Kastellorizo: l’ultima isola, la più lontana

C’è una sola isola sulla quale abbiamo sognato di fuggire ed è per colpa di un film, che ha il nome del nostro mare e il merito di averci fatto sentire “una fazza, una razza” con i greci. Mediterraneo, diretto da Gabriele Salvatores vinse l’Oscar nel 1991 e regalò a Kastellorizo la fama internazionale. L’ultima isola, la più lontana, proprio davanti alla Turchia, da dimenticata e sconosciuta, diventò il simbolo di tutte le isole. L’approdo di tutti quelli che stanno scappando. Mediterraneo.

La prima volta che sono arrivata lì, il mare era grosso e quando il catamarano ha virato per entrare in porto, ho temuto che il vento ci portasse via. Ma poi si è placato di colpo. Acqua azzurra e calma, case colorate e barchette di pescatori. La baia ci ha riparati come una mamma. Ho sentito un battito anomalo. Una specie di vertigine. Perché Kastellorizo o Megisti (il suo nome in greco) è tra le cose più belle che io abbia mai visto. Ma è la sua storia a rapirmi. Quella che in parte racconta il film e che potete farvi raccontare da Jorgos, nella sua taverna, Ta Platania. Bisogna un po’ sudarsela perché è in collina, in cima a una salita di gradini bianchi, in mezzo a cicale impazzite e gatti randagi. A fianco c’è una chiesa fatiscente, imperdibile e quei tavoli, in quella piazza bianca e polverosa, quel profumo, quelle facce sono la Grecia che immaginavo prima di vederla. Una casa, un passato conosciuto. Bocche sdentate, braccia che abbracciano e sorrisi che consolano. Maria era una bambina nel film, adesso è una signora grassa e allegra, suo padre mostra con gratitudine le foto del set e gli articoli di giornale. Questo posto era dimenticato e offeso dalla storia, prima. Ora lo conosce tutto il mondo, dice.

Kastellorizo - film mediterraneo salvadores

Dedicato a tutti quelli che hanno amato Mediterraneo: è il momento di tornare a Kastellorizo. Negli ultimi mesi sono sbarcati molti profughi siriani. Gli abitanti li hanno accolti, sfamati, vestiti. Ma c’è ancora bisogno di tutto e il timore che quest’estate i turisti non arrivino, spaventati dai migranti.  Per quanto piccola e lontana Kastellorizo non si mai è tirata indietro davanti a chi ha bisogno. Chi la ama può sostenerla, scegliendola ancora una volta per una fuga.

Oppure aiutando l’associazione: KKIP Refugee Aid

Riascolta la puntata del 16 Maggio 2016: Capital in the World


Se invece sognate un viaggio  di iniziazione da proporre ai vostri figli date un’occhiata qui: Ragazzi Avventura è un progetto patrociRnato (tra gli altri) da Save the Children, ATR, Libera contro le mafie e fa partire in treno sei ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Percorreranno l’Italia dalla Sicilia al Trentino Alto Adige. Incontreranno associazioni e volontari, cammineranno sui terreni confiscati alla mafia e vedranno, con i loro occhi adolescenti, la vera bellezza dell’Italia: l’umanità e l’impegno delle pratiche virtuose. Fino al 31 maggio ci si può ancora candidare per partire.

Ecco il link: Ragazzi Avventura.

Avete mai giocato a dare un colore ad ogni posto del mondo? Ad esempio, il bianco. Chiudete gli occhi e lasciatevi portare. Dove siete? Trani. Ostuni. Pammukale. Antartide. Oppure siete arrivati nel nord della Bolivia, in mezzo al più grande deserto di sale del mondo. Un’abbagliante distesa di bianco piena di crepe, specchi d’acqua, silenzio e fatica estrema. Il Salar de Uyuni si trova a 4000 mt d’altezza, è diventato la meta di quegli escursionisti che non temono niente. I pochi rifugi disponibili hanno letti durissimi e niente elettricità. Chi arriva dorme nel suo sacco a pelo, si accontenta di avere un tetto sulla testa, ma sentirà tanto freddo lo stesso. E la mattina troverà l’acqua ghiacciata nella borraccia.
Però vedrà cose che noi umani….

salar de Uyuni

Riascolta la puntata del 18 Maggio 2016: Capital in the World

Doris Zaccone

doris@capital.it

Capital in the world