Cesare: insegno matematica all’Università di Manchester

A cura di Maricla Pannocchia

Sin dal diploma, quando ha deciso che avrebbe studiato matematica all’Università della Sapienza di Roma, Cesare, nato e cresciuto nella capitale, sapeva che, ottenuta la laurea, sarebbe dovuto andare all’estero. “Ho scelto l’Università di Manchester per una questione di soldi, visto che, se avessi scelto quella a Londra, la vita lì sarebbe costata troppo” racconta l’uomo, che adesso è rimasto a vivere proprio a Manchester, città forse non famosa fra i turisti, ma ricca dal punto di vista artistico e culturale, specialmente nell’ambito musicale.

“Al giorno d’oggi, vivere e lavorare in Inghilterra è piuttosto complicato per via della Brexit”, spiega Cesare, “Tuttavia, se avete i documenti per poterlo fare, qui a Manchester sono nati tanti diversi locali italiani, e penso che ci sia ancora posto per qualche aggiunta, come una bella panetteria.”

L’uomo, inoltre, gestisce un progetto online dedicato agli italiani in Inghilterra, www.i3italy.org, che fornisce informazioni in lingua italiana su tutto ciò che può essere utile ai suoi connazionali che vivono lì.

CESARE ARDITO

Ciao Cesare, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Sono Cesare Giulio Ardito, sono un matematico e lavoro all’Università di Manchester. Mi occupo anche di diverse attività di volontariato a favore della comunità italiana in Inghilterra e sono consigliere nel Com.It.Es. locale. Sono nato e cresciuto a Roma, studiando all’Università della Sapienza.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Nel 2016 ho conseguito la mia laurea magistrale e, avendo intenzione d’intraprendere una carriera accademica, il trasferimento all’estero è stato di fatto una scelta obbligata, che mi è stata consigliata da tutti i miei mentori e colleghi più anziani. Quando sono andato via non escludevo che, prima o poi, sarei potuto tornare in Italia. Adesso, onestamente, non è nei miei piani.

Ora vivi a Manchester. Quando sei arrivato lì?

Sempre nel 2016, feci varie domande di dottorato e, tra le offerte ricevute, scelsi l’Università di Manchester, principalmente perché m’interessava molto lavorare con Charles Eaton, che è stato il mio supervisor di dottorato, ma anche, lo ammetto, perché Londra costava davvero troppo. Avevo un’offerta dalla City University ma avrei passato quattro anni in bolletta…

Cosa ti ha spinto a scegliere di abitare proprio in quella città?

In origine, ho scelto l’università e non la città in quanto tale, ma devo dire che Manchester mi piace davvero molto e anche per questo ho deciso di rimanerci. Manchester è una città in forte crescita che però ha mantenuto una dimensione locale e comunitaria molto forte. La comunità è molto inclusiva e multiculturale, ci si sente subito a casa e si hanno mille opportunità.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua decisione?

Non è stata una sorpresa, era una tappa annunciata sin dalla fine del liceo, quando avevo deciso di studiare matematica. Peraltro, la maggioranza degli amici ha fatto scelte simili alla mia, o le aveva già fatte. Riguardo ai parenti, sicuramente li ha aiutati il fatto che, nei primi quattro anni, sono tornato quasi una volta al

mese, avendo mantenuto una relazione a distanza con la mia fidanzata (che sussiste tuttora, ma viviamo insieme dal 2020).

Di cosa ti occupi?

Sono un docente in matematica all’Università di Manchester quindi mi occupo della professione a tutto tondo: insegnamento, supervisione di progetti e tesi, ricerca, sviluppo di progetti e studi, cura pastorale degli studenti, oltre a vari ruoli amministrativi o manageriali all’interno dell’università.

Come ti sei organizzato prima della partenza?

Onestamente… male! Sono partito “all’avventura” dicendomi che avrei scoperto tutto passo passo invece, con il senno di poi, sarebbe stato meglio passare qualche giornata a informarmi sull’Inghilterra e su varie usanze diverse. Un esempio: qui esistono i “credit scores” che sono usati in tantissimi settori, dalla verifica dell’identità ai prestiti e così via… Io, scioccamente, non ho avuto una carta di credito fino al 2018 e ancora oggi sono ben lontano dal massimo score. Anche per questo ho creato il sito web www.i3italy.org, che offre tantissime informazioni in italiano riguardo la vita in Inghilterra per un italiano.

È stato facile trovare un alloggio a Manchester?

All’epoca sì, oggi sarebbe molto più difficile. La crisi immobiliare in corso nel Regno Unito ha colpito anche Manchester e gli affitti sono aumentati di circa il 20% solo nello scorso anno. Nella comunità ormai si cerca di “passare” la casa ad altri italiani quando si lascia una proprietà in affitto, perché in generale partire da zero è difficile. Un appartamento immesso sul mercato di solito ci rimane per meno di 7 giorni…

Quali sono i costi medi e le zone che consiglieresti per vivere bene spendendo il giusto?

Manchester è una città radiale in cui quasi tutti i trasporti portano al centro, quindi è essenziale andare a vivere in una zona che permetta un tragitto casa – lavoro comodo e agevolato. Ad esempio, tanti accademici vivono a sud di Manchester perché le università si trovano proprio sotto il centro. Una zona dove ho vissuto per anni è Whalley Range e mi è piaciuta parecchio perché è molto verde. Ora vivo al confine tra Burnage e Didsbury.

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

Il servizio sanitario britannico, l’NHS, purtroppo è in una crisi profonda. L’approccio è diverso da quello italiano e più pragmatico, cosa che gradisco – qui è raro incontrare “medicine alternative” pagate dallo stato (per fortuna!). Purtroppo, dopo tredici anni di governo dei conservatori, il livello dei servizi e i tempi di attesa sono lievitati, peggiorando ulteriormente dopo la pandemia, e al momento la situazione è difficile. Altro settore in una simile crisi è quello dei mezzi pubblici. Per via della mancanza d’investimenti a lungo termine mancano metropolitane, tram e treni.

La burocrazia è davvero ridotta al minimo grazie agli eccellenti servizi digitali del governo britannico. Tutto è davvero facile e di rado serve una consulenza professionale per le operazioni di tutti i giorni.

Descrivi una tua giornata tipo…

Domanda assai difficile per un accademico ma ci provo. Durante il semestre mi sveglio, vado all’università, prendo un caffè con i colleghi nell’atrio del dipartimento, poi mi dedico ai compiti del giorno (insegnamento, correggere i compiti, incontrare studenti, seminari…). Più tardi lavoro su qualche compito amministrativo o di ricerca e verso le 17 mi avvio verso casa. Prima o poco dopo cena do un’occhiata alla posta elettronica e alle pagine social di I3Italy e poi mi rilasso con una serie televisiva o un videogame.

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Adesso, per via della Brexit, trasferirsi nel Regno Unito non è più semplice come un tempo. Quali sono i requisiti per andarci comunque a lavorare?

Chi già viveva nel Regno Unito prima della Brexit ha potuto mantenere i diritti che aveva allora ma venire qui con il nuovo sistema d’immigrazione è difficile ed estremamente costoso. Occorre un’azienda che sponsorizza (a cui è legato il visto), un lavoro con un minimo salariale elevato e in una lista specifica di lavori sponsorizzabili. Serve fare un test d’inglese, superare i controlli di rito e pagare un bel po’ di fees. Idem per gli studenti, che hanno perso le agevolazioni europee nel pagamento delle rette universitarie e devono sborsare 20-30mila Euro all’anno, oltre ai costi del visto. Esistono poi altri tipi di visto specifici per settore. L’estrema difficoltà – e, francamente, non convenienza – è testimoniata dai numeri: meno di 10.000 visti rilasciati agli italiani dal 2021 a oggi in totale.

CESARE ARDITO MANCHESTER

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Benissimo, mi sono sentito subito a casa. Anche grazie al grande numero di studenti che accoglie ogni anno, Manchester è una città pienamente multiculturale che dà a tutti l’opportunità di sentirsi a casa e d’interagire con il panorama socio – culturale come e quanto si desidera. Peraltro Manchester è ricca di associazioni d’italiani o europei come, ad esempio, Italian Kids, che si occupa di far interagire tra loro bambini figli di italiani che crescono in Inghilterra per mantenere un saldo legame con lingua e tradizioni italiane.

È stato facile adattarsi al clima?

Sì, ma secondo me a Roma fa troppo caldo quindi allontanarmi dal sole e dal caldo non può che giovarmi! Non che mi piaccia la pioggia ma il mio lavoro non prevede di stare molto all’aria aperta quindi non fa una grande differenza.

Cosa si fa, a Manchester, in ambito artistico, ricreativo e culturale?

La risposta breve è: tutto. Manchester è una città viva con una scena artistica e culturale ricca e diversificata. Essa offre una varietà di gallerie d’arte come la Manchester Art Gallery e la Whitworth Art Gallery. La città è famosa per la sua musica, ospitando eventi dal vivo di tutte le dimensioni. Il Royal Exchange Theatre e l’HOME sono centri per le arti performative. Inoltre, Manchester celebra diversi festival culturali annuali, inclusi quelli di letteratura e cinema. Un esempio che mi sta particolarmente a cuore: l’associazione culturale AATIM, Amici del Teatro italiano Manchester, riunisce decine di appassionati di teatro e cultura italiana in generale.

Per chi ha la possibilità di trasferirsi lì (dal punto di vista burocratico), quali settori consiglieresti per aprire un’attività a Manchester?

Sarò banale ma negli ultimi anni hanno aperto tanti locali italiani autentici, che la popolazione locale sembra apprezzare sempre di più. La pizzeria Noi Quattro, la focacceria Conni’s, lo street food siciliano di T’arricrii, la pizza romana al taglio di Ceresis, il ristorante Capri’s in centro, street food e dolci napoletani di M’Ama Italiano e il bar Bianco Pizza&Coffee sono tutti esempi di locali autentici e di successo a Manchester. Sicuramente c’è posto per altri locali italiani. Magari una panetteria…

E che consigli daresti per trovare un lavoro lì (sempre per chi è in regola)?

Il settore della ristorazione e dell’hospitality in generale è in forte crisi, dovuta proprio alla Brexit che ha diminuito di molto il numero di lavoratori disponibili. Chi avesse la fortuna di avere il permesso di lavorare

nel Regno Unito, magari perché era qui prima della Brexit o per ricongiungimento familiare, non avrebbe problemi a trovare un lavoro in questi ambiti. Inoltre, alcune opportunità di sponsorizzazione esistono: ad esempio molte pizzerie hanno iniziato a offrire posizioni sponsorizzate da chef, il che per loro è un bel rischio! (pensate che neanche possono far lavorare “in prova”…)

Hai mai pensato di spostarti in qualche altra città, tipo Londra?

Londra è bellissima ma ha tutte le caratteristiche della città da cui sono scappato, Roma: è grande, caotica, e costosa (molto più di Roma!). Manchester è assai più a misura d’uomo. Un’altra città che mi piace tantissimo è Liverpool, esempio di una grandiosa rigenerazione urbana che ha avuto pieno successo. Ultimamente collaboro molto con alcuni matematici dell’università di Liverpool e sono sempre contento di andarci. Peraltro, c’è un locale siciliano (“Cose buone”) che fa arancini perfetti…

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

A parte informarmi meglio prima di partire non direi, no. Sono contentissimo di essermi formato in Italia, la laurea in matematica a La Sapienza è stata un’esperienza fantastica che mi ha arricchito tantissimo come professionista e come persona. D’altronde, sappiamo bene che l’Italia offre un’istruzione di prima qualità, purtroppo poi non offre analoghe opportunità lavorative.

Che consigli daresti a chi vorrebbe andare in vacanza a Manchester?

Manchester ha alcuni musei e qualche attrazione ma non è una meta turistica eccezionale. A poca distanza da Manchester, però, ci sono paesi, villaggi e parchi naturali stupendi quindi suggerirei di noleggiare una macchina per goderseli (ricordate che si guida a destra…). Inoltre: gli ombrelli servono a poco, c’è quasi sempre vento quando piove. Investite in un buon impermeabile!

Puoi suggerire ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

A mezz’ora di autobus dal centro di Manchester c’è il bellissimo “Museum of Transport” con tantissimi mezzi di trasporto del passato conservati davvero bene. Anche la “Portico Library” merita una visita, pur se al centro di Manchester viene spesso trascurata a causa della vicinanza dell’imponente “Central Library”.

Progetti futuri?

Avendo appena comprato casa… arredarla. Un po’ di progetti matematici con cui non vi annoio. Con la progressiva crescita del progetto I3Italy presto avrò le risorse per realizzare più contenuti per aiutare la comunità italiana in Inghilterra, ad esempio video o studi, non vedo l’ora!

Per seguire e contattare Cesare:

Sito web :https://cesaregardito.eu ; https://www.i3italy.org

Twitter:https://twitter.com/CesareGArdito