“Avevo deciso, da almeno un anno, che se non fossi riuscito a trovare lavoro in Italia entro il mio compleanno, avrei tentato la fortuna all’estero”. E così è stato. Roberto da Bari si è trasferito a Londra dove, dopo aver lavorato in un ostello come housekeeper, ha trovato un impiego in una multinazionale del mobile. I suoi sogni nel cassetto? Migliorare ulteriormente la sua posizione lavorativa e riuscire a trasformare il suo hobby in un lavoro.

Roberto, perchè hai scelto di trasferirti proprio nella capitale dell’Inghilterra?

Ho scelto Londra sia perché conosco meglio la lingua rispetto al francese e al tedesco, sia perché ho delle amicizie qui, sia perché è facilmente raggiungibile anche da Bari con un volo diretto tutto sommato breve ed economico.

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Di cosa ti occupavi in Italia?

In Italia ho insegnato per un anno, dopodiché ho lavorato nei call-center e ho dato ripetizioni private. Ma negli ultimi mesi ero completamente disoccupato.

Quali sono state le tappe fondamentali del tuo percorso professionale?

Mi sono diplomato al liceo scientifico con il massimo dei voti, poi mi sono laureato in Ingegneria Elettronica con una buona votazione, dopodiché ho insegnato. Successivamente ho frequentato un corso di programmazione informatica, dopo del quale ho lavorato presso un call-center e ho dato ripetizioni. Poi più niente.

roberto teodoro

Ti consideri un cervello in fuga?

Anche se al momento continuo a non svolgere il mio lavoro, sì. In Italia, nonostante i miei titoli, le mie competenze e il mio desiderio di mettermi in gioco, nessuno, a parte il call-center, mi ha offerto la possibilità di svolgere un lavoro anche distante dal mio percorso di studi.

Attualmente, di cosa ti occupi a Londra?

Appena arrivato ho trovato lavoro in un ostello, come housekeeper. Ovviamente non era il lavoro dei miei sogni, ma mi ha dato la possibilità di restare qui.  Da quasi quattro mesi invece, sto lavorando in una multinazionale del mobile, dove mi occupo dell’area ristorante. Questo rappresenta un miglioramento rispetto a prima, innanzitutto per la paga oraria, che è più alta e per il numero di ore, prima infatti lavoravo part-time, ora invece full-time. Quindi riesco a far fronte alle mie spese e a mettere qualcosa da parte, senza l’aiuto dei miei genitori da cui prima dipendevo. Il mio obiettivo è però quello di cambiare dipartimento, in modo da occuparmi di arredamento vero e proprio, così da poter stare ancora più a contatto col cliente.

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In che modo sei riuscito a trovare l’attuale lavoro e la casa in cui vivere?

Sono stato ospite dell’ostello in cui ora lavoro e ho appreso da una receptionist italiana che stavano appunto cercando dei collaboratori. Per la ricerca della casa ho utilizzato i siti online tipo Gumtree e, dopo un paio di tentativi insoddisfacenti, ho trovato una casa pulita, ad un prezzo onesto e non troppo lontana dal centro. L’ho presa subito, anche perché non ne potevo più di vivere in ostelli e quello in cui mi trovavo era veramente sporco.

Quali sono state le difficoltà che hai dovuto affrontare nella delicata fase del trasferimento?

Sono state tante: dalla scelta delle varie sistemazioni e dei possibili lavori da svolgere, alla procedura per la richiesta del NIN, per l’apertura del conto in banca, alla scrittura del CV in formato UK. Una mia amica, che si trova a Londra già da alcuni anni, mi ha dato molti consigli e un grande aiuto pratico in questo. Senza i miei genitori e lei sarebbe stata molto più dura perché non avrei saputo come muovermi.

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A proposito dei tuoi genitori, come hanno accolto la tua decisione?

I miei genitori mi hanno appoggiato sin dall’inizio sia moralmente che economicamente, dato che le spese da anticipare sono molte: gli ostelli, il vitto e il trasporto e poi l’affitto e la cauzione della casa. Inoltre mi hanno supportato in tutte le difficoltà iniziali e, prima della partenza, nella ricerca di informazioni su come muovermi a Londra.

In base alla tua esperienza cosa consiglieresti ai giovani italiani?

A coloro che si ritengono insoddisfatti della propria vita in Italia ed hanno una certa capacità di adattamento, consiglio di non rinunciare e tentare un’esperienza all’estero. Anche se dovessero rimanervi solo per un periodo della loro vita, è sicuramente un’esperienza formativa a cui non rinunciare.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Migliorare ulteriormente la mia posizione lavorativa e riuscire a trasformare il mio hobby in un lavoro.

A cura di Nicole Cascione