Francesco e Francesca: Gran Canaria
A cura di Maricla Panocchia
Entrambi provenienti da importanti esperienze nel mondo del sociale, a un passo dal diventare prete lui e dedita all’accoglienza e ai bambini lei, la coppia composta da Francesco e Francesca ha mollato l’Italia per aprire Casa Mamre, sull’isola di Gran Canaria. Lo scopo dei due ragazzi è semplice e, al contempo, nobile e molto difficile ovvero dare valore alla condivisione, all’incontro e al confronto. Ciò che li arricchisce è la scoperta di altri esseri umani e il vivere una vita semplice, autentica, lontana da quella di Milano, che si basa molto di più sull’apparenza. Chiunque abbia bisogno o voglia di concedersi del riposo non solo per il corpo ma anche per lo spirito e la mente, può segnarsi quest’indirizzo perché lo scopo di Francesco e Francesca è proprio coccolare e valorizzare ogni singola anima.
Ciao ragazzi, raccontateci qualcosa di voi. Chi siete, da dove venite…
Ciao, eccoci! Siamo Francesco e Francesca e ci siamo conosciuti a Milano a uno Speed Date. Veniamo entrambi dall’ esperienza professionale sociale, io (Francesco) più in campo missionario religioso mentre mia moglie come volontariato e come maestra di asilo. Le due esperienze si sono incontrate nel progetto/sogno di realizzare una sorta di festa a sorpresa in campo turistico ricettivo, perché ogni persona si sentisse accolta, riconosciuta e apprezzata. La casa che abbiamo aperto si chiama Casa Mamre per provare ad assomigliar ad Abramo che, grazie alla gratuità relazionale, aveva ristabilito il contatto tra il cielo e la terra, tra i sogni e la realtà.
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Come mai avete scelto proprio Gran Canaria?
La scelta di Gran Canaria è dovuta alla dolcezza del clima, alla semplicità di vissuti che si fanno tenerezza, all’ apertura relazionale/sessuale indiscriminata e alla convenienza economica.
Com’è la vostra vita quotidiana lì?
Le nostre giornate hanno il fondamento della presenza familiare, l’ accoglienza di chiunque si ferma a conoscere la casa, la cura e la pulizia, l’espressione artistica che diventa la cornice di un quadro colorato.
Quali sono le differenze e quali i punti in comune fra lo stile di vita a Gran Canaria e quello italiano?
Le differenze tra la vita a Gran Canaria e la vita milanese si basa fondamentalmente sul mettere al primo posto l’essere invece che l’apparire, il condividere invece che l’ individualizzare. L’unico punto in comune credo che sia la reminescenza storico culturale Cristiano Latina che sottolinea il bisogno di amore e di bellezza.
Cosa potete raccontarci delle vostre esperienze a sfondo sociale?
Come citato in precedenza io (Francesco ) ho fatto il percorso per diventare prete, vivendo sia all’estero sia in Italia esperienze di missioni di strada in contesti sottosviluppati, collaborando con scuole, oratori e istituzioni vari. Ho lavorato in pediatria oncologica come educatore, ho culminato il mio percorso insegnando per 10 anni etica provando a far emergere la necessità di conoscersi per conoscere e amarsi per realizzarsi. Mia moglie ha sempre aperto le porte del suo cuore come volontaria a senzatetto, amici, conoscenti e chiunque incontrasse. Ha esercitato la professione di educatrice di comunità infantile dove il bambino non era semplicemente un vuoto per colmare altri insuccessi ma un’opportunità per scoprire che la vita è stupore e meraviglia.
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Come sta procedendo il vostro percorso?
In un percorso la vera metà sono le impronte lasciate e questo è sicuramente vero nella facilità con cui le nostre esperienze ci hanno portato alla cima di una montagna (Casa Mamre) da cui vedere l’isola, ma anche la vita, da una prospettiva più generalmente a fuoco.
Com’è la burocrazia alle Canarie?
Le Canarie hanno una burocrazia molto più semplificata rispetto a quella italiana e, dopo un mese dalla semplice richiesta di apertura di una Vivienda Vacional, ci è arrivato il riconoscimento statale.
Cosa possono trovare le persone che vengono da voi?
Le persone che vengono da noi possono trovare un luogo che non sia solo meta di riposo per il corpo ma anche per l’anima e per lo spirito. Oltre alla presenza della struttura offriamo la possibilità di vivere momenti di meditazione e d’ incontro come cene ed escursioni.
Quali sono i ricordi più belli fra le esperienze che avete vissuto finora?
I ricordi più belli sono legati agli incontri con persone estremamente diverse tra di loro, per fare solo tre esempi mi vengono nel cuore Andrea cameriere ventenne a Playa in un pub sulla spiaggia in cerca di dare una direzione alla sua vita, un gruppo di coppie scambiste complici e sincere che per la prima volta, grazie a una meditazione sulle dune all’ alba, hanno aperto i loro cuori raccontandosi e Fabio un ragazzo omosessuale molto introverso e deluso che in alcune circostanze accennava un sorriso che parlava di un cuore sensibile, ferito e bisognoso di attenzioni.
Che consigli dareste a chi ha intenzione di visitare Gran Canaria per la prima volta?
Per chi viene sull’ isola per la prima volta consiglierei di non fermarsi solo ai luoghi più conosciuti come Playa del Ingles, anfi o Puerto de Mogan ma di visitare anche la ricchezza paesaggistica dell’ entroterra come Kenion e il Roque Nublo, alcune calette tipo Playa Mujeres e Playa de Arena dove si può anche prendere il sole nudi , la Garita el Bufadero, Aldea San Nicolas, Agaete e le piscine naturali del bagnaderos. Non ultimo, ma altamente misterioso e interessante, qualche sito archeologico Guanche (nativi dell’ isola) come la “cueva pintada” di Galdar.
Quali suggerimenti avete, invece, per chi sogna di vivere a Gran Canaria in pianta stabile? E quali sono i lavori più richiesti per gli stranieri?
Per chi vuole venire in pianta stabile sicuramente il primo passo è quello di fare il documento fiscale riconoscitivo che si chiama Nie, che serve sia per fare acquisti sia per trovare casa e lavoro. I lavori più richiesti sono quelli in campo ricettivo e turistico.
Che consigli dareste a chi vorrebbe aprire, come voi, un’attività alle Canarie?
Per chi vorrebbe aprire una attività io consiglierei di non basarsi solo sul bisogno di arricchirsi o riscattarsi ma di capire chi si è portati e perché si vuole aprire qualcosa. Mi capita di sentire spesso storie di persone che si sono basate più sul “fare il sole/divertimento” che sull’ “essere”.
Progetti per il futuro?
Il prossimo progetto è di fare una nuova stanza che si chiamerà “tara”, come la piccola figura in terracotta di origine indigena, e di essere sempre più presenti nelle esigenze e nell’accoglienza altrui nonché di avere – quando potremo permettercelo economicamente – un pulmino /furgone per poter accompagnare la gente e nel mentre conoscere più persone.
Per seguire o contattare Francesco e Francesca:
Instagram: casa_Mamre Facebook : Casamamre Maspalomas
Mail: casamamre.canarie@gmail.com