Raggiunti i 28 anni avevo realizzato tutti e tre i miei sogni! Durante i miei studi universitari ho vinto una borsa di studio Erasmus e ho trascorso un meraviglioso anno a Berlino. Subito dopo la laurea ho sposato il mio teutonico doc e ci siamo trasferiti a Norimberga, in Germania nel 1998.
I primi mesi in Germania non sono stati facili. Non certo per il cosiddetto cultural shock (conoscevo già bene la Germania da prima, parlo la lingua perfettamente e mi sono sempre trovata a mio agio con la mentalità e cultura tedesche) ma perché non riuscivo a trovare lavoro come insegnante di italiano. Il lavoro è sempre stato centrale nella mia vita; essere economicamente indipendente, socialmente attiva e costantemente stimulata è assolutamente essenziale per la mia sopravvivenza psico-fisica e, indirettamente, per quella del mio consorte! Dopo qualche mese di ricerca ho avuto la fortuna di essere assunta presso la Siemens (dove mio marito lavorava) che organizzava corsi di lingua per i suoi dipendenti. Lì mi sono fatta le ossa e ho cominciato a costruire il mio curriculum. Quasi immediatamente altri lavori sono sbocciati e quando ho lasciato la Germania due anni dopo lavoravo quasi full time come insegnante di italiano.
Una cosa che ho capito subito appena uscita dall’Italia è che il percorso di perfezionamento professionale non ha mai fine. La laurea era il minimo che io potessi presentare ai miei possibili datori di lavoro e spesso non era abbastanza. Così decisi di specializzarmi e fare un master presso l’università di Venezia per insegnare italiano agli stranieri. Non contenta, ho contemporaneamente acquisito il certificato per insegnare tedesco come lingua straniera presso il Goethe Institut. Ed è grazie a questo master e alla certificazione per insegnare tedesco che ho poi trovato un bel posto di lavoro presso un college a Cambridge, in Inghilterra.
Nonostante adori la Germania, dopo due anni ho cominciato a ‘divenir nervosa’: volevo cambiare luogo. Thomas, mio marito, ha deciso di fare un dottorato e ci siamo quindi trasferiti a Bedford in Inghilterra per tre anni. L’esperienza inglese è stata per certi aspetti complicata. Professionalmente abbiamo ricevuto moltissimo in Inghilterra; mio marito un dottorato, io un ottimo posto di lavoro in un college a Cambridge dove ho insegnato italiano e tedesco più il PGCE (Post Graduate Certificate in Education) dall’università di Cambridge per insegnare in tutte le scuole e college del Regno Unito (studenti dai 16 anni in su). Socialmente, invece, ci siamo spesso sentiti un pochino isolati. Non abbiamo fatto molte amicizie, credo anche perché eravamo molto impegnati con il nostro lavoro (almeno questo è quello che voglio credere).
Nel 2003 ci siamo trasferiti a Los Angeles in California. Lo so a cosa state pensando. La California con le sue spiagge, belle donne, glamour, Hollywood. Tutto può succedere e in effetti tutto succeede, a Los Angeles. I nostri due anni a LA sono stati a dir poco surreali. Thomas ha trovato un post doc presso la prestigiosa UCLA e io ho insegnato italiano all’università e tedesco presso una scuola superiore a Pacific Palisades, a due passi dall’oceano. I miei studenti appartenevano all’elite di LA; figli di avvocati, professori universitari e qualche star. La mia scuola era a meno di 1 Km dalla mansion di Arnold Schwarzenegger! E’ stata un’esperienza elettrizzante e devo dire che la maggior parte di questi ragazzi aveva la testa a posto e idee chiare per il futuro. A LA ho anche cominciato a fare qualche esame di antropologia all’università. Una vecchia passione che è rivampata improvvisamente in terra americana. Negli States io e Thomas abbiamo imparato ad apprezzare un sistema accademico basato su titoli e meriti e non sulle conoscenze. Devi continuamente dimostrare che vali, è vero, ma alla fine di solito sei premiato con un posto di lavoro consono alle tue capacità e preparazione professionale. Nei nostri due anni a LA abbiamo viaggiato molto per gli States e in Messico. Essere all’estero non è mai stato il nostro punto di arrivo ma piuttosto quello di partenza per scoprire il più possible sul luogo che ci ospita.
Nel 2005 ho trovato l’amore. No, non disperate! Io e il mio teutonico siamo ancora insieme e felici. Intendevo che ho trovato il mio paese, il paese dove puoi immaginarti di stare per tutta la vita. Sto parlando del Canada! In Canada, a Kitchener-Waterloo nel sud Ontario, sono successe molte cose belle. Abbiamo comprato la nostra prima casa e un anno dopo adottato Nuna, il nostro cane. Nuna (abbreviazione di Nunavut, il piu’ grande territorio federale del Canada riconosciuto come patria degli Inuit nel 1999) viene dalla Louisiana ed è una sopravvissuta di Katrina. Un cane molto particolare a dir poco! In Canada ho lavorato per tre anni all’ università di Waterloo come lettrice di italiano, un’esperienza a dir poco fantastica! Io e Thomas abbiamo incontrato molta gente e gli amici questa volta non sono certo mancati. Contemporaneamente all’insegnamento ho portato a termine il mio secondo master presso la stessa università. Ormai l’antropologia mi aveva completamente affascinata. Durante il mio fieldwork estivo in un minuscolo villaggio di pescatori in Terranova mi sono innamorata dell’isola e della sua gente e ho deciso di tornare per il mio dottorato in antropologia.
E così è iniziata l’avventura nell’avventura. Nel gennaio 2009 Thomas ha trovato un posto come assistant professor a Kiruna, nella Lapponia svedese. Qui in Svezia abbiamo comprato due acri di bosco e costruito la nostra casetta. Ma dal settembre dello stesso anno io sono tornata in Canada, a St. John’s in Terranova per iniziarre il mio dottorato in antropologia presso la Memorial University. Fortunatamente ho trovato da insegnare tedesco nell’omonimo dipartimento per arrotondare le entrate. La mia carriera precedente mi aiuta sempre!
Per due anni mi sono divisa tra Canada e Svezia (in estate), ma ora sto per affinare ulteriormente le mie doti di Houdini in gonnella e da settembre di quest’anno mi trasferirò a Vega, un’isoletta nel nord della Norvegia per il mio fieldwork. Lì trascorrerò un anno a fare ricerca e sicuramente mi abbufferò di pesce. Alla fine dovrò districarmi tra tre lingue e tre paesi su due continenti: Canada, Svezia e Norvegia.
Per coloro che vogliono iniziare una vita all’estero non ho un vero e proprio vademecum da offrire. Pensateci bene; questo tipo di esperienza non è per tutti. E inoltre mi sento di dire che un costante approfondimento a livello professionale è più che auspicabile. Prendete il meglio che il paese ospitante ha da offrirvi. Approfondite le vostre conoscenze tecniche con un master, uno stage, o esprerienze lavorative importanti. Non pensate che quello che avete acquisito in Italia sia sufficiente. Anzi, molto spesso non lo è. Ma non consiglio di vedere questo come un handicap. Al contrario, direi piuttosto che può diventare un’occasione per crescere professionalmente e personalmente, un arricchimento insomma.
Chi sono io? Vi chiederete alla fine di questa lunga disquisizione. Consuelo Griggio, dalla provincia di Padova. Non un’italiana nel mondo, ma un’italiana del mondo!
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