La nuova vita di Andrea a Fuerteventura

Deluso dall’incapacità della classe politica italiana, Andrea e la sua famiglia nel giugno 2022 si sono trasferiti definitivamente a Fuerteventura, nell’arcipelago delle Canarie. «Abbiamo scelto di abbandonare un Paese dove i controlli medico sanitari post tumore erano stati sospesi perché esisteva solo il Covid.

Fieri ora di essere immigrati in un nuovo Paese che ci ha accolti, aiutati e dove ora ricominceremo finalmente a vivere e dove soprattutto la bambina sta già tornando ad essere allegra, sorridente e libera». Ecco la sua storia.

andrea fuerte

Di Enza Petruzziello

«La mia storia, la nostra storia, inizia da lontano ma non troppo. Il paese, la nazione in questione è ovviamente l’Italia. I protagonisti siamo noi: Andrea, Claudia ed Elisa. Emigrati come vuole la lingua italiana, fuggitivi come paventa qualche politico che non si rende conto che il suo popolo elettorale sta emigrando in massa anche per colpa sua e di tanti altri suoi colleghi che tutto stanno facendo, fuorché il bene del paese che li ha eletti ».

Inizia così la lunga e-mail di Andrea. Mentre scrive è in viaggio in auto per raggiungere la sua famiglia a Puerto del Rosario, nella bellissima isola di Fuerteventura. In queste settimane ha chiuso definitivamente i rapporti con l’Italia, venduto la casa, organizzato il trasloco per iniziare la sua nuova vita.

Andrea ha 42 anni, Claudia 52 e la piccola Elisa 9. Prima di trasferirsi alle Canarie vivevano a Torino. Di lavori ne hanno fatti tantissimi, Andrea ha lavorato per anni nel settore dell’intrattenimento e organizzazione eventi e nel settore dell’edilizia e del mercato immobiliare, poi ha creato il primo fastfood tutto italiano di pasta che ha ceduto dopo 11 anni di attività. Prima della pandemia ha iniziato a fare il fattorino per alcune società di delivery. Claudia, invece, è passata dall’avere un’impresa di pulizie a lavorare nel campo onicotecnico. Dalla nascita della bambina si occupa a tempo pieno di fare la casalinga e crescere al meglio Elisa.

< È Fuerteventura l'isola migliore per trasferirsi a vivere alle Canarie? Ecco i nostri consigli >

«Siamo emigrati da un paese che non riconosciamo più – ci dicono -. Da un paese che ci ha dato i natali e ci ha visto crescere e poi, come spesso avviene, si lascia scappare i suoi cittadini. Fieri ora di essere immigrati in un nuovo paese che ci ha accolti, aiutati e dove ricominceremo finalmente a vivere. Elisa soprattutto sta già tornando ad essere allegra, sorridente e libera di essere una bambina che cresce in mezzo ai suoi coetanei e non tra infinite quarantene e isolamenti».

Andrea, da dove parte esattamente la vostra storia?

«Da Tenerife dove andavamo spesso in vacanza e dove durante una di queste vacanze viene concepita Elisa, evento che ci legherà già emozionalmente alle Canarie. Purtroppo, la mancanza di certezze economiche e lavorative ci ha trattenuto in Italia in pianta stabile ancora per diverso tempo, soprattutto anche per i gravi motivi di salute di Claudia nei primi anni di vita di nostra figlia. Gli eventi socio politici economici e il susseguirsi poi del crollo del Paese Italia fino alla definitiva autodistruzione con la pandemia da Covid19 hanno portato alla decisione di cambiare aria».

Qual è stata la molla definitiva che ha fatto scattare in voi la decisione di trasferirvi?

«La spinta l’abbiamo avuta sopratutto nel periodo della pandemia. La gestione politica del Paese dove i responsabili politici hanno pensato in primis al loro portafoglio e poi alla reale salute dei loro concittadini hanno dato, poi, lo slancio definitivo alla scelta di abbandonare un Paese dove i controlli medico sanitari post tumore erano stati sospesi perché esisteva solo il Covid. Economicamente, inoltre, non bastava più neanche lavorare 20 ore al giorno per poter, non solo arrivare a pagare tutto o quasi, ma nella maggioranza dei casi a non farcela a pagare tutto. Per non parlare dell’ultimo periodo e di quanto tra poco avverrà, che peggiorerà ulteriormente la situazione economica e il tenore di vita di chi lavora tutto il giorno, o di chi ha lavorato una vita e dovrà passare inverni al freddo o al buio per l’incapacità di qualcuno nel gestire un Paese ma, ripeto, con una grande capacità invece nel gestire le sue tasche».

La tua è un’analisi molto critica nei confronti del governo e della politica italiana. Non ti sembra di essere eccessivo? In fondo il periodo del Covid, gli isolamenti di cui parli, sono ormai alle spalle… Che cosa ti ha deluso maggiormente?

«No, anzi ad essere sincero credo di essere stato anche troppo morbido. Purtroppo l’Italia è un Paese allo sbando più totale, come gran parte dell’Europa, con la differenza che in Italia in tanti stanno ancora troppo bene e quindi non nascono proteste o reazioni per nessuna decisione seria politica, ameno che non si tocchi il mondo del calcio o qualcosa di minor livello».

Lo scorso anno quindi decidete seriamente di cercare un posto migliore, sia dal punto di vista economico che sanitario, e lo trovate alla Canarie a cui siete sempre stati legati.

«Esatto. La nostra storia prosegue nel cercare un posto dove poter emigrare e cercare di stare bene e di poter vivere serenamente dal punto di vista economico e sopratutto della salute. Qui tornano in gioco le Canarie e meta scelta questa volta, dopo una prima visita a visionare tutto, è un’altra isola, Fuerteventura. Finita la scuola, a giugno 2022 ci siamo trasferiti definitivamente in questa nuova realtà, al momento totalmente differente dalla realtà italiana».

Quali sono esattamente queste differenze di cui parli?

«Processi relativamente brevi per fare documenti e spostamenti. Scuole nettamente più avanzate rispetto alla squallida istruzione italiana. Sanità pubblica che funziona. È un paradiso? Mi chiedono in tanti. No, è un Paese che funziona. In tante cose sono molto indietro rispetto a gran parte dell’Europa, ma hanno la voglia e le possibilità di crescita e di fare il bene di chi risiede, lavora e pagare tasse. Già, paga le tasse. Perché nelle Canarie per quello che ti danno e per quanto ti chiedono fa quasi piacere pagare le tasse e non il pizzo all’italiana sottoforma di tasse, imposte e bollette».

▶ Sogni le Isole Canarie? Scopri come investire o comprare casa a Fuerteventura! ☀

Prima di decidere quale sarebbe stata la vostra nuova casa avete girato tutte le Canarie. Perché alla fine la scelta è ricaduta su Fuerteventura? Quali sono stati gli aspetti che vi hanno colpito di più?

«Perché è l’isola più arretrata e con più potenziale rispetto alle altre, dove si può ancora vivere con un po’ di pace… e poi la giri in lungo e in largo e non ti stanchi mai, specialmente quando arrivi a fermarti ad ammirare le location di Cofete e Sotavento».

Come sono stati gli inizi qui? Penso all’ambientazione, alla ricerca di una casa e di un lavoro, all’accoglienza della gente.

«Buoni, molto buoni. Disponibilità e aiuto da parte di moltissima gente, locale e non, sembra di vivere un po’ nell’Italia del sud degli anni ‘80 per farti capire. La ricerca della casa è stata difficile per via dei prezzi alti rispetto a ciò che ti offrono, però a forza di cercare e affidandosi alle agenzie giuste siamo riusciti a trovarla e siamo più che soddisfatti. Il lavoro è una nota dolente. Di lavoro è pieno in ogni dove, ma con stipendi veramente molto ma molto bassi e quindi bisogna rimboccarsi le maniche e provare anche qui a fare lavoro autonomo e impresa».

Abitate a Puerto del Rosario, capoluogo dell’isola e località molto amata dai turisti. Ma com’è vivere qui da residente? Ci fai un’analisi obiettiva della qualità e del costo della vita, dei servizi, infrastrutture, vantaggi fiscali, divertimenti ecc?

«La scelta di Puerto è stata dettata sia dal fatto di avere uffici e ospedale molto vicini sia per la minore presenza di italiani sul territorio. Si vive benissimo, comodissima anche per raggiungere tutte le parti dell’isola e l’aeroporto. Scuole, ospedali, centro di salud, uffici del Comune e del Cabildo sono ben gestiti e con personale che ha voglia di lavorare e ti aiuta in tutto ciò che ti serve. Nonostante qui le tempistiche siano un po’ lunghe, sono comunque nettamente inferiori a quelle italiane».

Nella tua lunga mail hai parlato della malattia di tua moglie e delle difficoltà di ricevere controlli medico sanitari post tumore in Italia. Adesso come sta?

«Al momento sta bene e speriamo sempre in bene. Qui hanno iniziato da subito a controllarla, tutti i medici e sanitari sono rimasti esterrefatti della situazione italiana. Dal 2020 in Italia i follow-up oncologici sono stati sospesi… cosa quasi impossibile da crederci se non lo hai vissuto in prima persona».

A proposito di questo, com’è il sistema medico sanitario delle Canarie?

«Se devo valutare le tempistiche rispetto all’Italia posso paragonare la sanità pubblica canaria a quella privata italiana e ho detto tutto… Anche la professionalità del personale medico il più delle volte è migliore. Ovviamente la differenza è che qui non ci sono tutte le strutture e macchinari avanzati come in Italia però nel caso di esami specifici ti spostano in altre isole senza problemi né costi».

Hai anche una splendida figlia di 9 anni, Elisa. Come è crescerla su un’isola?

«Elisa finalmente ha ricominciato a vivere, dopo gli anni della pandemia italiana è tornata ad aprirsi e devo dire che si è anche “inselvaggita” molto. La presenza di parchi gioco nuovi, moderni, funzionanti e puliti è una cosa impressionante rispetto all’Italia dove, se presenti, sono quasi sempre devastati e mal frequentati. E poi ovviamente qui c’è la spiaggia e playa Chica che per i bambini è il top».

☞ Ecco la Guida per chi cerca lavoro alle isole Canarie

Quali sono i servizi, gli incentivi e gli aiuti che è possibile trovare per i genitori e i ragazzi, e com’è il sistema scolastico alle Canarie?

«Per quanto riguarda il sistema scolastico eravamo un po’ dubbiosi sul funzionamento della scuola pubblica ed invece anche qui siamo rimasti sorpresi nel vedere quanto sia avanzata la scuola pubblica canaria! Siamo seguiti in tutto! Mia figlia è arrivata sull’isola senza sapere una parola di spagnolo e in meno di 6 mesi non solo lo parla benissimo ma lo scrive anche, oltre ad avere imparato bene anche le altre materie e soprattutto la matematica che in Italia non le entrava neanche per sbaglio. La scuola pubblica a Fuerteventura è promossa a pieni voti, nettamente superiore a molte scuole private italiane».

Di che cosa vi occupate a Fuerteventura tu e tua moglie?

«Al momento io ho ripreso il lavoro di fattorino nel food delivery con Glovo e seguo un po’ di immobiliare, mentre Claudia continua a fare l’onicotecnica e la casalinga».

Da un punto di vista lavorativo, hai notato differenze tra l’Italia e le Canarie?

«Certo, si lavora con molta più tranquillità, con molto più rispetto per la vita e famiglia e con orari lavorativi più umani».

Come è cambiata la vostra vita da quando siete a Fuerteventura?

«Meno stress e potrebbe bastare questo. Di sicuro è cambiata nettamente in meglio, poi sia chiaro che le difficoltà ci sono state e ci saranno ancora, ma si riescono a risolvere con molta più tranquillità e serenità».

Che cosa speri possa darti l’isola che non ti ha dato l’Italia?

«Sorriso, felicità e tranquillità: cose che purtroppo sono facili da trovare solo non appena varchi il confine del Belpaese. Ma soprattutto poter vedere la bambina in un ambiente molto più sano o solare».

Per contattare Andrea ecco i suoi recapiti:

Facebook: https://www.facebook.com/andrea.moz.5

Instagram: https://www.instagram.com/andream_ftv/

Scoprendo Fuerteventura (per conoscere meglio questa meravigliosa isola)