CBD: un mercato in espansione in Italia e in Europa

Il boom economico generato dai prodotti a base di CBD è indiscutibile. La domanda di articoli di questo tipo è sempre più alta e proviene da diversi ambiti: farmacologia, cosmetica, alimentazione.

Ovviamente il mercato trainante è quello della cannabis light, che offre tassi alti di CBD con una presenza assolutamente residuale nei livelli di THC.

Si trovano le migliori genetiche sui CBD shop, che offrono una qualità di canapa totalmente sprovvista di THC ma al contempo ricchissima di cannabinoidi.

Il mercato della canapa

La coltivazione della canapa a scopi commerciali o di ricerca è permessa in oltre quarantasette Stati e tra i maggiori produttori di canapa si annoverano Paesi importanti come Usa, Cina, Canada, Francia e Cile.

Ne consegue che la realtà della canapa è assolutamente concreta ed in continua crescita. I numeri si dice che non mentano, o per lo meno sono la miglior soluzione quando si vuole descrivere una realtà.

Basterà dire che, a livello globale, nel Nord America sono destinati a questo tipo di coltivazione 65.000 ettari di terreno. In Europa sono già più di 40.000 gli ettari coltivati a canapa. Per un totale nel mondo di oltre 160.000 ettari.

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Ne consegue che l’industria della canapa, sempre su basi globali, ha superato i 3 miliardi e 300 milioni nel 2018, e nel 2020 i 5 miliardi. Le previsioni per il 2025 raccontano uno scenario da 24 miliardi di Euro.

Nell’Unione Europea la produzione di canapa è particolarmente sviluppata in Francia, Olanda, Lituania e Romania. Nella sola Francia si produce quasi il 50% dell’intero raccolto europeo.

Molti Paesi europei per anni hanno ospitato leggi fortemente contrarie alle coltivazioni di canapa, seppure Francia e Finlandia, ad esempio, non hanno mai rinunciato alla canapa come tessuto, come fibra e come materiale da costruzione.

L’Europa del CBD

Come è noto le coltivazioni di canapa sono all’origine anche di tutti quei prodotti a base di CBD che tanta attenzione stanno riscuotendo attualmente un po’ ovunque nel mondo.

La base di CBD è richiesta oramai, come abbiamo accennato, nei cosmetici, nelle bevande, nei medicinali, negli oli, nei prodotti di tipo alimentare.

Tutti questi prodotti non contravvengono alle normative in merito perché sono ricchi di cannabidiolo, CBD, ma assolutamente poveri di THC, ovvero la molecola che crea l’effetto psicoattivo.

In Europa questo mercato ha superato i 450 milioni di Euro, e raggiunge il 31% del mercato globale per quanto riguarda l’olio di CBD.

Le leggi europee

Le leggi comunitarie accettano le produzioni, le commercializzazioni e l’uso industriale di tutti i prodotti derivati dalla cannabis o canapa, a patto che il tasso di THC non superi lo 0.2%.

Purtroppo però, anche in quest’ambito, le leggi comunitarie non sono davvero comuni; spesso entrano in conflitto con le norme nazionali, generando non pochi cortocircuiti.

Ecco una lista delle norme nei principali paesi europei:

  • In Svizzera, ad esempio, seppure non faccia parte formalmente della UE, è consentito il possesso, il consumo e la vendita di CBD anche con la presenza di tassi di THC piuttosto alti (1%).
  • In Germania invece la legislazione è sempre in fermento e allo stato attuale la prescrizione di cannabis (con la presenza di THC) come medicinale antidolorifico è cosa ampiamente accettata ma solo per pazienti gravemente malati. E la gravità diventa un concetto particolarmente discutibile.I prodotti CBD, privi di THC, come l’olio di canapa, sono invece venduti nei negozi senza la necessità di alcuna prescrizione medica.
  • In Danimarca i prodotti a base di canapa sono legali solo se il tasso di THC è inferiore allo 0.2%, proprio come da normativa europea.
  • In Svezia invece, contrariamente agli stereotipi che si hanno di questo Paese, la legge sulla droga è una delle più restrittive in assoluto. Le agenzie mediche svedesi provano ad inserire il CBD come medicina analgesica ma ancora il successo non è garantito.Nel frattempo, si applica allo stesso tempo la normativa europea e sono acquistabili dunque prodotti CBD con un tasso di THC inferiore allo 0.2%.
  • Seppure la Francia sia il maggiore produttore europeo (ed uno dei maggiori produttori mondiali), di canapa, le sue leggi in merito sono piuttosto arzigogolate. Possono essere messi in commercio ed usati industrialmente soltanto le fibre e i semi di canapa. Ne consegue che nel Paese transalpino è impossibile estrarre CBD ed infatti la Francia acquista CBD da altri Paesi, soprattutto dalla Svizzera. Questo piccolo cortocircuito tutto francese che entra anche in conflitto con le normative europee fa sì che però nei negozi di Francia si trovino prodotti a base di CBD (con il limite di THC imposto dall’Europa al di sotto dello 0.2%) che vengono venduti liberamente, ma nelle etichette non è consentito riportare i benefici per la salute che il prodotto stesso dona.

In Italia

Il CBD in Italia è perfettamente legale grazie alla legge 242 entrata in vigore il 14 Gennaio 2017. E’ dunque possibile sia la produzione che la commercializzazione su territorio italiano, a patto che i tassi di THC siano contenuti al di sotto dello 0.6%.

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La tolleranza italiana è dunque leggermente più alta rispetto a quella europea, seppure si stia comunque parlando di tracce: si consideri che nelle forme illegali di cannabis i tassi di THC superano il 30%.

In Italia ad oggi sono presenti più di mille negozi dedicati, distributori automatici e quant’altro, con un settore che da solo genera oltre 40 milioni di Euro all’anno. Nel Bel Paese il mercato della canapa ha aperto le porte alla produzione di alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili e semilavorati innovativi quali le biomasse.

Nella penisola si sta dunque cercando di tornare agli antichi splendori che facevano dell’Italia uno dei maggiori produttori di canapa nel mondo nei primi anni 40 del Novecento.

Il consumo di CBD legale è in continua crescita tra gli italiani che amano l’efficacia e la velocità con cui questa molecola rilascia i suoi effetti rilassanti, antidolorifici e antinfiammatori. L’elemento psicoattivo è quindi eliminato del tutto, o quasi, e la canapa light dà un grosso contributo nel trattamento di patologie dolorose e spesso invalidanti.

Molto apprezzato anche l’aiuto che il CBD offre alla risoluzione di problematiche psicologiche come l’ansia e la depressione, oltre che alla risoluzione dei disturbi alimentari.