Il Cammino verso l’integrità

Per coloro che hanno intrapreso un cammino di conoscenza di se, inizia ad essere sempre più evidente l’importanza che ciascuno ha nel creare la prorpia realtà.

Tuttavia non va sottovalutato l’ambiente che ci circonda, poichè questo è in grado di impattare a pieno nella nostra vita.

Non bisogna dimenticare che l’ambiente che ci circonda dipende ancora una volta da noi. Siamo noi, con le nostre credenze, attitudini, pensieri, emozioni, sentimenti (in breve con la nostra coscienza) ad attrarre per risonanza di frequenza, l’ambiente che ci circonda.

La scienza lo ha dimostrato, studiando e sperimentando il peso e l’influenza che l’ambiente esterno ha per il nucleo della cellula.

Gli scienziati hanno preso una cellula di un rene e una cellula dello stomaco. Il nucleo della cellula dello stomaco è stato impiantato nel rene e il nucleo della cellula del rene è stato impiantato nello stomaco.

Con il passare del tempo, il nucleo della cellula dello stomaco ha iniziato a comportarsi come una cellula del rene e il nucleo della cellula del rene ha iniziato a comportarsi come una cellula dello stomaco.

Cosa ci mostra questo esperimento?

L’ambiente in cui cosciente o incoscientemente decidiamo di vivere risulta essere tanto importante da poter modificare per completo la nostra essenza, che in questo caso sarebbe il nucleo della cellula visto nell’esperimento.

Qual è il risvolto pratico di questa breve, tuttavia, importantissima legge dell’universo, nella nostra vita? Praticamente, possiamo iniziare a revisare la nostra situazione attuale.

Il primo passo è meditare sulla nostra essenza, ovvero provare ad osservarci per tentare di rispondere alla domanda “chi sono?”.

Naturalmente bisogna distinguere tra essenza e personalità, provando a concentrarci su quella parte di noi che possiamo chiamare essenza. La personalità, le credenze, il carattere, parlano di quella parte di noi che presentiamo al mondo e che abbiamo dovuto apprendere affinchè potessimo “manifestarci” nel mondo fisico sensoriale.

cambiamento

In breve, si tratta della sommatoria degli insgenamenti che ci hanno passato i nostri genitori durante i primi anni di vita, la famiglia in generale, la scuola e le istituzioni, gli amici e la società in generale. Si tratta come di uno strato esterno della cipolla, praticamente sono i pilastri su cui poggia l’IO di ciascuno.

Quello che invece sarebbe rilevante conoscere è l’essenza, e per questo si richiede uno sforzo straordinario di attenzione e auto-osservazione. Naturalmente, ne l’educazione ricevuta, ne la società in cui viviamo ci dicono come fare per entrare in contatto con l’essenza.

Tuttavia, per chi è davvero pronto ad intraprendere un simile viaggio verso il proprio nucleo, si possono ancora incontrare maestri disposti a guidarci nel cammino verso le nostre radici astrali.

Con questo non sto denigrando il corso di Yoga, la meditazione, il ritiro sciamanico X, il libro Y o una delle migliaia di proposte che il “commercio spirituale” offre oggigiorno in tutto il mondo; ben venga tutto questo perchè ci dice che il movimento di coloro che iniziano ad intuire l’esistenza di “qualcosa in più”, rispetto all’esistenza ordinaria, è in aumento.

Si tratta di un passaggio, di una fase di apprendimento affinchè possa arrivare il momento in cui si apra per ciascuno l’accesso ad una coscienza di ordine superiore, che si concretizza nella materia meritandosi l’accesso ad una fonte di conoscenza limitata ad un elite.

Più o meno così funzionavano le antiche “scuole del mistero”: Sufi, Zen, Tibetane, Sciamaniche, Egiziane ecc.

Una volta che iniziamo ad annusare la nostra essenza, viene il secondo passo: cominciare ad osservare il nostro intorno, l’ambiente che ci circonda che crediamo di aver scelto consapevolmente.

I grandi saggi del mondo antico, dicevano che per essere felici, sereni, in armonia e dunque in buona salute fisica, mentale, emozionale e spirituale, bisognava “essere in coerenza”.

Ovvero ciò che penso, deve essere coerente con ciò che dico, con ciò che sento e con ciò che faccio. Coerenza tra pensieri, parole, sentimenti e azioni.

Sembra facile ma se iniziamo ad osservarci attentamente ci può sorprendere la quantità di volte in cui ci troviamo in incoerenza. Il valore que conquista una persona in coerenza è l’integrità.

Questo antico principio è stato confermato recentemente da scienziati e studiosi della fisica quantica con numerosi esperimenti. Su tutti quello del ricercatore tedesco Fritz Albert Popp che dimostra che il DNA situato nel nucleo delle nostre cellule, emette fotoni.

L’investigazione di Popp dimostra che il tipo di luce che emettono le cellule del nostro corpo mantiene una correlazione con il nostro stato di salute. Osservò che dinanzi ad un corpo malato, aumenta l’emissione di luce incoerente, mentre quando lo stesso corpo ha un buon stato di salute, i suoi biofotoni emettono frequenze più coerenti (simili a quelle di un raggio laser, dove le onde di luce hanno tutte la stessa frequenza).

In conclusione, la salute è uno stato di coerenza luminica tra le cellule del corpo. Popp dimostrò una relazione tra la coerenza luminica e la coerenza emozionale e quindi con lo stato di salute. Tutto ciò per comprendere l’importanza della domanda: “di che ambiente mi sto circondando”, “l’ambiente che mi circonda è coerente con la mia essenza?, con i pensieri, sentimenti e comportamenti che produce la mia essenza?”

Meditiamo sul significato che per ciascuno ha “una vita sana e felice”, quindi osserviamo la realtà di cui ci stiamo circondando perchè questo è l’alimento che sta nutrando il nostro sogno di vita sana e felice.

Qual è lo stato delle nostre relazioni, come va con il nostro compagno/a di vita, con la nostra famiglia di origine, come sta la relazione con i nostri figli, con gli amici, con i colleghi di lavoro, capi e subordinati, come stiamo con noi stessi, ci stiamo prendendo cura di noi?

Come va il nostro amor proprio, e la nostra autostima? Se non ci amiamo a sufficienza, difficilmente potremmo amare ad un’altra persona…perchè in realtà “l’altro” non esiste, siamo tutti UNO.

I popoli indigeni d’america, come ad esempio i Lakota (indiani della regione Sioux del Nord America) erano soliti concludere le proprie preghiere con la frase “Aho Mitakuye Oyasin” che significa “Per tutte le mie relazioni”.

Osservare l’ambiente che abbiamo scelto coscientemente, ma in gran parte incoscientemente, con cui circondarci è un’ottimo strumento di “conoscenza di se” (di quel “se” che parla della nostra essenza).

Basta osservare con attenzione ciò che ci circonda poichè ogni cosa parla di noi. Il posto in cui viviamo, la casa in cui viviamo, le scelte alimentari, i mobili della casa, gli hobbies, il programma TV preferito, i libri che leggiamo, le amicizie e i luoghi che frequentiamo…insomma qualsiasi cosa che ci circonda, è parte del nostro intorno perchè in un dato momento abbiamo interagito con essa e il fatto che sia proprio quella cosa a circondarci e non un’altra è frutto del fatto che ha interagito proprio con noi e non con un’altra persona.

Ci circonda proprio quella cosa e non un altra perchè entrando in contatto con noi è di fatto entrata in contatto con il nostro sistema di credenze, educazione, valori, pensieri, sentimemti, programmi incoscienti ecc…in breve è entrata in contatto con la nostra coscienza (coscienza manifesta e incosciente).

Se vogliamo approfondire l’auto-conoscenza di quella parte di noi più profonda (l’hardware ovvero essenza, comparando il software con la personalità), osserviamo il nostro intorno, ci parla incessantemente di “chi siamo” davvero.

L’auto-osservazione, la conoscenza di se, l’avvicinamento alla propria essenza va dunque di pari passo con l’osservazione dell’intorno.

L’obiettivo finale è la coerenza perchè come dicono i saggi del mondo antico e i moderni scienziati di fisica quantica, è il fondamento di una vita sana e felice.

Vi invito ad applicare queste riflessioni alla vita quotidiana per iniziare uno studio pratico e decisivo sull’evoluzione della coscienza.

Il cammino è lungo e difficile. Le distrazioni e gli ostacoli che appariranno sono tanti e quelli più pericolosi verranno da noi stessi: le chiamiamo resistenze.

Appariranno tutte le volte che ci sorprenderemo in incoerenza, vengono a mettere alla prova la nostra determinazione, volontà e fermezza nel cammino. Se concluderemo il conflitto con un compromesso, avranno vinto loro; vuol dire che avremmo accettato una incoerenza nella nostra vita.

Ci affanneremo a dirci che è una piccola incoerenza e in fondo non ci danneggerà poi tanto. Il fatto è che l’incosciente (che governa il 97% dei processi mentali ed emozionali della nostra vita) non distingue tra grande e piccolo, per lui una incoerenza grande è esattamente uguale ad una incoerenza piccola.

Questa è la ragione per cui il cammino è lungo e la maggior parte si perde per la strada. La coerenza conduce all’integritá e l’integrità si conquista o non si conquista, non esiste “un poco di integrità”.

Buon Cammino e buona vita

Pierluigi Giarrusso

pierluigi.giarrusso@gmail.com