Ottimismo per la settimana di Pasqua

Secondo le ultime previsioni, le Isole Baleari raggiungeranno i 20.000 pernottamenti negli hotel.

Lo scenario internazionale teso e la persistenza della crisi epidemiologica costringono gli analisti del turismo ad agire con prudenza e cautela quando si tratta di prevedere l’andamento del settore nei prossimi mesi.

Tuttavia, la realtà è che le previsioni, almeno per quanto riguarda la Pasqua, invitano a un relativo ottimismo, soprattutto nel caso delle isole, dove le prenotazioni alberghiere per questo periodo dell’anno superano di quasi il 50% le cifre del 2021.

Secondo i dati della piattaforma Dingus, nel caso della destinazione Baleari, le prenotazioni negli stabilimenti alberghieri e ricettivi per la Settimana di Pasqua 2022, che inizierà il 10 aprile e finirà il 17, sono già vicine ai 20.000 pernottamenti. Questa cifra implica un aumento spettacolare del 46,7% rispetto alla settimana di Pasqua 2021.

Infatti, secondo le conclusioni del rapporto di Dingus, i 42 milioni di richieste di prenotazione alberghiera che questa azienda ha gestito ogni giorno durante praticamente i primi due mesi di quest’anno, suggeriscono che gli indicatori positivi prevarranno su quelli negativi nell’imminente stagione di Pasqua, che inizierà praticamente tra un mese. In effetti, il confronto con le vacanze di Pasqua dell’anno scorso è più che conclusivo.

Così, nelle Isole Baleari il numero di prenotazioni alberghiere è vicino a 20.000, cioè quasi il 50 per cento in più (46,7 per cento) rispetto allo stesso periodo di vacanza dell’anno scorso. Le isole nel loro insieme hanno superato i 117.000 pernottamenti, con un aumento del 50,2 per cento, mentre le cancellazioni effettive, al momento della chiusura dello studio, riguardano solo una prenotazione su quattro (26 per cento, appunto). Nel 2021, questa cifra ha raggiunto non meno del 57 per cento, e nel 2020, l’anno della pandemia, le statistiche sono state veramente devastanti, con il 92 per cento di cancellazioni che hanno causato il crollo dell’industria alberghiera delle isole.

58% DELLE PRENOTAZIONI DI PRIMA DELLA PANDEMIA

Il contenuto di questo monitoraggio in cifre è stato valutato da Paula Servera, responsabile del Business Development di Dingus. L’esperto ha riconosciuto che ad oggi, abbiamo solo il 58% delle prenotazioni nelle isole Baleari che esistevano prima della pandemia, a Pasqua 2019. Tuttavia, ha sottolineato, è importante tenere presente che manca ancora un mese all’inizio del periodo pasquale, e ha ricordato che, tre anni fa, più del 30% dei pernottamenti sono stati confermati con meno di 30 giorni di anticipo.

In ogni caso, Servera ha ammesso che non è ancora prevedibile, in uno scenario mondiale in cui la pandemia è ancora in vigore e minaccia con l’irruzione di future ondate di incidenza, per superare o raggiungere i risultati delle campagne di Pasqua precedenti, cioè, quelli di prima che la crisi sanitaria ed epidemiologica è iniziata.

D’altra parte, il consiglio di Dingus spera che l’equilibrio di questa stagione rimanga almeno vicino alle campagne che hanno preceduto il disastroso anno del 2020, a condizione che la situazione internazionale ed economica non continui a deteriorarsi, in riferimento diretto alle ostilità armate che stanno devastando il territorio dell’Ucraina da alcune settimane. Da questo punto di vista, Servera non esclude che le attuali buone previsioni in relazione alla Pasqua nelle Isole Baleari siano offuscate da una tendenza all’intenzione di comprare da parte dei clienti.

SISTEMA “ROOMNIGHTS”

Continuando con la valutazione del comportamento del mercato turistico nell’arcipelago in vista del primo grande evento vacanziero della stagione, il rapporto Dingus afferma che, basandosi esclusivamente sull’analisi dei dati e degli indicatori di vendita, gli acquisti attraverso il sistema dei “roomnights” rappresentano il 65% di quelli formalizzati nel 2019. Le prenotazioni con una durata di più di cinque notti rappresentano il 68%, un rapporto che, secondo Paula Servera, è molto alto, considerando che questo è un breve periodo di vacanza.

Per quanto riguarda le cancellazioni, il capo di Dingus ha evidenziato la “stabilizzazione” di questa variabile dopo l’impennata negli anni peggiori della pandemia. Secondo Servera, è anche significativo l’aumento del turismo familiare, che, commenta, è proprio il settore che aveva mostrato la maggiore riduzione.

Anche così, questo tipo di vacanza è ancora molto lontano dalle cifre di altri tipi di turismo. Così, per esempio, il turismo di coppia è, nelle isole Baleari, l’area con la più alta domanda, con il 45 per cento, chiaramente sopra il valore del 28,8 per cento del turismo familiare.

Lo studio Dingus approfondisce anche i canali di marketing per i luoghi di alloggio. La conclusione, se ci atteniamo alle isole, è che, anche se predominano le OTA (agenzie di viaggio online), con una quota del 32,1 per cento, rispetto ai TTOO (tour operator), con il 26 per cento, le operazioni effettuate attraverso quest’ultima procedura sono anche significative in vista di questa prossima Pasqua nelle Baleari.

I TURISTI CERCANO LA SICUREZZA DEI TOUR OPERATOR

I dati, nelle parole di Paula Servera, sono ben al di sopra delle statistiche del 2019, quando si attestavano al 17% delle vendite negli hotel collegati a Dingus. La direttiva comprende che questo comportamento dei viaggiatori, e il loro impegno con le TTOO, risponde allo scopo di cercare sicurezza nei loro acquisti, ricorrendo a opzioni più flessibili per la cancellazione, le modifiche della prenotazione o l’interruzione del soggiorno, vantaggi che le OTA non permettono.

Nel frattempo, l’attività turistica relativa alle Baleari continua ad essere guidata dagli operatori tedeschi, anche se Servera avverte che il mercato spagnolo continuerà ad essere essenziale durante le vacanze di Pasqua se la destinazione deve recuperare terreno dopo i due anni infelici della pandemia.

Per il settore turistico delle Baleari, le previsioni comunicate da Dingus Datahotel assumono una grande importanza quando si tratta di valutare l’importanza delle stagioni successive. In effetti, stiamo parlando di una piattaforma analitica che incorpora la tecnologia dei “big data” per estrarre il valore dei dati generati nelle prenotazioni e nelle ricerche degli hotel. Questa procedura permette l’analisi e la valutazione delle registrazioni ottenute da diverse fonti per ottenere una migliore visione delle performance di vendita e delle tendenze future.

Attualmente, Dingus ha un totale di 1.300 hotel collegati in 25 paesi e 52 destinazioni nei cinque continenti. L’azienda gestisce una media di 14.000 prenotazioni al giorno e supporta più di 1,5 miliardi di richieste di ricerca di prodotti al mese. Inoltre, il suo portafoglio di canali di vendita supera i 500 collegamenti con tour operator di diverso tipo in tutto il mondo.

Fonte: Menorca al Dia