Rossella: l’Olanda adesso è la mia casa

A cura di Maricla Pannocchia

Innamorata dell’Olanda, specialmente di Rotterdam, la città in cui vive, Rossella ha fondato un progetto dal nome “Going Expact” pensato per chi sta pianificando, o sognando, di trasferirsi nei Paesi Bassi o all’estero in generale. Come spesso accade, la ragazza ha dovuto affrontare diverse difficoltà.

“Al primo trasferimento non avevo idea dei costi della vita in città e ho avuto dei problemi al riguardo ma ora sono riuscita a comprare casa, da sola e in un Paese straniero, che soddisfazione!”

Dopo un breve periodo trascorso a Milano, Rossella è tornata a Rotterdam e, fra i suoi obiettivi futuri, c’è quello di aiutare in maniera sempre concreta chi, come lei, vuole mollare l’Italia e ricominciare altrove.

“L’Olanda non è perfetta, per esempio qui la sanità è a pagamento e non viene fatta prevenzione” racconta Rossella, “Mentre, fra i suoi pregi, c’è sicuramente l’efficienza”. Sicuramente, chi sta sognando di andare a Rotterdam o in qualsiasi altra città olandese troverà utili i consigli e le impressioni di chi quel percorso l’ha già fatto!

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Ciao Rossella, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao sono Rossella e sono siciliana, nata e cresciuta a Messina fino all’età di 26 anni. Non credevo che avrei mai avuto la necessitá di lasciare l’isola e poi l’Italia e invece… resto siciliana nel cuore ma non tornerei a vivere nella mia regione.

Cosa ti ha spinta a lasciare l’Italia?

All’inizio è stata la curiosità. Ero una studentessa di lingue e letterature straniere all’unversitá e facevo 3 lavoretti al giorno per garantirmi un minimo d’indipendenza. Mi sono detta, “ma perché non vai a vedere cosa ti viene offerto fuori visto che così, allo stesso tempo, potrai mettere in pratica la conoscenza delle lingue?” E cosí mi sono messa alla ricerca di qualcosa che potesse fare al caso mio.

Come hanno reagito amici, conoscenti e parenti di fronte a questa tua decisione?

La prima volta sono stata fuori dall’Italia solo per un determinato periodo, quindi tutti sapevano che sarei tornata e amen. La mia famiglia é stata comprensiva, anche se nessun genitore é felice quando un figlio va via da casa e molto lontano. Ci sono stati dubbi e preoccupazioni però mi hanno sempre supportato tutti. Per quanto riguarda gli amici ho difficoltá a risponderti. In passato avrei detto che capivano mentre oggi, dopo 10 anni, forse molti di loro non hanno mai davvero capito cosa significasse per me, non c’é alcuna cattiveria in questo, o rimprovero, ma mi rendo conto che a volte si vive in mondi diversi anche se si condivide ogni singolo giorno. Quello che me lo fa capire sono le frasi come “beata te”, “che fortuna” che, nonostante tutto, ancora ricevo e alle quali replico sempre ricordando che io non ho avuto fortuna, ho fatto una scelta e sono andata fino in fondo.

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Dieci anni fa hai lasciato la Sicilia per Palma de Mallorca, come mai proprio quella meta?

Amavo lo spagnolo e tutto quello che gli ruota intorno. Lo studiavo da quando avevo 11 anni e non ero ancora stata in Spagna, quindi la mia prima esperienza ho voluto farla proprio lì. Palma é capitata perché ho trovato lavoro come receptionista in un hotel, cercavano una persona che parlasse italiano, inglese e possibilmente spagnolo, ma che fosse giovane perché il contratto era da stagista e ti davano vitto e alloggio in hotel in una camerata di ragazzi/e. Insomma, 10 anni dopo non lo avrei mai fatto ma in quella fase andava bene per iniziare.

Che ricordi hai dei tuoi primissimi giorni all’estero?

Ero emozionata, non credevo ai miei occhi. Mi ricordo quando andai a fare il NIE (permesso per lavorare in Spagna) e poi la mia prima volta in banca… mi sentivo così orgogliosa fare quelle cose da sola, in una lingua stranera, anche se la parlavo. Credo che questo orgoglio e questa emozioni mi accompagnino ancora oggi e mi danno la carica nei momenti “no”.

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Che cosa faresti diversamente se potessi tornare indietro?

É una domanda difficile. Istintivamente direi che non mollerei la presa come ho fatto dopo 2 anni di vita in Olanda per tornare in Italia, a Milano, però in realtà mi é servito anche quel periodo. Ho capito cosa volevo e sono tornata sui miei passi. Non cambierei nulla, ma sarebbe stato bello partire prima. Tuttavia, allora non avevo le condizioni economiche ma nemmeno la mentalitá per farlo. Mi sono spostata dall’Italia per la prima volta a 26 anni. Prima di quel viaggio, ero stata solo a Parigi. Oggi i ragazzi di quell’etá penserebbero sia pazzesco, che sono strana, ma l’idea di sperimentare l’ho dovuta maturare. Forse per questo adesso sono ben convinta della mia scelta.

Ti sei poi spostata a Rotterdam per amore. Quali differenze hai notato, in negativo e in positivo, fra lo stile di vita a Palma de Mallorca e quello in Olanda?

Sì, inizialmente sì, anche se poi le cose sono andate molto diversamente da come pensavo. Ad ogni modo va benissimo cosí, penso che tutte le persone abbiano un ruolo nella vita delle altre, quel ragazzo aveva il ruolo di farmi scoprire il Paese e la cittá che oggi chiamo “casa”.

La Spagna e l’Olanda sono due Paesi molto diversi fra loro, in ogni senso. Immagina uno spagnolo che cena alle 18:00 o un olandese che lo fa alle 22:00. La vita é scandita diversamente anche per via del clima estremamente diverso. Entrambi i Paesi sono noti per la loro apertura mentale, credo che in Spagna sia più da “take it easy” mentre qui é la tolleranza ad avere la meglio rispetto all’evitare problemi. Entrambi i Paesi contano un gran numero di expat e ciò contribuisce a creare una realtà internazionale. Credo che qua nei Paesi Bassi, comunque, l’aspetto della multiculturalità sia più evidente e non manca praticamente mai.

In Spagna, un po’ come in Italia, é piú facile improvvisare con gli amici, decidere le cose all’ultimo e il giorno dopo essersi conosciuti 2 persone giá si invitano uno a casa dell’altra, della serie “mi casa es tu casa”! Nei Paesi Bassi c’é molta piú calma in questo, il rispetto e la considerazione dei propri spazi sono amplificati, non ti tengono fuori ma ti fanno entrare in punta di piedi e sono molto self-oriented, che non é egoismo ma valutare bene le cose mettendo le proprie necessità al primo posto (cosa che non trovo affatto sbagliata).

Hai avuto delle difficoltà date dal costo della vita in città. Che consigli daresti per risparmiare?

Mi è successo durante il primo trasferimento perché non avevo idea di quanto potesse essere cara e difficile la vita in città, inoltre avevo pochissima esperienza lavorativa e quindi sono dovuta partire dal minimo sindacale. La seconda volta non ho avuto alcuna difficoltà in questo senso, ero già più grande, con un buon curriculum e avevo le risorse economiche. Ho trovato subito lavoro.

Risparmiare qui è complicato se non hai un lavoro di un certo livello. Il mio piú grande consiglio é quello di informarsi bene prima di partire, vedo post di persone che cercano appartamenti per 700 Euro il mese e sono in crisi perché sono giá qui e non li trovano. Allo stesso tempo vedo persone che pretendono stipendi alti avendo senza avere né esperienze né conoscenze, magari parlando solo italiano e masticando un po’ l’inglese. Credo ci voglia consapevolezza, dapprima di sé stessi e poi di cosa offre il Paese.

Il governo offre quello che é chiamato “30% tax ruling” a chi si trasferisce qui e ha un lavoro con uno stipendio sopra (circa) 40mila euro all’anno. Si tratta di uno sconto del 30% sulle tasse per un massimo di 5 anni. Ci sono varie condizioni per riceverlo, se si hanno le competenze e le esperienze, consiglio di considerlo quando si negozia lo stipendio in fase di colloquio.

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Ad oggi la crisi abitativa é forte, consiglio di venir qui, fare un giro in un paio di cittá e zone limitrofe, cercare dpprima un appartamento in condivisione per poter capire bene le spese quotidiane che si hanno e valutare la prossima mossa sulla base di ció. E per caritá, non focalizzatevi solo su Amsterdam!

Studiate bene almeno l’inglese prima di mandare curricula e, quando arrivate, non appena avrete un po’ di confidenza con la cittá imparate anche un po’ di olandese.

Sei tornata in Italia, precisamente a Milano. Cosa puoi raccontarci di quell’esperienza?

Quell’esperienza mi rimarrà sempre nel cuore per le persone che ho conosciuto e perché ero piú vicina alla mia famiglia, ma non tornerei a vivere a Milano nemmeno per un giorno. Ho imparato a capire tutto quello che non voglio, ho capito cosa sono le opportunitá vere e quelle che, diciamo, si basano su cose che non sono la tua carriera e le tue conoscenze. Non ho studiato alla Bocconi e sono una donna che al tempo aveva quasi 30 anni, non aggiungo altro!

Vivo in un Paese dove le cose storte e le mele marce esistono, ma posso prendere i mezzi per andare al lavoro e il costo mi viene del tutto o in gran parte rimborsato, a nessuno importa se voglio figli o se ne ho, non sono vecchia per cambiare tipologia di lavoro, se esco dall’ufficio prima del capo nessuno pensa che non vada bene, se finisco di lavorare sempre tardi il capo mi e si chiederá se forse la mole di lavoro che ho é troppa e cercheremo una soluzione. Ovvio non é sempre cosi, ma lo é spesso. Diciamo che Milano mi ha regalato l’opposto. Senza considerare che gli stipendi medi non sono per nulla calibrati al costo della vita.

Sicuramente in Italia, la capitale lombarda offre di più, ma se arrivi dall’estero a 29 anni, la vedi diversamente.

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Come sei stata accolta dalle persone olandesi?

Io sono molto fortunata in questo, ho delle ottime esperienze con gli olandesi. È vero che apprezzo la gente diretta e non la trovo rude. Inoltre, cerco d’integrarmi, continuo a studiare la loro lingua e tendo a celebrare le loro tradizioni, ovviamente senza mettere da parte le mie.

Evito di fare i paragoni, perché non servono a nulla, se non a deluderci.

Il mio ragazzo é olandese, penso che questo alla fine basti a rispondere alla domanda 😊

A un certo punto, hai deciso di tornare a Rotterdam. Cos’è, secondo te, che ti attira verso questa città?

Bella domanda! Anche a questa mi viene difficile rispondere perché é un sentimento. A prescindere dal fatto che mi piaccia, mi sento legata ad essa da sempre. Mi sono sentita a casa quasi da subito. Inoltre é la perfetta mezza misura tra le cittá caotiche, come sono invece di solito le capitali – vedi Amsterdam – e una cittadina di provincia. Hai tutto, é moderna, multiculturale, conserva della storia, é ben collegata a tutto, ma non é un eterno caos di turisti e la gente é affabile.

Quali sono, nella tua opinione, i posti di Rotterdam da visitare assolutamente e quelli che sono poco conosciuti ma meritano ugualmente una visita?

Questo é uno dei temi che affronto sui miei social. Credo che il posto piú conosciuto di Rotterdam sia il palazzo con le case cubiche. Se ci vieni la prima volta ci sta vederle e con loro il Markthal, il centro che sta su 2 livelli, il porto con il bellissimo Erasmusbrug e poi andare a visitare il Depot che é un’opera super moderna e deposito d’arte. Farei anche una bella visita all’Euromast per vedere il panorama a 360 gradi e sentire i racconti sulla cittá. Pranzo o cena all’Hotel New York da dove un tempo partivano le navi per e dall’America sia per le merci sia con le persone.

C’è davvero tanto da scoprire, i parchi cittadini e i musei, la zona di Delfshaven, completamente diversa dal modernissimo centro, i primi quartieri dopo il ponte Erasmus che raccontano proprio di quante vite e culture si sono intrecciate in cittá.

Come funzionano i vari servizi a Rotterdam (sanità, uffici pubblici, ecc.)?

L’efficienza non manca, di solito prendi appuntamento per tutto, sui siti dei Comuni trovi le info. A volte c’é da aspettare qualche settimana, considerate che Rotterdam é molto popolata e negli ultimi 2 anni ci sono stati un po’ di problemi per via della pandemia, quindi manca personale. In generale peró trovi gente competente, attese minime, puntualità negli appuntamenti e non si gira per mille uffici per fare una sola cosa. Spesso le cose amministrative le fai online. Quanto ti registri ricevi un codice, BSN, che é il tuo identificativo e permesso di lavoro, tramite quello ti si aprono tutto le porte fisiche e virtuali.

La sanitá é un tasto dolente, é privata e costa parecchio, sono crica 120€ mensili a persona. Rispetto al modo di fare italiano, la mentalitá olandese risulta piú superficiale. Il medico di base fa tutto e, se alla sua visita riscontra qualche problema, allora e solo allora vedrai uno specialista. DI base tendono a darti paracetamolo per tutto. Inoltre c’é poca prevenzione, questo mi spaventa un po’, ma tendo a insistere per fare le visite e quindi riesco a scamparla e fare i controlli.

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Quali sono i passi da fare per vivere e lavorare in Olanda?

Se si é europei é facile, nel senso che non servono permessi speciali. Una volta qui, si prende appuntamento con il Comune che chiederà delle informazioni e dei documenti da portare a un appuntamento per la registrazione e per ricevere il BSN. Se si ha già un posto dove registrarsi tutto fila liscio ed é veloce. Se non lo sia ha si richiede di essere inseriti nella lista RSI, e quindi si acquisisce un BSN ma si é ancora residenti altrove. Questa soluzione puó essere presa per un massimo di 4 mesi, scaduti i quali sarebbe meglio avere un indirizzo di residenza olandese. Nessuno ti butta fuori dal Paese, ma si hanno problemi con la sanitá e non sempre i datori di lavoro sono disposti a tenerti/assumerti.

Con il BSN si puó richiedere l’assicurazione sanitaria e aprire il conto in banca olandese. L’assicurazione sanitaria olandese é obbligatoria da quando si é residenti in Olanda.

Usi i social media per supportare chi vive all’estero o sogna di farlo. In che modo lo fai?

Assolutamente sì, ho un blog e l’omonimo account su Youtube, “Going Expat”, dove do consigli sia per trasferirsi nei Paesi Bassi sia all’estero in generale. Il materiale é sempre sullabase delle mie esperienze o di quelle di persone che vivono in quello specifico Paese. Condivido molto anche su Instagram.

Quali sono, secondo te, le caratteristiche da avere o su cui lavorare per trasferirsi con successo fuori dall’Italia?

Avere la mente aperta, smetterla di pensare che le cose abbiano un solo modo per essere fatte, ascoltarsi, ascoltare e sopratutto provarci. Come dicevo prima peró ci vuole grande consapevolezza di sé stessi e conoscenza delle caratteristiche di base del Paese in cui si va. Lo shock culturale capita a tutti ed é fatto da fasi diverse e a volte difficili ma se si é preparati si supera.

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Le esperienze più belle vissute in Olanda…

Credo che la cosa piú emozionante sia stato comprare casa, da sola e in un Paese straniero, che soddisfazione! In generale amo questo posto e mi diverte prendere parte alle tradizioni come Sinterklass (festeggiamenti per San Nicola che apre al Natale) e la festa del Re.

Progetti futuri?

Sempre tanti! A parte continuare a crescere nel mio lavoro, mi piacrebbe portare avanti in modo piú professionale Going Expat e supportare in modo più efficace chi vuole venire a vivere qui.

Per contattare e seguire Rossella:

Facebook:https://www.facebook.com/rossella.davi.1/

Instagram:https://www.instagram.com/rory_in_trip/?hl=en

Sito web: https://www.goingexpat.info/

E-mail: rossella@goingexpat.info