L’abbiamo immaginata leggendo le pagine di Alexandre Dumas: remota, inaccessibile, misteriosa. L’archetipo perfetto dell’isola da romanzo. Ma chi può dire davvero cosa sia  Montecristo, visto che solo mille persone l’anno possono visitarla? 

Per l’Italia è una riserva naturale integrale dal 1971, dal 1996 è anche Parco Nazionale ed è un luogo riservato all’osservazione scientifica, alla ricerca e alla conservazione della natura. Per ragioni storiche e geografiche, Montecristo è rimasta a lungo incontaminata, ecco perché rappresenta un laboratorio naturale unico.

ISOLA DI MONTECRISTO

Gli accessi sono contingentati e regolati dall’Unità Territoriale della biodiversità, del Corpo Forestale dello Stato. Si parte dal presupposto che chi inoltra la richiesta per visitare Montecristo abbia motivazioni scientifiche e culturali molto forti. Di certo non pensa di andare a farsi un bagno. Le regole sono particolarmente severe: niente attracchi, se non con regolare permesso, niente pernottamento e soprattutto niente bagno.

Ma perché Montecristo non può essere contemporaneamente una riserva naturale e un’isola fruibile? Perché esiste questo vincolo turistico?

Insieme a Lonley Planet e accompagnata da Franca Zanichelli, che dirige il Parco dell’Arcipelago Toscano, sono sbarcata a Cala Maestra con questa domanda in testa. Ho parlato con Luciana e Giorgio, i custodi e unici abitanti di Montecristo, insieme a due guardie del Corpo Forestale dello Stato, che prestano servizio a turni di quindici giorni.

ISOLA DI MONTECRISTO

Ho visto le capre selvatiche, i lecci millenari, il discoglosso sardo, un piccolo anfibio presente solo in un paio di isole toscane e in Sardegna. Non ho incontrato (per fortuna) le vipere, numerose sull’isola. Ma ho visto volare la berta minore, un uccello marino che qui ha ricominciato a riprodursi dopo l’opportuna eliminazione dei topi che ne predavano le uova.

E soprattutto ho visto la dolcezza di Luciana, la custode dell’isola.

Luciana- la custode di Montecristo

Aveva gli occhi lucidi mentre mi diceva che ha smesso da anni di fare fotografie, ma che lo stesso ricorderà il silenzio, le rocce, gli alberi, le capre di Montecristo. I lunghissimi inverni, il rumore del mare e del vento. Il buio profondissimo e le stelle: “ci sono più stelle che cielo, qui” dice.  “Vorrei che la gente capisse che cos’è Montecristo. Vorrei che la vedessero i miei nipoti e i figli dei miei nipoti, così com’è”.

isola di montecristo

E perché si conservi così, serve impegno. Serve che l’uomo faccia un passo indietro. Ci sono tanti luoghi straordinari per i bagni e gli aperitivi in spiaggia. Che almeno un’isola,  nel nostro mare, sia lasciata alla natura e a chi si impegna ogni giorno per proteggerla. Che Montecristo rimanga per noi un’affascinante montagna di granito in mezzo al mare, dominata da nuvole che ne incappucciano la cima. Un luogo magnifico e inospitale. Silenzioso e solitario, custode dei nostri sogni e della sua fragile biodiversità.

Link puntata del 21/06 (in diretta dall’arcipelago toscano)

Doris Zaccone

doris@capital.it

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isola di montecristo