Alla scoperta dei luoghi dei capolavori della letteratura

Nonostante la maggior parte dei romanzi più amati dai lettori sia il parto più o meno fantasioso della mente dei loro autori, sempre più numerosi sono coloro che, fulminati da pensieri, aforismi o situazioni, partono alla ricerca dei luoghi che li hanno generati. Si tratta di veri e propri feticisti della pagina, a caccia di echi, anche sbiaditi e lontani, che possano far rivivere loro quelle sensazioni uniche ed originali provate alla lettura dei loro autori preferiti. E poco importa che l’ambientazione risulti fantastica o dichiaratamente inventata: non si spiegherebbe altrimenti, per esempio, la folla che si accalca sotto il balcone di Giulietta Capuleti a Verona, nonostante Shakespeare quella storia d’amore con Romeo Montecchi se la fosse inventata di sana pianta, e nemmeno si potrebbero giustificare i pellegrinaggi di tanti, tantissimi devoti alla saga del maghetto Potter presso la stazione dei treni di King’s Cross a Londra, dove esasperati da tanta affluenza i vertici dell’azienda ferroviaria hanno affisso il cartello del binario 9 e ¾ da dove il protagonista del ciclo di romanzi della Rowling parte per recarsi alla scuola di Hogwarts.

Viaggi & letteratura

In entrambi i casi sia veronesi che londinesi non si sono fatti scappare l’occasione per trasformare in veri e propri volani turistici passioni e curiosità puramente letterari, quando la fantasia, insomma, incontra la realtà nonostante quest’ultima proprio alla fantasia si sia dovuta richiamare per essere tale: una specie di paradosso che ristoratori e albergatori non considerano però così. A dimostrazione di quanto importante sia diventato questo nuovo filone d’oro, l’ente nazionale per il turismo britannico ha pubblicato da poco un piccolo volume con la mappa dei luoghi legati alla produzione letteraria di alcuni dei più importanti autori del Regno Unito: da Orwell a Doyle, da Tolkien alla Austen, da Shakespeare alla Rowling appunto è possibile seguire sul territorio le invisibili tracce della fantasia che romanzieri e drammaturghi hanno disseminato sul loro percorso letterario. E non di rado le ambientazioni sono quelle reali, non di rado la fantasia ha attinto al paesaggio, non di rado i protagonisti di storie immortali sono stati immaginati in luoghi ben precisi e identificabili dal turista/lettore avido di certezze e conferme.

Spingersi fino a Lyme Regis significa non solo prepararsi a visitare il centro della Jurassic Coast inglese, ma anche e soprattutto perlustrare palmo a palmo la quinta in cui prima John Faules ha ambientato il suo “La donna del tenente francese” e poi Penelope Lively il suo “L’estate in cui tutto cambiò”. Non si vaga più per le strade con in mano la mappa del territorio, ma con un romanzo aperto sulle pagine “incriminate”. Nulla a che vedere, ben s’intende, con quell’altro fenomeno, assai più ortodosso e razionale, della visita ai luoghi che hanno fatto da sfondo alla vita degli scrittori: quante sono le case natali, le stanze in cui hanno dormito qualche notte, le mete preferite delle vacanze di autori più o meno famosi che si sono trasformate in specchietti turistici per le allodole. Spesso sono bastati una targa affissa al muro scrostato di una casa o un busto dalle fattezze vagamente simili a quelle dell’originale per giustificare gli itinerari delle aziende di promozione.

castello di amleto

Ma in questo caso si tratta di una realtà diversa: ciò che gli appassionati seguono non sono le tracce lasciate in vita dagli scrittori, ma quelle lasciate dalle loro creature, infinitamente più interessanti e affascinanti. Altrimenti perché mai spingersi fino all’estremità settentrionale della Danimarca per visitare il castello di Helsingør se non si sapesse che è quello il maniero di Elsinore dove si è consumata la tragedia dello shakespeariano Amleto? Nulla di vero, ovviamente, ma su quelle mura sembrano soffiare venti che sussurrano cose che altrove non si percepiscono. Suggestioni, si sa. Ma dicevano la stessa cosa di Heinrich Schliemann, il bizzarro milionario che, abbandonati gli affari, prese in mano l’Iliade e, come se fosse un libro di storia o, peggio, una mappa geografica, partì alla volta della Turchia alla ricerca della mitica città di Troia. L’aveva generata la fantasia di Omero, migliaia di anni prima. Ma scava scava, lui la trovò. Potenza della fantasia.

Gianluca Ricci