La grande fuga degli over 40

Tra i 40 e i 50 anni, in cerca di opportunità lavorative, di una nuova vita, di un cambiamento radicale. È questo l’identikit del nuovo emigrante italiano. E se fino a qualche anno fa a fuggire erano soprattutto giovani laureati, ricercatori e ingegneri, baristi e avventurieri dell’ultima ora, adesso la situazione è totalmente cambiata. Perché a lasciare l’Italia non sono solamente le nuove leve, ma anche e soprattutto la generazione di “mezzo”, quella nata negli anni ’70, desiderosa di nuove occasioni o di uno scatto di carriera. Come raccontano i dati Istat, nel 2016 è stato infatti toccato un nuovo record di espatriati: ben 115 mila quelli che hanno deciso di lasciare il Bel Paese. Come sempre studenti e laureati restano la maggioranza, anche se ad aumentare i numeri sono le fila dei lavoratori tra i 40 e i 50 anni che, tra il 2008 e il 2014, sono passati da 7.700 a 14.300. Si tratta di un expat su cinque, addirittura uno su tre se si aggiungono anche gli over 50.

In sei anni – evidenzia il rapporto – sono dunque raddoppiati gli espatriati con i capelli grigi. Si tratta di professionisti, imprenditori e anche lavoratori poco qualificati. Per loro destinazioni differenti. Altro che Londra o Stati Uniti, gli over 40 preferiscono posti ad alto potenziale di crescita. Cina e America Latina su tutti. Oppure Paesi alla ricerca di competenze professionali pronte, come quelli del Golfo Persico. Ai nostri medici e ingegneri sia la Germania che i Paesi del Golfo offrono ponti e stipendi d’oro. Tanto vale quindi trasferirsi qui e garantire un futuro migliore alla propria famiglia e ai figli.

«È la nuova migrazione dai capelli grigi», commenta la Cna – Confederazione nazionale dell’artigianato – che ha elaborato i dati ripresi dal quotidiano La Repubblica. Una migrazione che vi abbiamo raccontato spesso sulle pagine del nostro magazine e che va ad affiancarsi a quella dei giovani laureati che non hanno mai smesso di andare via. Un flusso di persone istruite, il 31% è appunto laureato, il doppio della media nazionale. E se per i nostri ventenni e trentenni forse è anche più facile ricominciare, per chi ha più di 40 anni le difficoltà sono ovviamente maggiori: la famiglia da lasciare o da portare con sé, una lingua da imparare, una realtà nuova in cui ambientarsi.

In generale, i dati ci dicono che tra il 2008 e il 2014 il numero degli expat tra i 15 e i 29 anni sarebbe aumentato del 64%. Mentre gli emigrati di 30-39 anni avrebbe subito un’impennata del 50,2%. Addirittura +84,6% per gli espatriati di 40-49 anni e +56,6% per la fascia 50-63 anni. Senza contare i pensionati che si trasferiscono in posti dove il clima è più mite e le agevolazioni fiscali più convenienti.

Un esodo scattato inizialmente con la crisi – fa notare la Cna – ma che aumenta anche ora che l’Italia ha ritrovato una timida crescita: «Non c’entra più la congiuntura, è il nuovo standard». Insomma non solo più una necessità, ma una vera e propria tendenza.