quello che spieghiamo è anche messo in pratica da loro».

Instagram ha avviato i test per togliere la possibilità di vedere il numero dei “mi piace” sotto i post. Lo scopo è di disinnescare la dipendenza da “like” di molti utenti. Che cosa ne pensi di questa iniziativa?

«Come ho già detto in un mio video su youtube, secondo me togliere i like può essere utile da una parte ma sconveniente dall’altra. Utile perché comunque i creator, ossia chi crea dei contenuti di valore su Instagram, si può definitivamente concentrare sul contenuto e non sulle vanity metrics. Però allo stesso modo togliere i likes favorisce chi finora si è comprato followers e ha truccato i suoi numeri. Da consulente posso dire che ormai mi ero fatto l’occhio e attraverso il numero di likes potevo capire se un profilo era veritiero oppure no, mi spiego meglio: se un profilo ha per esempio 100.000 followers e 800/900 likes su tutte le foto con molta probabilità il suo pubblico è per la maggior parte fake perché come prima cosa è impossibile avere sempre costante il numero di like e seconda, più evidente, i likes sono troppo pochi».

In generale come è cambiato Instagram negli ultimi anni secondo te e che opportunità oggi offre?

«Instagram è una piattaforma che ad oggi ti offre ancora moltissime opportunità. Il fatto di poter raggiungere organicamente (non a pagamento) una buona parte del pubblico che ti segue attraverso i tuoi post o stories permette agli influencer di avere grande potere sui brand che vogliono investire in Influencer Marketing. Non sono sicuro che resterà così per sempre però. Instagram è di proprietà di Facebook e se consideriamo la storia di Facebook il percorso è molto simile: grande visibilità gratuita all’inizio per poi inserire le inserzioni a pagamento che hanno tagliato tutta la portata organica. Le piattaforme possono fare quello che vogliono, modificando l’algoritmo dal giorno alla notte. È utile tenere a mente questa cosa perché se tutto il nostro pubblico più fedele è su Instagram e non lo “possediamo” su altre piattaforme, rischiamo di perderlo da un momento all’altro quando cambieranno le regole del gioco».

Non possiamo non farti questa domanda: come si fa ad avere successo su Instagram?

«Innanzitutto la cosa più importante è capire cosa la tua audience vuole sentire, vedere, insomma cosa le persone che ti seguono vogliono da te.

La seconda, molto importante, non concentrarsi sui numeri. So perfettamente che è una cosa difficile perché si comincia a fare un bel lavoro, ci si dedica ore per creare un bel profilo e non cresce mai. Questo è il punto critico dove quasi tutti cercano la scorciatoia, ed è lì che si deve resistere e continuare solo a creare buoni contenuti, i followers arriveranno attraverso il passaparola dei followers che già hai. Io dico sempre “meglio 1 follower al giorno arrivato dal passaparola di un altro follower che 100 followers arrivati con il bot o acquistati (quindi utilizzando scorciatoie)”.

Infine la chiave per avere successo su Instagram è la strategia. Se instagram lo si vede come un piccolo strumento all’interno della cassetta degli attrezzi della strategia è lì che si ha successo perché si ha ben presente dove e come parlare alla propria audience e non si è schiavi di una sola piattaforma».

Quali sono, a tuo parere, i social su cui puntare nel futuro?

«Sicuramente quello più interessante da tenere sotto controllo è TikTok. Questo social cinese è cresciuto tantissimo nell’ultimo anno e molti giovanissimi lo usano. Ad oggi sto facendo dei test e mi sembra ancora in fase primordiale come piattaforma, con poche possibilità per un’azienda o un professionista. Mi sono iscritto al loro programma di sviluppo per l’applicazione in modo da ricevere prima gli aggiornamenti e anche alla loro piattaforma di advertising, perché ad oggi solo i grandi brand possono inserire annunci all’interno dell’app.

Vediamo come Facebook/Instagram si muoveranno, l’ultima volta che ho visto un’esplosione del genere era il 2016 e Snapchat stava spopolando in Italia per poi essere letteralmente schiacciata da Instagram con le sue Stories che praticamente erano la copia della funzionalità di Snapchat per il quale gli utenti la usavano».

Per contattare Federico Spinelli questa la sua email: gigi@gigifresh.com.

Il suo sito: onionstreet.it

Il suo canale YouTube: youtube.com/gigifresh.

La sua pagina Facebook: facebook.com/gigifresh.