Da Lecco per conoscere il mondo

Addio monti sorgenti dall’acque, ha sussurrato ogni volta che partiva, Elena Berera che il Manzoni non lo ama ma la sua Lecco sì. A 37 anni, questa ragazza dal volto solare, il seno prosperoso, il sorriso pieno, è l’Ulisse che torna a casa solo per ripartire un’altra volta. Incapace di stare ferma, assetata di conoscenza: “Ora sono a Buenos Aires, ma è solo una tappa”. Elena insegna italiano, storia e geografia: “Volevo fare l’insegnante e ho girato il mondo grazie a questa professione”.

Elena lecco

La storia di Elena è una di quelle da romanzo per chi sogna culture e luoghi diversi senza essere in fuga dalla sua patria, l’Italia che non ha mai rinnegato e alla quale torna ogni volta con gioia. Tutto è cominciato con l’Erasmus in Inghilterra nel ’94, spinta da genitori che già l’avevano portata con loro nei viaggi di piacere (papà ingegnere, mamma casalinga). Subito dopo la laurea a Milano, ha cominciato a scalpitare: “Sul Corriere Lavoro avevo visto un’inserzione per insegnare lettere in un college femminile”. Ed è volata nel Kent, a 50 chilometri da Londra.

Qui è rimasta fino al ’99: “La campagna inglese è noiosa, scappavo a Londra appena potevo. L’Inghilterra è stato il paese in cui ho faticato di più ad inserirmi nell’anno in cui sono rimasta”. Rientrata nella sua Lecco ha cominciato ad insegnare ai ragazzi delle medie con una sorta di inquietudine: “Avevo voglia di tornare all’estero. Volevo fare nuove esperienze. Stavo aspettando la nomina per il concorso che avevo superato e ho scritto al Ministero degli Esteri”. Non una mail, ma una lettera tradizionale per avere informazioni sulle scuole private nel mondo. Non una destinazione qualsiasi, ma una di quelle in cui ci vuole un po’ di coraggio e di spirito di avventura.

La risposta, arrivata in fretta, le ha fatto mettere il dito sul mappamondo: “ Potevo andare a Budapest e ho pensato che era troppo vicino, a Istanbul e non mi davano garanzie di aiuto per la casa, a Teheran e non avrei potuto andare al cinema da sola né in piscina. E allora ho scelto Nairobi, in Kenia”. E del Kenia, della sua gente calda e allegra, si è innamorata. “E’ pericoloso, non si può nascondere il fatto che ci sia delinquenza, e qualche problema l’ho avuto, ma è stata l’esperienza più bella della mia vita”. Lì insegnava l’italiano ai ragazzi, protetta in un quartiere a maggioranza europea, con un salario molto migliore di quello dei sui colleghi insegnanti lombardi. Quando è diventata di ruolo, Elena è dovuta rientrare in Italia tra le lacrime: a Nairobi ha lasciato un luogo meraviglioso e un amore keniota. Era il 2002, un altro anno all’estero, e già Elena, a soli 29 anni, andava accumulando esperienze e lingue difficili. Fino al 2007 ha insegnato tra Desio, Milano e Abbadia Lariana pensando ancora di fuggire altrove. “Aspettavo il concorso per ripartire”.

Strade di Buenos Aires lecco

Il Ministero degli Esteri a Roma (ufficio quarto, si chiama), le invia un telegramma: ha superato il concorso, ora scelga una sede. “Ho proposto Mosca, Istanbul, Asmara e Addis Abeba”. E la partenza stavolta è per Asmara, nell’eritrea umile e curiosa, tra ragazzi che dell’Italia hanno un’immagine bella e non di colonizzatori. Fino alle fine del 2008, Elena è rimasta con questi ragazzi di cui ha un ricordo bellissimo : “Sanno esprimersi nei temi senza reticenze, raccontano di sé senza paure e vogliono sapere, riflettere”. A L’Asmara la vita era un po’ più noiosa, la connessione internet un disastro, ma Elena è stata benissimo lo stesso. La nostalgia era in agguato: “Mi mancava il profilo delle mie montagne”. Ricorda quella volta che a 20 anni rispose a un quesito sulla cittadinanza del cuore e lei scrisse senza alcun dubbio che Lecco veniva per prima e la Lombardia per seconda. “I miei genitori c’erano rimasti molto male. Mi avevano sgridato: ma come? – dicevano – noi che ti abbiamo fatto viaggiare tanto!”. Poi dall’Eritrea è volata in Argentina, a Buenos Aires. “Volevo imparare lo spagnolo e avevo la possibilità di cambiare destinazione durante i cinque anni di contratto che scadranno nel 2012 e ho pensato che finchè ho genitori giovani posso andare lontano, quando saranno più anziani sceglierò una destinazione in Europa”.

E via, un’altra volta tra ragazzi che vogliono imparare l’italiano, in una città sconosciuta e nuovi amici, nuove case da affittare: “ Qui vado in piscina, al cinema, prendo lezioni di pianoforte e posso correggere i compiti dei ragazzi seduta in un bar per ore senza che nessun cameriere mi mandi via”. A Buenos Aires può andare ai concerti, anche se sono per i quattro gatti del quartiere, senza pagare niente nella città dove le strade sono più sporche di quelle africane ma il fermento culturale è di prim’ordine e accessibile a tutti.

E adesso, se dovesse rifare quel quiz di 17 anni fa, che cittadina si sente Elena?

Sorride, pensando ai suoi amati monti che sorgono dall’acque: : “Prima di Lecco e poi dell’Italia”.

di Bruna Bianchi