Aprire un Bed & Breakfast in Puglia: Donatella si racconta
A cura di Nicole Cascione
Come affrontare il cambiamento di vita?
“Col sorriso. Cambiare vita è una rinascita. E’ un’occasione per mettersi alla prova”.
Donatella Lopez, giornalista, ci racconta della sua scelta di aprire un Bed & Breakfast a Martina Franca. I suoi progetti futuri? Creare occupazione, riuscendo a mettere in piedi qualcosa per dare lavoro ai giovani e ai cinquantenni su cui nessuno investe più.
Donatella, di cosa ti occupavi nella tua “vita precedente”?
Di “storia contemporanea” perché è ciò che, tutti i giorni, un giornalista cerca di raccontare ai lettori. Sono orgogliosamente giornalista; sebbene sia una professione mortificata dalla crisi e da scelte editoriali che hanno ridotto la categoria al rango di scribacchini e passacarte, non avendo più le risorse (tempo e denaro) per investire nel giornalismo d’inchiesta.
Ora di cosa ti occupi?
Continuo a raccontare la cronaca, ma ricevendo, come compensi, cifre mortificanti ben al di sotto del costo orario di una collaboratrice domestica, ho trasformato una proprietà di famiglia in bed and breakfast, facendo di necessità virtù.
Quando e perché è nata in te la voglia di cambiare vita?
Nel 2011, lavoravo per un quotidiano che aveva le ore contate e, convinta da una mia amica, ho completato la ristrutturazione di un immobile di famiglia a Martina Franca, una ex masseria immersa nel verde con trulli, e avviato l’iter per aprire il B&B.
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Quali sono state le difficoltà che hai affrontato durante la fase di avvio della tua attività?
In realtà pochissime. Aprire un B&B, sulla carta, è semplice anche perché avevo e ho tutti gli impianti a norma. Le difficoltà maggiori le incontri nel quotidiano. Bisogna imparare a ottimizzare i costi perché contrariamente a ciò che si crede, i ricavi sono minimi a fronte della mole di lavoro che si affronta ogni giorno. Mi spiego: condurre un’attività extralberghiera è un impegno di massima responsabilità. Ho sempre pensato che la vacanza sia “sacra”, perché è quel momento in cui si ricaricano le batterie del corpo e dovrebbe servire a nutrire la mente e l’anima. Cerco di coccolare i miei ospiti in ogni modo e li conduco per mano alla scoperta del territorio. Tendo davvero a fare e dare il massimo a cominciare dalla qualità dei prodotti da forno per la colazione, rigorosamente fatti in casa, e di tutto ciò che propone il buffet mattutino; dolce e salato per soddisfare la clientela straniera. Tutto ciò, ovviamente, ha un costo e lo ha soprattutto ciò che non si vede. Ma va bene così. Anzi, deve essere così e non potrebbe essere diversamente.
Quali sono le soddisfazioni che ti ha già dato?
Il contatto umano con le persone che ti danno fiducia attraverso una prenotazione online e poi ti ringraziano, a fine vacanza, andando via sorridenti. E’ una soddisfazione unica. Con molti dei miei clienti, arrivati in Valle d’Itria un po’ per caso, un po’ per scelta, sono rimasta in contatto grazie ai social. Con qualcuno si è proprio instaurata una vera, bella, amicizia. Così, anche a distanza di anni, ricevo loro notizie: foto di famiglia, dei viaggi, delle ecografie dei nipotini in arrivo. E’ una gioia, davvero. Mi riempie il cuore. Ma io sono un’inguaribile romantica, si sa. E se non fosse che ho scelto di aprire il B&B per sbarcare il lunario, alla fine non farei neanche pagare loro il soggiorno.
In che modo hai affrontato questo cambiamento di vita?
Col sorriso. Cambiare vita è una rinascita. E’ un’occasione per mettersi alla prova. In questo caso ho deciso che non dovevo lasciare spazio all’improvvisazione. Quindi, ho frequentato un corso di formazione per ottenere la qualifica di “addetto all’accoglienza turistica”, quello per avere la licenza alla somministrazione e bevande (che mi è costato 500 euro e non è obbligatoria per condurre un B&B a gestione familiare), quello di primo soccorso e, in più, ho studiato per acquisire il titolo di direttore tecnico di agenzia di viaggi; amando viaggiare da bambina pensavo che aprendo un’agenzia viaggi tutto sarebbe stato più semplice e alla mia portata. Ho sfruttato la disoccupazione come un’occasione per riaprire i libri. Ho imparato cose pratiche e molto dalle persone che ho incontrato sulla mia strada.
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In base alla tua esperienza, quali consigli daresti a coloro che vorrebbero cambiare vita?
Bisogna volerlo per davvero e favorire il cambiamento. Bisogna agire. Non c’è un tempo, un giorno, più propizio per farlo. Si comincia. La mia vita, tuttoggi, è molto complicata perché nei mesi di chiusura del B&B faccio davvero fatica ad arrivare a fine mese. Ma a me va bene così. Mi faccio bastare ciò che ho. Perché il dramma delle nostre vite sta proprio in questo: lavorare per fare soldi per acquistare roba di una inutilità pazzesca. Credo ci si debba concentrare e investire le proprie forze solo per soddisfare i bisogni primari: pagare il mutuo, le bollette, i medicinali, acquistare il cibo, ma poi bisognerebbe investire tempo e denaro per nutrire la propria anima. C’è chi lo fa viaggiando, chi acquistando libri o cd, chi praticando yoga e va bene così. Bisogna restituirsi tempo per se stessi e per le persone che si amano. Il resto è fuffa. E’ rincorrere un qualcosa che alla fine logora. Vale la pena?
Progetti futuri?
Sogno in grande: creare occupazione. Io vorrei davvero riuscire a mettere in piedi qualcosa per dare lavoro ai giovani e ai cinquantenni su cui nessuno investe più. Vorrei dare vita a luoghi dove rifugiarsi per rigenerarsi dal di dentro. Ma per realizzare tutto ciò che ho in mente mi servirebbe una vincita al Supernalotto. Però chissà. Magari succede.
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