Coronavirus: al via la fase 2

A cura di Enza Petruzziello

La fase 2 dell’emergenza Covid-19 sta per entrare nel vivo. Dal 4 maggio ci sarà una maggiore libertà di movimento: potranno riaprire la maggior parte delle attività produttive, anche se i negozi dovranno attendere il 18 maggio, e parrucchieri ed estetisti l’inizio di giugno.

La lenta ripresa e la riapertura di alcune delle attività impone a tutti, come è giusto che sia, nuove e fondamentali regole per ripartire in sicurezza e garantire livelli alti di protezione a dipendenti e clienti. Una delle più importanti è la sanificazione degli ambienti pubblici e di lavoro.

Sanificare un ambiente in vista della riapertura è un’operazione indispensabile, dal momento che il virus sopravvive per diverso tempo anche sulle superfici. In questa guida vogliamo illustrarvi come sanificare gli ambienti nel migliore dei modi per garantire l’igienizzazione corretta dei luoghi di lavoro.

La sanificazione degli ambienti: differenze con pulizia e disinfezione

Gli esperti concordano sul fatto che un’accurata pulizia e disinfezione delle superfici sono elementi essenziali dei più efficaci programmi di prevenzione delle infezioni. Tuttavia, la sanificazione dell’ambiente è una procedura molto più profonda rispetto alla semplice pulizia e alla disinfezione. Spesso, infatti, si tende a confondere i termini.

Quando parliamo di pulizia ci riferiamo a tutte quelle operazioni che eliminano lo sporco visibile, come la polvere, le macchie e i cattivi odori. La pulizia prevede lavaggi approfonditi con l’ausilio di comuni detergenti. Si tratta di un intervento preliminare indispensabile per la successiva sanificazione degli ambienti.

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La disinfezione è il passaggio successivo alla pulizia e consiste nell’applicazione di agenti disinfettanti, quasi sempre di natura chimica o fisica (pensiamo al vapore), che sono in grado di ridurre, tramite la distruzione o l’inattivazione, il carico microbiologico presente su oggetti e superfici da trattare. Obiettivo della disinfezione è ridurre al massimo la carica di microrganismi, anche patogeni.

Esiste un’ulteriore differenza tra disinfezione e sterilizzazione degli ambienti di lavoro. La sterilizzazione corrisponde al processo fisico o chimico che porta alla distruzione stocastica di ogni forma microbica vivente, sia in forma vegetativa che sporale. La principale differenza tra sterilizzare, disinfettare e sanificare risiede nel fatto che la sterilizzazione è l’unico processo che elimina totalmente qualsiasi microrganismo.

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Cosa vuol dire sanificare un ambiente?

Secondo una ricerca della University Medicine Greifswald, pubblicata sul Journal of Hospital Infection, i Coronavirus possono persistere fino a 9 giorni sulle superfici inanimate in condizioni ottimali di umidità e temperatura. Appare evidente, dunque, che le operazioni di pulizia e disinfezione non bastano più. Nella lotta contro la diffusione del Coronavirus SARS-CoV-2 occorre effettuare per la sicurezza della comunità, un intervento ancora più approfondito sugli ambienti: la sanificazione.

Ma cosa significa sanificare un ambiente? Vuol dire eliminare a fondo qualsiasi batterio ed agente contaminante che, con le comuni pulizie, non è possibile rimuovere. Per farlo ci si avvale di prodotti chimici detergenti. L’obiettivo della sanificazione ambientale è riportare la carica microbica e virale entro degli standard igienici ottimali.

Ambienti accuratamente sanificati, quindi, sono quelli dove oltre alla pulizia e alla disinfezione viene effettuata la sanificazione e altri interventi che ristabiliscono il microclima adeguato: temperatura, ventilazione, grado di umidità relativa, presenza di polveri, e così via.

Nel caso delle strutture sanitarie, ad esempio, dopo la malattia infettiva, i virus possono essere efficacemente inattivati da adeguate procedure di sanificazione che includano l’utilizzo dei comuni disinfettanti di uso ospedaliero, quali: ipoclorito di sodio (0.1% – 0.5%), etanolo (62-71%) o perossido di idrogeno (0.5%), per un tempo di contatto adeguato.

 

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Sanificazione degli ambienti per le aziende

In accordo con il Governo, il 14 marzo sindacati e imprese hanno firmato un protocollo per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori dal possibile contagio da nuovo coronavirus e garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro.

L’azienda assicura la pulizia giornaliera e la periodica sanificazione degli ambienti di lavoro, dei locali, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago.

Va garantita la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse, con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi. Lo stesso vale per tutti quei negozi che tra poco apriranno le saracinesche.

Vediamo insieme come ottenere un ambiente sanificato e quali strumenti utilizzare.

Come sanificare gli ambienti: procedura, prodotti e costi

La pulizia e la sanificazione degli ambienti sono, dunque, un requisito fondamentale per quanti hanno un’attività e vogliono aprirla al pubblico non appena possibile. Tutte le operazioni di pulizia devono essere condotte da personale che indossa dispositivi di protezione individuale (DPI), da smaltire dopo l’uso.

Ci sono diversi metodi per sanificare gli ambienti. Ecco i principali.

1. Aerosol di ipoclorito di sodio o candeggina

Hanno fatto il giro del mondo le immagini di uomini in tute protettive che spruzzano sostanze per le strade di Wuhan con mezzi e apparecchiature speciali. Una pratica, la loro, che ben presto si è diffusa anche in numerosi altri Paesi investiti dall’infezione, Italia compresa.

In questo caso le e squadre di pulizia utilizzano una soluzione diluita di ipoclorito di sodio o candeggina per uso domestico. L’obiettivo di questo aerosol spruzzato in aria e sulle superfici è quello di depositarsi e uccidere i patogeni presenti, compreso il coronavirus. L’azione disinfettante punta a distruggere il guscio esterno lipidico del virus.

2. Sanificazione con l’ozono

Uno dei metodi più comuni per la sanificazione prevede l’uso dell’ozono. Si tratta di una procedura per sanificare ambienti che oltre all’uso di ozono include anche l’utilizzo di un pulitore a vapore secco/saturo: questi due elementi, operando in sinergia, garantiscono il risultato migliore possibile con il minore impatto ambientale possibile dato che l’ozono, la cui molecola è formata da tre atomi di ossigeno, si scinde naturalmente nel giro di pochi minuti dall’avvenuta sanificazione.

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La disinfezione degli ambienti con ozono va fatta con cura e professionalità poiché lo stesso ozono, in quantità superiori a certe soglie, può risultare dannoso, e allora il rimedio è peggio del problema.

Dopo la sanificazione fatta da professionisti, per mantenere gli ambienti sempre freschi e purificare costantemente l’aria che respireranno i lavoratori, una buona idea è quella di dotarsi di un ozonizzatore portatile (comodo da spostare se disponete di più stanze) o da parete.

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3. Pulizia a vapore

Tra i metodi efficaci per sanificare gli ambienti domestici c’è la pulizia a vapore. Il vapore, infatti, permette di sanificare gli ambienti senza l’uso di sostanze chimiche, eliminando germi e batteri.

Lo sporco viene sciolto dal calore del vapore e i batteri rimossi in pochi secondi. Anche le aree difficili da raggiungere possono essere pulite molto più facilmente grazie ai pulitori a vapore in commercio.

4. Apparecchi per sanificare gli ambienti dai batteri

In commercio ci sono diversi pulitori e apparecchi per sanificare gli ambienti. Si parte dai prodotti più semplici, come il sanificante spray per ambienti autosvuotante. Grazie al particolare erogatore autobloccante, che nebulizza tutto il prodotto in un’unica applicazione, garantisce una permanenza prolungata e diffusa del principio igienizzante nell’area dell’ambiente trattato, e quindi la massima attività igienizzante su tutte le superfici.

Di facile utilizzo anche i purificatori, abbinati a termoventilatori per abbattere la formaldeide o a filtri per pollini o allergeni. Nella lotta anche a funghi, virus e batteri in prima linea c’è il purificatore che usa il meccanismo del plasma freddo.

Ci sono poi gli apparecchi di depurazione elettrica, che si basano sulla distruzione con forti scariche delle particelle inquinanti. Diversi i sistemi che si combinano con la climatizzazione impiegando la ionizzazione: si generano ioni ossidanti che, trasportati dal flusso dell’aria, distruggono gli agenti inquinanti nei canali e in ambiente.

I migliori prodotti per la sanificazione degli ambienti

In generale, i prodotti migliori per sanificare gli ambienti chiusi e gli spazi pubblici (come ad esempio le strade) sono:

  • disinfettante
  • alcool
  • acqua ossigenata

Le superfici vanno nebulizzate, ma anche strofinate a mano. È importante leggere la scheda di sicurezza prima di utilizzare un prodotto sanificante per ambienti.

In questa scheda del Ministero della Salute vengono indicate, invece, le modalità per la corretta sanificazione degli ambienti domestici.

La sanificazione in caso di positività

Nel caso di presenza di una persona positiva al Covid-19 in azienda o in un ufficio, il protocollo per la sanificazione degli ambienti impone di attenersi alle disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del ministero della Salute.

I luoghi e le aree potenzialmente contaminati da SARS-CoV-2 devono essere sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti comuni prima di essere nuovamente utilizzati. Per la decontaminazione, si raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio 0.1% dopo pulizia. Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, utilizzare etanolo al 70% dopo pulizia con un detergente neutro.

Durante le operazioni di pulizia con prodotti chimici, assicurare la ventilazione degli ambienti. Tutte le operazioni di pulizia devono essere condotte da personale che indossa DPI (dispositivi di protezione) e seguire le misure indicate per la rimozione in sicurezza dei DPI (svestizione). Dopo l’uso, i DPI monouso vanno smaltiti come materiale potenzialmente infetto; quelli riutilizzabili vanno invece sanificati.

Vanno pulite con particolare attenzione tutte le superfici toccate di frequente, quali superfici di muri, porte e finestre, superfici dei servizi igienici e sanitari. La biancheria da letto, le tende e altri materiali di tessuto devono essere sottoposti a un ciclo di lavaggio con acqua calda a 90°C e detergente. Qualora non sia possibile il lavaggio a 90°C per le caratteristiche del tessuto, addizionare il ciclo di lavaggio con candeggina o prodotti a base di ipoclorito di sodio.

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Consigli finali: costi e imprese professionali

La sanificazione degli ambienti può comprendere diverse operazioni e interventi. Ogni attività commerciale, ogni ufficio e azienda, ha le sue specifiche esigenze e quindi un aspetto da considerare sono le modalità ed i tempi di intervento richiesti: interventi notturni, di domenica e giorni festivi.

Tutti questi fattori influenzeranno il costo della sanificazione degli ambienti, e la valutazione economica dovrà tenere conto anche delle caratteristiche e delle dimensioni degli ambienti da trattare. Per questo motivo il prezzo è molto variabile. Gli interventi possono andare dai 200 euro per le superfici più piccole fino a 400 euro per le più grandi.

Sebbene il costo sia consistente, affidare questo genere di attività ad una ditta specializzata fa risparmiare tempo e la spesa è ben ripagata. Un’impresa di pulizie professionale, infatti, è in grado di garantire risultati eccellenti, anche perché dotata di attrezzature adeguate e prodotti di detersione professionali ed efficaci.

Inoltre, le imprese di pulizia spesso rilasciano un certificato al termine dell’intervento. Non è previsto dalla legge, ma è utile a dimostrare di aver effettuato un intervento a regola d’arte, per esempio nei confronti dei sindacati dei lavoratori. Oltre ad essere garanzia di serietà, serve per conservare una traccia dell’intervento in caso di controllo o monitoraggio.