In Italia, racconta Wood & Steel, 48 anni, pugliese non viveva proprio male. Dopo aver studiato Informatica e Business Administration, ha trovato lavoro alla Ericsson, azienda leader a livello mondiale nel settore delle telecomunicazioni, dove è rimasto per sedici anni.  Lì si occupava di  Project Management, Qualita’ Totale e Standardizzazione dei Processi. Anche se i suoi sogni erano diversi. “Volevo- spiega Wood & Steel- assecondare la mia passione per la musica. Poi l’approccio pragmatico e la passione per la tecnologia e l’innovazione mi hanno suggerito altro. Sono comunque contento così’.

Ora è responsabile operativo del settore “Wireline and New Techonologies” del secondo operatore di telecomunicazioni degli USA, quarto del mondo. “Il core business della mia organizzazione- chiarisce- – e’ monitorare 24x7x365 cavi sottomarini a fibre ottiche che collegano gli USA ai maggiori Paesi Asiatici, oltreché integrare nuove opportunità di business a queste piattaforme”.   Un incarico, fa capire, di grande intensità, che gli ti impone di fare la gazzella tutti i giorni e che richiede lucidita’ e propensione alle decisioni in tempo reale.

Fibre ottiche

Da Bari al New Jersey. Un bel salto. E perché?

Le condizioni oggettive che dettavano le cadenze del mio lavoro e della mia carriera in Italia  non corrispondevano più al modello di vita che avevo scelto e deciso di offrire alla mia famiglia. Ho lasciato l’Italia perché ho trovato risposte adeguate alla mia domanda di qualità della vita e professionale nelle opportunità di questo Paese.

Tramonto a Bari

Una scelta dovuta? E cosa ha trovato?

Una scelta voluta, a lungo ponderata e mai rinnegata. In USA mi trovo benissimo, e’ il Paese ideale per chi vuole misurarsi attraverso le opportunità e migliorarsi. Vivo nel New Jersey, che e’ lo stato limitrofo a quello di New York. La mia è la classica vita da “suburbs” americano a misura d’uomo, senza pressioni sociali. Un’ottima qualità della vita per chi insegue canoni di tranquillità e sicurezza. E poi il collegamento con il mio Paese è quotidiano. Seguo la vita politica, economica-finanziaria, l’informazione attraverso i media networks disponibili. Sento tutti i giorni famiglia e amici.

Ha conosciuto italiani?

Nel New Jersey ci vivono molti italoamericani di seconda e terza generazione, ma anche italiani trasferitisi di recente come me. Comunque, non seguo i canoni tradizionali dell’aggregazione sociale dell’immigrazione del secolo scorso.

In che senso?

Credo nella contaminazione culturale. quando sono in USA faccio l’americano e quando torno a Bari riprendo con gioia ad essere barese.

Mi parli del costo della vita! 

E’ di sicuro alto, ma e’ proporzionato allo standard di vita offerto. Per effetto della fiscalita’ federale la maggior parte delle imposte e’ reinvestito nella municipalita’ con ovvi ritorni immediati sul contribuente. Le retribuzioni sono adeguate a questi standards.

Cos’ha di particolare il New Jersey?

Il New Jersey e’ uno stato “giovane”. Le tradizioni sono soprattutto mutuate dalle tradizioni dei gruppi di immigrati che hanno popolato le coste del Nord-Est degli USA, italiani, irlandesi ed ebrei e quindi sono di matrice soprattutto religiosa.

E il clima com’è?

Simile all’Italia con picchi piu’ intensi, data la vicinanza con l’Oceano Atlantico.

Dove vive?

Sono a 40 minuti da New York City, a due ore da Filadelfia, tre da Washington, cinque da Boston.

Lipstick Building New York City

Ci parli della capitale e di altre città imperdibili.

La capitale dello Stato del New Jersey e’ Trenton, una citta’ di medie dimensioni di circa 90 mila abitanti, a meta’ strada fra New York City e la valle del fiume Delaware. Non e’ una città storica, ma ‘amministrativa?, sede delle istituzioni locali. Considero l’area del Nord-Est degli Stati Uniti la parte del Paese con il maggiore numero di “capitali” ad-honorem – Washington D.C. e’ la Capitale politica ed istituzionale con i suoi inconfondibili “landmarks”. che rappresentano i simboli del potere politico del Paese (la Casa Bianca, Il Campidoglio, il Monumento a Washington, Lincoln Memorial). Segnalo anche la splendida Filadelfia, la capitale storica del Paese e sesta citta’ del Paese per densita’. E’ la citta’ dove fu dichiarata la “Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776) e successivamente la Costituzione degli Stati Uniti d’America (1787) – I due documenti furono discussi, stilati e siglati nella Independence Hall, stabile oggi interamente visitabile.

Poi?

New York City e’ la capitale finanziaria ed economica del Paese Davvero qui’ c’e’ l’imbarazzo della scelta per un visitatore e nessuna descrizione, nemmeno la piu’ dettagliata, riuscirebbe a descrivere le vibrazioni, l’energia, il fascino che riesce a trasmettere istantaneamente questa citta’.  Per ultima segnalo Boston, la piu’ europea delle citta’ degli USA. Bellissima, elegante, a forte connotazione storica e culturale, piena di giovani per via degli oltre 50 Colleges che si trovano nell’area metropolitana di Boston. Cito i due piu’ importanti: L’ Universita’ di Harward ed il MIT (Massachussets Institute of Technology).

Sono posti vivibili?

Assolutamente si. Gli standards di qualita’ della vita sono altissimi, ottimali, se riferiti ai canoni dei “suburbs” americani (casa singola, con giardino, prato).

Gli aspetti positivi?

Qualita’ della vita, privacy, quiete, sicurezza.

Negativi?

Hai bisogno dell’auto per comprare il giornale o il pane.

Altri?

Non parlerei di negativita’, ma di differenze a credito. Alludo alla mancanza di copertura medica, nel caso in cui si perda il posto di lavoro. Questo rappresenta un forte elemento di disparita’ sociale che, per fortuna, e’ adesso al centro dell’agenda politica del Presidente in carica. Altro aspetto? L’ insufficienza del sistema pensionistico sociale che costringe ultrasettantenni, poco avveduti negli anni “verdi”,  a lavorare (anche part-time) per la GDO (Grande distribuzione organizzata).Cosa le manca dell’Italia?

La possibilità di vivere e ritrovarsi culturalmente su alcuni aspetti della quotidianità.

Tornerebbe nel suo Paese? A quali condizioni?

Premesso che ci torno tutti gli anni, anche più volte e sempre con grande piacere, ci tornerei per viverci solamente, senza inseguire alcun impegno professionale da dipendente. Inseguirei di sicuro una esperienza di lavoro nel Nord Europa, qualora se ne presentasse l’opportunità.  Sento la cultura anglosassone molto vicina al mio stile di vita, ma sono anche molto attratto dall’Europa dell’Est. Mi intrigherebbe fare una esperienza di vita anche li’.

Negli Usa ha trovato l’amore. Vero?

Sì sono sposato con un’americana. Abbiamo vissuto in Italia per nove anni prima di trasferirci negli USA.

Consigli a chi intende venire a vivere nel New Jersey?

Occorrono grande entusiasmo e una buona dose di fiducia in se stessi, nonché propensione a mettersi alla prova in ogni circostanza. Qui nessuno ti regala alcunché. Ma ci sono infinite opportunità. Se si viene con la consapevolezza di volersela giocare ed imparare, si e’ sulla buona strada.

Si deve essere pronti a qualche sacrificio, giusto?

Sì. Parlo dei sacrifici legati allo sdradicamento e al reinnesto sociale e culturale su di un tessuto diverso. La lingua, soprattutto. Ma noi italiani apprendiamo subito e siamo molto flessibili e creativi. Ci adattiamo subito e riusciamo a cogliere le positività e ad integrarle con il nostro vissuto prima e meglio degli altri.

Poi si è compensati.

Certo, ci sono le opportunità. Io nella mia vita non ho mai chiesto qualcosa a qualcuno, non mi sono mai aspettato qualcosa. Per me era importante avere l’opportunità di giocarmela al meglio delle mie abilità. Ecco, chi decide di venire a vivere negli USA, ha questa possibilità’.

E la musica? E’ una passione che coltiva ancora negli Usa?

La musica e’ un tratto fondamentale della mia vita, la coltivo vivendola ogni giorno e suonando a turno una delle mie otto chitarre che vivono con me.

Suonare la chitarra

Come vede l’Italia?

Questa domanda mi porta su un terreno scivoloso che preferirei evitare.  Io vorrei girare all’Italia, in ogni momento, ogni segnale o modello migliorativo che apprendo , vivendo qui’. E viaggiando per il mondo. Ma ho capito che molto spesso questo e’ causa di fraintendimento, per cui preferisco non parlare. Penso che ogni cambiamento debba essere vissuto come una esigenza interiore, invece che essere paracadutato da chi quella realtà la vive di riflesso e da fuori. Per cui massimo rispetto e libertà di scelta a tutti.

Ultima curiosità: perché Legno e Acciaio come pseudonimo?

Wood & Steel (Legno e Acciaio) e’ il mio nickname con il quale interagisco in rete e che riassume due aspetti fondamentali della mia persona: l’amore per la chitarra e la mia personalità, calda, risonante come il legno ed indeformabile come l’acciaio.

A cura di Cinzia Ficco