Paolo Goglio

“Ci sono state molte occasioni in cui la mia vita ha cambiato direzione, a volte anche in maniera molto brusca e senza preavviso. Nell’ultima grande crisi (o presunta tale) del 2009 mi sono ritrovato improvvisamente senza clienti e nel giro di pochi mesi da imprenditore ad ex-imprenditore. Un attimo dopo ero sull’orlo di un baratro di cui sembrava impossibile vedere il fondo e meno che mai ipotizzare una via di uscita. Eppure c’era qualcosa di inestinguibile, una fiamma di vita, una piccola luce che niente e nessuno avrebbe potuto spegnere in me e probabilmente in ciascuno di noi: il mio desiderio di vivere, gioire, essere, amare e cogliere, assaporare e valorizzare con estrema pienezza ogni minuto, ogni istante, ogni momento…

Ho iniziato a rifiorire dentro di me con una visione nuova, un rapporto nuovo e ho scritto un mio primo libro intitolato proprio CODICE DI RINASCITA: è possibile catalogare, identificare, quantificare quell’attimo in cui dal buio più profondo iniziamo a risalire? Era solo l’inizio di un lungo cammino. Ora sono quasi 9 anni che scrivo, viaggio, fotografo e racconto la mia interpretazione delle grandi magie della vita attraverso una serie di film e documentari che distribuisco a 26 televisioni in tutta Italia tra cui Odeon tv, TeleMilano e Telecapodistria.”

Paolo Goglio

Paolo, quale è stato il tuo primo filmato e come è giunto alle televisioni?

Il primo video è nato quasi per caso, ho sempre avuto passione e professione per il mondo dell’immagine così, quando mi sono ritrovato di fronte alla drammatica soluzione di chiudere l’attività, ho iniziato a vendere tutto quello che avevo e in ultimo mi sono trovato di fronte ad una scelta molto difficile: ho deciso di rischiare e ho venduto anche la casa per acquistare alcune telecamere ad alta definizione di ultima generazione, un computer in grado di realizzare editing video professionale e alcuni accessori per ottimizzare le riprese in esterni. Ho sentito il desiderio profondo di riuscire a trasmettere con delle immagini qualcosa di bello, gratificante, autentico, volevo registrare non solo la bellezza dell’ambiente, del territorio, un borgo o una città, ma rendere omaggio alla creazione nella sua totalità, nella sua completezza.

E così ho iniziato a riprendere una escursione in montagna durante il disgelo di primavera: gli ultimi nevai si trasformavano via via in piccole gocce di acqua purissima che rifletteva i raggi del sole, si univano in un piccolo rivolo che dava vita ad una sorgente. Ho intitolato questo video CACCIATORE DI SORGENTI e da quel momento ho iniziato ad esplorare il mondo con occhi diversi, alla ricerca di ogni minimo particolare, a riflettere il mio pensiero in uno strato diverso, certamente più autentico e naturale di molte abitudini che avevo in precedenza.

La purezza, la luce, questa visione della nostra sorgente interiore che rappresenta l’origine del nostro essere e, su piani maggiori, l’origine della creazione stessa, sono diventati l’ampio palcoscenico dove i protagonisti sono il singolo filo d’erba, la singola roccia, il singolo fiore, la singola foglia di ogni singolo ramo su ogni singolo albero della foresta. Le nuvole, il vento, il sole e i tramonti, la terra e le acque hanno caricato la mia fantasia creativa di una fertile, inesauribile energia che mi ha consentito di rialzarmi, uscire dal baratro e salire verso qualcosa di grande. Era un percorso interiore ma tutto quello che avveniva dentro di me diveniva, contestualmente, anche la mia realtà esteriore. Dopo pochi mesi ho girato un film intitolato: DALLE SORGENTI AL MARE. La visione del mio cammino si era allargata e volevo trasmettere, tramandare questa magica sensazione di grandezza e di bellezza. Ho iniziato a contattare alcune televisioni indipendenti ricevendo sin da subito ampio consenso sulla qualità delle immagini e delle tematiche esposte. Tra queste Odeon TV, che allora era uno dei più importanti network nazionali, mi ha commissionato 35 puntate da programmare in prima serata. E’ nato così il format televisivo AMORE CON IL MONDO che oggi è giunto alla sesta stagione. Più di 150 puntate realizzate nei meravigliosi scenari del mondo.

Hai girato numerose puntate in Italia ma anche all’estero. Quanti paesi hai visitato con le tue telecamere e dove ti piacerebbe giungere?

Inizialmente avevo molte difficoltà ad affrontare le spese di viaggio e così mi spostavo sui territori della Lombardia prossimi alla mia residenza: fiumi, laghi, montagne e città. Sognavo di portare questo mio messaggio altrove e al tempo stesso mi lasciavo trasportare dal vento, guidare dagli eventi confidando che sarebbe giunto quanto desideravo. Infatti sono stato contattato da numerosi gruppi, compagnie di viaggio, associazioni e enti turistici e ho realizzato delle meravigliose puntate di AMORE CON IL MONDO nel deserto del Sahara, in Kosovo, Bosnia, Croazia, Slovenia, Albania, Montenegro, Olanda e Danimarca.

Mi sono attrezzato per essere sempre più efficiente migliorando sia le attrezzature che le mie stesse capacità umane e professionali, artistiche e tecniche e oggi mi sento certamente pronto per realizzare qualcosa di importante.

Il prossimo sogno è giungere ai grandi network nazionali, avere a disposizione una struttura, dei budgets e potermi concentrare e dedicare il mio focus alla qualità e alla bellezza dei contenuti, magari coinvolgendo altre persone e condividere sempre di più e sempre oltre quello che considero essere un messaggio di luce, di pace e di amore. E’ sufficiente che un responsabile di Rai, Sky o Mediaset magari visionando casualmente una puntata di Amore con il Mondo, si faccia catturare anche solo per un istante dalla magia di questa forma di comunicazione e… avviene qualcosa di diverso, più grande tutto qui. Semplice no?

Di recente hai lanciato anche una proposta di volontariato per realizzare un film per le sale cinematografiche.

Nel 2018 ho aperto una associazione proprio per dare vita a progetti avanzati, coinvolgere in un programma di attivismo e volontariato tutti coloro che desiderano portare una visione della vita positiva e propositiva. Forse il segreto è proprio nella semplicità e autenticità di un preciso linguaggio di comunicazione e se questo potesse giungere al grande schermo le emozioni potrebbero indurre un cambiamento importante dei modelli comportamentali, dello stile di vita e delle relazioni sociali. Cambiando la percezione della vita cambia il nostro stato d’animo, il nostro umore e di conseguenza possiamo persino concederci quello che oggi sembra un lusso utopistico: essere felici.

Ci sono già molti amici e molte amiche che si sono associati al progetto cinematografico, abbiamo già realizzato un piano di produzione dettagliato in tempi, costi, soggetto e sceneggiatura, struttura organizzativa, artistica e tecnica. Ora deve solamente unirsi a noi un produttore che si sente chiamato a compiere lo stesso disegno, magari degli attori, un personaggio famoso, un testimonial importante… non possiamo sapere come si compirà questo progetto. Ognuno ha la sua parte nel film come nel grande gioco della vita.

Dai possibili ricavi in questo caso potrebbero esserci ulteriori sviluppi anche sul piano sociale?

Certamente! E’ solamente una questione di mezzi e di risorse. Una volta appresa la metodologia di comunicazione è possibile, con estrema semplicità, applicarla a qualunque ambito di carattere sociale.

Non è semplice accorgersi di quello che avviene in un bosco, un prato, una spiaggia o una scogliera, rapportarsi con un granello di sabbia piuttosto che una immensa prateria, dialogare con una rondine, una stella, sentire che siamo parte di tutto questo e non del sistema metropolitano, consumistico, mediatico o arrivistico. Ecco che le grandi enfasi della vita si spostano quasi automaticamente, ecco che alcune sofferenze gratuite, alcuni tormenti sociali possono trasformarsi, la singola visione può cambiare e quindi anche la visione sociale. La crisi diventa il suo esatto contrario: una meravigliosa opportunità.

Invece di soffrire perchè mancano alcune cose materiali, provare a renderci conto che quelle stesse, magari, sono assolutamente inutili! Passatempi, gadgets, soprammobili, collezioni, interessi e riempitivi che tendono a saturare la nostra vita “consumistica” per catapultarci in una spirale senza fine dove sembra che sia impossibile vivere senza una infinità di cose. La pressione dei canali di presunta informazione oggi è talmente elevata che si è venuto a determinare un immenso caos interiore e la contaminazione a livello soggettivo è enorme con dei drammatici riflessi anche sul piano sociale. Proviamo con estrema semplicità a immaginare che al calo dei consumi corrisponda un calo degli sprechi, degli sperperi, del consumo di materie prime e quindi anche un minor sfruttamento dell’ambiente e un minore inquinamento?

Anzichè quantificare sempre le cose sul piano di un interesse di ordine superiore (in questo caso economico/politico) proviamo a portarle in noi, ricollegarci a quella essenza smarrita per chiederci: “Chi siamo? Cosa desideriamo realmente? Quali sono i nostri sogni? La nostra missione di vita? I nostri gusti e le nostre ambizioni?”

Fino a quando ci riflettiamo di fronte alle vetrina di un megastore è evidente che l’ipnosi e il fascino di tanti oggetti brillanti e luccicanti ha il potere di sedurci e condizionare le nostre scelte al punto di governare interi decenni della nostra vita. Non c’è niente di male, semplicemente non siamo noi stessi, siamo figurine nell’album, pedine sulla scacchiera, fino a quando le cose vanno senza particolari problemi possiamo continuare così, uniformati e conformati ma quando le cose cambiano, quando il sistema stesso collassa su se stesso è veramente inutile insistere per ricostruire le cose allo stesso modo, per mantenere presunti valori o presunte istituzioni che non esistono più, non funzionano più.

Rinascere significa proprio fare magari le stesse cose ma in un modo diverso, ovvero cambiare radicalmente. Io oggi vivo da 4 anni in un campeggio, giro il mondo con la mia capanna mobile, il mio amatissimo cagnolino Dastan, le telecamere e la bandiera di AMORE CON IL MONDO. Non ho quasi più nulla di materiale ma al tempo stesso ho qualcosa che nè il fisco, le banche equitalia o l’iniquo sistema deviato e corrotto possono portarmi via: la mia gioia per la vità e il mio amore per il mondo!

Queste cose non sono sequestrabili, pignorabili, tassabili ma di sicuro sono le più preziose!

Ecco: ora immaginiamo che queste argomentazioni, confrontate con il maggior numero di persone possibile, testate e sperimentate da figure referenziate quali ad esempio delle Università o delle comunità scientifiche, possano essere catalogate, definite in uno schema con delle categorie un pò come avviene con i motori di ricerca e ricavare la mappatura delle forme di pensiero. Qualcosa di unico nel suo genere che potrebbe rivelarsi straordinario nella terapia di numerose forme di depressione, ansia e inquietudine che oggi sono tra i mali più diffusi in assoluto a livello mondiale. Ed è normale che sia così perchè manca la visione più semplice delle cose, quella più piccola, quasi invisibile e nascosta dietro un enorme costruzione di abitudini, convinzioni, credenze, pregiudizi e distorsioni.

Allo stesso modo, migliorando il nostro rapporto con il mondo e con la vita, ci si predispone naturalmente ad affrontare tematiche ambientali: non più solamente un mondo da sfruttare, avere e possedere, usare e quantificare ma soprattutto un mondo da vivere, amare e rispettare.

Le cose più preziose sono piccole, semplici e alla portata di tutti.

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