Gabri Torn: la mia nuova vita on the road

A cura di Enza Petruzziello

Lasciare tutto, casa e famiglia, per vivere in un van camperizzato girando l’Italia.

Obiettivo: far conoscere a più persone possibili la passione del gioco di ruolo.

La vita di Gabriele Tornavacca, 32 anni, cambia improvvisamente due anni fa a causa del Covid. Trascorre i primi due lockdown ad Imola in completa solitudine, lontano centinaia di chilometri da parenti, amici ed affetti, costretto a giocare unicamente online e privato anche della musica dal vivo, sua altra grandissima ragione di vita, sia come musicista che come spettatore.

È proprio a causa di questa esperienza da “bardo”, come lui stesso la definisce, che inizia a maturare in lui un’idea: viaggiare per far conoscere la sua passione per i giochi di ruolo. Il rientro a Torino, sua città natale, gli dà la spinta decisiva. Qui, infatti, scopre di aver sviluppato un’intolleranza gravissima all’inquinamento, con sintomi davvero gravi e debilitanti. Deve andarsene al più presto.

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Così decide di camperizzare un Ford Transit e di vivere spostandosi continuamente per l’Italia alla ricerca di aria più pulita, per ovviare ai suoi problemi di salute, ma anche di avventurieri e avventuriere per portare loro mappe verso tesori leggendari, luoghi nascosti e imprese epiche.

Lo abbiamo incontrato tra uno spostamento e l’altro, ed ecco cosa ci ha raccontato.

Gabriele, innanzitutto parlaci un po’ di te.

«Un saluto e un ringraziamento a chiunque stia leggendo questo articolo! Ho 32 anni e da ormai 2 anni abbondanti, per via del Covid, il mio lavoro di marketing e di SMM nel mondo ludico e più in generale nel mondo “nerd” si è spostato da un ufficio al cosiddetto full remote. Attività che continuo a svolgere tutt’ora dal mio van camperizzato».

Quando e perché è maturata in te la decisione di lasciare tutto e vivere in un Van camperizzato per girare l’Italia?

«Quando sono passato dall’ufficio al full remote, in piena pandemia, ho deciso di tornare alla mia città natale (Torino) dall’Emilia Romagna, dove appunto vivevo unicamente per motivi lavorativi. Qui si apre una parentesi poco piacevole purtroppo: ho sempre sofferto, fin da piccolo, di una quantità considerevole di allergie e intolleranze, che sfociavano in gastrite cronica, asma grave e una salute davvero molto cagionevole. Quando ho vissuto per due anni lontano da Torino, queste patologie son sparite come d’incanto dopo qualche mese. Pensavo che la previsione ottimistica dei dottori “Con l’età la situazione potrebbe migliorare” si fosse avverata… ma quando sono tornato a Torino è ritornato tutto nel giro di poco e peggio di prima. Ho scoperto di aver sviluppato in via definitiva un’intolleranza gravissima all’inquinamento di quella che è purtroppo la città più inquinata d’Italia, con sintomi ancora più gravi e debilitanti. Questo problema mi ha spinto definitivamente a compiere questa scelta, senza dimenticare la mia passione per il gioco di ruolo e il crescente desiderio, maturato in pandemia a causa dell’isolamento, di diventare un novello Gandalf in grado di raggiungere tutti i giocatori e tutte le giocatrici sul suo carretto, non coi fuochi d’artificio, ma in cerca di qualcuno con cui condividere un’avventura, con dadi e manuali!».

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Una delle decisioni più importanti quando si intraprende questa scelta è la ricerca della giusta casa a quattro ruote. Tu hai optato per un Ford Transit, come mai?

«La ricerca di un van da camperizzare, ovvero di un camper cosiddetto “puro”, è stata molto difficile. Con la pandemia è diventata merce rara. Ho semplicemente scelto il mezzo col miglior rapporto qualità-prezzo tra i pochissimi disponibili in una distanza accettabile per visionarli di persona e valutarne l’acquisto. Considerando il fatto di doverci vivere per un periodo molto prolungato nel lungo termine».

Parlarci della tua nuova casa: come l’hai trasformata e quali sono le principali caratteristiche del van?

«A lavori terminati devo dire che non manca davvero nulla nel van. Letto basculante per recuperare spazio, ma ampio e comodo. Cucina con ben tre fuochi e lavandino, frigo trivalente, bagno/doccia (cosa non del tutto scontata in un camper puro), inverter per poter ricaricare tutti i device anche con la 12v, riscaldamento (ancora da testare in pieno inverno, ma sono fiducioso), un discreto spazio per i bagagli, etc. Con il solo ausilio delle lavanderie a gettoni, sono completamente autosufficiente!».

Un aspetto importante per te è la sostenibilità per vivere in maniera più green possibile. Hai lanciato una campagna di crowdfunding proprio per installare dei pannelli solari. Come è andata e quali sono i prossimi passi?

«Il Gofundme è andato benissimo, grazie all’aiuto di una grossa fetta di appassionati e addetti ai lavori nell’ambiente del gioco di ruolo. Amici che conosco di persona da anni e con cui collaboro e condivido moltissime esperienze del settore: eventi, raduni, e così via. Grazie a loro ora sono completamente autosufficiente e al 100% green per quanto riguarda l’energia elettrica. È una bella sensazione. Sul lato ecologico spero di racimolare presto abbastanza soldi per poter applicare la modifica per il motore misto diesel/GPL e in futuro vorrei implementare a tal punto l’impianto solare da poter abbandonare del tutto i bomboloni di gas per cucina e riscaldamento. Questi sono i miei obiettivi. L’obiettivo attuale del Gofundme però è una piccola soddisfazione amena per me e per la community: una grafica a tema Dungeons & Dragons per l’esterno del furgone».

Un altro obiettivo del tuo progetto #GDRRANTE è girare tutta l’Italia per far conoscere a più persone possibili i giochi di ruolo. Ti occupi di GDR cartacei da ormai 20 anni, per passione, e da quasi 10 anni in veste professionale. Puoi spiegarci meglio in cosa consiste la tua attività e passione?

«La mia passione è sempre stata quella di far vivere fantastiche avventure alle persone che si siedono con me per giocare di ruolo. Nel 2002 ho cominciato con Vampiri La Masquerade, nel 2004 ho scoperto D&D e da lì non ho mai smesso di appassionarmi a questi giochi meravigliosi. Da quando ho scoperto di essere portato per la comunicazione e per la gestione dei social nel settore, fondando la community di SDDND che con più di 150mila followers è una delle più grandi d’Italia e d’Europa, ho capito che potevo formarmi anche nel marketing e farlo diventare un lavoro. Non sono nel modo più assoluto un influencer, la mia attività per la community di SDDND e per le altre community è unicamente fatta per passione. Il mio lavoro consiste nel curare i social e la comunicazione per una delle aziende leader del settore in Italia, mentre mi occupo di marketing per altre aziende non ludiche, ma comunque inscritte nel mondo “nerd”».

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Quando partirai? Hai già deciso un itinerario?

«Sono già partito da un mese abbondante! Ho partecipato a tre eventi uno di fila all’altro: LudiKastello, Festa dell’Unicorno e Montelago Celtic Festival, senza dimenticare Parma Nerd poco prima. Ho masterato [ha assunto il ruolo di master ndr] sessioni tra Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche anche nei pochi giorni liberi tra un evento e l’altro. A spanne sono a circa ventiquattro sessioni fatte giocare in meno di un mese. E ora si fa rotta verso Puglia, Calabria e un’altra fiera: la Fabcon a fine agosto. A settembre conto di far giocare in Riviera Romagnola fino ad arrivare in Veneto. Ad ottobre organizzo un nuovo evento nel castello di Pandino in Lombardia, insieme agli amici di Progetto Gaming e Adventurers Milano».

Ti spaventa l’idea di vivere da solo in un camper in giro per l’Italia? I tuoi famigliari e amici come hanno preso questa tua decisione? C’è stato qualcuno che ha cercato di dissuaderti e al contrario chi ti ha appoggiato?

«I miei genitori sono camperisti convinti sin da quando ero piccolo. Mio padre fu uno tra i primi in Italia a costruirsi completamente da solo la sua cella abitativa per le vacanze, da montare sopra il suo camion da muratore come se fosse un pickup. Su questo suo progetto furono scritti addirittura degli articoli, all’epoca, sui giornali delle comunità piemontesi in Argentina. Non solo mi hanno supportato, ma in gran parte devo a loro l’idea del il mio progetto. In generale non c’è stato nessuno che non mi abbia supportato o che abbia cercato di dissuadermi. In definitiva non mi spaventa affatto l’idea di vivere così».

Gabriele Tornavacca

Cosa speri che possa darti questa avventura?

«Spero innanzitutto di poter riacquistare un po’ di salute, purtroppo gli ultimi due anni in mezzo allo smog mi hanno debilitato troppo. Dopodiché il mio obiettivo è scoprire un nuovo modo di vivere, di giocare e di portare la mia passione a tante, tante persone. Non nascondo che mi affascina anche l’idea di scoprire e incontrare altre persone fuori dagli schemi, che hanno adottato questo stesso stile di vita o altri ancora più alternativi e interessanti. Credo che avventure del genere possano servire innanzitutto ad arricchire l’animo delle persone e ad ispirare il prossimo».

 

Per sostenere Gabriele nel suo progetto #GDRRANTE, la raccolta fondi è ancora attiva su https://www.gofundme.com/f/gdrrante.

È possibile seguirlo sul suo nuovo profilo Instagram creato praticamente apposta per il progetto: https://www.instagram.com/sddnd_admin_t/.

I suoi spostamenti invece vengono comunicati su questo canale Telegram, dove è anche possibile partecipare alla chat per organizzare le giocate: https://t.me/gdrrante.