Vivere su un’isola in Thailandia, Cristiano

Da addetto alla logistica ad imprenditore di successo in Thailandia. Cristiano Sala, 44enne originario di Cesenatico, dieci anni fa molla tutto per trasferirsi sulla meravigliosa isola di Koh Lipe. Qui apre prima un resort e poi un travel shop di escursioni e pesca. «Ancora oggi – confessa – non mi rendo conto di quanto sia fortunato a vivere in uno dei posti più belli del mondo».

La sua, del resto, è una vita vista mare fatta però anche di tanto lavoro. E già, perché in Thailandia, gli stranieri devono faticare il doppio. La sua è un’analisi molto obiettiva di come è vivere qui tra vantaggi e svantaggi. Ecco cosa ci ha raccontato.

Di Enza Petruzziello

Spiagge bianche, barriere coralline e una vita vista mare. Cristiano Sala ha trovato tutto questo e molto altro a Koh Lipe, incantevole isola della Thailandia ai confini con la Malesia dove vive da ormai 10 anni.

Romagnolo di 44 anni, originario di Cesenatico, Cristiano inizia a frequentare la Thailandia fin dal 2003. Oggi è proprietario di due attività: il “Family Song Koh Lipe”, un piccolo resort di 21 bungalow e stanze pochi passi dalla spiaggia di Pattaya aperto nel 2013, e il “Family Song Koh Lipe Tours&Travels” inaugurato nel 2022 con cui organizza escursioni di snorkeling e pesca sull’isola. Si occupa anche di trasferimenti e prenotazioni di resort a Koh Lipe e nelle isole vicino.

Ha una compagna Thai da 8 anni e una bellissima figlia di un anno e mezzo. Nonostante da dieci anni viva in Thailandia, il suo legame con l’Italia e in particolare con la sua città natale è ancora molto forte . Ecco cosa ci ha raccontato.

Cristiano Sala

Cristiano, che cosa ti andava stretto e non ti piaceva più della vita in Italia?

«In Italia vivevo in Romagna dove la qualità della vita é buona. Non posso dire che stavo male, ma ero saturo e mi serviva qualcosa di diverso, non mi sentivo realizzato, stavo veramente bene solo quando viaggiavo e col passare degli anni notavo i cambiamenti in peggio in Italia, così ho deciso di partire e mettermi in gioco».

Di che cosa ti occupavi in Italia prima di trasferirti?

«A Cesenatico lavoravo all’Euro Catering, una ditta che si occupa di rifornire gli hotel, ristoranti e bagni al mare della riviera Romagnola, mi occupavo della logistica».

Perché, tra tante destinazioni, hai scelto la Thailandia?

«Ho iniziato a venire in Thailandia quasi per caso, a me piacevano i paesi sudamericani, poi nel gennaio del 2003 un ragazzo del mio paese mi ha convinto a seguirlo in Thailandia e siamo partiti in un gruppo di 6 persone. Non ero molto attirato dai paesi del Sud-est asiatico, ma devo dire che sono bastati pochi giorni per farmi cambiare idea e tornare in Thailandia tutti gli anni. Ho scoperto Koh Lipe grazie al mio amico Paletta che veniva tutti gli anni in Thailandia per un paio di mesi e a gennaio 2008 siamo venuti a Lipe prima di proseguire il viaggio con mio cugino verso Boracay nelle Filippine».

Che cosa ti ha conquistato così tanto di Koh Lipe al punto da viverci stabilmente?

«Da quando ho lasciato Lipe non ho fatto altro che pensare a questa isola, nessun posto mi aveva preso così tanto. Ho sempre considerato Lipe l’isola perfetta per venire in vacanza: mare stupendo, gente fantastica, pesce fresco, escursioni e soprattutto la pesca della quale sono molto appassionato. Poi ho legato con una famiglia locale a cui ho iniziato a dare una mano prima nella vendita delle escursioni di pesca e snorkeling, e poi al ristorante. Sai, da cosa nasce cosa. Pian piano mi sono calato un po’ nella loro mentalità, nei loro ritmi, sono riuscito ad integrarmi ed ero veramente felice di stare con loro. Nel febbraio del 2003 abbiamo trovato un accordo per il terreno: loro hanno iniziato a costruire i bungalow, mentre io ero a fare l’ultima stagione in Italia. Per la costruzione dei bungalow ho avuto un grande aiuto da un ragazzo di Treviso che era già qua con la famiglia e che poi ha lavorato con me per 5 anni».

Lasciare un lavoro, una casa, gli affetti per andare incontro a una vita nuova. Certo, su un’isola meravigliosa ma fatta almeno inizialmente di tante incognite. Ti avranno preso per matto. Eppure a distanza di dieci anni, puoi dire di avercela fatta.

«Ogni tanto ripenso a tutto questo e non mi nascondo nel dire che sono stato molto egoista nei confronti di mia mamma e di mia nonna che era già anziana, ma mi era capitata l’occasione che aspettavo da una vita, vedevo finalmente uno dei grandi sogni della mia vita realizzarsi e non potevo tirarmi indietro. Adesso che sono diventato padre capisco cosa ha passato mia mamma. Alcuni mi dicevano che ero un pazzo, che stavo rischiando troppo, che sarei tornato a casa dopo qualche anno ma invece sono ancora qua….Ho rischiato e mi é andata bene ma le difficoltà sono state tante».

Quali sono stati gli ostacoli che hai dovuto affrontare? Raccontaci un po’ gli inizi sull’isola: penso all’ambientazione con la gente del posto, all’adattamento ad una nuova cultura e una nuova lingua, alla ricerca di una casa, di un lavoro ecc

«È stato più difficile di quello che pensavo. Anche se frequentavo Lipe ormai da parecchi anni, mi sono accorto che un conto era venirci in vacanza, un conto era mettersi a costruire dei bungalow senza nessun sostegno morale sul posto di amici e famiglia. Inizialmente l’idea era di aprire la struttura a novembre, poi per tante cose siamo riusciti ad inaugurarla solo a metà dicembre. Quando ho intrapreso questa nuova avventura ero convinto di conoscere abbastanza questo paese, ma quando ho iniziato a costruire mi sono reso conto che non avevo ancora capito niente di come funzionano le cose qua.

Ci sono stati giorni in cui ho pianto, durante i quali sono stato molto vicino a mollare perché quello che stavo facendo mi sembrava molto più grande di me e delle mie possibilità e non vedevo la fine, ma ho resistito ed eccomi ancora qui molto più forte di 10 anni fa. Sicuramente sono una persona diversa rispetto ad allora, più forte mentalmente. Ho imparato a vivere coi problemi e gli imprevisti che può avere un’isola che dista 67km dalla terraferma e con cui devi convivere ogni giorno. Di sicuro a Lipe non ci annoiamo. La gente del posto la conoscevo già, stavo con una famiglia di zingari di mare, proprietari del terreno dove abbiamo costruito. Loro sono anche i proprietari del Family Restaurant, il ristorante che si trova sulla spiaggia davanti a noi e dove i nostri clienti fanno colazione e mangiano pesce fresco tutti i giorni. Sono stati loro a costruire i bungalow con l’aiuto dei muratori birmani».

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Per quanto riguarda, invece, l’aspetto dei permessi di soggiorno e dei visti, che cosa bisogna fare per trasferirsi in Thailandia? A te come è andata?

«Per avere il visto e il permesso di lavoro ho aperto una company Thai dove sono il direttore e ho il 49% delle quote, perché per legge il 51% deve appartenere a cittadini thailandesi. Mi sono affidato ad un agente locale della città di Satun che gestiva già altre company di Koh Lipe e che mi era stato consigliato da una mia amica. La spesa iniziale mi sembra sia stata intorno ai 1000 euro. Quando ho aperto la company i miei soci Thai erano in due, proprietari del terreno su cui abbiamo costruito, poi sono diventati tre da quando ho inserito la mia attuale compagna che mi aiuta in tutto. Ho quindi fatto richiesta del visto e del Work Permit e nel giro di qualche mese avevo tutto. Per ottenere il visto di lavoro sono dovuto prima andare a Penang in Malesia per richiedere un visto turistico di due mesi che poi, dopo circa due mesi, è diventato visto di lavoro. É stato tutto molto semplice e veloce ma solo perché mi sono affidato ad esperti del settore. Al momento ho un visto annuale che rinnovo all’immigrazione e ho il permesso di lavoro che mi consente di lavorare in reception ed aiutare il mio staff, per legge non posso fare lavori manuali».

Piccola isola dell’arcipelago delle Tarutao, vicina al confine Malese, Koh Lipe ha sicuramente un fascino tutto particolare, con i suoi paesaggi mozzafiato, le sue bellissime spiagge meta di tanti turisti appassionati di immersioni ma anche di amanti del mare. Come si vive qui?

«Koh Lipe é un’isola bellissima che fa parte del parco marino di Tarutao, siamo più vicini alla Malesia che alla Thailandia. Vivere qua é stupendo, mi sento molto fortunato. Vedere un mare cosi spettacolare ogni giorno é un lusso che in pochi si possono permettere: infradito, pantaloncini e maglietta tutto l’anno, mia figlia che sta all’aperto ogni giorno. A distanza di più di 10 anni a volte ancora non mi rendo conto di quanto sia fortunato a vivere in uno dei posti più belli del mondo. Gli abitanti nativi isolani non sono di origine Thai, sono zingari di mare di origine indonesiana arrivati a Lipe più di 110 anni fa. La prima volta che sono stato qui, ormai 15 anni fa, non mi sembrava di essere nel classico posto Thai, quest’isola era diversa da tante altre ed è l’aspetto che mi ha fatto innamorare del posto».

Com’è la qualità della vita e i costi?

«La qualità della vita a Lipe per me è buona, ma ovviamente è tutto rapportato a quello che offre l’isola. Al momento non mi immagino in nessun altro posto se non qua. Per vivere su un’isola così piccola e lontana ci devi essere portato, venirci in vacanza una settimana o un mese é molto diverso dal viverci e lavorare. Si vive bene ma il costo della vita, essendo un’isola molto lontana dalla costa, é abbastanza alto: la corrente elettrica costa 6 volte in più rispetto alla terraferma, i generi alimentari costano almeno un 30% in più e per risparmiare si fanno ordini sulla terraferma, ma comunque poi ci sono sempre da pagare i cargo e chi ti porta la merce a casa. Ogni cosa che compriamo o che ordiniamo sulla terraferma ha dei costi di trasporto che vanno da 50bht (1€) per una semplice busta ai 200bht (5€) per un pacco. Alla fine dell’anno tutte queste spese extra solo per le spedizioni e le consegne incidono molto nel bilancio perché si parla di parecchie migliaia di ero all’anno. Il costo mensile per vivere a Lipe per una famiglia di 3 persone con una bimba di un anno e mezzo é di circa 2000 euro al mese, escluso visti, assicurazione e permesso di lavoro. Premetto che non esco quasi mai se non per cenare in qualche ristorante un paio di volte a settimana».

Da un punto di vista, invece, dei servizi e delle infrastrutture com’è la situazione sull’isola?

«Nel corso degli ultimi anni é migliorata molto visto che sono migliorati anche tanti servizi. Per farti un esempio 10 anni fa quando andavo a fare spesa non potevo permettermi il lusso di avere una lista di cosa comprare, andavo al market e compravo ciò che era disponibile. La carne arrivava due volte a settimana ed è meglio non soffermarsi a parlare della sua qualità… Ora invece ci sono molti più negozi e market dove arrivano prodotti freschi tutti i giorni. A Lipe sto benissimo, ritmi lenti non frenetici salvo in alcuni periodi di altissima stagione ma niente a che vedere coi i ritmi romagnoli. Per vivere su un’isola cosi piccola ti deve piacere anche un po’ la monotonia perché le giornate sono più o meno tutte uguali, in giro con mia figlia, lavoro, spiaggia, bagno al mare. Anni fa andavo a pescare molto spesso, adesso invece molto di rado a causa del tanto lavoro. Il tempo libero lo dedico a mia figlia. Negli ultimi anni sono migliorati tantissimo anche i ristoranti e ora a Lipe abbiamo buoni ristoranti italiani, spagnoli ed indiani».

Cristiano Sala

Da otto anni insieme alla tua compagna June, avete una splendida bambina di un anno e mezzo. Com’è crescerla qui, sia dal punto di vista umano che dei servizi ai bambini?

«June é di Hat Yai, l’ho conosciuta qui 8 anni fa. Lavorava in un ristorante, abbiamo cominciato a frequentarci e poi dal 2015 ha iniziato a lavorare con me e ora, tra tanti alti e bassi, siamo ancora qua e abbiamo una splendida bambina di nome Giulia nata il 5 novembre 2021. Crescere una figlia a Lipe penso sia bellissimo: vive all’aperto tutto il giorno, tra i bungalow, la spiaggia e il mare, il villaggio, la conoscono tutti…..ma ci sono anche dei “ma”, soprattutto per ciò che riguarda la sanità vista l’assenza di ospedali e la sola presenza di una piccola clinica governativa e due cliniche private aperte soltanto in alta stagione. Il problema più grande di crescere un figlio a Lipe é l’istruzione, la scuola pubblica è già molto carente anche sulla terraferma quindi figuriamoci su un’isola così lontana. Qua i bambini iniziano a leggere e scrivere a 8/9 anni, a volte anche 10/11anni. Il mio progetto è farle frequentare i primi anni di scuola materna ed elementare sull’isola cosicché possa integrarsi con i bambini isolani, e poi mandarla in una scuola privata ad Hat Yai oppure Phuket, ma ci sarà tempo per pensarci».

Il lavoro ti impegna molto. In dieci anni sei riuscito ad aprire ben due attività. La prima è stata il “Family Song Koh Lipe”. Ti va di parlarcene? Come si struttura, che servizi offri, fai tutto solo o c’è qualcuno che ti aiuta?

«Ho aperto il Family Song Koh Lipe 10 anni fa, ho costruito tutto io da zero, sono stato il primo ad aprire una struttura del genere che non fosse in spiaggia. Siamo in seconda fila ma ad appena 100mt dal mare. Mi davano del pazzo e che avrei fatto fatica a lavorare, alla fine, però, ho avuto ragione io! Il primo anno abbiamo iniziato con 10 bungalow, poi dal secondo anno 15, nel 2018 abbiamo costruito 6 stanze con aria condizionata. In totale ci sono 21 stanze più altri 3 bungalow che gestiamo noi. I bungalow sono arredati in stile isolano, forniamo ventilatori, doccia calda, frigorifero, cassetta di sicurezza mentre le stanze sono state costruite un po’ più in stile moderno e tutte con aria condizionata. Nei bungalow possiamo ospitare fino a 4 persone mentre nelle stanze fino a 5 persone. A lavorare siamo in 11/12, io mi occupo di gestire la reception con un ragazzo Thai e una ragazza isolana, mentre la mia compagna si occupa della gestione del personale delle pulizie. Con noi lavorano anche una coppia di birmani che vivono a Lipe da più di 10 anni. Per la lavanderia c’è una signora isolana che lavora con me dal primo anno. Preferisco dare lavoro agli isolani ma a volte é difficile trovare personale locale».

Quanto costa soggiornare al Family Song?

«Il Family Song é una struttura economica per i prezzi di Lipe, dormire da noi in alta stagione costa circa 40 euro per i bungalow con ventilatore e 70 euro per le stanze con aria condizionata. In bassa stagione si parte da 15euro a notte circa. Metto già le mani avanti per evitare inutile polemiche sui prezzi degli alloggi: a Lipe i prezzi sono questi, un letto in ostello con bagno in comune costa 500/700bht (14/19€) a notte».

Da qualche mese sei proprietario anche del “Family Song Koh Lipe Tours&Travels”, un piccolo travel shop. Come è nata l’idea?

«Il Family Song Koh Lipe tours & Travels è stato aperto nel novembre del 2022 e dalla prossima stagione saremo in una nuova location. L’idea di aprire questo piccolo travel shop mi é venuta quando mi hanno proposto una spazio libero. Avevano, infatti, difficoltà a trovare qualcuno di affidabile per gestire lo shop così a marzo abbiamo deciso di chiudere e lavorare solo online. Vendiamo tantissime escursioni di pesca e snorkeling molto diverse dalle solite e questo é un po’ il nostro punto di forza. Siamo un punto di riferimento per i tanti italiani che vengono qua e per fortuna lavoriamo tantissimo anche con i turisti di altre nazionalità. Abbiamo la nostra clientela fissa che viene quasi ogni anno a Lipe per pescare i pesci vela. Inoltre alcuni grandi resort mandano il loro clienti a pescare con noi e questo significa che lavoriamo bene. Oltre alle escursioni possiamo prenotare anche tutti i trasferimenti da e per Lipe e per le isole che ci sono tra Lipe e Phuket e i ferry da/per Langkawi in Malesia. Ovviamente tutti si possono rivolgere a noi, non solo i clienti che pernottano al Family Song».

In generale che tipo di clientela è quella che si rivolge a te?

«Lavoriamo con gente di tutto il mondo, soprattutto europei, almeno un 20% dei clienti della nostra struttura sono italiani e tantissimi romagnoli come me. Chi sceglie di pernottare da noi lo fa perché mi conosce. Non solo. Molti scelgono di affidarsi ad un italiano perché, non parlando inglese, é tutto più facile. Siamo disponibili ad aiutare i nostri clienti in ogni aspetto. Essendo una struttura economica sono tanti i giovani che soggiornano al Family Song così come quelli che viaggiano con un budget limitato. Altri ancora scelgono i nostri bungalow perché sono caratteristici, sono binhgaloe semplici e che rappresentano la Koh Lipe di una volta. Se ne trovano sempre meno ormai perché la richiesta del mercato asiatico va sui bungalow o le stanze in muratura con aria condizionata e piscina. Purtroppo il turismo in questi anni é cambiato molto e le persone sono molto più esigenti e molto meno alla mano rispetto a 10 anni fa».

In Italia a porre un freno alla nascita di nuove imprese spesso è proprio la burocrazia. Dal punto di vista pratico quali sono stati i passaggi necessari che hai dovuto affrontare per aprire le tue attività? E quanto costa più o meno aprire un’attività del genere?

«Aprire la mia attività per quello che riguarda la costruzione é stato molto impegnativo e difficile, per la burocrazia ho avuto chi ha fatto tutto per me in tempi molto brevi. L’investimento iniziale é stato di 150mila euro poi nel corso degli anni tra modifiche, migliorie, la costruzione delle stanze con aria condiziona e la casa per il mio staff si è arrivati ad un investimento totale di 400mila euro».

Come si svolge una tua giornata tipo?

«Le mie giornate cambiano molto dalla bassa all’alta stagione. In alta stagione ho pochissimo tempo libero, sveglia alle 6/6.30 e si lavora fino alle 18 nei bungalow poi dalle 18 alle 22 al travel shop. La mattina vado a fare un giro al bar a prendere un caffè con mia figlia, vado a fare la spesa e il pomeriggio quando ho qualche ora libera andiamo in spiaggia. Giornate molto semplici. In alcuni periodi dell’anno dobbiamo solo pensare a come trascorrere la serata. Un po’ di tempo devo dedicarlo ai nostri 5 cani e 13 gatti che sono parte della famiglia. Sono tutti animali arrivati dalla strada, abbandonati o con delle difficoltà a cui abbiamo deciso di dare una vita migliore. In più mi occupo, con l’aiuto del mio staff e di June, di portare del cibo ai cani di strada. In totale diamo cibo a circa 90 cani più decine di gatti. Le giornate sono belle piene di lavoro ma qui, se vuoi che le tue attività vadano bene, devi seguirle costantemente e io voglio che si lavori a modo mio. Se non fossi stato così presente le cose sarebbero andate molto diversamente. In bassa stagione, da metà maggio fino ad ottobre, ho molto più tempo libero e in estate cerco di tornare in Romagna almeno un mese, questo anno tornerò a fine giugno per 2 mesi visto che sono 4 anni che manco da casa».

Tanti i giovani che decidono di partire e trovare fortuna all’estero. Quali opportunità possono trovare a Koh Lipe e che consigli daresti loro?

«A Koh Lipe le opportunità di lavoro sono pochissime e solo stagionalmente, quindi mettere in regola uno straniero per pochi mesi non é conveniente. Per lavorare in Thailandia serve il Work Permit e visto l’alto costo per mettere in regola e pagare lo stipendio ad uno straniero sono veramente pochi quelli che hanno trovato occupazione a Lipe. Si tratta soprattutto di istruttori per le immersioni. L’unica opportunità é quella di investire. Un consiglio che mi sento di dare é di non essere sprovveduti e frettolosi nel voler aprire un’attività qui: venite in vacanza, state 6 mesi/un anno e cercate di capire più cose possibili. Molti vengono sull’isola in alta stagione e vedono tutte le attività piene, ma poi c’è da fare i conti con la bassa stagione dove é molto facile essere in rimessa per 4 mesi. Investite quello che siete disposti a perdere nel caso vi vada male e affidatevi ad esperti del settore, evitate di cadere in proposte di società senza sapere con chi andrete a lavorare. La Thailandia é un paese stupendo ma come in tanti altri posti non é tutto rose e fiori. Quando si viene qua in vacanza ogni cosa è bella, ti sembra tutto perfetto, tutti che ti sorridono. Molte volte, però, i sorrisi sono solo di convenienza. Per noi stranieri non ci sono privilegi, non ci sono eguaglianze, noi veniamo dopo, punto! Il solo fatto che in tanti posti ci sono gli ingressi con prezzi raddoppiati (ad esempio nei parchi nazionali) fa capire molte cose. Qui é cosi e ce la facciamo andar bene, che piaccia o no. Per entrare a Lipe gli stranieri pagano 200bht e i Thai 40bht, noi paghiamo 5 volte in più di loro, pensate se una cosa del genere fosse successa in Italia… Sono fortunato che i nativi di Lipe siano molto diversi dai Thai ed é più facile avere rapporti di amicizia con loro. Con molti Thai é quasi impossibile avere rapporti di amicizia disinteressati in poco tempo, ci vogliono anni e anni per coltivare una sana amicizia»

Il tuo legame con l’Italia, e in particolare con la tua città natale, è ancora molto forte. Sempre pronto a sostenere i giovani e lo sport, stai dando il tuo contributo sponsorizzando la locale squadra di calcio la Polisportiva Sala. Ti va di parlarcene?

«L’Italia è un paese bellissimo del quale non si può non essere innamorati, ma allo stesso tempo è un paese finito senza nessun futuro, almeno questo è il mio pensiero anche se preferirei sbagliarmi. È vero, il mio legame con la Romagna é fortissimo, sono molto legato alla mia terra natale, Cesenatico per me é meravigliosa e soprattutto sono legato al Cesena calcio, di cui sono stato un ultras per un bel periodo seguendo il Cesena ovunque. Ho fatto centinaia di trasferte, seguo la mia squadra fin da quando ero bambino, sono anche molto legato alla Polisportiva Sala, la squadra del mio paese che milita in prima categoria a cui faccio da sponsor dando un piccolo contributo».

Come ci hai raccontato prima sei molto attivo anche a Lipe, ti prendi cura di tanti animali randagi ma anche della gente del posto.

«Sì, sono parecchi anni che raccolgo donazioni per l’acquisto di cibo e medicine e per pagare le spese mediche dei cani e gatti di Lipe. Durante il Covid abbiamo raccolto quasi 20mila euro utilizzati per comparare cibo a tutti gli abitanti di Lipe nel periodo in cui l’isola era completamente chiusa ed isolata. Abbiamo aiutato circa 550 famiglie tra isolani, Thai e birmani e per il lavoro svolto nell’aiutare la popolazione di Lipe ho ricevuto i complimenti e i ringraziamenti di un colonnello della polizia Thai da parte della Thailandia. Per me questo riconoscimento ha significato molto perché c’é sempre troppa ostilità da parte di molti Thai verso noi “farang”».

Ti manca l’Italia e ci torneresti?

«Sì, la Romagna mi manca, mi manca la mia famiglia, mi manca mia mamma che mi coccola, i miei tanti amici, le mie semplici abitudini, mi manca tantissimo il cibo, ma al momento dico che non ci penso proprio a tornare. Non penso di stare bene nell’Italia di adesso, mi accontento di tornarci in vacanza uno o due mesi all’anno. Anche se prima o poi dovrò tornare per stare con mia mamma se non decide lei di venire qua».

In molti, leggendo la tua storia e magari soffermandosi solo sul titolo, penseranno: “Facile cambiare vita e trasferirsi su un’isola se hai i soldi”. Ma è davvero così? Cosa ti senti di dire al riguardo?

«Per me la gente può pensare quello che vuole, i soldi per aprire un’attività sono la componente principale ma non l’unica. Non é stato facile cambiare vita, mettersi in gioco, rischiare i miei risparmi, soprattutto farlo da solo senza nessuno al mio fianco e, come ho già detto in precedenza, ero arrivato quasi al punto di mollare. Ne ho vista tanta di gente trasferirsi in Thailandia, aprire attività e poi tornare a casa oppure chiudere l’attività. In molti pensano di venire qui e continuare a fare la vita da turista ma purtroppo nella maggior parte dei casi non é possibile, bisogna lavorare anche più che in Italia».

Come è cambiata la tua vita da quando vivi in Thailandia?

«La mia vita é cambiata totalmente, mi sono dovuto adattare ad altri ritmi, ad un altro modo di lavorare e di vedere le cose, di ragionare. La mia vita é cambiata in meglio, molto meglio con la nascita di mia figlia. Una figlia ti cambia la vita. Dieci anni fa sono venuto qui con l’intenzione di lavorare meno che a casa, di vivere in maniera più rilassata, ma non é andata proprio così».

Progetti e sogni per il futuro?

«Per il mio futuro, e quello di mia figlia soprattutto, ho alcuni progetti. Il primo è riuscire a finire di costruire le stanze che mancano per completare la nostra struttura e costruire una nuova casa. Vorrei stare a Lipe almeno fino ai 60 anni. Al momento con un mio amico e alcuni investitori stiamo cercando un resort da affittare oppure un terreno che sia sul mare dove poter costruire un resort con un ristorante fronte mare sempre qua a Koh Lipe. Abbiamo in mente un progetto importante ma trovare qualcosa sull’isola in affitto soprattutto resort é molto molto difficile. Noi però non molliamo.

Prima del Covid ho ricevuto parecchie offerte per cedere la mia attività ma ho sempre detto di no, ora con la nascita di mia figlia ho cambiato un po’ il modo di vedere le cose e se arriva la giusta offerta potrei anche pensare di vendere. Gestire un’attività come la mia da solo é molto impegnativo e magari prendermi una pausa mi farebbe bene».

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