La Polonia cambia look e diventa sempre più europea

Di Gianluca Ricci

 

Chi la Polonia l’ha conosciuta solo navigando fra le migliaia e migliaia di immagini che la rete propone delle sue città e del suo territorio in genere non può avere allontanato da sé l’idea che si tratti di un tipico Paese dell’est Europa, uno dei tanti che, subita l’invasione culturale (o più spesso militare) russa, ci si è adeguato senza poi reagire alle spinte progressiste della storia più recente.

Insomma, nella testa di chi in Polonia non ci ha mai messo piede, quella nazione risulta decisamente più a est di quanto la geografia non lo abbia collocato.

E invece la Polonia è proprio nel bel mezzo del nostro continente, anche culturalmente, e ne costituisce una comunità significativamente esemplare: volendo semplificare, ai limiti della banalizzazione, ci si potrebbe arrischiare a dire che sembra più uno stato della confederazione tedesca che non un territorio ex satellite di Mosca, nonostante con i russi abbia avuto intimamente a che fare per decine di anni prima che la caduta del muro di Berlino trascinasse con sé anche quella delle classi dominanti filosovietiche.

Oggi, anche grazie ai cospicui investimenti che l’Unione Europea ha deciso di fare su quel martoriato territorio, la Polonia si sta dando una nuova immagine e sta facendo di tutto per cancellare le tracce di un recente passato che pochi sono disposti a ricordare volentieri.

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Alcune delle sue città sono diventate meta di un turismo di massa come mai era accaduto nei decenni precedenti e passeggiare per le strade di Cracovia o di Danzica risulta piacevole come passeggiare per le strade di Amburgo o Brema, tanto più che le architetture ricordano molto lo skyline di quelle città, inevitabile visto che per secoli polacchi e tedeschi hanno convissuto spesso addirittura sotto lo stesso regime governativo.

Da Paese cuscinetto spesso in balia delle follie dei suoi ingombranti vicini, la Polonia si sta costruendo una nuova immagine, e vuole farlo all’insegna dell’europeismo spinto, nonostante qualche provvedimento legislativo non sempre si sia sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda.

Ma la gente ha voglia d’Europa e lo dimostra vivendo all’europea, come se il suo passato trascorso all’interno del blocco orientale non ci fosse mai stato.

È questa l’aria che si respira nelle sue città, grandi o piccole che siano: decine e decine di cantieri stanno velocemente trasformando la loro fisionomia, un maquillage necessario perché forma e sostanza possano viaggiare di nuovo in armonica simbiosi.