Doris, ti andrebbe di parlarci del progetto che voi di Radio Capital state portando avanti con la collaborazione di Lonely Planet?

E’ un progetto nato per caso, dopo (ma forse durante) una visita in radio di Tony e Maureen Wheeler. Durante la preparazione dell’intervista lessi ‘Across Asia on the cheap’ e mi appassionai alla loro storia, a quel ‘viaggio iniziatico’ per una intera generazione di capelloni. Tony e Moreen erano solo due ragazzi affamati di mondo, non partirono certo per fondare la Lonely Planet! Eppure lo fecero. Li guardavo nelle loro foto del ’72: bellissimi, curiosi, pieni di vita. In studio da me, 40 anni dopo, mi sembrarono ancora così. Mi sono detta: viaggiare deve essere un modo per non invecchiare, per restare vivi. Voglio farlo in tutti i modi in cui mi è possibile. Alla radio ad esempio e con lo stesso spirito che ha creato le guide più prestigiose del mondo. Arrivare in un luogo per sentirne l’anima. Scrissi quattro pensieri confusi su un foglio A4 poi chiamai Lonely Planet Italia. Angelo Pittro disse: “Va bene, partiamo. E siamo ancora in viaggio”.

Lonely Planet e Radio Capital

Quali sono gli obiettivi che intendete raggiungere?

Doris: Raccontare che viaggiare è importante come studiare, come laurearsi, come leggere ogni giorno i quotidiani. Che non c’è un modo migliore per allenarsi alla democrazia e alla tolleranza. Che la Malaysia non è un posto pericoloso e pieno di fanatici integralisti e che si può entrare in una Township di Cape Town ed uscirne più vivi che mai, avendo toccato con mano la storia, l’orgoglio e la voglia di riscatto di un intero popolo.

Angelo: Strano, lo so, ma ancora oggi l’idea del viaggio è per molti legata a qualcosa di difficile realizzazione, specie se si parla di mete straniere: costi, difficoltà logistiche, linguistiche, presunta pericolosità di destinazioni ‘remote’. E questo riguarda anche persone di buona cultura. Del resto, l’80% degli italiani viaggia all’interno dei confini nazionali, ci sarà un perché. Ecco, l’obiettivo è ribadire un concetto semplice ma fondamentale: il viaggio è un sogno possibile, non occorre essere esploratori o pionieri. Basta informarsi, magari leggendo una guida Lonely Planet.

Quali meravigliosi angoli di mondo avete già visitato?

Doris: Norvegia, Berlino, Islanda, Sudafrica, Quebec, Messico, Malaysia, Scozia, Australia, Puglia, unico viaggio italiano al momento, ma per tanti versi il più sorprendente.

Angelo: Abbiamo cominciato con l’Europa: Norvegia, Berlino, Islanda. Destinazioni “così vicine, così lontane”. Poi abbiamo proseguito seguendo un percorso che ci ha portato a toccare i 5 continenti: l’Africa partendo dal suo punto più meridionale, il Sudafrica, poi Canada e Messico, la Malaysia, facile porta d’accesso a quell’Oriente che ancora in troppi percepiscono come ‘estremo’. Quest’anno siamo ripartiti dalla remotissima Scozia e siamo da poco tornati dall’Australia, così lontana eppure così piena di Italia, di Italiani: a Melbourne si può bere il caffè più italiano che ci sia fuori dai confini nazionali.

Lonely Planet e Radio Capital

E quali sono quelli ancora in programma?

Doris: Malta, Argentina (incrocio le dita), nuovamente Puglia…

Angelo: Tra poche settimane partiamo per Malta: la più piccola tra le nazioni europee, al centro del Mediterraneo. Meta economicamente accessibile e non ancora valorizzata come merita. Poi ci piacerebbe arrivare in Sud America, ma ci stiamo ancora lavorando, la destinazione è ancora in via di definizione.

E’ nata una stretta collaborazione tra Radio Capital e Lonely Planet. Da chi è nata l’idea di creare questa sinergia?

Doris: Tutte le idee sono di Angelo Pittro.

Angelo: Dovrei dire che è nata da un incontro tra due realtà, ma la verità è che l’idea è venuta a Doris nel corso di un incontro. Tra persone.C’è stata subito intesa?

Doris: No. Anzi. Ci sono state litigate furiose. Avete mai letto una Lonely Planet? E avete presente i tempi radiofonici? Questo progetto funziona come un viaggio vero, c’è tutto il bello e tutto il brutto dell’incontro con gli altri (chiunque essi siano) e l’impatto con un altrove più o meno lontano da noi, in ogni senso. Arrivare dall’altra parte del mondo appare decisamente più affascinante che girare l’angolo. Gli aborigeni, le norvegesi, i pescatori messicani, i berlinesi dell’ex DDR di sicuro sono più stimolanti dei colleghi che incrociamo ogni giorno. Eppure questi viaggi cominciano incontrando loro. E dipendono totalmente dalla sintonia del gruppo. E’ davanti al tuo vicino più prossimo che ti accorgi delle tue barriere, dei pregiudizi duri da confessare. Ho pensato le cose peggiori dei miei compagni di viaggio prima ancora di parlarci davvero. Non conoscevo i miei colleghi prima di queste trasferte (e questo ha rappresentato una fortuna, in alcuni casi) e posso dire di avere davvero capito a cosa serve una guida dopo il viaggio in Puglia. Una destinazione esotica ti induce istintivamente a documentarti. Casa tua no. L’idea di fondo è: cosa può dirmi una guida del mio Paese che io non sappia già?

Angelo: Veramente non c’è affatto intesa! 😉 Litighiamo ad ogni viaggio perché guardiamo le cose in modo diverso e soprattutto vogliamo raccontarle in modo spesso incompatibile. Poi quando il microfono si apre io mi accorgo che ha ragione Doris: sono una persona noiosissima, riesco a essere utile solo quando “presto” la mia voce ai testi scritti dall’autore della nostra guida.

Quali risultati state ottenendo tra la gente?

Doris: Gli ascoltatori di Capital in the World e in generale di radio Capital sono speciali. C’è una corrispondenza di amorosi sensi tra noi, un’ affinità di interessi e spesso la stessa visione del mondo, quindi è facile capirsi. Un’ascoltatrice di Milano una volta mi ha fatto piangere in diretta, dicendo così:“Non posso andare da nessuna parte al momento, ma proprio per questo ho bisogno di sognare, di sapere che esistono spiagge bianche e cieli azzurri e un intero mondo da vedere. Ho una lista lunghissima di luoghi sognati, si allunga ogni giorno. Sono sicura che presto partirò e grazie a voi so già per dove”. Certo c’è anche chi associa il viaggio al concetto di status symbol e ritiene che il tema sia pretenzioso e di cattivo gusto, soprattutto in un periodo così difficile. Un ascoltatore mi ha scritto: “Non ti vergogni a parlare di viaggi?”. No. E neanche a parlare di libri o di cinema. Non mi vergogno della mia curiosità. Non mi vergogno nemmeno di viaggiare. Spesso non posso farlo, per ragioni economiche o per mancanza di tempo. Ma tutti i miei risparmi di denaro e di tempo li investo così. Dovrebbe vergognarsi chi ci ha indotti a credere che non abbiamo diritto alla conoscenza del mondo e alla felicità.

Lonely Planet e Radio Capital

Angelo: Gli ascoltatori di Capital in the World sono sempre estremamente calorosi nei nostri confronti e da quello che ci scrivono sembra che l’idea di partecipare virtualmente a un viaggio sia di loro gradimento. E poi c’è il riscontro delle persone che incontriamo sul posto: viaggiare è un gioco intelligente e meraviglioso che crea complicità immediata e rapporti sorprendentemente sinceri. Anche con persone con cui hai trascorso solo poche ore della tua vita.

Il vostro, è un modo nuovo di raccontare il mondo. Ma quanto lavoro c’è dietro ogni servizio?

Doris: Tanto lavoro. Soprattutto in fase di pianificazione e per questo non ringrazierò mai abbastanza i ragazzi di Lonley Planet per tutti i paletti che sono costretti a dribblare ogni volta: decidere dove andare, cosa fare, come farlo e combinare tutto questo con le esigenze tecniche del programma. C’è un Paese da visitare, gente da incontrare, ma anche una diretta da realizzare ogni giorno, qualunque cosa accada. E a seconda del fuso orario si va in onda alle 6 del mattino o alle 10 di sera. Tutte le attività e gli spostamenti vengono incastrati di conseguenza con precisione certosina, ma se buchi una gomma al centro esatto dell’Islanda o in mezzo all’outback australiano, chi glielo dice al direttore?

Angelo: Io sono tra coloro che pensano che basti una carta di credito per partire (e un paio di scarpe buone, come si usa dire). Ma devo riconoscere che, specialmente quando il tempo a disposizione è poco, è fondamentale leggere quanto più possibile per non sprecare l’occasione di vivere ciò che ci interessa. E occorre farlo prima di partire: durante è troppo tardi!

Quanto avete investito in termini economici nel progetto?

Doris: Cerchiamo di pesare niente o pochissimo sulle rispettive aziende. Non ci sono gettoni di presenza, nessuno di noi percepisce un euro per queste trasferte. Si lavora durante i festivi, di notte, di giorno, nessuno ci fa caso. Cerchiamo sponsor che coprano le spese, facciamo come si può. E ringraziamo sempre, sentitamente!

Angelo: Dal punto di vista economico cerchiamo sempre di appoggiarci a qualche sponsor e, laddove non basta, ci affidiamo alla “generosità” dei nostri editori. Ma l’investimento più grande è il tempo: prima, durante e dopo dedichiamo tutto il tempo possibile al progetto. Talvolta in viaggio dormiamo 4 ore per notte, dopo aver trascorso giornate massacranti nel corso delle quali abbiamo fatto quello che un normale viaggiatore farebbe magari in 3 giorni. In Islanda siamo rimasti svegli per oltre 36 ore, complice il sole di mezzanotte. Ma è un piccolo prezzo che paghiamo volentieri, consapevoli del privilegio che abbiamo.

Doris Zaccone e Lonely Planet

Quante persone sono coinvolte?

Doris: Il team che parte è composto da quattro o cinque persone. Ma al progetto lavorano in tanti, i tecnici che predispongono l’attrezzatura tecnica, l’ufficio musicale che ci accorda la musica a tema, gli uffici marketing, le segretarie, insomma… una specie di indotto. Creiamo lavoro.

Angelo: Oltre a Doris e me, c’è sempre un tecnico radio di bassa frequenza che garantisce i collegamenti e almeno un redattore che ci aiuta a raccontare il viaggio oltre la trasmissione in radio, tramite Facebook, Twitter e il liveblogging su lonelyplanetitalia.it.

Presenterete il vostro progetto anche al Festival Internazionale di Giornalismo a Perugia. Che tipo di riscontro vi aspettate?

Doris: Sonnolenza, suicidi di massa e insulti pesanti, maledizioni, strali di invidia…Spero un buon riscontro in realtà e mi aspetto di incontrare lettori e ascoltatori che credono nel valore del viaggio e nel coraggio di difenderlo in tempi bui come questi. Non mancate, eh?!

Angelo: Beh, è un festival dove il focus sono i nuovi media, le nuove forme di comunicazione. Credo che due media vecchissimi come la radio e i libri abbiano ancora molto da dire se riescono a incrociare in modo intelligente strumenti straordinari come i social media. Noi ci proviamo, vediamo cosa ne pensano gli altri. A proposito, giovedì 25 aprile, ore 14:30, vi aspettiamo!

La pagina FB di Capital in the World

Il sito di Lonely Planet Italia

A cura di Nicole Cascione