Intervista con Gino Saladini, criminologo

“Il desiderio di fare il criminologo? E’ nato dopo aver conseguito la laurea in Medicina e la mia prima specializzazione, che è in Medicina Legale. In precedenza non ci avevo mai pensato. Avevo voglia di coniugare la mia passione per i fatti legati al crimine con la mia attività di medico. E tutto è venuto naturale”.

A parlare è Gino Saladini, professione criminologo, www.ginosaladini.it che, alla Redazione di Voglio Vivere Così, racconta come si è accostato alla malattia mentale.

E come la sua curiosità per l’animo umano, tanto imprevedibile, gli regali di continuo materiale per scrivere poesie e romanzi. Tra breve sarà pubblicata una raccolta collettiva “Grand Hotel des Guitars”.

Nato a Civitavecchia nel ’57, di sé, riprendendo De Gregori, dice: Ho avuto un’infanzia igienicamente perfetta: morbillo, tristezza e nessun’altra malattia. Anche se presto ha dovuto fare i conti con il dolore profondo. Due tristi eventi nella sua famiglia.

Ma andiamo per ordine e partiamo dalla scelta della Medicina legale. Non molto comune. “E’ stata – spiega- in parte casuale (o forse sincronistica, rifacendosi a Jung) e in parte legata ad una figura significativa della mia vita, l’avvocato Franco Antonini, che per molti anni è stato un mio punto di riferimento professionale ed umano.

Franco mi affidò alle cure di Pasquale Murino, dirigente della polizia scientifica e medico legale conosciuto a livello internazionale, a cui devo praticamente tutto sulla mia formazione in ambito medico legale”.
Tra i suoi maestri, Silvio Merli, decano di medicina legale alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università La Sapienza di Roma. “Insomma- aggiunge- la passione per la psichiatria forense e la criminologia ci sono sempre state e si sono concretizzate nel 1985 con l’inizio della specializzazione in psicologia clinica, dopo che ero diventato medico legale”.

Nella scuola diretta da Renato Lazzari, Saladini è stato allievo di Franco Ferracuti ed ha incontrato personalità come Francesco Bruno.
Una volta specializzato, è stato fondamentale l’incontro con il professor Vincenzo Mastronardi, che lo ha voluto nel suo pool e con il quale ha svolto importanti perizie a livello nazionale.

cambio vita

 

Dunque, ha curato casi noti a livello nazionale!

Tra i tanti in cui sono stato chiamato a prestare la mia opera ricordo il caso Tullio Brigida (uccise i suoi tre figli con il gas di scarico dell’autovettura), che venne dichiarato sano di mente. Il caso Mario Calderone (uccise a coltellate le sue tre figlie), che venne diagnosticato come seminfermo di mente e ottenne, per questo, una riduzione della condanna, come previsto dal vigente codice penale. Il caso Gabriele Aral (condannato per aver ucciso i genitori), considerato sano di mente. Si tratta, in tutti e tre i casi, di delitti che hanno riguardato la sfera familiare e che mi hanno profondamente turbato.

Ma cos’è per lei la malattia mentale? E come è cambiata nel tempo?

Non c’è una definizione che mi soddisfi di malattia mentale, e non mi piace la rigida classificazione che ne dà il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali. Comoda, ma molto lontana dalla mia idea di “sofferenza dell’anima”, come fatto individuale e assolutamente personale. Ogni malato ed ogni persona che soffre di disturbi menatali è unica e irriducibile ad una classificazione.

Meglio le terapie farmacologiche, o la psicoterapia?

Non possiamo generalizzare. Ci sono casi in cui i farmaci sono indispensabili. Penso alle psicosi gravi o alle gravi depressioni. E casi, in cui, con la sola psicoterapia si ottengono ottimi risultati.

 

Quali sono in genere le cause di alcuni disturbi? Dna o fattori ambientali?

Anche in questo caso non bisogna fare delle generalizzazioni. Certamente ci sono patologie che poggiano su una base costituzionale, senza parlare assolutamente di ereditarietà, ma in altri disturbi l’impatto con l’ambiente è determinante.

Oggi si ammalano di più le donne o gli uomini? E il lavoro c’entra?

Uomini e donne, di tutte le età. Non mi piacciono le statistiche. Io incontro individui che soffrono e cerco di essere loro utile come medico. Riguardo al lavoro, esistono patologie legate allo stress da attività lavorativa e, di recente, sono stati fatti numerosi studi su quel fenomeno conosciuto come mobbing.

Quali sono le malattie più frequenti e quali quelle guaribili?

Certamente, i disturbi minori come le sindromi ansioso-depressive e le fobie, che possono trovare una valida terapia.

Come si arriva dalla malattia mentale al desiderio di uccidere?

Spesso gli omicidi vengono commessi da persone capaci di intendere e volere. In questi casi lo studio criminologico s’indirizza non sugli aspetti psicopatologici del comportamento, ma verso indagini più strettamente psicologiche e sociologiche. E non parte da pazienti psichiatrici. In quest’ultimo caso, comunque, l’atto delittuoso si inscrive nel percorso della malattia. In caso di psicosi, ad esempio, si osservano deliri e allucinazioni, che spingono i soggetti al crimine.

 

Sì, ma come si arriva a sopprimere una persona? Proiezioni, uso di sostanze stupefacenti, sdoppiamento della personalità? Quanto incidono per lei l’infanzia e l’adolescenza?

Torno a ripetere che ogni caso clinico o delittuoso è unico. Ci sono delitti legati all’uso di sostanze stupefacenti. A tal proposito è pericolosissima la cocaina, che rende manifesti comportamenti aggressivi. Poi, delitti legati, rari in verità a casi di sdoppiamento di personalità. L’infanzia e l’adolescenza sono fondamentali nella formazione della personalità e, quindi, sono basilari nell’espressività futura di ogni individuo.

Quanto sono cambiate le modalità e le cause di omicidio rispetto al passato? Sono aumentati i casi di violenza tra le mura domestiche?

Le modalità e le cause sono, purtroppo, abbastanza costanti nel tempo. Dagli anni ’50 ad oggi. I casi di violenza tra le mura domestiche sono aumentati, così come i reati a sfondo sessuale, ma forse perché c’è stato un aumento delle denunce da parte delle vittime, che in passato subivano in silenzio.

Quanto agiscono sulla nostra psiche certi programmi in tv? Alcuni film ? O gli stessi mezzi di informazione, quando amplificano e danno spazio ad alcuni particolari ?

Ritengo che la visione di certi programmi TV o di certi film connotati da violenza possa agire soltanto su persone con una psiche instabile. Non possono far scatenare raptus in persone che non siano portatrici di disturbi della sfera psichica.

Il caso nazionale più sconvolgente?

Sicuramente quello di Erika e Omar. Il duplice omicidio della madre e del fratellino sono emblematici dell’orrore.

Il criminologo Cesare Lombroso, tanto attratto dalla fisiognomica, sarà mai ripescato?

Scientificamente, no. Le sue teorie oggi risultano inaccettabili. Però è tra i protagonisti del mio prossimo romanzo, in cui, come avvenne realmente, il criminologo si occupa di spiritismo, attratto dalle sedute della famosa medium Eusapia Palladino.

 criminologo

Il carcere: una soluzione razionale al crimine?

Un carcere che sia riabilitativo e rieducativo è una soluzione razionale.

Quali sono i lati affascinanti della sua attività?

Il confronto quotidiano con l’altro. Lo stimolo continuo a comprendere.

Quelli oscuri? E’’un’attività rischiosa?

Quelli oscuri sono legati a ciò che ti rimane dentro, davvero difficile da metabolizzare. Riguardo al pericolo, credo che l’onestà intellettuale preservi qualsiasi professionista dal rischio.

La psiche umana potrà diventare un pò più prevedibile?

Le dò una risposta che potrà sembrarle spiazzante. Io spero, per il bene dell’umanità, che diventi sempre più creativa e imprevedibile.

La macchina della verità è davvero utile?

Non la ritengo attendibile ai fini processuali.

Cos’altro servirebbe per le perizie e per l’accertamento della verità? La grafologia è attendibile?

Per le consulenze e le perizie abbiamo già ciò che serve: colloqui clinici e test psicodiagnostici. La grafologia è un dato aggiuntivo e non viene utilizzata nei nostri pareri in ambito processuale. I dubbi, se si tratta di capacità di intendere e di volere, vanno risolti secondo scienza e coscienza.

Dopo anni di attività, cosa le ha dato Jung?

Carl Jung è la mia passione. Le sue teorie sono complesse e stimolanti, specialmente la sincronicità. Trovo aspetti di tale realtà psicologica in ogni momento della mia vita.

Intervista a cura di Cinzia Ficco