Luca: sono andato alle Canarie per far visita ai miei genitori. Adesso abito qui

A cura di Maricla Pannocchia

I genitori di Luca, pensionati, abitano alle Canarie e, quando è andato a trovarli, è rimasto come folgorato dalla carica del luogo e dai paesaggi da sogno. Luca lavora da remoto come docente e consulente web, “andare in spiaggia subito dopo il lavoro o lavorare immerso nei giardini ti dà una nuova carica.” Luca consiglia, a chi vuole trasferirsi alle Canarie, di fare attenzione a chi chiede molti soldi in cambio dei servizi e d’informarsi con calma, senza avere fretta e, soprattutto, affidandosi a persone e realtà competenti. Anche ai turisti, Luca suggerisce di non fermarsi alla prima spiaggia ma di esplorare le varie realtà. “Sono partito per caso”, racconta l’uomo, “ma poi qui alle Canarie ho trovato tutta una serie di motivazioni che mi hanno spinto a rimanere.”

Luca Calderan

Ciao Luca, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Luca, sono nato a cresciuto in Barriera di Milano, a Torino. Ho iniziato a viaggiare per caso, vincendo la ritrosia iniziale e scoprendo che ciò che pensavo fosse banale può essere apprezzato altrove.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho iniziato a lavorare in remote working durante la pandemia. Sono arrivato alle Canarie per andare a trovare i miei genitori e poi ho scoperto un posto carico di fascino e mistero tra grotte, simboli e segni di civiltà precedenti, oltre a scenari da sogno tra mare e montagna.

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Come ti sei organizzato prima della partenza?

Non mi sono organizzato in alcun modo particolare. Sono partito per caso e poi mi sono ritrovato a rimanere qui, inizialmente, appunto, per caso, e poi perché ho trovato una serie di motivazioni che mi hanno convinto a restare.

Sei stato supportato, anche “solo” con incoraggiamenti, da parte di amici, parenti e conoscenti?

Sì, i miei genitori si erano trasferiti qui e inizialmente ero venuto a trovare loro. In seguito ho avuto modo di scoprire un ambiente nel quale ritrovare me stesso e riscoprirmi in vari settori e su vari piani.

Adesso vivi alle Canarie. Dove, precisamente?

Sono a San Agusti, a Gran Canaria. Una zona a due passi dal mare, ma anche comoda per quanto riguarda i servizi. Ho scoperto un modo più sano e semplice per vivere e lavorare. Soprattutto per chi è alla ricerca di prodotti tipici a basso costo, piatti ed elementi della cultura locale e scenari da sogno, questo è un ambiente adatto e un posto da dove ripartire, anche per fare scelte importanti.

Di cosa ti occupi?

Sono un docente e un consulente web, realizzo siti web e servizi di posizionamento per professionisti e piccole realtà. Cerco di aiutare le persone a raccontarsi sul web, proponendo al meglio la propria professione e la propria unicità.

Come descriveresti la tua vita quotidiana?

Beh, una passeggiata al mare, un caffè in riva al mare e un giro tra negozietti e artigiani. Ho avuto modo di esplorare l’isola e riscoprirne l’energia e la magia, tra richiami della cultura di base e sensazioni dovute ai vari posti. Per il resto ho la fortuna di poter scegliere da dove lavorare e spesso di decidere anche i miei orari.

Ricordi cos’hai provato durante i primi giorni lì?

All’inizio è stato strano. Come quando ero all’Isola d’Elba, inizialmente ho sentito un senso di solitudine e spaesamento. Nonostante gli scenari da sogno, è difficile socializzare e legare con le persone. Invece con la cultura locale ho scoperto una semplicità e un insegnamento continuo ad apprezzare le piccole cose e la capacità di realizzare cose dal nulla.

Come funziona, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare alle Canarie?

La vita in generale costa poco, se si sa cercare e si sa valutare bene la situazione. A livello burocratico ci sono alcuni vincoli, ma il fatto di essere in Europa sicuramente è positivo a livello di aiuti e servizi. Ci sono anche aiuti per chi comincia. Risulta più difficile aprire i locali se non si hanno le idee giuste e la comprensione di come funzionano le cose qui. In generale, se si vogliono offrire servizi a basso costo e di qualità, c’è spazio.

Le Canarie sono anche meta di molti pensionati. Anche se non sei ancora in età da pensione, avresti dei consigli per loro?

Sì, certo. I miei sono pensionati e vivono qui. In generali bisogna diffidare degli italiani e di chi chiede cifre alte per i servizi. Informandosi e chiedendo in giro ci sono servizi di aiuto che consentono di ottenere sgravi e aiuti e di vivere bene. Bisogna fare attenzione e studiare le zone per trovare le case al giusto prezzo e non cadere nelle bolle di mercato.

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È facile trovare un alloggio lì? Quali sono i costi medi?

Non è facile ma cercando si trovano soluzioni interessanti, anche vicino al mare. Ovviamente bisogna accontentarsi. Spesso si tratta di strutture turistiche mutuate da ex hotel e quindi di piccole o medie dimensioni,però, se ci si vuole spingere all’interno, ci sono anche case storiche di pregio, ville e persino case di design, magari con vista mare. Bisogna saper cercare bene e valutare la spesa rispetto al portafoglio.

Pensi che le Canarie siano idonee per i nomadi digitali?

Sì, anche se il mercato è ancora giovane. Spesso i nomadi digitali si fermano nelle città principali, senza esplorare appieno le possibilità e le realtà dell’isola. Servirebbe forse creare una rete più coesa e aperta, che valorizzi la partecipazione e la realizzazione di progetti comuni. Oltretutto, al Sud di potrebbe fare sfruttando la possibilità di lavorare insieme in posti da sogno e con costi accessibili.

Quali sono, secondo te, i pro e i contro del vivere lì?

Bisogna adattarsi alla cultura locale e al clima molto caldo, specie nei mesi estivi. Si può vivere con poco, se ci si sa adattare e sappiamo cogliere le opportunità. I contro sono nella difficoltà di creare un gruppo coeso, trovare persone con le quali collaborare e nella diffidenza generale. Con il tempo s’impara a gestire e vedere le cose con maggiore distanza e a cogliere l’unicità e la carica di questo posto.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Bene, i canari sono un popolo schivo ma aperto e che costruisce facilmente una sorta di famiglia con i turisti e gli stranieri. Per il resto ci sono ancora differenze culturali ed è difficile inquadrare la gente del posto. Ci sono persone da tutta Europa e ognuno tende un po’ a passare il tempo con i propri gruppi di riferimento. A livello italiano ci sono occasioni di ritrovo e numerosi locali e non mancano occasioni per gustare classici come la focaccia di Recco o la pizza napoletana, a volte adattati ai gusti dei locals.

Che luoghi ed esperienze suggeriresti a chi si appresta a visitare le Canarie per la prima volta?

Sì, certo. Ci sono grotte e musei, spiagge che vanno da quelle più turistiche e gettonate, con sabbia bianca riportata, a quelle più naturali e vere, talvolta con la fauna locale, giardini botanici e città con case tipiche e oggetti della cultura locale. A volte i turisti si fermano alla prima spiaggia, mentre consiglio di viaggiare e scoprire le differenze tra i vari posti, tra Anfi del Mar e Teror, oppure Telde e Mogan.

Ci sono degli incontri fatti alle Canarie che ti sono rimasti nel cuore?

Sì, ho incontrato persone importanti e conosciuto anche professionisti in loco degni di nota. Per certi versi sembra un viaggio tra gli ’80 e i ’90 tra cantanti, chitarristi solisti e serate di karaoke, però con il mare di contorno e le spiagge con le dune naturali.

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Che suggerimenti daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

In linea generale bisogna trovare un posto che restituisca le giuste vibrazioni e non fermarsi solo al mero dato estetico iniziale. Non ci sono restrizioni particolari ma bisogna rispettare le regole e imparare a operare con armonia rispetto all’ambiente circostante. Con il tempo si ottengono aiuti e incentivi e consiglio d’informarsi man mano e di non avere fretta.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato a riscoprire i miei talenti. Ho ripreso a cantare e suonare e ho un diverso approccio alla mia professione. Il fatto di poter prendere e andare in spiaggia appena finito di lavorare oppure di lavorare nei parchi e nei giardini ti rimette in equilibrio con il mondo. Ho imparato ad approcciarmi alla vita con semplicità e determinazione, mettendo i miei talenti al servizio degli altri e ritrovando il mio lato spirituale.

Progetti futuri?

Sto partendo con un progetto di consulenza su misura per chi vuole operare sul web. L’idea è semplice e molto mirata. Si tratta di aiutare le aziende e i professionisti ad approcciarsi al mercato nella maniera migliore, cogliendo le opportunità che questo offre. A volte, dopo anni ci si accontenta di riproporre schemi e modelli perdendo di vista l’obiettivo iniziale. Un punto di vista differente può aiutare a riprendere la giusta direzione.

Per seguire e contattare Luca:

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