Firenze insolita
Firenze, Firenze, Firenze: quante volte abbiamo letto o sentito informazioni su quella che è una delle città più belle al mondo? Firenze è una città da milioni di turisti l’anno, una città lastricata di arte e della più pregiata! Non si contano i capolavori nascosti nelle chiese e nei musei della cittadina, così come non si contano gli artisti, i geni creativi e i personaggi illustri che hanno calpestato i sanpietrini della città.
Firenze, in sostanza, è una città di cui si è detto moltissimo su internet, ma alcuni aspetto sono decisamente meno noti di altri. Ci sono tanti misteri e segreti che aleggiano nella città rinascimentale per eccellenza, che meriterebbero la luce dei riflettori.
Per cercare di ovviare a questa problematica, oggi abbiamo deciso di portarvi in giro per Firenze alla scoperta di 4 cose poco conosciute ai più. Dato l’itinerario completamente pedonale, è bene semplificarsi la vita e depositare i bagagli quanto prima.
Per questo motivo, perché non approfittare di uno dei tanti depositi bagagli presenti a Firenze? Potrete prenotare un posto in uno dei depositi comodamente dal divano di casa, pagando elettronicamente con carta di credito e risolvendo la questione ancor prima della partenza!
Andiamo ora a scoprire 4 cose poco conosciute di Firenze.
Il grande simbolo di Firenze
Girando un po’ per Firenze è facile imbattersi in figure leonine che adornano i monumenti più disparati: che si tratti di statue, disegni, dipinti o bassorilievi, i leoni in questione sono sempre raffigurati a proteggere un fiore di giglio, vero e proprio simbolo fiorentino.
Questi leoni non sono casuali, bensì rappresentano il marzocco, ovvero l’animale simbolo della città. Il marzocco è il leone simbolo del potere popolare, animale “totem” della città, tanto a Firenze quanto in molte altre città dell’Italia centrale (su tutte, Pisa e Forlì). La più importante iterazione di questo Marzocco si trova in piazza della Signoria ed è opera di Donatello.
Quello che ancora meno si sa è che Firenze, durante il Trecento, ha avuto una colonia di leoni in città! Vicino a Palazzo Vecchio, all’epoca, era presente un serraglio con moltissimi animali in cattività, tra cui, appunto, leoni! Al giorno d’oggi la via è stata rinominata, non casualmente, via dei Leoni.
Il fantasma di Palazzo Vecchio
Secondo leggende radicate nel folklore locale, all’interno di Palazzo Vecchio ancora oggi si aggira un fantasma: quello di Baldaccio D’Anghiari.
Baldaccio D’Anghiari è il nome di un eroico combattente vissuto nel Quattrocento e celebrato in letteratura da Niccolò Machiavelli all’interno di un suo scritto; cosa c’entra Baldaccio con Palazzo Vecchio, però?
Nel 1441, Baldaccio cadde in disgrazia e Bartolomeo Orlandini, gonfaloniere corrotto, approfittò della situazione per liberarsene. Baldaccio fu pugnalato a morte e gettato poi da Palazzo Vecchio, per poi venire decapitato in Piazza della Signoria. Questa morte violenta è ciò che si trova alla base della leggenda del fantasma di Palazzo Vecchio.
Rimedi fiorentini alle cospirazioni
All’angolo tra via de’ Pucci e via dei Servi c’è una finestra murata dalla storia molto particolare, che merita di essere raccontata.
A differenza delle tante finestre murate sparse per Firenze – e per tutta Italia -, il pertugio che si trova al pianterreno di Palazzo Pucci ha una storia che affonda le radici nella metà del Cinquecento e vede coinvolti alcuni degli importanti personaggi della storia cittadina.
Parliamo, infatti, di personalità come Cosimo de’ Medici, Pandolfo de Pucci e suo zio Bertoldo Corsini. Dopo che Cosimo ordinò la decapitazione di Bertoldo, tra la famiglia Pucci e la famiglia Medici la rivalità crebbe, tanto a far arrivare i Pucci ad ordire un attentato per uccidere Cosimo.
Il piano era molto semplice: Cosimo sarebbe stato ucciso mentre si dirigeva alla chiesa della Santissima Annunziata, nelle immediate vicinanze di Palazzo Pucci. Sarebbe bastato colpirlo con un’arma da fuoco da una delle finestre del pianterreno del palazzo, per risolvere ogni problema.
Cosimo, per sua fortuna, venne a sapere del piano dai suoi informatori, e decise di risolvere la questione a suo modo. Dopo aver arrestato e giustiziato gli aspiranti assassini, impose la muratura perenne della finestra, così da recidere per sempre il possibile rischio dal suo quotidiano.
Una testa dalla roccia
La chiesa di Santa Maria Maggiore è una grande chiesa fiorentina che ha una particolarità molto divertente. L’esterno della chiesa, dalla chiara struttura romanica, ha mura sguarnite di decorazioni, se non fosse che ben cercando è possibile intravedere un dettaglio davvero molto particolare.
Il lato della chiesa che dà su via de’ Cerretani contiene un piccolo segreto, non facilissimo da vedere perché posizionato piuttosto in alto. Il suo nome è “la berta”, ovvero una testa muliebre di epoca tardo-romana perfettamente integrata nella grande parete della chiesa.
Le leggende riguardanti questo particolare ritrovamento sono molteplici: si narra, ad esempio, che il frammento di statua sia in realtà la testa pietrificata di una donna. Questa pietrificazione sarebbe nient’altro che la maledizione lanciata da un passante dopo aver sentito versi dileggiatori da parte della donna, finita pietrificata in un lampo.
Un’altra leggenda piuttosto popolare riguarda, invece, Cecco D’Asti, astrologo condannato al rogo per eresia. Quest’ultimo, sulla pira, maledì il prete che gli diede la condanna perché questi non gli concesse nemmeno un ultimo bicchiere d’acqua prima della terribile morte. A causa di questa richiesta negata, l’astrologo maledì il prete pronunciando, candidamente, queste parole: “e tu il capo di lì non caverai mai”. Piuttosto lapidario, no?