I paesi con meno prostituzione al mondo
Ci sono diversi argomenti che dovrebbero essere presi in considerazione quando si decide di espatriare. Certamente il Clima, poi il Costo della vita, la facilità di trovare un Lavoro, il livello di Criminalità, i pericoli legati agli Uragani, Terremoti, poi la qualità Sanitaria.. ma non solo, ce ne sono molti altri.
Nonostante quello della prostituzione potrebbe sembrare un tema secondario, nella realtà costituisce un aspetto essenziale della società perché ha una profonda influenza sul modo di vivere e di vedere le cose.
Sapere quanto la prostituzione sia sviluppata in uno Stato e che tipo di divieti, o al contrario, agevolazioni tale Stato prescriva, è un buon punto di partenza per comprendere un aspetto caratteristico del luogo. Infatti molto spesso dietro ad una ragazza, un/una minorenne, un trans che si prostituisce, c’è un mondo torbido pieno di abusi, sangue e droga.
Oggi vorrei mostrare quali sono quei paesi in cui la prostituzione è meno presente, quei paesi che hanno fatto della lotta allo sfruttamento sessuale un obiettivo serio. Prima però devo fare una precisazione: per scrivere questo articolo ho preso direttamente ispirazione, informazioni e dati dall’e-book Eden, trova il Tuo Paradiso Terrestre che è un vero e proprio strumento operativo che serve per identificare il paese migliore nel quale trasferirsi, in base alle proprie caratteristiche e necessità.
Per far questo, nell’e-book viene analizzata la situazione di tutti i 196 Stati del mondo approfondendo temi essenziali per chi vuole individuare il paese ideale per se stesso. Alcuni temi sono di carattere geo-fisico (come il Clima, l’Inquinamento Atmosferico, la Presenza di Uragani), altri sono di carattere economico (come il Costo della vita, il Livello Salariale, il Livello Occupazionale), altri ancora sono di carattere sociale (come la Qualità della Sanità, il Livello della Criminalità ed, appunto, il livello di Prostituzione presente nel paese).
Grazie ad un percorso guidato all’interno dei vari argomenti, alla fine della lettura, si è in grado di individuare il paese migliore in base alle proprie necessità, aspettative e situazione economica. Uno strumento semplice da utilizzare, valido e moderno.
Fatta questa precisazione torniamo nel pieno dell’argomento di oggi. Qualunque sia il tuo punto di vista personale sulla prostituzione, la conoscenza di come la realtà si presenta nei diversi luoghi del mondo è indispensabile per realizzare nella propria mente un quadro corretto di come vanno le cose, per poi poter scegliere di conseguenza.
Il fatto storico è che nel 1949, l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato la “Convenzione per la soppressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione altrui”, affermando che la prostituzione forzata è incompatibile con la dignità umana, richiedendo quindi a tutte le parti coinvolte di punire i protettori, i proprietari dei bordelli e gli operatori, oltre ad abolire tutti i trattamenti speciali o la registrazione delle prostitute.
A riprova che si tratta di un argomento che divide il mondo, la convenzione fu accettata solamente da 89 paesi. Incredibilmente Germania, Olanda e Stati Uniti non parteciparono alla stesura dell’accordo. Oggi la prostituzione è illegale nella maggioranza dei paesi del mondo. Le sanzioni previste variano sensibilmente da nazione a nazione: in taluni paesi islamici che adottano la shari’a, chi si prostituisce può essere punito con la pena di morte.
In altri ordinamenti, la prostituzione è punibile con la galera, in altri ancora costituisce semplicemente una violazione amministrativa e viene punita con una multa.
Ci sono poi paesi (come l’Italia) in cui la prostituzione è legale e viene punito solo chi guadagna dallo sfruttamento di chi si prostituisce. Di solito però, negli Stati che adottano questa tipologia di politica le normative non sono mai abbastanza severe da punire adeguatamente chi sfrutta il business sessuale.
Poi ci sono i paesi in cui la prostituzione è totalmente legale e regolamentata. Queste Nazioni sono una ridotta minoranza.
Ne sono esempio la Germania, l’Olanda, la Svizzera e il Belgio, dove l’attività connessa alla prostituzione è relegata a locali appositi (strip club, bordelli e saloni di massaggi) oppure a zone speciali entro i confini delle quali le prostitute possono esercitare anche all’aperto (come succede in Olanda). In questo tipo di paesi, l’attività della prostituzione è incoraggiata e promossa esattamente come qualsiasi altra attività.
Voglio riportare il caso ben documentato di un bordello di Berlino (capitale della Germania) che, in tempi di piena crisi economica, ha lanciato una promozione tramite la quale ha iniziato ad offrire ai propri clienti un pacchetto “all-inclusive”, che permette di mangiare, bere ed, ovviamente, usufruire di una prestazione sessuale: il tutto al costo di soli 70 euro.
Quanto al paese iberico, alla fine del 2010 è stato aperto in Spagna il locale“Paradise”, che il quotidiano El Pais ha definito come ‘El mayor burdel de Europa’, il più grande bordello d’Europa. Edificato in provincia di Girona, alla frontiera fra Spagna e Francia, si tratta di un complesso dotato di 80 stanze e provvisto di 160 professioniste del sesso.
Tuttavia, la prostituzione ed il turismo sessuale non si sviluppano, come vorrebbe la logica, solamente nei paesi dove la prostituzione è legale e regolamentata. Per esempio in Thailandia, un paese in cui le leggi vietano totalmente la prostituzione (ma nel quale, nella pratica, è fiorito un mercato del sesso a pagamento realmente imponente), le ragazze dei “go-go bar” e dei “sexy shop” richiamano senza dubbio più stranieri di quanto non facciano le belle spiagge.
Qui le ragazze, particolarmente giovani (spesso minorenni), guadagnano molto di più con la prostituzione che non con qualsiasi altro lavoro, ma le condizioni di vita cui sono costrette sono abominevoli. Per riuscire a reggere questo tipo di vita si deve ricorrere all’uso di psicofarmaci ed alcool. Si verificano molti suicidi, soprattutto quando le condizioni fisiche di chi si prostituisce non consentono più di lavorare. Il detto più comune di Patpong, una strada di Bangkok, è: “donne a 10 anni, vecchie a 20, morte a 30”.
Ora ci spostiamo in Africa. La Costa d’Avorio (come l’Italia) adotta una politica secondo la quale non è proibito prostituirsi, così come non è proibito pagare per una prestazione sessuale. Viene viceversa punita tutta una serie di condotte, come il favoreggiamento, l’induzione, il reclutamento, lo sfruttamento, la gestione di case chiuse e la prostituzione minorile, allo scopo di scoraggiare la prostituzione nel suo complesso, ma senza una proibizione diretta.
Nella realtà pratica, in Costa d’Avorio le cose stanno molto diversamente e la condotta connessa alla prostituzione non viene combattuta adeguatamente, creando in tal modo situazioni umane che di umano non hanno nulla: si tratta invece di un vero e proprio abominio che solo gente malata può concepire. Quando si colpiscono i bambini, si compromette l’aspetto più prezioso che esiste, cioè il futuro dell’umanità. Ecco il titolo di un recente articolo di Soleterre, un’organizzazione non governativa impegnata in Costa d’Avorio: “Costa d’Avorio: baby prostitute per 0,46 euro”
Il fenomeno della prostituzione minorile e della tratta dei minori ha raggiunto nel paese dimensioni straordinari, arrivando a superare i 400mila casi di bambini in un paese che conta 21 milioni di abitanti. Si tratta di vittime di prostituzione, pornografia e violenze sessuali.
La povertà costituisce il principale motivo di tutto questo: infatti, l’entrata economica media di una famiglia ivoriana è di 30 euro al mese, quindi per poter permettersi qualsiasi altra cosa che non sia un pasto al giorno, si spingono i minori a vendere il proprio corpo. Nonostante tutto questo il Governo non attua misure adeguate per punire gli orchi che rovinano la vita a creature innocenti.
Ora invece vorrei rivelare quali sono i paesi in cui la prostituzione è meno presente (se non totalmente assente). Per avere un quadro globale della situazione ho visionato la Mappa Mondiale della Prostituzione presente all’interno dell’e-book “Eden, trova il Tuo Paradiso Terrestre”. La mappa è stata creata tenendo conto sia dell’effettiva situazione di estensione del fenomeno all’interno del territorio, sia della tipologia di sistema legislativo.
E’stato così creato un indice che esprime il grado di facilità con cui è possibile accedere alla prostituzione in ogni Stato. Nella Mappa Mondiale della Prostituzione viene quindi mostrata la situazione d’insieme e si riesce a comprendere la reale diffusione del fenomeno nei vari Stati. La situazione non è sempre così come si potrebbe pensare. Le sorprese sono tante.
Di seguito riporto una porzione della mappa per mostrare la reale situazione del centro e sud America.
In questa porzione di mappa è evidente la gravissima situazione della Repubblica Dominicana oltre a quella Cubana, Colombiana e Brasiliana.
Dopo aver analizzato la Mappa Mondiale della Prostituzione nella sua interezza (per avere una visione globale) ho estrapolato i nomi dei 10 paesi nei quali il fenomeno è meno sviluppato (o non si è sviluppato affatto) e dove la vita scorre libera da tutte quelle influenze negative portate con se dal mondo della prostituzione, un mondo pregno di sofferenza, egoismo e sfruttamento.
Ecco i 10 paesi:
- Malta
- Sao Tomè e Principe
- Tuvalu
- Iraq
- Algeria
- Bhutan
- Grenada
- Micronesia
- Islanda
- Maldive
Malta è il paese migliore da questo punto di vista. Se stai cercando il tuo paradiso e lo identifichi in un luogo nel quale la prostituzione non si è sviluppata, adesso sai quali sono le nazioni che fanno per te. Per chi desiderasse avere una visione globale e conoscere la situazione di tutti i paesi del mondo consiglio la lettura integrale dell’e-book “Eden, trova il Tuo Paradiso Terrestre”. Maggiori informazioni sugli argomenti trattati nell’e-book (come ad esempio Clima, Costo della Vita, Livello Salariale, Aspettativa di Vita ecc..) si possono trovare sul sito ilmioeden.it
L’e-book è disponibile su Amazon, iTunes, IBS, Excalibooks e molti altri portali.
Roberto Stanzani