Il giro del mondo in sette mesi
Ogni sera il planisfero appeso nel salotto di casa, con le puntine colorate a indicare i posti visitati, pareva dirci: ehi, guardate come sono grande…e ogni volta che lo guardavamo aggiungevamo una puntina mentale alla lista dei luoghi da visitare.
Quando la voglia di lasciare tutto e partire per vederlo davvero, questo mondo, comincia a pulsare…bè, hai solo due opzioni davanti: o lo seppellisci nella tua testa per sempre, sapendo che un giorno potresti pentirtene, o lo lasci fluire e crescere, aiutandolo a diventare reale.
Noi abbiamo deciso di lasciar libero questo desiderio, e farlo diventare realtà.
Decidere di partire per un Round The World non è una decisione di poco conto; partire per sette mesi per quattro continenti significa mettere in discussione tutto quello che sei stato fino a questo momento, e soprattutto tutto quello che hai pensato di essere in futuro.
Sai, studi, cominci a lavorare, raggiungi pure una buona posizione lavorativa, prendi casa insieme, e tutti attorno a te si aspettano che il prossimo passo sia il matrimonio o l’acquisto della casa, o magari un bimbo.
La naturale evoluzione della vita, in fondo. Ma noi abbiamo deciso che tutto questo può aspettare un pò, che per qualche mese possiamo vivere il nostro sogno. Che non vuol dire decidere di diventare un hippie, di abbandonare la società, come molti hanno cercato di drammatizzare la nostra scelta: significa decidere di vivere diversamente un periodo della propria vita, dandosi una chance per renderla più’ colorata e darle un pizzico di pepe e, chissà, cambiare le proprie prospettive e magari la vita stessa.
Una delle cose che questo viaggio ci sta insegnando è che si deve seguire la voce profonda dentro se stessi e cercare la propria via per essere felici, e le scelte verranno da se.
La voce profonda può essere il voler costruire una famiglia, investire sulla carriera, comprare una casa, comprare una macchina nuova…ognuno ha la sua voce da seguire.
E la nostra diceva “Parti!”
La domanda che tutti ci hanno ripetuto prima di partire è stata: Perchè?
La risposta è che non c’è un solo perchè, ce ne sono tanti. Il primo è perchè questa cosa ce l’avevamo dentro e dovevamo sfogarla.
E poi perchè la vita è breve, perchè nessun lavoro si merita la tua totale abnegazione e sacrificio nè la messa da parte dei desideri, perchè tutti i lavori sono eterni fino a quando una crisi non li azzera o fino a quando il tuo datore di lavoro decide che non c’è più posto per te nell’azienda per il quale hai dedicato 30 anni della tua vita, perchè fa bene sfidare se stessi, perchè se nel 2012 finisse il mondo non vorremmo morire nel traffico del Raccordo Anulare di Roma, perchè siamo curiosi, perchè da qualche parte ci sarà sempre una scrivania con un pc che ci aspetta, perchè bisogna darsi una chance, perchè fa bene mettersi in stand by per capire se si sta facendo la vita che si vuole, perchè per noi i soldi spesi in viaggio sono quelli spesi meglio, perchè viaggiare sette mesi costa quanto comprare un’utilitaria nuova…e poi, soprattutto, perchè no?
La seconda considerazione in genere è: “Beati, dovete avere un sacco di soldi!”, a volte fatta sotto forma di domanda nella forma: “Avete vinto la lotteria?”
E’ divertente poter sorridere e dire: No, e vedere il punto interrogativo che esplode nella faccia di chi si ha di fronte. Tanta, tantissima gente viaggia per il mondo, e sa che lo si può fare senza spendere una fortuna.
Purtroppo da noi il concetto di viaggio è per la maggior parte delle persone legato al concetto di spesa esorbitante, o della massima comodità, dei tour organizzati, dei villaggi turistici e del “All inclusive”.
Invece ci sono delle alternative, molte alternative, che ti permettono di viaggiare low cost, in posti da sogno, senza far arricchire i tour operator. Certo ci si deve adattare alle varie situazioni che si possono presentare, ma gran parte delle volte sono proprio queste situazioni strambe a rendere il viaggio qualcosa che non potrai dimenticare facilmente…
Spesso non si capisce che è solo un problema di priorità: viaggiare low cost in Asia costa meno di 600 Euro al mese. Ognuno decide di spendere i suoi 600 Euro come vuole: per un weekend a Capri, o per un mese girando per luoghi incantevoli in Thailandia…è solo una questione di scelte!
Il concetto chiave è che non bisogna essere ricchi per viaggiare: anche per noi è stato una sorpresa realizzarlo.
Quando il tarlo del Round the World si è infilato nelle nostre teste il primo passo è stato capire se l’avventura era affrontabile economicamente o meno. Avevamo sentito parlare dei biglietti RTW, ma non avevamo nessuna idea dei loro costi, e soprattutto di quanto sarebbe potuto costare viaggiare per un periodo cosi lungo.
Google ci ha aperto un mondo: scoprire i blog di decine di viaggiatori, e scoprire quanto poco costi viaggiare in alcuni posti da sogno, ha scoperto le carte in tavola. Così, dopo aver venduto le cose superflue ed aver fatto quasi un anno di “Monetorium”, ossia risparmio eliminando tutte le spese superflue (che vi garantiamo sono veramente tante nella nostra vita quotidiana), il viaggio è diventato realtà.
Il cammino tra il momento in cui l’idea di partire si è affacciata nella nostra testa, e il momento in cui siamo saliti sul primo dei 15 voli che ci porteranno dal Sud Est Asiatico alla California passando per Oceania e America del Sud, è durato circa dieci mesi: è stato pieno di momenti difficili, ma anche bellissimi.
Abbiamo impiegato circa cinque mesi a decidere l’itinerario, mettendo insieme i posti che ognuno di noi voleva visitare con la necessità di trovare un percorso che permettesse di navigare l’estate e la primavera, per minimizzare il bagaglio, tenendo conto di monsoni, uragani, stagione delle piogge.
Dopo 5 mesi di serate di studio su libri dedicati, e dopo aver migliorato sensibilmente le nostre conoscenze geografiche, ci siamo trovati una mattina di Agosto di fronte al mare a decidere se partire veramente o meno. E il mare, vecchio e saggio, ci ha suggerito il da farsi.
Presa la decisione, è arrivata la parte più difficile: comunicare la notizia alle famiglie e agli amici. Le reazioni sono state di soli due tipi, e per tenersi su una cifra ottimista possiamo dire che l’80% ha rischiato lo svenimento, e si è pronunciata nettamente contraria alla cosa.
Poi il lavoro: una cosa è dire “Mi licenzio!”, altra è alzarsi una mattina, scrivere e firmare la lettera di dimissioni e consegnarla alle Risorse Umane. E se il tuo contratto è un tempo indeterminato e tutti ti considerano un’ingrata, guardare il foglio con le dimissioni timbrate e accettate può generare attacchi di panico.
E poi i preparativi, l’organizzazione del trasloco, l’asta a casa per vendere parte degli oggetti inutilmente accumulati e per salutare gli amici, il trasloco, le feste di Natale in famiglia, i saluti e le lacrime…e il primo volo. Affrontato col sorriso, senza più lacrime, consci e contenti di aver scelto di seguire la strada dei desideri.
Ora, dopo tre mesi e mezzo di viaggio, guardando indietro, sembra che nessuna scelta sia mai stata più’ saggia nella nostra vita. Tutto quello che sembrava insormontabile e difficile si è sciolto di fronte al piacere di viaggiare a tempo pieno…gli odori, i rumori, i colori, le facce e i sorrisi visti attraverso l’Asia, l’Australia, la Nuova Zelanda, e ora il Sud America, ripagano tutti i dubbi, le paure, le ansie.
E pure tutti questi dubbi e paure, non potevano non esserci, perchè hanno creato la nostra voglia di partire, l’hanno preparata a sapere che non sarebbe stata una crociera, ma un’avventura completa, con i suoi momenti difficili e qualche casino da affrontare, ma anche con momenti indimenticabili e posti davvero meravigliosi.
Quando abbiamo scelto il nome del nostro blog l’abbiamo scelto con cura, pensando a che genere di significato volessimo dare al viaggio: stiamo sfogliando pian piano questo mondo, cercando di vivere i paesi che visitiamo, studiandoli, chiacchierando con gli anziani, tenendoci lontani dai posti costruiti per i turisti occidentali, preferendo le lunghe camminate alla vita notturna…lasciandoci dietro solo impronte, come diceva non ricordo chi, cercando di rubare qualcosa di particolare, da poter fissare nei nostri ricordi e nelle migliaia di foto fatte ad longitudini e latitudini più disparate. Come diceva qualcuno “il mondo è come un libro, se non viaggi ne leggi solo una pagina”…
Non sappiamo come evolverà questo viaggio, tanto meno sappiamo che ne sarà dopo delle nostre vite. Una cosa è certa: un giorno, avremo un sacco di storie da raccontare ai nipoti 🙂
NOTA: Se volete saperne di più, condividere con noi le avventure che stiamo vivendo durante il nostro viaggio intorno al mondo, oppure semplicemente vedere dove siamo adesso, date un’occhiata al nostro blog www.flipthroughtheworld.com, che appunto significa “sfogliare il mondo”, oppure scriveteci al nostro indirizzo email doppia.effe.rtw@gmail.com