Coscienza della respirazione

Cominciamo con un esercizio di respirazione per calmare i nostri pensieri, rasserenare le nostre emozioni e rigenerare molecole, cellule, tessuti e organi del nostro corpo fisico.

Si chiama “respirazione purificatrice” e serve a purificare e ossigenare il nostro organismo ricaricandolo con una dose extra di Prana, o energia vitale.

In piedi o seduti con la colonna retta, testa e collo allineati al busto, svuotiamo i polmoni di aria e cominciamo ad inalare lentamente con il naso.

Prestiamo attenzione a che l’aria si distribuisca prima nel basso ventre, poi nella pancia, costole e stomaco, infine petto e spalle. Insomma, la classica respirazione Yogi. Terminata l’inalazione tratteniamo l’aria per qualche secondo.

Espiriamo dalla bocca in 2-3 volte. Poniamo la bocca come se volessimo fischiare però senza gonfiare le guance. Espiriamo con 2-3 emissioni forti e decise.

Dopo la prima emissione, tratteniamo ancora per qualche secondo l’aria restante, quindi procediamo con una nuova emissione di aria, tratteniamo ancora per qualche secondo ed espiriamo tutta l’aria residua.Ripetiamo almeno 3 volte la respirazione purificatrice.

Che importante la respirazione no? Possiamo restare 5-6 giorni senza bere (senza rischiare che i reni risultino compromessi), diverse settimane senza cibo, ma non più di 2-3 minuti senza respirare affinchè non risultino compromesse le nostre funzioni vitali principali (cuore, cervello, etc).

Quando nasciamo, la prima cosa che facciamo è inspirare, quando lasciamo questo corpo esaliamo l’ultimo respiro. Il soffio della vita.

cambio vita

La qualità della nostra vita dipende soprattutto dalla “purezza” dell’aria che respiriamo. Questo concetto va ben oltre il piano fisico. Le scuole di conoscenza e i maestri dell’antichità sostenevano che l’aria che respiriamo non è solo composta da una serie di molecole chimicamente definibili (ossigeno, etc), bensì è intrisa di “energia vitale”: il prana.

Si tratta del corpo energetico dell’aria “fisica” che respiriamo e che chiamiamo Ossigeno. Il Prana alimenta direttamente il nostro corpo energetico.

Quindi, quando respiriamo ci stiamo nutrendo dell’alimento più importante, la condizione senza la quale non saremmo vivi, biologicamente parlando. L’alimento “aria” è composto da un corpo fisico (materiale) fatto di molecole come l’ossigeno, e da un corpo energetico che chiamiamo Prana.

L’aria “fisica” si interfaccia con il nostro corpo “fisico”: entra per le vie respiratorie fino ad arrivare ai polmoni che riempendosi di ossigeno lo passano per osmosi al sangue che circolando per tutto il corpo attraverso il sistema arterioso-venoso irrora cellule, tessuti e organi.

L’aria “energetica” (il prana) si interfaccia con il nostro corpo “energetico”: l’energia vitale si irradia per i canali energetici (meridiani) passando per i centri vitali del nostro corpo energetico (chakra) facendo in modo che l’energia vitale fluisca armoniosa per tutto il corpo.

Tuttavia a volte l’energia vitale non riesce a fluire liberamente perchè i canali energetici risultano ostruiti o perchè i centri vitali del nostro corpo energetico (chakra) risultano rallentati o bloccati. Quando si verificano questi fenomeni, allora sorge la “malattia” nel corpo fisico. E’ paradossale ma ancora oggi molti non “credono” a questo principio.

Qualunque “malattia” si manifesti nel piano fisico è conseguenza di uno squilibrio generatosi nel nostro corpo di energia. In breve, la medicina moderna tratta il malessere fisico come “la causa” quando in realtà è solo il sintomo.

La medicina Cinese, Ayurveda, Sciamanica, etc. (in breve tutte le Medicine Ancestrali a disposizione dell’Umanità dall’origine della vita) si basano su questo principio “energetico”, e trattano la malattia (manifestazione fisica del malessere energetico) come un sintomo, un indizio, che ci aiuta a rimuovere la causa emozionale o spirituale radicata nel nostro corpo di energia sottile (astrale o causale).

Le medicine “antiche” sanno che non bisogna interferire con la cosiddetta malattia fisica, bensì quando possibile lasciarle fare il suo corso. La malattia infatti è un’alterazione biologica creata dal nostro corpo per contrastare la “causa” originale dello squilibrio e ripristinare autonomamente lo stato di salute.

Insomma, è una risposta, una reazione cosciente del nostro corpo “dotato di una propria super-intelligenza” per ripristinare uno stato che gli è proprio per natura: la salute.

Il sistema dell’attuale medicina moderna è stato creato per interferire con la risposta intelligente del corpo e questo è negativo poichè in ogni caso avremmo “danneggiato” l’intelligenza del nostro corpo.

Nel piano emozionale gli avremmo inviato il messaggio: “quando rilevi un problema, non mi serve il tuo aiuto, e in ogni caso non mi fido di te…”, nel piano biologico tutte le volte che non facciamo scendere in campo l’esercito intelligente del nostro corpo per difenderci lo staremo indebolendo dal punto di vista fisico e strategico-intelluttuale”…è come dirgli “resta pure in panchina e continua a vedere la partita bevendo birra e mangiando patatine”.

Ci stiamo consacrando all’indebolimento genetico e spirituale e non riusciamo proprio a rendercene conto. La beffa finale è che tutte le volte che non permettiamo al nostro “sistema di intelligenza interna” di agire, tutte le volte che lo bypassiamo con l’intelligenza esterna (medicina moderna) ci sottomettiamo ad accumulare “effetti collaterali” che si istallano nel nostro corpo come bombe ad orologeria che prima o poi esploderanno, dando luogo a malesseri che tenteremmo di nuovo di arginare con la medicina moderna (poiché il nostro sistema di intelligenza interna sarà fuori forma, se non avrà deciso di trovarsi un nuovo club a causa di troppe partite giocate in panchina) innescando un circolo vizioso senza fine, o meglio con una fine scontata.

La nostra vita, “la forma d’essere e di manifestarsi”, dipende dalla purezza dell’aria che respiriamo.

Intendo dire, non solo è di vitale importanza respirare “aria pulita”, non inquinata, dal punto di vista chimico-fisico, ma soprattutto, è importante respirare “aria ben energizzata” ricca di Prana, energia vitale.

Come spesso accade la medicina popolare o i detti di una volta hanno una relazione stretta con questi concetti; come quando si dice “che aria pesante c’è in questa stanza”…Senza saperlo, i principi tramandatici dalla medicina dei popoli “originari” del pianeta sono già incisi nella nostra memoria cellulare, e non potrebbe essere altrimenti dato che siamo tutti UN UNICO CAMPO UNIFICATO (una delle ultime “scoperte” di Einstein e pilastrop della Fisica Quantica nonché principio noto da millenni al popolo Tibetano e Indiano nonché riportato nei Veda, antiche scritture della India).

Si tratta di codici e conoscenze già incorporate nel nostro “sistema di intelligenza interna”, che tuttavia non prendiamo in considerazione per disconnessione (meccanicità) e mancanza di attenzione. Respirare in una stanza in cui sentiamo “aria pesante” equivale a posizionarsi a 5cm dal tubo di scappamento di un auto diesel vecchio di 30 anni mentre sta accelerando a folle e noi respirando con la bocca a pieni polmoni.

So che non è facile, ma se percepiamo che nella nostra vita (la forma d’essere e di manifestarsi) c’è qualcosa che non va, se intuiamo che potremmo stare meglio, essere più spesso contenti e sereni, allora vuol dire che dobbiamo sforzarci per meritarci questo “stato migliorativo”.

Lo sforzo che ci è richiesto è “essere coscienti”, anzitutto delle risorse primarie che ci garantiscono la nostra vita; ad esempio essere coscienti dell’aria (fisica ed energetica) che respiriamo.

E’ sempre una nostra scelta (contrariamente a quanto si pensi) e la prevenzione o risoluzione di qualsiasi nostro stato di malessere psichico-fisico dipende sempre e solo da noi.

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Per migliorare la qualità della nostra vita (forma d’essere e di manifestarci), per migliorare il nostro stato di salute fisico (fare reale prevenzione) e il nostro equilibrio psichico-emozionale, dobbiamo prestare la massima attenzione alla qualità dei 3 alimenti che ci garantiscono la vita.

Si tratta della nostra MEDICINA principale e l’unica necessaria ai nostri corpi per stare in salute, equilibrio e armonia. Si tratta dell’alimento solido e liquido (cibo e acqua), dell’aria e delle impressioni. In questo momento trattiamo della respirazione con l’obiettivo di:

1. imparare ad essere coscienti della respirazione: la nostra vita dipende da una funzione biologica che si chiama respirazione, che accade migliaia di volte al giorno senza che ce ne rendiamo neanche conto (e meno male perchè se ogni volta dovessimo ricordarci di respirare saremmo già morti da un pezzo).

Cosa significa essere coscienti di qualcosa? Crediamo di essere coscienti di tutto ciò che ci circonda ma in realtà esiste una gran differenza tra “sapere che se non respiro muoio”, ed essere cosciente dell’importanza vitale della respirazione.

E’ difficile spiegarlo, va sperimentato. Quando acquisiamo la coscienza di qualcosa è come se la stessimo conoscendo per la prima volta nonostante lo abbiamo sempre saputo “intellettualmente”; raggiungiamo un livello di comprensione maggiore.

La coscienza di qualcosa non si acquista senza duro lavoro e tanto sforzo. Bisogna esercitarla costantemente e poi come ricompensa all’improvviso sboccia. “Il sapere” non ha lo stesso significato per un uomo comune e un uomo illuminato.

La parola si scrive allo stesso modo ma per il primo tipo di uomo si tratta di un sapere puramente intellettuale (letto o appreso mentalmente), per il secondo si tratta di un sapere esperienziato, ottenuto con sforzo e rispetto al quale è stata “creata” la coscienza.

Quindi, come possiamo acquisire coscienza dell’esistenza e dell’importanza della respirazione? Iniziamo a praticare il seguente esercizio: orientiamo l’attenzione alla respirazione. Ogni giorno, una o più volte al giorno, fermiamoci 5 minuti, sediamoci e osserviamo la respirazione, così come accade. Non forziamo la respirazione, solo tentiamo di respirare con il naso.

Diventiamo testimoni di questo miracolo. Prestiamo attenzione all’aria che entra passando per le narici e all’aria che esce. La respirazione ha un ritmo naturale. Trattiamo di affinare la nostra concentrazione e proviamo a percepire le sensazioni (fisiche) che questo fenomeno comporta.

Quando inspiriamo l’aria sfiora delicatamente le mucose interne della narice, non è così? e tende ad essere più fresca dell’aria che esce. Avete mai notato che tra un’inspirazione ed una espirazione c’è un millesimo di secondo in cui tratteniamo naturalmente l’aria, chissà cosa accade in questo istante nel nostro corpo…

Contemporaneamente, se ci riusciamo, proviamo a vibrare con uno stato d’animo di profonda gratitudine verso la vita in generale e verso la respirazione in particolare. Siamo grati alla Madre Terra per averci provvisto di un’atmosfera compatibile con le nostre funzioni respiratorie, agli alberi per caricare di ossigeno l’aria che respiriamo.

Siamo grati alle nostre cellule polmonari, agli organi e ai tessuti preposti alla respirazione perchè ci permettono di ossigenare l’organismo ed approvvigionarci di energia vitale, rendendo possibile la vita biologica ed energetica. Regaliamoci questa esperienza. Se la mente tenderà a distrarsi, cosa più che probabile dato che la nostra concentrazione non è allenata, non irritiamoci. E’ parte del processo; così come ci rendiamo conto di esserci distratti, torniamo a concentrarci sulla respirazione.

Quando saremmo diventati pratici nell’osservazione della respirazione, potremo praticare questo esercizio mentre stiamo guidando l’auto, portando a spasso il cane o facendo dell’altro. Staremo così allenandoci alla pratica della multi-attenzione.

Così facendo, lavorando per creare dentro di noi la “coscienza della respirazione”, possiamo iniziare a lavorare per diventare coscienti dell’aria che respiriamo.

2. Imparare ad essere coscienti della “purezza” dell’aria che respiriamo: significa auto-protezione, significa sforzo e amor proprio, che per riflesso si trasforma in amore verso l’umanità e l’universo.

Se l’aria è tanto importante per la nostra vita (è vitale) e dalla sua qualità dipende la qualità della nostra vita, allora trattiamola come una variabile fissa e non mutabile nell’equazione della nostra vita.

Oggigiorno, impostiamo tutto attorno al posto di lavoro, alla casa ecc. accettando la qualità dell’aria che respiriamo come una conseguenza. Vi rendete conto della contraddizione in termini vero? Spieghiamo a noi stessi e agli altri che il posto in cui viviamo e lavoriamo è fondamentale per la nostra “condizione di vita”, ma che intendiamo esattamente per “condizione di vita”?

Personalmente, anni fa, per condizione di vita intendevo una moltitudine di cose ma “la qualità dell’aria” non era tra queste. “Condizione di vita” era piuttosto astratto e si avvicinava al concetto di “vivere bene e meglio”, tuttavia non avevo mai riflettuto sul fatto che per “vivere meglio” era necessario prendersi cura di quelle cose che sono “indispensabili” alla vita stessa, ovvero che se non curi (presti attenzione) comprometti le funzioni vitali.

In questo concetto di vivere meglio non c’era la coscienza della respirazione e dell’aria, ne dell’alimentazione, figuriamoci delle impressioni. E’ un po’ come la storia Zen, che racconta di un saggio disteso nel prato al sole, benedetto dal vento e circondato dal canto felice degli uccellini.

Arriva il colonizzatore o “uomo moderno” e gli dice: “che fai li, perchè non vai a lavorare”…”e per cosa?” gli risponde il saggio; “così potrai comprarti tutto ciò che ti serve: una casa, un cavallo, dei vestiti ecc.” gli risponde l’altro; “e per cosa?” replica il saggio; “così alla fine della tua vita potrai rilassarti, stare in un posto tranquillo, goderti la vita e stare in pace e in armonia”…il saggio gli dice “non è forse quello che sto facendo?”

Ovvio no? È questione di sollevare il velo dell’illusione che spesso disponiamo noi stessi per consentire al nostro ego e attaccamento materiale di manifestarsi oltre quanto è salutare che si manifestino, e ridefinire quindi le priorità.

La “purezza” dell’aria che respiriamo deve essere una delle variabile fisse in base alla quale scegliamo il posto in cui vivere e lavorare e non viceversa. Tuttavia per “comprendere” realmente questa esigenza dobbiamo diventare “coscienti” di quanto importante è l’aria che respiriamo.

Come possiamo allenare questa coscienza? Investigando in prima persona cosa ci accade a livello fisico-psichico quando ci sottoponiamo ad un’aria mediamente inquinata di una qualunque città rispetto all’aria di un bosco, di un parco verde, di campagna o montagna.

Cosa ci accade a livello fisico, ci sentiamo più o meno ossigenati? E a livello emozionale come cambia il nostro stato d’animo? Non limitatevi ad accettare o no quello che vi sto dicendo, investigatelo in prima persona e verificate se è vero o no per voi?

Probabilmente tutti esperimentano una sensazione di benessere a livello fisico ed energetico quando sono in un posto con aria pura, tuttavia l’invito è fare questo esercizio prestando la massima attenzione alle sensazioni che si sperimentano, affinchè un giorno possa maturare in noi la consapevolezza che la futura l’isola felice, con cui tanto oggi giustifichiamo delle “condizioni di vita” non proprio “favorevoli al mantenimento ed evoluzione della nostra vita”, può essere GIA’ realtà oggi, senza necessità di passare per il purgatorio.

Si tratta solo di sviluppare la “coscienza della propria vita” che arriverà solo creando la coscienza delle “funzioni necessarie e sufficienti alla vita”. Il vento soffia quando e dove è necessaria molta aria.

Aho Mitakuye Oyasin, per tutte le mie relazioni

Pierluigi Giarrusso