La mappa della schiavitù nel mondo

Quando sentiamo parlare di schiavitù, pensiamo subito alla tratta dei neri trasportati in catene verso le Americhe.

La triste realtà, invece, è che la schiavitù continua ad esistere ancora oggi, e rappresenta una gravissima piaga per tantissimi paesi del mondo, con l’aggravante che non essendo noi consapevoli della sua esistenza, continuiamo più o meno intenzionalmente a coltivarla, anno dopo anno. In questo mondo o sei schiavo o sei schiavista. Se sei schiavo, sai di esserlo e probabilmente non hai neanche la possibilità di leggere queste righe, se, come credo, sei uno schiavista (inconsapevole), sappi che ci sono delle persone che in questo momento stanno lavorando per te.

Quel “gran pasticcio” che è la globalizzazione ci sta subdolamente ingannando e ci sta intrappolando in una realtà a senso unico. Noi viviamo in un mondo fatto di oggetti e di cibo. Noi li acquistiamo e lo facciamo sentendoci in pace con la nostra coscienza, perché li abbiamo pagati con denaro guadagnato onestamente: questa è la nostra realtà a senso unico. Ciò che non possiamo vedere (e in molti casi non vogliamo vedere) è il come quello che acquistiamo si sia materializzato davanti a noi. Non conosciamo con che tipo materiale è stato fatto, chi lo ha creato, con che tipo di sforzi e di energia è stato prodotto, quanti danni ha causato.

Che ci piaccia o no, proprio in questo momento ci sono schiavi sfruttati per soddisfare i nostri desideri consumistici. Quasi sicuramente i vestiti in cotone che indossi in questo momento sono stati prodotti sfruttando la manodopera di bambini uzbeki.

Quanti schiavi lavorano per te in questo momento? Slavery Footprint ha pubblicato online un test interattivo che, in maniera veloce, stima quanto pesano le nostre abitudini di spesa nel contesto del lavoro forzato visto che quello che mangiamo, i nostri vestiti e tutto l’hi-tech che ci circonda in molti casi contribuisce alle nuove forme di schiavismo.

A differenza dei secoli passati, gli schiavi di oggi, hanno un bassissimo costo d’acquisto (mediamente meno di 100 euro), perciò gli sfruttatori usano queste persone finché sono giovani e forti, poi le abbandonano, trovando molto facilmente “merce più fresca”, in un circolo vizioso senza fine. Sono almeno 36 milioni gli schiavi moderni, un numero decisamente superiore alle epoche in cui la schiavitù era legale, tempi in cui una persona veniva venduta a prezzi equiparabili ai nostri 30/40 mila euro.

Qui di seguito voglio indicare i paesi migliori e i paesi peggiori rispetto a questa specifica tematica. Vorrei anche specificare che tutti i dati e le informazioni presenti in questo articolo sono state attinte dall’e-book Eden, trova il Tuo Paradiso Terrestre, opera che analizza le 50 tematiche-chiave della vita di un Expat, mettendo a diretto confronto tutti i 196 paesi indipendenti del mondo.

Chiunque stia affrontando un passo così importante come quello della scelta del paese in cui trasferirsi, dovrebbe rendersi conto in anticipo anche della realtà legata ad un tema delicato come quello della schiavitù.

Ecco quindi la classifica dei 10 paesi in cui vive la percentuale maggiore di persone vittime di schiavitù:

  1. Mauritania
  2. Uzbekistan
  3. Haiti
  4. Qatar
  5. Repubblica Centrafricana
  6. Siria
  7. Sudan
  8. India
  9. Repubblica del Congo
  10. Pakistan

Questa è invece la lista dei 10 paesi migliori, quelli in cui la percentuale di schiavi è più bassa:

  1. Irlanda
  2. Islanda
  3. Australia
  4. Austria
  5. Belgio
  6. Canada
  7. Danimarca
  8. Finlandia
  9. Germania
  10. Gran Bretagna

Spero di esservi stato utile. Per maggiori informazioni potete contattarmi qui

Roberto Stanzani