Sara Zappella, coach in nutrizione a Minorca
by Gloria Vanni
Nome: Sara
Cognome: Zappella Notaro
Nata a: Nola (Napoli)
Professione in Svizzera: Assistente del personale poi coach in nutrizione
Professione a Minorca: Coach in nutrizione
Amarsi per avere un buon rapporto con il cibo. Semplice, vero? Eppure mangiare bene è una delle cose più difficili da mettere in pratica. Per mille e uno motivi che, come si suol dire, si perdono nella notte dei tempi e nelle storie di ognuno di noi.
Non è questa la sede più opportuna per scendere negli inferi dei disturbi alimentari ma, dato che prevenire è meglio che curare, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Sara Zappella, coach in nutrizione in Canton Ticino (Svizzera Italiana) e ora a Minorca. In questa intervista ci racconta di sé e di come insegna a mangiare in modo consapevole e duraturo nel tempo.
Classe 1981, un fratello, Alessandro, papà napoletano e mamma di Zurigo, Sara nasce in Italia dove vive fino ai 14 anni. L’alimentazione è una nota predominante della sua vita; infatti, nella sua famiglia erano commercianti di alimentari e ristoratori.
Sara cresce tra il buon cibo e quel calore partenopeo che l’aiutano a ambientarsi anche al di sopra del 46° parallelo nord. Dopo gli studi commerciali, acquisisce una specializzazione nella gestione del personale e, racconta: «Ho lavorato in grandi aziende come assistente del personale fino al 2018, poi ho rivoluzionato la mia vita e ho deciso di intraprendere gli studi in nutrizione».
Perché questa scelta, Sara?
«È un tema che mi ha sempre appassionata. Cucina, sana alimentazione, prodotti genuini. I miei studi in Gestione del personale sicuramente mi hanno agevolata nell’approccio con le persone a livello empatico e di aiuto. Con la nascita del mio secondo figlio, ho deciso che volevo un lavoro totalmente autonomo per potermi dedicare ai miei figli e alla mia famiglia.
Ho un diploma come coach in nutrizione e educatrice alimentare, lavoro sulla prevenzione e con persone sane insegnando loro, attraverso i miei percorsi personalizzati, a mangiare in modo corretto tenendo presente l’aspetto psicologico e la parte emozionale. Perché il cibo è emozione e la maggior parte di noi non ha un rapporto corretto con il cibo».
Educare a mangiare in modo corretto: cosa fai?
«Insegno uno stile di vita che sia per sempre. Non prescrivo diete. Insegno a mangiare in modo consapevole e duraturo nel tempo, lavorando sulla parte emozionale. Sono a fianco del mio cliente con diversi percorsi che durano almeno 3 mesi. Questo è il tempo necessario per ottenere dei risultati e imparare a mangiare correttamente amando il cibo. Viviamo in una società che ci impone etichette e stili “preconfezionati” e standardizzati, con un senso di colpa costante, io parto da questo accompagnando e seguendo il cliente. Un ritorno ad amarsi in primis per poi amare il cibo. Sono un’alleata della persona che seguo e, in nessuno momento, c’è giudizio ma solo supporto. Per me non esistono le parole “dieta” e “sgarro”».
In che modo segui i tuoi clienti da Minorca?
«Il lato positivo della pandemia è che ci ha aiutati a guardare oltre certi schemi e io lavoro prevalentemente online. Propongo percorsi personalizzabili con piani alimentari settimanali, un appuntamento di coaching una volta al mese online e settimanale via Whatsapp. Consegno un vademecum sull’alimentazione sana e consapevole, con linee guida e piatti equilibrati, ricette semplici e gustose adatte a tutta la famiglia, con indicazioni su come leggere le etichette e insegno a fare una spesa consapevole. In Svizzera facevo anche incontri e corsi con i bambini che possono essere veicoli di educazione per i genitori.
È in preparazione la nuova versione del mio sito nutrimente.ch anche in spagnolo e sto progettando nuovi percorsi per Minorca – fare la spesa insieme, per esempio -, nonché il lancio di alcuni corsi online e in presenza… ».
Ecco, parliamo di Minorca, sei arrivata qui a giugno 2021 con Davide, tuo marito, Melissa e Nathan, i tuoi figli: facciamo un bilancio di questi primi due anni?
«È stato un periodo intenso, importante, di profondi cambiamenti, di crescita, di gratitudine e anche di grandi insegnamenti. Mi sono dedicata alla famiglia e ho supportato mio marito nella sua nuova attività sull’isola. Davide è sempre stato il mio primo fan, ora è tempo di dare nuovamente spazio alla mia professione che mi dà soddisfazioni professionali e personali. Infatti, con alcuni clienti non solo abbiamo raggiunto l’obiettivo nutrizionale ma siamo anche diventati amici!».
Torniamo ancora un momento alla nutrizione: come definisci il tuo approccio?
«Ho un approccio inclusivo e basato sull’intuitive eating e la mindfulness. Ho scelto di abbandonare numeri e grammi. Sostituisco grammi e porzioni con le mani e insegno ai miei clienti ad ascoltare il proprio corpo con consapevolezza, senza cibi proibiti. Così abbiamo modo di percepire i nostri limiti e scopriamo i nostri punti di forza. Le persone non devono sentirsi schematizzate con numeri e grammature ma accolte con consigli pratici e utili che indichino la buona strada verso un’alimentazione equilibrata personalizzata».
È possibile applicare il tuo approccio nutrizionale alla cultura alimentare spagnola?
«Certamente, non sarà semplice, le abitudini culinarie e gli orari sono differenti: In Spagna si pranza molto tardi, alle 15 circa e non si cena prima delle 21-22, però è una sfida che accolgo con piacere».
Se ti volessero contattare per iniziare un percorso con te, dove ti possono raggiungere?
«Al momento il mio profilo Instagram è la mia fonte di conoscenza principale e, come già detto, ho un sito internet dove poter visionare i pacchetti e contattarmi direttamente. Chi mi segue sui social è prevalentemente di lingua italiana (@nutrimente.ch). Ogni giorno condivido, momenti di vita quotidiana, consigli utili, professionalità e ricette».
Cosa fai a Minorca quando non lavori e sei libera da impegni familiari?
«Pratico Pilates che è la mia grande passione, tutte le settimane, la mattina. Amo leggere, fare passeggiate al mare, condividere il mio tempo con gli amici e la buona cucina.
Come ti senti con i minorchini?
«Mi sono sentita accolta, sono grata per questo e ho trovato degli amici. Poi, la scelta di vivere a Alaior è estremamente felice: c’è sempre qualcosa da fare, ci sono un sacco di attività in estate e in inverno. I miei figli escono da casa e vanno a scuola da soli. È un ritorno alla mia infanzia, di provincia, era così più di 30 anni fa».
Cosa consigli a chi vuole trasferirsi a vivere Minorca?
«Consiglio di rispettare le loro tradizioni e la loro cultura. Imparare a conoscerle giorno dopo giorno, è un aiuto per ambientarsi nel modo migliore in un luogo dove l’unica cosa che non amo, senza dubbio, è l’umidità!».
Anch’io odio l’umidità! Siamo d’altronde in una porzione di terra in mezzo al mare e questo è l’unico aspetto negativo di un’isola che, grazie all’umidità, è verdissima anche in estate.
È giunto il momento di salutare Sara e di ringraziarla per il suo sorriso così comunicativo.
È quello di una napoletana che vive con le regole e la disciplina svizzera nel cuore, afferma.
In ogni caso, è una mescolanza davvero speciale!