Coscienza di 1 giorno, coscienza della vita
Avete mai sentito parlare dei Frattali? Si tratta di oggetti geometrici che si ripetono nella loro struttura, allo stesso modo su scale diverse (invarianza di scala), ossia non cambiano aspetto anche se visti con una lente d’ingrandimento (auto-somiglianza).
Nel caso di un sistema frattale, andando su scale sempre più piccole, si può notare come la stessa struttura si ripeta mostrando tutta la complessità di quella originale.
“Si ritiene che in qualche modo i frattali abbiano delle corrispondenze con la struttura della mente umana, è per questo che la gente li trova così familiari.
Questa familiarità è ancora un mistero e più si approfondisce l’argomento più il mistero aumenta” Benoit Mandelbrot.
In parole semplici, è la spiegazione scientifica al “Come in cielo così in Terra”, al “fatti ad immagine e somiglianza”.
Dentro di noi si nascondono le risposte dell’universo, quindi “conosci te stesso”. Siamo un Frattale dell’Universo, in questo senso siamo parte del tutto, in questo senso siamo tutti UNO. Il presente ha in se il seme del futuro.
Così come il presente è il risultato del passato, allo stesso modo per conoscere il futuro basta osservare il nostro presente.
Una giornata tipo può essere sufficientemente rappresentativa della nostra vita. Contiene i frutti della semina passata e la semina dei frutti a venire; in breve una giornata tipo può essere un frattale della vita.
Questo significa che a meno di situazioni straordinarie, chiunque può “prevedere il proprio futuro”, a patto che compia uno sforzo di auto-osservazione e si comprometta ad essere il più possibile sincero con se stesso.
Proviamo ad auto-osservarci durante un giorno. Non mi riferisco solo a quello che apparentemente facciamo, poiché lavoro, sport, hobby ecc. tendono ad essere variabili fisse nell’equazione della nostra vita, ma a come lo facciamo.
E’ nel “come”, infatti, che possiamo usare il famoso “libero arbitrio”; che tutti crediamo di avere e usare solo perchè “crediamo di poter scegliere” la donna da conquistare o se studiare recitazione o medicina.
Lavorando sul “come” possiamo iniziare uno studio serio e approfondito di auto-conoscenza e possibilmente lasciare questo corpo avendo compiuto una “evoluzione” che ha cristallizzato i suoi frutti nella nostra anima.
La natura ci ha portato ad un livello di evoluzione limite. Fino ad ora, ci siamo evoluti “naturalmente”; vale a dire che l’evoluzione “è accaduta” naturalmente, senza che ci sforzassimo per ottenerla.
Potevamo essere “meccanici” (come di fatto siamo stati e siamo tutt’ora) ovvero tendenzialmente incoscienti e in modalità “pilota automatico”, poiché tanto, l’evoluzione dei nostri centri istintivo/motrice, intellettuale ed emozionale proseguiva sola. Oggi, siamo arrivati ad un punto in cui la natura non impulsa più la nostra evoluzione.
Anzi, lavora affinchè possiamo conservare lo stato di evoluzione che abbiamo raggiunto.
Per questo motivo, Tibetani, Indù, Egizi, Greci, Sciamani, filosofi, Guru e Lama di tutti i tempi, tradizioni e geografie, sapevano che il senso di questa incarnazione terrena stava nell’accrescere la nostra coscienza; ovvero lasciare questo corpo fisico con un livello di coscienza superiore a quello che avevamo all’inizio di questo viaggio.
Usando una sola parola: evolvere. Tuttavia, nessuna evoluzione è possibile, a meno che si produca attraverso uno “sforzo cosciente”. Siamo arrivati ad un punto cruciale. Non siamo abituati a compiere sforzi, figurarsi sforzi coscienti.
Come se non bastasse gli istituti preposti all’educazione e alla formazione degli esseri umani non insegnano “come” compiere sforzi coscienti, perchè non insegnano “come” lavorare su di se per “evolvere”.
Abbiamo già chiarito che per “evoluzione” non intendiamo trovare un lavoro con uno stipendio più alto o che meglio valorizzi le nostre capacità, tanto meno lasciare la città inquinata e caotica, ancorchè eccitante, per beneficiare dell’aria pura della campagna e di un ritmo di vita più naturale.
Tutto questo rientra nella categoria “amor proprio” che, sebbene sia meglio avere che non avere (condizione necessaria), non è sufficiente per evolvere davvero.
Per questo motivo, sin dall’antichità, le cosiddette “scuole del mistero” create da Tibetani, Indù, Egizi, Greci, Sciamani, filosofi, Guru e Lama e non solo, di tutti i tempi, tradizioni e geografie, avevano come obiettivo quello di insegnare al discepolo “come” compiere uno sforzo cosciente per ottenere una reale evoluzione.
Non saranno in molti a simpatizzare con questo concetto. La maggior parte crederà di essere pienamente cosciente e di star usando davvero la dose personale di libero arbitrio, nonché di usare a pieno il proprio potenziale.
Molti crederanno davvero di essere evoluti rispetto a 10 anni fa o di essere ad un passo dall’illuminazione solo perchè hanno fatto un ritiro di meditazione, fino a che non affiorano vecchie conoscenze come irritazione, rabbia, paura, ansia, panico, stress e depressione… e se osserviamo bene la nostra reazione ci accorgiamo che non è poi così “evoluta” come immaginavamo.
Altri invece, potrebbero credere che “la vita” li ha messi in una situazione poco attrattiva, dalla quale traggono ben poche opportunità di evoluzione; ma è solo un’illusione perchè “la vita” siamo noi.
Tuttavia, è naturale che sia così, perchè esistono diversi livelli di coscienza, che derivano dall’evoluzione della propria essenza; ciò che abbiamo appreso nelle vite precedenti e siamo riusciti a cristallizzare nella nostra anima.
In base al livello di coscienza e alla tappa di “lavoro di auto-conoscenza” che stiamo transitando per avvicinarsi al livello di coscienza successivo, cambia tutto. Intendo dire proprio tutto; persino le parole, ancorchè uguali, hanno un significato diverso tra due persone, a seconda del livello di coscienza raggiunto perchè è diversa la “comprensione”.
Infine, un piccola parte dell’umanità, che “sente la chiamata”, che intuisce l’esistenza di “qualcosa di più”, di un disegno più ampio e completo, inizia una ricerca che la conduce “oltre” i paradigmi già noti, ordinari e dunque dominanti. Infine, uno crede di compiere una ricerca per la trasformazione ma in realtà si tratta di una ricerca “trasformatrice”, e per questo trova.
Chi cerca, trova, sempre.
Per questa ragione, le antiche scuole del mistero erano e sono poche e occulte. Erano e sono ben pochi, i discepoli “pronti” ad incontrare un maestro.
Con queste premesse torniamo alla nostra giornata tipo. Avendo chiarito che siamo qui per “coltivare” la nostra coscienza, osserviamo tutte le volte in cui non lo stiamo facendo.
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Come si fa a sapere se stiamo facendo qualcosa per accrescere la coscienza? Qualcosa finalizzato alla nostra “evoluzione”? Dopo un po’ che si lavora sull’auto-conoscenza (seguendo ad esempio il metodo del Quarto Cammino) e si incominciano a risvegliare doti di sensibilità e intelligenza “superiore”, allora ci si può affidare quasi totalmente all’intuizione.
Ma prima di arrivare a questo punto, consiglio di seguire il seguente approccio: qualunque cosa si faccia, pensi, senta o dica, chiediamoci sempre “Perchè”? La risposta non può essere mai la stessa perchè Noi, non siamo mai gli stessi.
Le particelle elementari di cui siamo composti (elementari perchè non ulteriormente scomponibili), Kalapa come le chiamava il Budda, ogni secondo nascono e muoiono miliardi di volte. Questo significa che nonostante non ce ne rendiamo conto, siamo in costante cambiamento.
E allora non manchiamo mai di chiederci “per che cosa faccio la vita che faccio, che finalità ho nello svolgere una data attività, nel mangiare un dato alimento ecc”. Se riusciamo ad ascoltarci davvero, la risposta sarà sempre diversa.
Se non ci facciamo questa domanda cadiamo nella meccanicità e dove c’è meccanicità non può esserci coscienza; se in questa giornata manca la coscienza, mancherà nella mia vita futura. La vita è la sommatoria di anni, gli anni di mesi, i mesi di giorni, i giorni di ore, minuti e secondi. In questo contenitore mettiamo cose e alla fine, il contenuto e il contenitore determina la vita.
Ciascuna attività, ogni parola, sensazione, azione, emozione che compone questa giornata di oggi è un Frattale di questa vita. Ecco allora l’importanza di “prestare attenzione” ad ogni gesto, parola, azione, pensiero ed emozione proprio come se rappresentasse l’intera vita, e di fatto è proprio così.
Dentro di noi possediamo tutte le medicine, i consigli, le risposte e la saggezza di cui abbiamo bisogno per vivere coscienti la nostra vita con salute e felicità, ma nessuno ci ha insegnato come usare queste risorse.
Il panorama delle “discipline della Nuova Era” (che di “Nuovo” non hanno nulla se non il fatto di essere proposte in contesti nuovi) è fenomenale: lo Yoga, il ritiro di meditazione X, il seminario Y, il corso di medicina Cinese, i Tarocchi, l’astrologia ecc. Tuttavia il salto quantico della nostra coscienza, spetta solo a noi.
Ci vengono forniti alcuni pezzi del puzzle, i più audaci riusciranno a procurarsi tutti i pezzi, ma metterli assieme per dargli un senso, sarà privilegio di pochi. Le “antiche scuole del mistero” fornivano i pezzi del puzzle e le migliori condizioni per sviluppare le doti necessarie per metterli assieme.
Tali “migliori condizioni”, possiamo provare a riprodurle nella nostra giornata tipo, allenandoci allo “sforzo cosciente”.
Per prima cosa, al mattino quando ci svegliamo, prendiamoci un momento per “darci conto” che siamo in questa vita, che l’unica cosa reale sono le nostre sensazioni e le reazioni alle nostre sensazioni in questo preciso momento.
Ricordiamoci che questa giornata rappresenterà la nostra vita; ogni gesto, parola, pensiero, sentimento, azione coinciderà con “la nostra vita nella sua interezza”. Durante tutta la giornata proviamo a mantenere con noi questa consapevolezza. Proviamo a vigilare le cose che diciamo, che pensiamo, che sentiamo e che facciamo, cercando di mantenere coerenza tra tutto questo e le nostre richieste (aspettative future).
Se ad esempio chiediamo salute fisica e psichica nella nostra vita futura, prestiamo attenzione alla qualità dell’alimentazione (cibo, aria ed emozioni), alla dose di stress che stiamo ingerendo. Se viviamo stressati, nutrendoci di cibo poco salutare, respirando aria inquinata, peggio ancora fumando, e nutrendoci di rabbia, gelosia e invidia non meravigliamoci se nel futuro non godremo di buona salute fisica e psichica.
Il Futuro non è una incognita, è assolutamente prevedibile, solo non prestiamo sufficiente attenzione al nostro momento presente. Se ad esempio chiediamo pace e armonia ma oggi ci stiamo impegnando per conseguire un vantaggio a svantaggio altrui, non meravigliamoci se nel futuro non avremo mai pace e armonia.
Se ad esempio chiediamo sincerità e unione ma oggi stiamo mentendo o tradendo con parole, azioni, pensieri ed emozioni un amico, una fidanzata o chiunque esso sia, non meravigliamoci se nel futuro non avremo mai sincerità e unione.
Se chiediamo amore e benessere ma oggi non abbiamo ancora imparato ad amare noi stessi, nel futuro non avremo mai amore e benessere.
Se chiediamo felicità, ma oggi non abbiamo ancora imparato a ringraziare per il dono della vita, della salute, per tutti i doni che riceviamo ogni mattina al nostro risveglio e per tutte le nostre relazioni, se non abbiamo ancora imparato a riconoscere la felicità nella bellezza di ogni momento, allora nel futuro non potremo godere di felicità piena.
Dunque, si tratta di fare uno sforzo cosciente, oggi, adesso. Si tratta di incominciare ad essere guardiani delle proprie parole, pensieri, azioni e sentimenti affinchè ci sia coerenza tra questi e affinchè questi siano coerenti con le nostre aspirazioni future.
La nostra vita la costruiamo oggi, adesso, in questo momento, leggendo questo articolo o andando a fare la spesa, guidando l’auto o ascoltando il canto di un uccellino, non è importante il cosa (a patto che sia morale), ciò che conta è il “come”.
Posso vivere in un monastero buddista o in una città caotica lavorando in un negozio di abbigliamento, ciò che conta è il “come”, ovvero il contenuto di questa mia vita e non il contenitore. Sceglierò il monastero o la città a seconda dell’immagine che ho di me e come conseguenza (reazione a questa immagine) sceglierò l’uno o l’altro. Ma ciò che conta è il “come”.
Come vivo da monaco o da commesso, lo faccio meccanicamente o sforzandomi per mantenere la coscienza in ogni istante? Vigilando i miei pensieri, parole, sentimenti ed azioni? Sforzandomi affinchè essi siano coerenti tra loro e con il proposito maggiore?
Do valore a questo momento presente come se fosse tutta la mia vita? Mi sto amando in questo preciso istante? Sono dove vorrei essere?
Sto facendo ciò che realmente desidero per me e che augurerei ai miei figli? Sono felice in questo preciso momento e se non lo sono sto facendo realmente in questo momento qualcosa che mi incamminerà ad esserlo? Mi sento almeno soddisfatto e contento in questo momento, sapendo che sto facendo qualcosa che mi porterà a camminare verso la felicità?
Diffidate di chi vi dice che “sta facendo un sacrificio oggi” perchè poi un domani si godrà i frutti, di chi sta visibilmente “stressato” e “depresso”, perso in qualche faccenda ma vi dice che lo fa così poi, quando andrà in pensione…..
E’ sicuro che questo famoso “domani” non sarà esattamente come se lo aspetta. Prestiamo attenzione a oggi. Questo preciso momento racchiude in se tutta la nostra vita. Se non sprechereste la vita … perchè accettate di sprecare un momento.
Questo momento è la vita, e non si ripeterà mai 2 volte uguale, proprio come questa vita, è un dono unico.
Ahow Mitakuye Oyasin, per tutte le mie relazioni
Pierluigi Giarrusso