Lo scrittore ci racconta del suo viaggio in Oriente lungo 24.441 km

A cura di Enza Petruzziello

Costretti a rimanere in casa. Senza poterci muovere. Senza viaggiare, se non con la fantasia. Fino a pochi mesi fa se ci avessero detto che un terribile virus avrebbe impedito a milioni di persone nel mondo di muoversi liberamente, probabilmente gli avremmo riso in faccia.

Eppure è proprio ciò che ci ritroviamo ad affrontare in questi giorni per colpa del Covid-19. Anche i viaggiatori più accaniti hanno dovuto appendere la valigia al chiodo, per restare a casa ed evitare la diffusione del contagio.

Tra loro c’è Mario Cimarosti che proprio poche settimane fa ha pubblicato il suo primo libro: “Ai confini dell’Asia. Avventure e incontri tra zar sultani e maioliche”, frutto del suo lungo viaggio tra 14 fusi orari diversi nelle terre incantevoli della Via della Seta.

Quarantasei anni, originario della bellissima isola di Murano a Venezia, Mario durante i suoi tanti viaggi in Asia ha preso appunti, vissuto emozioni quotidiane e incontrato persone di popoli lontani e genti accoglienti ed ospitali, raccogliendo in oltre 20 anni esperienze straordinarie che gli hanno insegnato ad abbattere le barriere dei pregiudizi.

E così due anni fa, nel settembre del 2018, inizia a lavorare al suo libro, per far conoscere a più lettori possibili le meraviglie all’ombra di Zar, Sultani e maioliche. Un viaggio inteso, ricco di emozioni e di incontri, un percorso straordinario di 24.441 km.

«Spero, nel mio piccolo, di riuscire ad essere in qualche modo di sollievo a tante persone che oggi possono solo viaggiare restando a casa – ci dice Mario -. Certo, in maniera diversa però sempre sognando perché anche dal divano possiamo comunque leggere, scoprire, informarci e soprattutto sconfiggere la noia e la paura del momento attraverso un libro: #IOVIAGGIOSULDIVANO».

mario comarosti scrittore viaggiatore

Mario, da un viaggio fisico a un viaggio tra le parole. Come nasce l’idea di “Ai confini dell’Asia”?.

«Mi sono seduto ho chiuso gli occhi e ho cominciato un altro viaggio personale, riportando alla luce i ricordi dei volti, le gesta, la vita emozionale tra popoli ricchi di storia, cultura, paesaggi incantevoli attraversati dai più grandi conquistatori di tutti i tempi: da Alessandro Magno a Gengis Khan fino a Tamerlano. Ho trascorso due settimane nel mitico treno lungo la Transiberiana superando i paesaggi bucolici della Siberia, solcando le dune del deserto del Gobi in Mongolia, e ancora dalla muraglia cinese all’esercito di terracotta, attraversando tutta l’Asia Centrale fino a Samarcanda, continuando il mio viaggio nel Caucaso nelle terre dei guerrieri del fuoco in Azerbaijan, in Georgia e in Armenia dove ho condiviso il dolore del popolo armeno e del suo genocidio ed ho scoperto il grande orgoglio di questa gente che si è saputa rialzare.

Il mio viaggio è continuato fino ancora fino al Mar Mediterraneo, sfociando nelle acque tra il Mar di Marmara e il Mar Nero lungo il corno d’oro sul Bosforo, visitando e facendomi persuadere dai Palazzi dei Sultani nella storica Costantinopoli, l’attuale Istanbul».

Vivi nella bellissima Venezia, quanto hanno influito le tue origini nel tuo viaggio?

«Sono partito dalle mie origini, dall’isola di Murano dove è nato ed ha vissuto mio padre Ernesto (era artista vetraio), ispirandomi al mitico mio conterraneo Marco Polo ho viaggiato per tanti anni nelle Terre d’Oriente. Tutte le emozioni vissute in queste terre lontane sono fortemente legate alla mia città di mare Venezia: in Russia dove San Pietroburgo è chiamata la “Venezia del Nord”, in Cina a Suzhou villaggio di pescatori oggi soprannominato la “Venezia D’Oriente”, in Azerbaijan dove nella città della seta (a Sheki) ritrovo il vetro di murano nel Palazzo del Gran Khan, in Armenia terra legata ancora oggi a Venezia anche con il Monastero Mechitarista Armeno nell’isola di San Lazzaro e infine in Turchia a Istanbul dove il quartiere Pera si affaccia al Ponte Galata sul Bosforo, un tempo colonia veneziana».

ai confini dell'asia libro comarosti

Nel libro hai raccolto numerose storie. C’è una storia, oppure un paese, che più degli altri ti ha colpito?

«Ho una mia concezione del viaggio, secondo me bisogna viaggiare lenti per poter capire ed apprezzare la bellezza del nostro mondo. Lungo la via della seta si incrociano moltissimi Paesi, si superano ben 14 fusi orari diversi, quindi la scelta è ampia, devo dire però che l’Armenia è un Paese straordinario, con molti siti di grande cultura e una storia davvero suggestiva, il popolo armeno inoltre è cordiale, gentile ed ospitale, davvero una splendida destinazione! Proprio in Armenia è ambientato un aneddoto straordinario dove, seduto sul muretto di un Monastero Patrimonio dell’Umanità UNESCO, una cara amica armena di nome Nune mi racconta la storia dei suoi avi e di come questo popolo sia riuscito a risollevarsi dopo il genocidio dei primi anni del’900, un racconto commovente ed emozionante al tempo stesso!».

Un episodio che ti va di raccontare ai nostri lettori?

«Ricordo con estremo piacere il giorno in cui sono arrivato nella storica Costantinopoli, l’odierna Istanbul. Qui sono stato attratto dalle bellezze della città, dai suoi Palazzi dei Sultani stracarichi di maioliche e ori preziosi. Proprio a Istanbul, città di mare che si affaccia sul Bosforo sono stato accompagnato da un gattino che io ho chiamato “Kedir”, tutte le mattine mi aspettava nella zona Universitaria dove alloggiavo, gli portavo uno spuntino dall’hotel e poi cominciavo le mie visite della città, mi ha tenuto compagnia per molti giorni il piccolo Kedir. Bisogna sapere che in Turchia i gatti sono sacri, la storia narra che un gatto salvò la vita di Maometto dal morso letale di un serpente, da quel giorno tutti i cittadini turchi hanno estrema cura e rispetto verso questi animaletti che accompagnano ogni visitatore della immensa città. Nella foto si vede il simpatico Kedir mentre guarda la vetrina di una libreria in centro storico a Istanbul».

gatto

Che cosa significa per te viaggiare?

«Per me il viaggio è come l’aria che respiro, senza non si potrebbe stare. Ho fatto dei viaggi una mia totale versione di vita, cercando nella conoscenza, nella cultura, nell’ampliamento della condivisione con altri popoli, una forza d’animo estrema che mi ha permesso di vivere più libero e di abbattere ogni forma di pregiudizio».

In che modo ti ha cambiato questo viaggio?

«Questo percorso immenso attraverso mezzo pianeta ha riempito la mia anima di viaggiatore, mi ha avvicinato alla meditazione, scoperta e osservata in Oriente, diventando il viaggio stesso una insperata cura dell’anima, incentivando la mia sete di conoscenza, riempiendo la mia valigia di innumerevoli altri punti di vista».

Oltre a viaggiare e scrivere, di cosa ti occupi?

«Sono collaboratore delle Nazioni Unite avendo partecipato nel 1994 alla missione Albatros con i Caschi Blu dell’ONU per portare la pace in Mozambico sull’oceano indiano. Nel mio piccolo oggi cerco di diffondere la conoscenza dell’associazione onlus AMO (amici del Mozambico) che si occupa di costruzione di scuole per i bambini africani mozambicani».

il pane di Tamerlano

Stiamo vivendo una terribile fase della nostra storia. Le persone sono in casa, impossibilitate a muoversi. Ma un giorno riprenderemo a viaggiare. Ecco, se dovessi consigliare un posto da visitare, quale sarebbe?

«Sicuramente consiglio di visitare la Russia, il Paese più grande del nostro pianeta, un viaggio tra Mosca e San Pietroburgo è di certo un mix tra storia degli zar, cultura con il Museo Ermitage su tutti, un popolo straordinario che dimostra grande accoglienza verso chi giunge alle porte della capitale Mosca. Qui personalmente mi sono estasiato davanti a tanti siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la storia dei tesori degli Zar di Russia è misteriosa e affascinante, Mosca è una perla da custodire come una rarità e San Pietroburgo una Dea posizionata sulle sponde del Mar Baltico dove il vento dei mari del Nord la accarezzano facendone, nelle giornate di sole, risaltare i riflessi dorati delle cupole dei suoi storici Palazzi. In allegato una foto della sala dell’ingresso al Museo Hermitage di San Pietroburgo».

Progetti per il futuro?

«Sono già pronto per il mio prossimo viaggio, sarò molto lungo, certo nel mio libro “Ai confini dell’Asia” ho percorso 24.441 km sulla via della seta, mentre la mia prossima avventura sarà di circa 32.000 km in luoghi magici, dall’altra parte del nostro pianeta, non svelo altro perché sarà questo il mio prossimo libro. Stare a spasso nel mondo per me è come stare a casa, mi sento accolto e coccolato dalle genti lontane e dalle loro storie di vita».

In che modo possono contattarti i nostri lettori?

«Il mio libro è disponibile da qualche settimana in tutte le librerie d’Italia, oggi che siamo costretti a stare a casa può essere tranquillamente ordinato nei vari siti di spedizione online con consegna comodamente a casa. Per chi volesse altre informazioni potrà consultare il mio nuovo sito internet: www.mariocimarosti.it.

Inoltre possono visitare  YouTube dove troveranno un video con alcuni miei racconti di viaggio, basta cliccare su questo link: